A tu per tu con chi crede alle "scie chimiche" (seconda parte)
La prima parte di questo articolo è pubblicata qui. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Le immagini di scie di condensazione e di aerei sono state scattate da me a Carona, vicino a Lugano, l'8/3/2009 e non si riferiscono agli aerei citati nel resoconto. Gli eventi dell'incontro descritti sono reali e sono avvenuti il 28 febbraio 2009 a Barbengo, vicino a Lugano. Questo non è un racconto di fantasia.
Prosegue il resoconto dell'incontro che ho avuto alcuni giorni fa con un sostenitore della teoria delle "scie chimiche", noto su Internet con il nomignolo di
Vibravito, allo scopo di conoscere di persona la psicologia di chi crede alle grandi ipotesi di complotto.
Stiamo conversando da una ventina di minuti. Vibravito sostiene che vi sia una contraddizione fra una frase scritta da La Russa e una scritta da me sull'argomento: La Russa dice (secondo Vibravito):
"in assenza di vento la permanenza delle scie così prodotte può protrarsi anche per diverse ore". Io ho scritto, nota sempre Vibravito, che il mio
video di ripresa temporizzata (
time-lapse) delle scie sopra casa mia a Lugano
"permette di apprezzare la persistenza delle scie di condensa quando le condizioni in quota sono favorevoli e di notare come il vento le trasporti senza alterarne molto la linearità e senza disperderle granché". Secondo Vibravito, questo è
"l'esatto opposto di quello che ha detto La Russa", e sono queste
"contraddizioni" che gli inducono dubbi sulla della sincerità dei
debunker.
Tento di spiegare che la contraddizione non c'è, perché bastano conoscenze elementari di fisica e un po' di osservazioni del mondo reale per notare che una scia di condensa, esattamente come una nuvola, può persistere e mantenere la propria forma generale sia quando non c'è vento, sia quando è trasportata da un vento
uniforme. Ma è troppo interessante l'aspetto psicologico: Vibravito osserva e scova (a suo parere) contraddizioni ovunque nella tesi "avversaria", ma non si accorge delle contraddizioni e delle assurdità delle tesi sciachimiste. Le scie chimiche servirebbero per far piovere, ma anche per non far piovere; servirebbero per le comunicazioni militari, ma anche per disseminare nanomacchine e il morbo di Morgellons. Oppure, come vedremo tra poco, per i rilevamenti tridimensionali del terreno. Scie davvero tuttofare, secondo questa visione; meglio di un coltellino svizzero.
Gli chiedo quindi come spiega il fatto che lui, che non è un esperto, trova queste contraddizioni, ma i meteorologi, i chimici, i piloti, insomma gli esperti, dicono che tutto va bene e che non ci sono queste presunte contraddizioni.
"Perché gli è stato gentilmente consigliato di lasciar perdere".
I meteorologi sanno ma tacciono
Gli chiedo in concreto come funzionerebbe questo
"consiglio": che so, uno arriva in accademia aeronautica, o va a scuola di meteorologia, e appena fa qualche domanda sulle scie di condensa arriva qualcuno che gli dice
"No, figliolo, tu non devi parlare di questa cosa"? Vibravito glissa ed elude ripetutamente la domanda, secondo un modello comportamentale molto diffuso fra i sostenitori delle più disparate teorie di cospirazione quando si trovano a corto di argomenti, ma io continuo a rifarla.
"Dovresti saperlo tu meglio di me come funziona", ribatte. Sembra realmente convinto che io sia parte di una cricca di Men in Black che si aggira nelle università e nelle accademie per zittire chi osa fare domande proibite. È molto a disagio nel rispondere, ma io insisto.
Alla fine argomenta che i meteorologi ormai sono tutti militari, che come tali hanno il segreto militare e quindi viene detto loro di non parlare.
"I meteorologi sono quelli più... facilissimi da coinvolgere, ormai sono tutti militari". Gli faccio notare che in molti altri paesi i meteorologi sono invece dei civili. Ammette che non lo sapeva. La sua tesi si sgonfia completamente, come il tendone di un circo al quale cedono di colpo tutti i sostegni.
Gli chiedo anche se non pensa che ci sarebbero modi assai più efficienti per avvelenare la popolazione o disseminare sostanze (gli acquedotti, per esempio, o gli scarichi delle automobili). No, risponde Vibravito:
"questo è il sistema migliore". Rilasciare sostanze a chilometri d'altezza, a suo parere, è meglio che spargerle direttamente sul bersaglio. Un po' come dire che se ho una zanzara in camera, mi conviene spargere il Flit in Danimarca. Anche in questo Vibravito non rileva alcuna contraddizione.
