Avrei voluto scrivere un articolo per spiegare tutta la vicenda della chiusura, da parte dei principali social network, degli account di Alex Jones, complottista tanto caro a Donald Trump. Jones lamenta di essere vittima di un complotto (ovviamente, altrimenti che complottista sarebbe) per zittirlo, ma la sua tesi è una fesseria (ovviamente, altrimenti che complottista sarebbe).
Purtroppo il tempo rema contro di me e quindi mi limito a cogliere, finalmente, l’occasione per pubblicare e tradurre questa vignetta ormai classica del sempre saggio Xkcd, che sintetizza perfettamente la situazione:
Annuncio di pubblico servizio: il diritto alla libertà di parola significa che il governo non ti può arrestare per quello che dici. Non significa che chiunque altro debba ascoltare le tue stronzate o ospitarti mentre le condividi.
Il primo emendamento [della Costituzione USA, che sancisce la libertà di parola] non ti protegge dalle critiche o dalle conseguenze.
Se ti urlano contro, se ti boicottano, se cancellano il tuo programma, o se vieni bandito da una comunità su Internet, i tuoi diritti di libertà di parola non stanno subendo una violazione.
Semplicemente, la gente che ti ascolta pensa che tu sia uno stronzo, e ti sta mettendo alla porta.
Lasciando il cursore sopra la vignetta originale compare un commento dell’autore:
"I can't remember where I heard this, but someone once said that defending a position by citing free speech is sort of the ultimate concession; you're saying that the most compelling thing you can say for your position is that it's not literally illegal to express."
che si può tradurre così:
"Non ricordo dove l'ho sentito, ma qualcuno una volta ha detto che difendere un punto di vista citando la libertà di parola è una sorta di sconfitta finale; stai dicendo che la motivazione più convincente che puoi addurre per il tuo punto di vista è che non è letteralmente illegale esprimerla."
Un lettore, Stefano De Santis, citato con il suo permesso, ne ha gentilmente realizzata una versione in italiano:
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Come anticipato, da oggi questo blog è accessibile anche tramite i nomi di dominio Attivissimo.me, Attivissimo.ch e Attivissimo.it.
Ebbene sì, confesso che non ho saputo resistere al gioco di parole con il famoso film d’animazione Cattivissimo Me e con i suoi seguiti. Del resto, Attivissimo.me era libero e costa solo tre euro l’anno.
Ora il mio piano per la conquista del mondo è completo.
NOTA: Grazie a tutti quelli che mi hanno segnalato che l’HTTPS non è a posto. Non dipende da me, ma vedo cosa posso fare.
Con un piccolo investimento e l’aiuto di amici e colleghi (e delle vostre donazioni), ho approfittato di un momento di disponibilità del dominio Attivissimo.it e l’ho acquistato, redirigendolo su questo blog.
Da oggi, quindi, invece di digitare attivissimo.blogspot.com potete anche scrivere semplicemente Attivissimo.it.
Attivissimo.net continua a puntare al mio sito Web e Disinformatico.info continua a puntare a questo blog.
Ho già acquistato anche Attivissimo.ch e l’irresistibile Attivissimo.me; li metterò in pista nei prossimi giorni.
2018/09/03. Fatto!
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Ricevo tante richieste di indagini antibufala. Molte sono garbate, ma ogni tanto su Twitter arrivano i soliti diversamente intelligenti che esigono che io faccia un’indagine antibufala su qualche argomento, di solito di politica o economia italiana, che a loro sta disperatamente a cuore.
Partono subito lancia in resta lamentandosi che io non abbia già indagato e mi accusano di essere di parte, o al soldo dei poteri forti, perché non ho fatto spontaneamente quell’indagine.
A questi instancabili reclamatori del lavoro altrui rispondo spesso così:
No. Non funziona così. Tu no pagare me, io fare quello che volere io.
