Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2013/11/02
Nuovo panico da asteroide
Time: “Questo asteroide gigante potrebbe colpire la Terra entro vent'anni”. NASA: ma anche no. C'è il 99,998% di probabilità che 2013 TV135 non ci colpirà. Giornalismo irresponsabile.
Ne parlo qui.
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Pirateria, i film più scaricati sono quelli meno disponibili legalmente
Sembra proprio che sia ora di dichiarare morto il DVD, o perlomeno di smettere di tenerlo in vita artificialmente. Attualmente, infatti, i film che hanno appena terminato i passaggi nelle sale vengono offerti esclusivamente in DVD per un certo periodo prima di essere offerti dai circuiti di download a pagamento (Netflix, iTunes, eccetera). Questo significa che ovviamente in quel periodo prosperano i download “alternativi”. L'analisi della classifica dei film più scaricati gratuitamente sembra parlare chiaro in questo senso: dateci un download a pagamento subito, invece di proporci un pezzo di plastica che forse guarderemo una sola volta, e pirateremo di meno. i dettagli sono qui.
12 anni di permanenza umana ininterrotta nello spazio
A volte si ha l'impressione che l'esplorazione spaziale si sia fermata dopo l'eccezionale avventura delle missioni lunari alla fine degli anni Sessanta. Ma se vogliamo andare lontano, oltre la Luna, dobbiamo imparare a vivere nello spazio per anni. Oggi la Stazione Spaziale Internazionale entra nel tredicesimo anno di occupazione ininterrotta da parte di equipaggi umani. Da dodici anni c'è sempre stato almeno un essere umano là fuori, nello spazio. Scusate se è poco. Dettagli presso Nasa.gov.
Allarme per Cryptolocker, virus che ti cifra i dati e chiede un riscatto per decifrarli
Sullo schermo compare un avviso: tutti i tuoi dati sono stati cifrati con una password che non conosci. Se la vuoi conoscere, paga. Se non paghi entro la scadenza, i tuoi dati resteranno inaccessibili per sempre. È l'effetto di Cryptolocker, un malware che sta facendo danni in tutto il mondo ed è una vera e propria estorsione informatica. Se non avete un backup offline dei vostri dati, createne uno. I dettagli sono in questo mio articolo.
Facebook: boom di utili, lieve calo fra i giovanissimi, sa quando il partner sta per mollarti
I resoconti finanziari di Facebook per lo scorso trimestre indicano incassi record e un'espansione riuscita verso i dispositivi mobili. Per la prima volta viene ammesso un calo (imprecisato) fra i teenager, ma con alcune precisazioni statistiche. Su un altro versante, una ricerca condotta da Facebook rivela che è possibile, con buoni margini di attendibilità, indovinare l'identità del partner sentimentale e soprattutto prevedere se vi mollerà. Basta guardare la rete degli amici, ossia quella cosa che ci sembra così normale condividere perché non abbiamo nulla da nascondere. Ma abbiamo molto che si può scoprire. I dettagli sono in questo articolo e in quest'altro che ho scritto per la Radiotelevisione svizzera.
Antibufala: il leggendario panico radiofonico per La Guerra dei Mondi
Il 30 ottobre scorso era il
settantacinquesimo anniversario di una trasmissione
radiofonica diventata mitica: la versione de La Guerra dei Mondi realizzata in America da Orson Welles come finta radiocronaca dell'invasione da parte dei marziani. Secondo leggenda, il programma fu preso per vero
dagli ascoltatori e scatenò il panico nazionale: un esempio classico del potere dei mezzi di comunicazione.
Ma andò davvero così? Ho scritto questo articolo in proposito per la Radiotelevisione svizzera.
dagli ascoltatori e scatenò il panico nazionale: un esempio classico del potere dei mezzi di comunicazione.
Ma andò davvero così? Ho scritto questo articolo in proposito per la Radiotelevisione svizzera.
