Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2016/01/15
Gioca a Jurassic World sull’iPad e spende oltre 5000 euro
Giocare a un giochino gratuito e trovarsi in bolletta 4000 sterline (circa 5780 franchi, 5290 euro) è una di quelle esperienze che cementa per sempre il rapporto padre-figlio. È quello che è successo in Inghilterra a Mohamed Shugaa, che vive nel West Sussex, che ha scoperto che suo figlio Faisall, di sette anni, aveva memorizzato le sue password dell’iPad e del suo Apple ID e li aveva usati per giocare a Jurassic World, facendo in tutto 65 acquisti all’interno del gioco gratuito nel corso di cinque giorni a dicembre scorso, senza rendersi conto che i Dino Bucks, i soldi virtuali usati nel gioco, vengono poi convertiti in soldi veri, per un totale appunto di 4000 sterline.
Il padre sapeva che il figlio era in grado di accedere al suo iPad, ma non era consapevole che Faisall sapesse anche la sua password di Apple ID e soprattutto si chiede come faccia Apple a pensare che qualcuno possa consapevolmente spendere migliaia di sterline per acquistare dinosauri virtuali e aggiornare un giochino, e non mandi all’utente un avviso o ponga un limite di spesa.
Più in generale, la Federal Trade Commission statunitense ha pubblicato un’infografica (immagine qui accanto) che mette in guardia i genitori su quello che possono fare le app: raccogliere nomi e indirizzi dei bambini, far spendere soldi veri anche se l’app è gratuita, includere pubblicità discutibili, collegarsi ai social network e altro ancora. Non sono, insomma, semplici giochini da scegliere e affidare ai bambini senza pensarci troppo.
Per prevenire queste situazioni conviene prendere alcune precauzioni, come per esempio attivare il sensore d’impronta del dispositivo, se presente; creare un account iTunes separato per il figlio, senza associarlo a una carta di credito e usando invece una tessera prepagata; non mostrare le proprie password a nessuno, neanche ai familiari; e naturalmente tenere d’occhio l’estratto conto della propria carta di credito.
Per fortuna la disavventura della famiglia Shugaa è finita bene: è riuscito a convincere l’assistenza clienti di Apple ad annullare la fattura, visto il suo importo davvero elevato. Ma non è detto che vada sempre bene, specialmente se la cifra in gioco è meno elevata.
Fonti: Sophos.
Il padre sapeva che il figlio era in grado di accedere al suo iPad, ma non era consapevole che Faisall sapesse anche la sua password di Apple ID e soprattutto si chiede come faccia Apple a pensare che qualcuno possa consapevolmente spendere migliaia di sterline per acquistare dinosauri virtuali e aggiornare un giochino, e non mandi all’utente un avviso o ponga un limite di spesa.
Più in generale, la Federal Trade Commission statunitense ha pubblicato un’infografica (immagine qui accanto) che mette in guardia i genitori su quello che possono fare le app: raccogliere nomi e indirizzi dei bambini, far spendere soldi veri anche se l’app è gratuita, includere pubblicità discutibili, collegarsi ai social network e altro ancora. Non sono, insomma, semplici giochini da scegliere e affidare ai bambini senza pensarci troppo.
Per prevenire queste situazioni conviene prendere alcune precauzioni, come per esempio attivare il sensore d’impronta del dispositivo, se presente; creare un account iTunes separato per il figlio, senza associarlo a una carta di credito e usando invece una tessera prepagata; non mostrare le proprie password a nessuno, neanche ai familiari; e naturalmente tenere d’occhio l’estratto conto della propria carta di credito.
Per fortuna la disavventura della famiglia Shugaa è finita bene: è riuscito a convincere l’assistenza clienti di Apple ad annullare la fattura, visto il suo importo davvero elevato. Ma non è detto che vada sempre bene, specialmente se la cifra in gioco è meno elevata.
Fonti: Sophos.
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