Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2014/12/15
FAQ: “Paolo, perché non credi agli UFO?”
Mi hanno fatto questa domanda talmente tante volte che mi sa che è meglio farla
diventare una FAQ. Colgo lo spunto della mail che ho ricevuto da una lettrice,
che mi ha chiesto:
“In nome di che cosa, secondo lei, gli UFO non esistono? Io non so se
esistano o no, e non ho una risposta, ma metto in possibilità l’idea che non
siamo soli nell’universo. Non crede che gli ufologi possano avere anche solo
uno 0,001% di ragione?”.
Versione breve. Attenzione: UFO e vita nell'universo sono due questioni completamente distinte. C'è vita nell'universo? Credo proprio di sì: non ne ho le prove, ma la scienza mi permette di osare di sperare che ci sia. Questa vita viene a trovarci e gli oggetti che vediamo in cielo e chiamiamo “UFO” sono una sua manifestazione? Credo proprio di no: mancano prove robuste e abbondano invece gli abbagli e gli imbrogli intenzionali. E se qualcuno ha uno 0,001% di ragione, vuol dire che ha il 99,999% di torto, per cui è meglio lasciarlo perdere.
Versione lunga. Non ho mai detto che “gli UFO non esistono” e non mi permetterei mai di farlo, anche perché dovremmo prima metterci d'accordo su cosa intendiamo per “UFO”: qualunque oggetto volante non identificato, oppure specificamente un veicolo extraterrestre?
Se intendiamo un oggetto volante di qualunque genere che non è stato identificato, la mia risposta è che gli UFO esistono eccome: un tafano che passa davanti alla macchina fotografica, una lanterna cinese, il pianeta Giove, un aquilone a LED, la Stazione Spaziale Internazionale sono tutti UFO se non ho informazioni sufficienti a identificarli per quello che sono realmente.
Ma se per “UFO” intendiamo specificamente un veicolo pilotato da esseri intelligenti non terrestri, allora la mia risposta è che non dico affatto che non esistono: sarebbe una presa di posizione arrogante e illogica. Dico solo che finora nessuno dei casi ufologici resi pubblici ha portato prove sufficientemente forti, oggettive ed esaminabili. E per una cosa straordinaria come la scoperta di visitatori extraterrestri che sono tra noi non bastano una testimonianza di un metronotte, una foto sbiadita o un filmato di un'autopsia aliena: servono prove con i controfiocchi. Anche perché in ufologia i ciarlatani, i profittatori, i mitomani, i matti e i Giacobbo abbondano, e molte persone sono sorprendentemente ignoranti su cosa c'è in cielo e come funzionano le videocamere e le fotocamere e prendono facilmente abbagli e vedono quello che vogliono vedere invece di quello che c'è.
Vale insomma la Legge di Sagan: affermazioni straordinarie esigono prove straordinarie. E l'idea che intelligenze aliene scorrazzino nei nostri cieli è un'affermazione spettacolarmente straordinaria, che come tale pretende prove spettacolarmente forti. Che finora non si sono viste. Nessun disco volante che atterra in uno stadio gremito davanti alle telecamere; nessun rapito da alieni che torna a casa con un po' di pelle di ET sotto le unghie; nessun manufatto manifestamente non terrestre e liberamente ispezionabile da esperti. Niente. Solo dicerie e immagini sgranate. E tante, tante, tante falsificazioni intenzionali. Gli ufologi, troppo creduloni e troppo spesso imbroglioni, insieme al loro codazzo di cercatori di gloria e di giornalisti propinatori di scoop facili, hanno reso ridicola la domanda più bella e più angosciante dell'Universo: siamo soli?
A tutti quelli che pensano a un complotto ordito dai potenti della Terra per nasconderci l'esistenza degli alieni dico solo una cosa: non ha senso. Se una civiltà extraterrestre avesse tecnologie talmente avanzate da poter attraversare gli abissi fra le stelle e venirci a trovare, pensate seriamente che una qualunque potenza terrestre potrebbe tenerla sotto il proprio controllo? Sarebbe come pensare che una tribù di guerrieri in canoa possa prendere impunemente il controllo di una portaerei nucleare.
