Credit: @cinicodippiu. |
Vado di fretta: ho un consiglio per tutti quelli che stanno commentando ironicamente la foto pubblicata da Repubblica (link alterato; copia su Archive.is) che è stata interpretata come l’immagine di un generatore diesel che sarebbe stato usato per caricare le auto elettriche del recente gran premio di Formula E di Roma. Documentatevi sui fatti prima di dare per buona la tesi sensazionalista di Repubblica.
Insinuare il paradosso che le auto elettriche vengano caricate da un generatore diesel attira un sacco di clic. Informarsi sui fatti e scoprire come stanno realmente le cose costa fatica e ne attira molti meno. Esattamente come la storia del serpente di Cicciolina.
I colleghi diligenti di Vaielettrico, Dmove e Money.it hanno spiegato come stanno realmente le cose a proposito di quella foto irresponsabile scelta da Repubblica. Il titolo di Repubblica è falso (E al Gp di Roma le elettriche si ricaricano con il gasolio...): il generatore non è stato usato per caricare sistematicamente le auto.
L’azienda [Aggreko] ha fornito alla Formula E alcuni generatori diesel posizionati nell’area nella quale si è svolta la tappa romana della Formula E. Lo scopo dei gruppi elettrogeni è stato quello di assicurare la fornitura di energia elettrica supplementare in caso di picchi di richiesta o di mancanza della potenza necessaria dalla rete Enel.
Di fatto, i motori diesel dei generatori se ne sono rimasti spenti e silenziosi per la stragrande maggioranza della due giorni dedicati alla gara elettrica all’Eur, salvo un paio di accensioni limitate nel tempo dovuto a picchi di richiesta. Dunque ad alimentare i bolidi della Formula E e le colonnine di ricarica nei dintorni è stata la rete elettrica Enel, non il generatore diesel.
Come al solito, Vincenzo Borgomeo fa polemica inutile (“A questo punto se avessere usato direttamente delle turbodiesel forse avrebbero fatto prima”) invece di informare. Ma la polemica costa poca fatica; informarsi e spiegare richiede impegno.
Segnalo inoltre le informazioni di Enel X, risalenti al 2016, sui generatori a glicerolo/glicerina usati:
La creazione di una mini-grid mobile consentirà di non sovraccaricare la rete elettrica delle città che ospitano le gare. Enel fornirà inoltre la propria tecnologia di illuminazione a LED per le zone limitrofe al percorso di gara e installerà le colonnine di ricarica per i tifosi che utilizzino veicoli elettrici.
Entro il campionato 2017-2018, Formula E sarà pronta a installare una combinazione di pannelli solari e di generatori alimentati a glicerina connessi a un innovativo sistema di accumulo che distribuirà l’energia necessaria all’evento. Enel Inoltre studierà la possibilità di installare dei pannelli solari anche nelle altre aree degli e-Prix.
Aggiungo Yellowmotori.it:
Il problema, non solo a Roma sia chiaro, è l’infrastruttura per il rifornimento. Che praticamente dovunque non è in grado di sostenere la domanda per questa competizione. Non a caso, attraverso l’ACEA, i costruttori non hanno messo in discussione gli obiettivi di riduzione delle CO2, ma hanno sollecitato Unione Europea e governi ad intervenire.
Per assicurare il pieno alle 40 monoposto della Formula E, Enel rastrella l’energia attraverso una combinazione di pannelli solari e di generatori alimentati a glicerina (che può diventare un combustibile mediante il processo di nitrazione). Una parziale e “vecchia” soluzione endotermica, insomma. Perché le reti non sono in grado di soddisfare una domanda così concentrata di elettricità. Malgrado le amministrazioni spingano sull’elettrico, il problema della infrastruttura di ricarica è primario. Che non è limitato alle colonnine, ma alla loro capacità di soddisfare la richiesta. La Formula E, con la sua carovana di sponsor ed investitori, lavora in un regime di autarchia.
In altre parole: un gran premio elettrico rappresenta un picco straordinario di consumi, non solo per le auto ma anche per tutti gli apparati degli espositori. Dovendo portare questo fabbisogno improvvisamente in una città per qualche giorno e poi tornare alla normalità, non ha senso pretendere che si usi la rete elettrica normale e pensare che possa reggere un carico intenso, temporaneo e localizzato del genere, che è ben superiore a quello della carica lenta delle auto elettriche convenzionali. Non spiegare questi concetti e fermarsi alla foto acchiappaclic è un disservizio al lettore.
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