Passa un aereo, che lascia una bella scia di condensa, e colgo la palla al balzo per chiedergli esplicitamente, indicando il velivolo:
"Perché dovrei spargere a dieci chilometri di quota, quando io posso metterti nel bicchiere [dell'acqua minerale che sta bevendo]
quello che mi serve?". Non sembra cogliere l'allusione.
Vibravito si difende dicendo che non è affatto certo che le scie chimiche siano un progetto per
avvelenare la gente (Straker e altri della stessa fede forse non saranno molto d'accordo):
"L'unica cosa certa che sappiamo è che non è condensa". Gli chiedo su che basi ha questa certezza.
Vibravito, l'uomo-telemetro
Vibravito risponde che la certezza è
"sulle mie osservazioni mie e di tante persone". Osservazioni di dilettanti, gli faccio notare. E a questo punto lui
misura a occhio la quota dell'aereo che sta generando una scia sopra di noi (non è quello nella foto qui accanto, che è soltanto un esempio). Faccio fatica a stare serio.
"Già questo, per esempio [indica l'aereo]
non sta volando a 8000 metri. Cinquemila, quattromilacinquecento."
"Tu sai identificare la quota degli aeroplani... guardandoli??"
Vibravito dice di essere allenato e di saperlo ormai fare a occhio. Così gli chiedo di identificare il modello d'aereo che ci sta passando sopra, perché le dimensioni dell'aereo sono fondamentali per una stima del genere (che è fattibile, ma non a occhio, bensì con un binocolo graduato o un altro strumento che dia un riferimento di misura angolare, come documentato dagli osservatori impiegati durante la Seconda Guerra Mondiale).
Infatti un Boeing 737-500 (bimotore a getto) ha un'apertura alare di
29 metri, mentre un Airbus A330, anch'esso bimotore a getto, ha
60 metri d'apertura alare. Visti da sotto, questi due aerei, grandi uno il doppio dell'altro, sono molto simili. Non sapere se si sta guardando un oggetto largo 60 metri o uno largo 30 introduce errori di valutazione colossali. La risposta di Vibravito è molto illuminante.
"L'aereo non lo so... però anche se fosse un aereo di... dunque, ci sono due scie... è un bimotore..." e la voce s'affievolisce mentre guarda in su. Insisto:
"Che aereo è?". Non lo sa. Ma argomenta che siccome un bimotore può avere dai 30 ai 60 metri d'apertura alare (su questo, perlomeno, è preparato), secondo lui la quota di quell'aereo è
"per come lo sto osservando io, dai 3000 ai 6000 metri".
Viene da chiedersi per quale motivo gli sciachimisti abbiano speso migliaia di euro per dotarsi di un telemetro laser (che adesso non usano, stranamente) quando Vibravito, a occhio, riesce a calcolare le quote aeronautiche con tale precisione.
La conversazione passa brevemente al tema delle analisi di scie raccolte in quota: lui dice che sono impossibili per un gruppo di civili come gli sciachimisti. Gli ricordo che la cosa è invece fattibile senza alcun problema, se davvero le scie sono così basse come sostiene.
Poi cita l'ipotesi che le scie chimiche servano per la rilevazione del sottosuolo.
"Cioè", gli chiedo io,
"uno va in aria con un aeroplano e spruzza della roba per vedere cosa c'è... sottoterra?". Messa in questi termini concreti, la teoria pare evidentemente ridicola per un istante anche a Vibravito, che esita e poi precisa che è per
"la rilevazione tridimensionale... sono cose militari... che sapete meglio voi di me... io non le so".
"Che so io meglio? Nel senso che io sono a conoscenza di quali misteri e segreti?"
"Tu sai, non ti preoccupare..."
Di nuovo questa convinzione di avere a che fare con un superagente del Nuovo Ordine Mondiale. Convinzione che viene ribadita quando Vibravito ripresenta le sue accuse: io avrei un
"conto numerato in una banca di Lugano" sul quale qualcuno deposita
"laute somme di denaro". Anche qui, Vibravito non nota la contraddizione: se fosse vero tutto quello che crede di me, lui sarebbe seduto a un tavolino insieme a uno spietato assassino manipolatore prezzolato. E si sarebbe fatto servire da bere in un locale che io conosco come le mie tasche (e lui lo sa). Dovrebbe sudare freddo e temere per la propria vita. Macché.