Parole semplici, sintassi elementare, per venire incontro alle capacità mentali del leone da tastiera del giorno.
---
Quello che a quanto pare non è chiaro a molti di questi guerrieri dei social (e anche ad alcuni vicedirettori di giornale (copia permanente)) è che il debunking per me è sempre stata una passione, non un lavoro retribuito. Sono rarissimi i casi in cui qualcuno mi ha commissionato un’indagine pagandomela.
Quindi vorrei chiarire a tutti, garbati o meno, che
faccio debunking nel mio poco tempo libero
lo faccio perché mi piace farlo
lo faccio perché mi intriga e mi appassiona scoprire come stanno i fatti
lo faccio perché mi piace scrivere e raccontare quello che ho scoperto
e lo faccio, quando posso, perché credo che sia un dovere civico, per chi come me ha la fortuna di avere la passione e le risorse necessarie, condividere pubblicamente i risultati di queste indagini e magari aiutare qualcuno.
Tutto qui. Il tempo che ho non è infinito, le richieste sono tante, e non sempre posso interrompere il mio lavoro retribuito per fare indagini gratuite.
Di conseguenza, siccome non mi paga nessuno per fare debunking, decido io quello che mi va di indagare e lo faccio se e quando ho tempo di farlo, dopo che ho finito il mio lavoro retribuito. Se un argomento non mi interessa, non indago. Semplice. L’unico potere forte che decide su cosa indago o non indago è la mia curiosità (o la mia noia).
Quindi non chiedetemi di indagare su argomenti pallosissimi come la politica italiana, le teorie economiche di Bagnai, l’ennesimo delirio degli antivaccinisti vecchi e nuovi, il signoraggio o il “piano Kalergi”: non lo farò, appunto perché sono di una noia mortale e sono una particolare forma di onanismo mentale nella quale non ho alcuna intenzione di investire il mio poco tempo libero. Non insistete. No. Grazie. No. Davvero. No.
Inoltre vorrei ricordare che né io né i miei colleghi debunker abbiamo il monopolio sulle indagini antibufala. Se un argomento vi interessa, potete indagare voi stessi oppure chiedere anche ad altri di farlo. Esiste una professione che fa proprio questo, e lo fa dietro retribuzione: si chiama giornalismo.
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Scrivo di getto questo post, e lo aggiorno man mano, perché così potrò linkarlo la prossima volta che arriverà l’ennesimo condottiero delle mosche e perché ieri (28 luglio 2018) ho ricevuto una richiesta di questo genere un po’ diversa. Da una nota emittente radiofonica nazionale regionale italiana mi è arrivata questa mail. Ho asteriscato le parti più imbarazzanti.
Buongiorno Paolo,
sono [nome], giornalista di [nota emittente].
Da settembre partirà il nostro magazine quotidiano del mattino in una versione rinnovata, all’interno della quale pensavo di inserire delle finestre sul mondo del web.
Ti andrebbe di regalarci un tuo intervento a settimana sull’argomento?
Fammi sapere se la cosa può interessarti
Buona giornata [nome]
Ho risposto così:
Ciao [nome],
grazie dell'invito, ma cosa intendi per "regalarci"? Senza compenso?
Ciao,
Paolo
Dalla Nota Emittente Radiofonica mi è arrivata prontamente la laconica conferma del mio dubbio:
Purtroppo si.
Ho risposto come segue, e intendo rispondere allo stesso modo a qualunque altra azienda a scopo di lucro che mi chieda di lavorare gratis, ”per la visibilità”:
Ciao [nome],
purtroppo nonostante lo stipendio che mi passa la CIA per screditare i complottisti e anche tenendo conto dei finanziamenti occulti che mi arrivano dai Rettiliani, non posso ancora permettermi di regalare il mio lavoro: le rate del leasing sul mio aereo per spargere scie chimiche sono alte e il prezzo del carburante va sempre più su. Non hai idea di quanto costino oggi gli additivi per il controllo mentale.