2013/11/01
Antibufala: 75 anni di radiopanico leggendario per la Guerra dei Mondi
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente l’1/11/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Pochi giorni
fa, precisamente il 30 ottobre, è stato celebrato il
settantacinquesimo anniversario della messa in onda di una
trasmissione radiofonica diventata mitica: la versione de La
Guerra dei Mondi, il
romanzo fantascientifico di H.G. Wells, realizzata da un celeberrimo
quasi omonimo, Orson Welles, che confezionò una finta diretta
radiofonica dell'invasione del nostro pianeta da parte di spietati
marziani armati di tecnologie distruttive letali.
Leggenda
vuole che questa trasmissione del 1938 fu scambiata dagli ascoltatori
per una diretta autentica dell'arrivo degli extraterrestri in America
e scatenò un panico nazionale, convincendo oltre un milione di
persone che gli Stati Uniti venivano devastati da invasori alieni. A
distanza di tre quarti di secolo, quella puntata del Mercury
Theater on the Air della
rete radiofonica CBS è ancora saldamente fissata nella cultura
generale come esempio classico del potere dei mezzi di comunicazione.
Ma andò
davvero così?
Un'indagine
recente, pubblicata in sintesi su Slate.com
da Jefferson Pooley e Michael Socolow, due esperti di media e
comunicazione presso il Muhlenberg College e la University of Maine,
ricostruisce una vicenda ben diversa: nessun panico, nessuna guerra
immaginaria contro i marziani, ma una guerra molto concreta fra due
mondi di un altro genere.
I due mondi
in conflitto sono quello della stampa e quello della radio negli
Stati Uniti della fine degli anni Trenta del secolo scorso. La radio
aveva tolto ai giornali molti degli introiti pubblicitari, per cui la
stampa colse l'occasione della trasmissione di Orson Welles per
screditare il rivale hertziano, presentandolo come fonte
inattendibile per le notizie. Il New York Times
pubblicò persino un editoriale, intitolato “Terror
by Radio”, che biasimava
i funzionari della CBS per aver permesso di intercalare “finzioni
agghiaccianti” con
“annunci di notizie, presentate esattamente nello
stesso modo usato per le notizie reali”,
e altre testate fecero eco. La radio, si diceva, era troppo giovane e
immatura per un compito così importante come veicolare notizie. Una
polemica che ricorda da vicino quella di oggi fra media tradizionali
e Internet.
La vicenda,
insomma, fu gonfiata dai giornali, con titoli come “Finta
'guerra' alla radio scatena il terrore in tutti gli Stati Uniti"
(Daily News
del 31 ottobre 1938), con tanto di foto e dichiarazioni di “vittime”
traumatizzate dalla trasmissione. Ma sappiamo che il mito fu
fabbricato perché i rilevamenti d'ascolto dell'epoca indicano che il
98% degli ascoltatori era sintonizzato su altri canali all'ora della
messa in onda de La Guerra dei Mondi.
Varie emittenti della rete CBS, inoltre, non trasmisero affatto il
programma, riducendo il pubblico potenziale. La CBS stessa
commissionò un sondaggio il giorno dopo la trasmissione e i
dirigenti furono sollevati quando scoprirono che non solo gli
ascoltatori erano stati pochi, ma quei pochi avevano capito che si
trattava di una finzione.
Il mito del
panico nazionale crebbe nei decenni successivi sulla base di dati
inattendibili; nessuna delle segnalazioni di panico e nella
popolazione e di suicidi fu mai confermata. Ci fu soltanto una causa,
intentata da un'ascoltatrice, che accusò la CBS di averle causato
uno “shock nervoso”,
ma l'azione fu respinta. Welles e la CBS non furono mai rimproverati
o sanzionati formalmente dalle autorità, e i giornali smisero di
parlare della vicenda nel giro di pochi giorni. Ma il mito della
notte di panico persiste, alimentato dal messaggio di fondo: abbiamo
paura che il nostro mondo (reale o culturale) venga invaso da forze
sconosciute, e i nuovi media ci spaventano, oggi come allora.