Gli impianti bioplasmatici
Vista la situazione ormai surreale, vado ancora più avanti nell'assurdo: lo guardo negli occhi e gli dico serenamente,
"Io avrei degli impianti bioplasmatici?".
Mi riferisco a una delle accuse più deliranti che gli sciachimisti mi hanno rivolto, e che Vibravito conosce bene: quella di essere
"un'entità, evidentemente alla percezione tridimensionale appare una 'persona', un umano ma non è così. Egli e dotato di grossi impianti bioplasmatici. Nella fronte c'è l'impianto più importante; Presumo quello che ha la funzione di proiettare l'ologramma umano... curiosamente in tutte le foto accuratamente esaminate appaiono evidenti grossi impianti distribuiti in diverse zone della faccia. Alcune parti del viso sono state ricostruite per occultare la vera entità che c'è dentro di lui."
Giuro. È scritto
qui. Qui accanto trovate la schermata, per sicurezza e ulteriore conferma. E che dice in risposta Straker?
"Non dire scemenze, stai rendendo ridicolo il movimento sciachimista"? Noooo. Scrive
"non penso tu sia molto lontano dalla realtà dei fatti. Gli antichi riponevano molta importanza nello studio della fisiogniomica."
Se è per quello, gli antichi
"riponevano molta importanza" nelle cure tramite salassi e clisteri
*. Non voglio sapere se Straker applica l'antica sapienza anche in questi campi.
* I clisteri si usano ancor oggi, ma non sono più il toccasana per ogni malanno, e nessuno si sognerebbe di curare un tubercolotico con un bel salasso.
Lo so, la domanda è assurda, ma ormai ho assodato che Vibravito mi crede un arcicattivo onnipotente tirato direttamente fuori da un film di James Bond; tanto vale vedere se crede anche a questa storia degli impianti e degli ologrammi.
Vibravito glissa, ma io insisto: secondo lui, è stupida o no la storia degli impianti bioplasmatici? Mi chiede se mi può guardare fisso negli occhi (servirà per determinare se sono un ologramma?). Certo che sì. Allora, li ho o no questi impianti?
"Non lo so, non mi intendo di impianti bioplasmatici". Invece di rispondere che si tratta inequivocabilmente di una scemenza, come sarebbe sensato fare, lui è possibilista. Non lo esclude. Glissa ancora, cerca di tirare in ballo Straker, ma io insisto.
"Non sono in grado di dare giudizi", risponde.
"Cioè non ti sembra una stupidaggine già così, a livello pelle?" gli chiedo.
"Ma sai che cos'è un impianto bioplasmatico?". E lui:
"Ecco perché non esprimo giudizi."
Questo apre un nuovo argomento d'indagine: quali sono i processi mentali che permettono a una persona di valutare se un'idea è idiota in partenza o se merita di essere considerata almeno un istante? Quanto può essere avulsa dalla realtà una persona che è disposta a prendere in considerazione l'idea che io abbia un proiettore di ologrammi incorporato? Speriamo sia almeno
full HD.
Se per esempio qualcuno scrive in un blog che io possiedo un unicorno, lui che fa, gli risponde subito che sta dicendo stupidate oppure gli dice
"non posso esprimermi perché non sono esperto di unicorni"? Faccio questa domanda a Vibravito.
La sua lunga pausa di meditazione, e il gesto che fa per indicare il concetto di
unicorno come lo intende lui, sono irresistibili. Mi guarda in fronte, e io non capisco perché. Poi con la mano mima
un corno che gli spunta dalla fronte.
"Cioè, questa cosa qua?" chiede lui.
"No. L'animale." rispondo io.
"No, non lo conosco, non ce l'ho presente" dice Vibravito.
"Fammi il disegnino."
Ho quindi di fronte una persona che sostiene di saper distinguere a occhio nudo la quota degli aerei di linea e che vi sia un'omertà internazionale di piloti e meteorologi per nascondere una cospirazione che lui invece sa smascherare con la semplice osservazione visiva. Ma non ha mai sentito parlare di unicorni.
Tento con un altro approccio. Pegaso lo conosce? Sì. Bene, se gli dicono che io ho un cavallo alato in casa, ci crede?