Ho provato a chiedere al mio idraulico di lavorare senza compenso, ma non ha apprezzato. Quel gretto materialista ha chiesto di essere pagato!
Seriamente parlando: spero che capirai che non posso accettare proposte di lavorare gratis. Niente di personale, ma detto fra noi trovo piuttosto assurdo che un'azienda chieda a un professionista di lavorare senza essere retribuito.
Ciao,
Paolo
Non è la prima volta che vi racconto le “offerte di lavoro” che mi arrivano e cito in proposito il video L’Uomo Visibile, ma credo che meriti sempre ricordarlo per sottolineare, con un sorriso amaro, questo malcostume così dannatamente diffuso.
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Come starete notando, ho sottoposto il blog a una dieta drastica e a un piccolo restyling per alleggerirlo. Se sentite particolarmente la mancanza di qualcuna delle sezioni della vecchia colonna di destra, ditemelo e vedo se posso ripristinarla.
Ogni suggerimento è benvenuto; leggete i commenti per vedere se una richiesta di una funzione è già stata fatta e se è fattibile.
Noterete anche che ho attivato Disqus per i commenti. Per ora è la versione gratuita; se funziona, prenderò quella a pagamento per eliminare le pubblicità. Già così, poter moderare i commenti e anche rispondervi dalla stessa schermata unica è un risparmio di tempo incredibile.
Mancano per il momento tutti i commenti vecchi; li sto importando in Disqus. Potrebbe volerci un po’ di tempo (fino a 24 ore), visto che sono alcune decine di migliaia.
Come mai questo restyling? Dopo anni di accumulo di modifiche ad hoc, il blog era diventato ingestibile e pesantissimo; la cessazione da parte di Blogspot dell’invio delle notifiche ai commenti un mese fa, senza alcuna avvisaglia di voler riprendere, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
A imperitura memoria del vecchio aspetto del Disinformatico, ecco uno screenshot:
2018/07/04
Ho disattivato le pubblicità presenti nella versione gratuita di Disqus: erano squallidissime. Questo mi costa 108 dollari l’anno, ma ne vale la pena.
Poter editare e correggere i refusi nei miei commenti dopo averli pubblicati è una goduria.
2018/07/06 22:45
Come richiesto, il filetto verticale fra le due colonne di testo della versione per schermi grandi è ora grigio chiaro anziché rosso e i titoli degli articoli sono in nero invece che in arancione (tranne quando si visualizza una pagina di articoli; in questo caso i titoli sono arancioni perché sono link e quindi prendono il colore di default dei link e non ho tempo/competenza di cambiare questa cosa).
Ho attivato una sezione che elenca gli ultimi articoli commentati, una funzione che molti mi hanno chiesto e che c’era nella versione precedente. Il codice HTML che ho usato per attivarla è qui (grazie a chi me l’ha segnalato).
So che i commenti di Disqus compaiono solo nella versione per schermi grandi, mentre in quella per dispositivi piccoli compaiono i commenti in versione Blogger nativa; non ci posso fare niente, per quel che ne so. Se volete usare Disqus su uno smartphone, provate a visualizzare la versione per schermi grandi.
Come ho segnalato a fine maggio, la gestione dei commenti di Blogspot è in crisi e ormai sono passate quattro settimane senza alcun miglioramento.
Non ricevo più da Blogspot le mail contenenti i testi dei commenti inviati e in attesa di approvazione, per cui spesso non so di avere commenti in coda per l’approvazione. Non mi arrivano neanche le mail di notifica dopo la pubblicazione di un commento.
Vengo a sapere dell’arrivo di nuovi commenti soltanto tramite l’interfaccia Web di Blogger, che però non mostra tutto il testo del commento. È solo questione di tempo prima che qualche imbecille si renda conto che non posso leggere il contenuto completo dei commenti prima di approvarli e ne approfitti per ficcare qualche schifezza nella parte di commento che non posso vedere.