Facebook sa quando stai per essere mollato
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 01/11/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
I poteri
predittivi dei social network non finiscono mai di stupire. È una
conseguenza dell'accumulo di enormi quantità di dati personali, che
possono essere analizzati, confrontati, classificati e correlati in
mille modi. L'ultima sorpresa è che Facebook sarebbe in grado non
solo di dedurre chi è il vostro partner sentimentale ma anche di
prevedere quando vi mollerà.
Questo è il
risultato di una ricerca realizzata da Facebook e dalla Cornell
University su 1,3 milioni di utenti del social network che avevano
dichiarato di essere in un legame sentimentale e che sono stati
monitorati per due anni. La ricerca, intitolata Romantic
Partnerships and the Dispersion of Social Ties: A Network Analysis of
Relationship Status on Facebook
(unioni sentimentali e dispersione dei legami sociali: analisi di
rete dello stato relazionale su Facebook), segnala che il numero
complessivo degli amici condivisi da due persone (la embeddedness,
in gergo tecnico) è un indicatore abbastanza scadente dei legami
sentimentali: funziona meglio la cosiddetta dispersion,
vale a dire la conta degli amici condivisi abbinata a quella dei
legami tra gli amici che stanno alla periferia della rete di
amicizie.
Il metodo
usato dai ricercatori è stato in grado di identificare correttamente
alla cieca il coniuge dell'utente Facebook nel 60% dei casi, ed è
già un risultato notevole. Ma l'aspetto più inquietante è che
sembra che se il metodo sbaglia, vuol dire che il rapporto di coppia
sta per scoppiare. Una coppia che ha una bassa dispersion
su Facebook ha il 50% di probabilità in più di dividersi nei
prossimi 60 giorni rispetto a una coppia che ha una dispersion
elevata.
In estrema
sintesi, i legami più stabili sono quelli nei quali i due partner
condividono un numero elevato di amici che a loro volta hanno
amicizie, esperienze e interessi condivisi. Una considerazione forse
istintivamente ovvia, che però ora è confermata anche dai dati e
che rende bene il concetto di quante informazioni personali possano
essere estratte matematicamente dalla struttura della nostra rete di
amici. Condividiamo con Facebook più di quanto immaginiamo e magari
intendiamo.
Facebook: boom di utili, lieve calo fra i giovanissimi
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 01/11/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Facebook ha
pubblicato da poco i resoconti
finanziari per il terzo trimestre del 2013. Nel corso di una
conferenza
stampa telefonica sono stati presentati numerosi dati sul modo in
cui gli utenti frequentano il social network: per esempio, quasi la
metà degli utenti (il 48%) vi accede esclusivamente dal telefonino.
Dai dispositivi mobili arriva anche la metà degli introiti
pubblicitari di Facebook (49%, in aumento dal 41% del trimestre
precedente). In altre parole, il social network è riuscito a gestire
positivamente la sfida della transizione dall'Internet fissa a quella
mobile.
I ricavi
complessivi di Facebook hanno superato le previsioni degli analisti:
2,02 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre, pari al 60% in più
rispetto a un anno fa, con un utile di 425 milioni di dollari che va
confrontato con la perdita di 59 milioni nello stesso trimestre del
2012. In termini monetari, insomma, Facebook gode di ottima salute.
Anche il
numero degli utenti continua a crescere: il numero complessivo degli
utenti attivi mensili è 1,19 miliardi (il 17% dell'intera
popolazione del mondo), di cui 874 sono su dispositivi mobili; gli
utenti giornalieri complessivi sono 728 milioni (il 25% in più
rispetto a un anno fa) e di questi circa mezzo miliardo consulta
Facebook quotidianamente tramite smartphone.
In questo
quadro generale roseo s'innesta l'ammissione che l'uso quotidiano da
parte degli utenti più giovani è in diminuzione. Voci in questo
senso circolano da tempo, ma è la prima volta che Facebook ammette
un calo (Zuckerberg aveva detto a luglio che queste voci erano
“semplicemente
non vere”).