"È chiaro che non ci credo" risponde Vibravito.
"Perché?"
"Perché non esistono i cavalli alati."
"Neanche gli impianti bioplasmatici."
Vibravito ribatte debolmente che magari qualcuno li sperimenta di nascosto. Poi cambia discorso e protesta perché io l'ho fatto venire fino a Lugano per fargli l'esame psicologico e non per farmi dire in faccia quello che lui ha scritto di me. Certo, gli rispondo: a me interessa la psicologia delle persone che credono alle scie chimiche e ad altre megacospirazioni, e di questo non ho mai fatto mistero.
Lui si lancia in una difesa dello sciachimismo in chiave ecologista: noi
debunker saremmo antiambientalisti e chi crede alle scie chimiche sarebbe invece attento alle problematiche dell'ambiente. L'idea che credere a un omertosissimo megacomplotto a base di migliaia di aeroplani che spruzzano di nascosto roba sconosciuta possa invece screditare e rendere ridicola la difesa dell'ambiente contro chi lo inquina davvero tutti i giorni non lo sfiora nemmeno (come del resto non sembra aver sfiorato certe
sezioni dei Verdi).
Il telemetro di Straker e il Morbo di Morgellons secondo Vibravito
Gli chiedo della vicenda del telemetro laser, o meglio dei
telemetri laser, quelli che "Straker" afferma di aver acquistato spendendo migliaia di euro per dimostrare la quota impossibilmente bassa alla quale si formerebbero le scie sospette e che sono stati al centro di video falsificati pubblicati da Straker stesso (come
dettagliato qui). Vibravito accetta la giustificazione di Straker per questi falsi: sono stati esche per rivelare presunti infiltrati. Come no.
Gli ricordo che quando a Straker è stato chiesto di mostrare questi benedetti telemetri, ha rifiutato e posto una serie ridicola di condizioni, compresa la chiusura preventiva di tutti i blog di debunking. Così Vibravito si offre di nuovo come mediatore di un faccia a faccia fra me e Straker per dimostrarmi che questi telemetri li ha acquistati davvero, ma gli faccio notare che è Straker a rifiutare ogni incontro con me.
Io sono disponibile ad andare a Sanremo, dove sta Straker, per vedere i telemetri in questione. Tutti e due, però: non solo il Newcom 2500 che certamente possiede (come mostrato nello sbufalamento del suo secondo video tarocco), ma anche quello che Straker ha affermato inizialmente di aver acquistato, mostrando tanto di fattura fasulla, cioè il modello 4000, quello da ben 3800 euro. Staremo a vedere.
Qui Vibravito apre una parentesi personale e mi chiede se sono di origini pugliesi.
"Ho scoperto ahimé che ci sono purtroppo molti Attivissimo in Puglia". Secondo lui, insomma, faccio parte di una stirpe di dannati e anche i miei parenti sono spregevoli esseri coinvolti nel complotto. Avranno anche loro gli impianti bioplasmatici?
Poi salta al Morbo di Morgellons. Gli dico che per quel che se ne sa finora, i pelucchi misteriosi che spuntano dalla pelle delle persone che dicono di esserne affette sono in realtà semplici fibre provenienti dall'ambiente.
La spiegazione più banale e logica è che queste persone si grattano ossessivamente fino a produrre lesioni, sulle quali si forma la crosta di cicatrizzazione. La crosta, prima di solidificarsi, intrappola pelucchi e fibre d'ogni sorta, per esempio dagli indumenti e dalle superfici con le quali viene in contatto, come si vede qui accanto in un foto presa appunto da uno dei siti che sostengono l'esistenza del morbo. Tutto qui.
Per smentire questa spiegazione sarebbe sufficiente prendere chi è affetto da questo disturbo, coprirgli ermeticamente una porzione di pelle affetta (usando per esempio con una benda che impedisca il grattamento e non rilasci fibre) e tenerlo sotto monitoraggio visivo continuo per alcuni giorni. Che io sappia, finora questo semplice test non è stato fatto.
Dico a Vibravito che pelucchi intrappolati nelle crosticine sono capitati anche a me da bambino: saranno stati i miei impianti bioplasmatici?
"Questo è uno scoop" dice Vibravito ridendo nervosamente.
"Attivissimo malato di Morgellons!"
E come fa a sapere che c'è un nesso fra questa presunta malattia e le scie chimiche? Il racconto prosegue nella
terza parte.