Di conseguenza, ho sospeso completamente i commenti (tecnicamente restano abilitati ai commenti soltanto i membri del blog, ma all’atto pratico non commenta nessuno). Se avete refusi da segnalarmi o commenti da fare, scrivetemi a paolo.attivissimo@gmail.com.
Vado a cercare una soluzione alternativa. Scusate l’inconveniente.
Da qualche giorno non ricevo più le mail automatiche di Blogger.com contenenti le notifiche e i testi dei commenti inviati e in attesa di approvazione. Di conseguenza sto avendo problemi e rallentamenti nella moderazione dei commenti.
Posso sapere dell’arrivo di nuovi commenti soltanto tramite l’interfaccia Web di Blogger, che però non mostra tutto il testo del commento. Inoltre non mi arrivano neanche le mail di notifica dopo la pubblicazione di un commento.
Questo problema è iniziato quasi contemporaneamente con l’entrata in vigore della GDPR, per cui potrebbe esserci un nesso. Nell’interfaccia di gestione di Blogger è comparso l’avviso "Blogger non supporta più OpenID. I commenti OpenID esistenti e le tue impostazioni OpenID potrebbero aver subito dei cambiamenti" (screenshot qui sotto), ma è tutto quello che so, per ora.
Se avete maggiori informazioni, scrivetele nei commenti. Sperando che io me ne accorga :-)
Scusate l’inconveniente.
2018/05/30 12:55
Stando ad alcune risposte nelle pagine di aiuto di Blogspot (“We're currently tweaking our emailing system, but we expect it to be working again within the next week. Thank you for your patience - we look forward to getting it out soon!”), si tratterebbe di un problema generale di Blogspot.
Ho provato a togliere e rimettere gli indirizzi di mail ai quali arrivano le notifiche, come suggerito qui, ma non è cambiato nulla.
Ho inoltre cambiato l’impostazione di chi può inserire commenti (sotto Impostazioni - Post, commenti e condivisione) da Utente con Google Account a Chiunque - inclusi gli utenti anonimi. Nessun cambiamento.
2018/05/31 9:00
A causa dell’ondata di spam nei commenti che è arrivata quando ho consentito i commenti anonimi, ho dovuto cambiare di nuovo l’impostazione di chi può inserire commenti a Utente con Google Account.
Piccolo promemoria generico per tutti quelli che non hanno di meglio da fare che spender soldi in querele temerarie:
Se esprimo la mia opinione descrivendoti come “persona davvero piccola e triste” perché dopo numerosi, educati richiami alla calma insisti ad attaccar briga pubblicamente per motivi non solo futili ma addirittura inesistenti;
se pensi che quando avviso che ho respinto un commento senza pubblicarlo perché conteneva insulti, quel commento debba per forza riguardare te;
se poi ti vanti pubblicamente di aver ottenuto una “vittoria su tutti i fronti” perché pensi di essere stato “censurato” quando in realtà il tuo commento era solo in coda di moderazione;
e se infine fai mandare una lettera di un avvocato che minaccia querela per “diffamazione aggravata” e dice che sei “determinato ad adire le vie legali sia in sede penale [...] sia in sede civile (per ottenere il risarcimento dei danni subiti)”;
...forse stai confermando un tantinello che la descrizione è azzeccata.
Ogni ulteriore comunicazione verrà serenamente cestinata.
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Da parecchio tempo (un paio d’anni) Google avvisa che i siti in HTTP verranno considerati "non sicuri" e declassati nei risultati di ricerca ("we plan to label all HTTP pages as non-secure, and change the HTTP security indicator to the red triangle that we use for broken HTTPS").
Google e il resto della Rete stanno andando verso un "HTTPS ovunque", per motivi di sicurezza (il visitatore capisce più chiaramente che sta visitando il sito vero e non una sua versione fraudolenta) e di privacy (i ficcanaso fanno più fatica a sapere con precisione quale pagina di un sito state visitando e a intercettarla o modificarla in transito).