Tuttavia i
resoconti di Facebook precisano che l'uso complessivo del social
network fra i teenager statunitensi è stabile rispetto al trimestre
precedente e che c'è stata una diminuzione (non quantificata)
specificamente fra i teenager più giovani, per i quali però “i
dati autodichiarati sull'età sono inattendibili”:
in altre parole, il social network sa benissimo che i giovanissimi
mentono sulla propria età e per questo anzi ha “sviluppato
altri metodi analitici per stimare l'utilizzo in base all'età”.
Traduzione: anche se mentite sulla vostra età, Facebook sa quanti
anni avete realmente, ed è decisamente presto per annunciare che i
giovani stanno mollando Facebook in massa.
LINK:
http://business.time.com/2013/10/31/despite-obliterating-wall-street-predictions-facebook-admits-looming-problems/
Il virus che chiede un riscatto per sbloccare i dati della vittima: Cryptolocker
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 01/11/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Stanno
arrivando da varie parti del mondo, Svizzera compresa, segnalazioni
di un attacco informatico, denominato Cryptolocker, che ha effetti
davvero pesanti: sullo schermo della vittima compare un avviso che lo
informa che tutti i suoi dati sono stati cifrati con una password
complicatissima e che per avere questa password deve pagare un
riscatto (tipicamente qualche centinaio di franchi). Se la vittima
non paga entro pochi giorni, la password verrà cancellata e i suoi
dati saranno persi per sempre.
La cifratura
utilizzata dai criminali che stanno dietro Cryptolocker è
sostanzialmente impenetrabile (RSA a 2048 bit), per cui una volta che
l'attacco ha avuto luogo è troppo tardi, a meno che la vittima abbia
una copia di scorta isolata (backup offline)
dei propri dati. Un sistema di backup in rete rischia di essere
inutile, perché Cryptolocker è capace in certi casi di raggiungere
anche quella copia e cifrarla.
Rintracciare
i criminali è per ora impraticabile: hanno usato vari sistemi per
impedire di identificare l'origine dell'attacco e la destinazione
finale dei riscatti.
L'unico
rimedio è la prevenzione. I principali antivirus riconoscono e
bloccano Cryptolocker, e c'è anche uno strumento gratuito,
CryptoPrevent,
che imposta Windows in modo da renderlo meno vulnerabile a questo
specifico attacco. Va notato, infatti, che questo malware agisce
soltanto su sistemi Windows: gli utenti Mac e Linux sono immuni.
La
prevenzione passa anche dall'abitudine a comportamenti prudenti da
parte dell'utente: Cryptolocker entra nei sistemi informatici usando
il metodo classico dell'allegato a una mail. La mail è confezionata
in modo da provenire apparentemente da un indirizzo familiare o
credibile (un ente amministrativo oppure una filiale di un'azienda,
per esempio) e l'allegato si spaccia spesso per un resoconto
contabile, una fattura o una richiesta di pagamento urgente, in modo
da indurre la vittima ad aprirlo. Ma la mail è spesso sgrammaticata
o in inglese, e questo è un indizio che deve mettere sul chi vive.
In sintesi,
per difendersi contro questo genere di attacchi conviene abituarsi a
fare automaticamente questi controlli su ogni mail che contiene un
allegato:
– la mail
arriva davvero da un indirizzo conosciuto o è solo un mittente che
somiglia a uno conosciuto?
– la mail
era attesa o è arrivata a sorpresa?
– lingua,
la grammatica e l'ortografia sono quelle che ci si aspetta dal
mittente?
– l'antivirus
aggiornato dice che l'allegato è sicuro?
Se una o più
di queste domande ha risposta negativa, è il caso di fermarsi e non
aprire l'allegato. Una guida dettagliatissima al funzionamento di
Cryptolocker è disponibile presso Bleepingcomputer.com.
LINK:
http://articles.timesofindia.indiatimes.com/2013-10-30/how-to/43526293_1_windows-xp-malware-security-expert
http://nakedsecurity.sophos.com/2013/10/12/destructive-malware-cryptolocker-on-the-loose/
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