Da anni, inoltre, Google incentiva l’adozione dell’HTTPS dando un ranking migliore ai siti che lo usano, compreso Blogspot.com (che lo supporta dal 2016).
In sintesi, questa novità offre maggiore sicurezza e privacy a tutti voi che frequentate questo blog.
Vorrei ringraziare pubblicamente Axlman, che si è occupato della complessa transizione, e vorrei avvisarvi che probabilmente vi imbatterete in link non più funzionanti o immagini e video non più visualizzati (perché sono ancora in HTTP e non c’è modo di convertirli automaticamente). Vi prego di segnalarmeli nei commenti oppure via mail (al solito paolo.attivissimo@gmail.com) in modo che io li possa correggere.
Grazie della pazienza.
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Sto migrando il contenuto di Attivissimo.net a un nuovo hosting. Al momento il sito è già accessibile correttamente presso www.attivissimo.net; non mi risulta accessibile se si digita semplicemente attivissimo.net. L’aggiornamento del DNS deve ancora propagarsi completamente, quindi a qualcuno il sito potrebbe risultare ancora temporaneamente irraggiungibile.
Non ho ancora migrato tutti i contenuti: ho iniziato stanotte, finirò probabilmente nel weekend. Se trovate link rotti, avvisatemi.
Ho fatto uno sbaglio. Queste sono le mie scuse pubbliche e la mia cronologia dei fatti, per chi si perdesse nella tweetstorm che è nata dal mio errore.
Poche ore fa ho segnalato su Twitter un video nel quale il giornalista Marcello Foa, l’8 novembre 2016 (prima dell’insediamento di Trump), prevedeva che il neopresidente sarebbe stato “rassicurante” e “moderato”. Specificamente, Foa diceva fra le altre cose: “quando tu sei nella stanza dei bottoni, quando ti rendi conto di quanto potere hai e ti rendi conto che governare comunque un grande paese democratico come gli Stati Uniti significa rispettare i check and balances, il rapporto col Congresso, di solito l'effetto è calmante, è moderatore. Per diversi mesi Donald Trump probabilmente tenterà alcune riforme, ma risulterà più moderato e più rassicurante di quanto non sia stato in campagna elettorale, dove, come sappiamo, si tende a esagerare.”
Il video è questo:
La previsione di Foa mi è sembrata piuttosto divertente, visti gli eventi non particolarmenterassicuranti e moderati di questi primi giorni di presidenza Trump, e l’ho quindi segnalata con un tweet. La questione, nelle mie intenzioni, sarebbe dovuta finire così: giusto una chicca passeggera.
Questo mio primo tweet, però, conteneva un errore (non incorporava il link alla notizia della BBC) e quindi l’ho subito cancellato, copiaincollandone il testo in un nuovo tweet, ossia questo:
Il tweet corretto viene visualizzato da Tweetdeck così:
La notizia della BBC che linko è questa: la condanna per incostituzionalità, da parte di ben sedici attorney general (impropriamente tradotti come “procuratori generali”), dell’ordine di Trump di vietare l’ingresso negli Stati Uniti a chiunque sia originario di, o proveniente da, Iran, Iraq, Siria, Libia, Somalia, Sudan e Yemen, ad eccezione delle minoranze religione perseguitate (Trump ha citato specificamente i cristiani in Siria e l’intento anti-musulmano è stato ammesso da Rudolph Giuliani, “zar” della sicurezza informatica di Trump). L’ordine ha anche causato grandi manifestazioni pubbliche e condanne da parte di vari governi.
Attorneys general from 16 US states condemn President Donald Trump's executive order on travel bans https://t.co/nFSNvBPfpg
Per me, dicevo, la questione era conclusa: una segnalazione di una previsione ben poco azzeccata da parte di un rappresentante di spicco del giornalismo. Ma poi mi è arrivata la segnalazione che il video non sembrava esserci più:
Sorpreso, ho cliccato sul mio tweet (la versione che avevo corretto) e ho visto questo:
Ne ho dedotto (sbagliando) che effettivamente il video era stato rimosso dopo che ne avevo parlato, come capita spesso quando segnalo qualcosa. Così ho postato alcuni tweet di commento:
1. Rimosso il video del Corriere del Ticino nel quale @marcellofoa prevedeva Trump "rassicurante" e "moderato" #1984 https://t.co/C3c7eEvDMK
Ma poco dopo mi è arrivata in privato una segnalazione che il video risultava invece ancora online, e così sono andato a ricontrollare, scoprendo che nel copiaincollare il mio tweet iniziale il link era stato troncato: da https://www.youtube.com/watch?v=Hwo0tppisxw era diventato https://www.youtube.com/watch?v=Hwo0tp. Le ultime tre lettere erano state troncate.
Non avevo motivo di sospettare un errore di copiaincolla, anche perché mi era arrivato almeno un tweet nel quale un mio lettore diceva di aver visto il video correttamente:
@disinformatico@MarcelloFoa Fortunatamente ho fatto in tempo a vederlo. Se non sbaglio finiva con "prepariamoci ad essere sorpresi" (sic)
Prima o poi un errore mi doveva capitare, e oggi mi è capitato. A titolo di ulteriore ammenda, offro e pubblico la trascrizione completa del video di Marcello Foa.
Il dollaro crolla, le borse crolleranno, è uno scenario che abbiamo già visto altre volte, lo abbiamo visto con la Brexit. Dobbiamo dedurne che Trump sarà un cattivo presidente? No, la storia insegna che le oscillazioni dei mercati finanziari vanno prese per quelle che sono: movimenti a corto termine. Quel che per noi è importante è di capire quale sarà il programma di Donald Trump e quale sarà la sua squadra. Allora per quel che riguarda il programma in politica estera, paradossalmente Donald Trump è più rassicurante oppure meno pericoloso di quanto sarebbe stata Hillary Clinton se fosse stata eletta alla Casa Bianca.
Perché dico questo? Perché Donald Trump propone una distensione con la Russia e vede un ruolo dell’America meno aggressivo, meno destabilizzante di quanto sia stato fino ad oggi, e questo per noi europei è perlomeno un'aspettativa che è senz'altro positiva. Noi abbiamo bisogno di stabilità e di distensione con il nostro più grande vicino, che è la Russia.
Per quel che riguarda la sua squadra, questa è la incognita principale. Oggi non sappiamo con certezza chi sono gli uomini dietro Trump. Non sappiamo neanche se lui si sia costruito una squadra con sé. Questo sarà il grande tema dei prossimi due mesi, ovvero dal tempo... il tempo che ci separa dal giorno in cui Donald Trump verrà insediato ufficialmente alla Casa Bianca. Dobbiamo essere preoccupati? Beh, in una certa misura sì: quando non si sa qual è la squadra ovviamente c'è da farsi qualche domanda.
Però tradizionalmente, quando personaggi eccentrici e fuori dagli schemi, imprevedibili, come Donald Trump arrivano al potere di solito l'effetto è opposto a quello che la maggior parte dei media – che peraltro sono i grandi sconfitti di queste elezioni perché non hanno previsto nulla ancora una volta – ha sulla... rispetto a quanto ci si aspetta.
In cosa intendo? Intendo il fatto che quando tu sei nella stanza dei bottoni, quando ti rendi conto di quanto potere hai e ti rendi conto che governare comunque un grande paese democratico come gli Stati Uniti significa rispettare i check and balances, il rapporto col Congresso, di solito l'effetto è calmante, è moderatore. Per diversi mesi Donald Trump probabilmente tenterà alcune riforme, ma risulterà più moderato e più rassicurante di quanto non sia stato in campagna elettorale, dove, come sappiamo, si tende a esagerare. Per cui io direi aspettiamo e vediamo, è troppo presto per dire che Trump sarà un pessimo presidente, così come era stato troppo presto affermare otto anni fa che Obama sarebbe stato un grande presidente. Lasciamoci sorprendere.
Nel 2010, in risposta a una campagna creazionista avviata in Canton Ticino, avevo creato il sito/blog Lingannodelcreazionismo.com. Purtroppo mi sono dovuto arrendere al fatto che in sei anni (quasi sette ormai) non sono riuscito ad andare oltre una pagina di presentazione (qui accanto) e tanti articoli in bozza mai finiti. Per cui oggi, con la scadenza del pagamento della mia registrazione del dominio, ho cancellato tutto.
Non vi preoccupate: non ho subìto pressioni esterne o attacchi informatici. È semplicemente una chiusura di un sospeso che avevo in mente da tempo e che oggi ho completato. Altri, più bravi di me, possono proseguire questa attività di debunking delle panzane creazioniste. Sul blog IlDisinformatico trovate comunque qualche post e video sul tema.
Ho ricevuto un po' di commenti e di messaggi via mail, alcuni anche increduli e allarmati, a proposito della notizia della mia imminente collaborazione con il nuovo giornale La verità. Posso confermare che non si tratta di una bufala: la collaborazione ci sarà.
Non intendo occuparmi di politica, ma solo di fatti informatici o tecnologici e di bufale mediatiche, con lo stesso stile e la stessa autonomia che trovate qui. La collaborazione non fa parte di un piano strategico per la mia ascesa ad imperatore del mondo con l’aiuto dei Rettiliani, della CIA e del Nuovo Ordine Mondiale: semplicemente la redazione mi ha contattato, mi ha proposto una collaborazione, abbiamo trovato una soluzione che va bene ad entrambe le parti e io ho accettato a titolo sperimentale.
Scrivo per varie testate; questa è semplicemente una di esse. Se la cosa vi mette in subbuglio ancora prima di aver letto quello che verrà pubblicato, ho preparato una foto di gatti per tranquillizzarvi.
L’idea è di offrire le informazioni che trovate qui a un pubblico che non legge online ma preferisce la carta e per questo motivo rischia di non essere informata su novità, trappole e bufale della Rete. Spero, insomma, di rendermi utile. È tutto quello che ho da dire, per ora: se son rose, fioriranno.
2016/11/20. Le rose non sono fiorite e l’esperimento è durato pochissimo. Se volete sapere perché, leggete qui.
Alcuni lettori/ascoltatori mi hanno segnalato la pubblicazione improvvisa di cinque podcast del Disinformatico che conduco per la Radiotelevisione Svizzera: uno, due, tre, quattro, cinque.
A differenza dei normali podcast della mia trasmissione, in uno di questi c'è anche la musica, che invece normalmente viene tagliata). Ma il Disinformatico radiofonico è in pausa fino al 4 di settembre. Cos'è successo?
Di preciso non lo so; posso dirvi solo che non si tratta di puntate nuove ma di versioni (con o senza musica) di puntate già trasmesse (e già disponibili come podcast standard) risalenti a luglio.
Nulla di nuovo, insomma: ma se volete sentire com'è il Disinformatico in diretta, prima che vengano tolte le canzoni, potete scaricarvi questa puntata.
La prossima Cena dei Disinformatici si terrà il 16 maggio: modalità di iscrizione, luogo e ora verranno comunicati prossimamente. Per ora comincio a segnalarvi la data, così se vi interessa potete tenerla libera.
Ogni tanto arriva qui, come in tanti altri blog, qualcuno che fa lo splendido e poi s'adira quando i suoi commenti non vengono accettati, insinuando che è stata lesa la sua libertà d'espressione. Vorrei ricordare un concetto che a molti di questi cavalieri del commento pare sfuggire:
Il diritto d'espressione non implica che qualcuno debba stare a sentire o ospitare le tue stronzate. Non ti mette al riparo dalle critiche o dalle conseguenze di quello che dici. Se ti prendono in giro, ti boicottano, ti bloccano, ti bandiscono da un forum, il tuo diritto d'espressione non è stato violato. Non ti stanno censurando. Semplicemente, le persone che ti hanno ascoltato pensano che tu sia uno stronzo e ti stanno accompagnando alla porta.
Questa comunicazione di servizio è stata ispirata da xkcd.
Da anni ricevo segnalazioni di lettori che cercano informazioni su Google usando il mio cognome come una delle parole chiave, in modo da trovare eventuali articoli scritti da me sull'argomento cercato, e incappano in un sito fake:
http://attivissimo-bufala blogspot it
che usa il titolo “Paolo Attivissimo il Re della Bufala”, imita la grafica del Disinformatico, usa la stessa piattaforma di blogging e pubblica una marea di scempiaggini complottiste (screenshot qui accanto).
Il blog ingannevole giace privo di aggiornamenti da novembre 2009 ma continua a confondere molti utenti, anche se i commenti in coda ai post sono piuttosto eloquenti.
Ho segnalato la questione a Google/Blogger come possibile furto d'identità, ma non c'è stato alcun risultato concreto, nonostante il fatto che il gestore del blog usi il mio vero nome e cognome nel proprio profilo e il fatto che il nome del blog causi confusione nei lettori. Forse rientra nel caso di “parodia o satira di persone” previsto dalle condizioni di Google.
Sia come sia, scrivo questo post per chiarire a chi mi segnala quel blog che:
sono al corrente della sua esistenza
non è roba mia
non so chi c'è dietro
l'ho già segnalato a Google come possibile abuso (e l'ho segnalato di nuovo a settembre 2014), ma senza risultato
non ho tempo per insistere sulla questione, ma se volete provarci voi, non ho nulla in contrario
Internet è fatta così
una risata lo seppellirà
Grazie a tutti, comunque, per l'interessamento!
Aggiornamento (2014/10/02): il blog è stato rimosso.
Sono stato dimesso ieri dall'isolamento in ospedale. Sto meglio, e grazie a tutti per il supporto e gli auguri; ho ancora la vista parecchio ridotta (per ora non metto a fuoco a più di 30 cm anche con gli occhiali, e il bruciore mi impedisce di tenere gli occhi aperti a lungo), per cui scrivere e leggere qualcosa di significativo è quasi impossibile. Brutta cosa, il morbillo fatto da adulti.
Mi dispiace moltissimo per tutti gli impegni e gli appuntamenti che sono saltati e che salteranno nei prossimi giorni: sono confinato in casa ancora per vari giorni. Vi aggiornerò appena ho novità.
A causa del mio ormai famoso ricovero causa malattia, la prevista cena dei Disinformatici è rinviata a sabato 6 luglio, sempre in Milano città e sempre alle 20 circa.
Chi si era iscritto per il 22 ha già ricevuto via mail istruzioni per confermare o disdire la propria partecipazione.
Chi invece non si era iscritto per problemi di data può farlo ora, sempre scrivendo a martibell chiocciola tin punto it.
Ebbene sì, sono una di quelle creature che non ha fatto il morbillo da piccolo e me lo sono beccato adesso da adulto. Grazie al fatto che tanto le probabilità erano così misere che vaccinarmi da adulto mi era sconsigliato, e grazie a chi va in giro a spandere il contagio coi marmocchi perché tanto è una di quelle malattie che è meglio fare naturalmente. Come no.
Comunque mi sto riprendendo dopo giorni di vero delirio. Tornerò online pienamente tra un paio di giorni. Fino a quel momento resta tutto fermo e brindo alla vostra e mia salute!