A chi invece dice che la quantità di segnalazioni e di avvistamenti è di per sé prova che qualcosa c'è, ricordo che alla stessa stregua la quantità di segnalazioni dovrebbe farci accettare come realtà le fatine, i demoni, i folletti, i fantasmi e il mostro di Loch Ness. Ma mille abbagli non fanno un fatto. Io, su un tema così importante, chiedo semplicemente prove: non mi sembra una pretesa irragionevole.
Inoltre distinguo molto nettamente la questione dell'esistenza della vita extraterrestre nel cosmo dall'ipotesi di una visita a noi da parte di questa vita extraterrestre. Sto con il parere prevalente della comunità scientifica: considerato che ogni galassia ha almeno cento miliardi di stelle, ciascuna con uno o più pianeti, e che esistono almeno cento miliardi di galassie, è statisticamente molto improbabile – quasi assurdo – che siamo l'unica forma di vita intelligente nel cosmo. Non c'è nulla di speciale o di raro o irripetibile in quello che è successo sulla Terra e che ha portato alla nostra evoluzione ed esistenza attuale. Nulla vieta che sia successo altrove. Ma abbiamo le prove che sia successo? No. Non ancora. Ma le stiamo cercando. Guardiamo l'immensità di quei miliardi di miliardi di mondi e ci sentiamo soli. L'idea che sia tutto deserto rasenta il blasfemo.
Siamo la prima generazione, in tutti i millenni di storia umana, che ha gli strumenti tecnici per guardare al cielo e trovare la risposta a quella domanda meravigliosa e inquietante. Oggi siamo in grado di visitare i mondi vicini e vedere quelli lontani anni luce ed esplorarne le atmosfere alla ricerca dei segni chimici della vita. Possiamo captare segnali di civiltà tecnologiche all'altro capo della nostra galassia e possiamo anche noi mandare i nostri primi incerti messaggi in bottiglia via radio. Non sprechiamo quest'occasione.
Versione breve. Attenzione: UFO e vita nell'universo sono due questioni completamente distinte. C'è vita nell'universo? Credo proprio di sì: non ne ho le prove, ma la scienza mi permette di osare di sperare che ci sia. Questa vita viene a trovarci e gli oggetti che vediamo in cielo e chiamiamo “UFO” sono una sua manifestazione? Credo proprio di no: mancano prove robuste e abbondano invece gli abbagli e gli imbrogli intenzionali. E se qualcuno ha uno 0,001% di ragione, vuol dire che ha il 99,999% di torto, per cui è meglio lasciarlo perdere.
Versione lunga. Non ho mai detto che “gli UFO non esistono” e non mi permetterei mai di farlo, anche perché dovremmo prima metterci d'accordo su cosa intendiamo per “UFO”: qualunque oggetto volante non identificato, oppure specificamente un veicolo extraterrestre?
Se intendiamo un oggetto volante di qualunque genere che non è stato identificato, la mia risposta è che gli UFO esistono eccome: un tafano che passa davanti alla macchina fotografica, una lanterna cinese, il pianeta Giove, un aquilone a LED, la Stazione Spaziale Internazionale sono tutti UFO se non ho informazioni sufficienti a identificarli per quello che sono realmente.
Ma se per “UFO” intendiamo specificamente un veicolo pilotato da esseri intelligenti non terrestri, allora la mia risposta è che non dico affatto che non esistono: sarebbe una presa di posizione arrogante e illogica. Dico solo che finora nessuno dei casi ufologici resi pubblici ha portato prove sufficientemente forti, oggettive ed esaminabili. E per una cosa straordinaria come la scoperta di visitatori extraterrestri che sono tra noi non bastano una testimonianza di un metronotte, una foto sbiadita o un filmato di un'autopsia aliena: servono prove con i controfiocchi. Anche perché in ufologia i ciarlatani, i profittatori, i mitomani, i matti e i Giacobbo abbondano, e molte persone sono sorprendentemente ignoranti su cosa c'è in cielo e come funzionano le videocamere e le fotocamere e prendono facilmente abbagli e vedono quello che vogliono vedere invece di quello che c'è.
Vale insomma la Legge di Sagan: affermazioni straordinarie esigono prove straordinarie. E l'idea che intelligenze aliene scorrazzino nei nostri cieli è un'affermazione spettacolarmente straordinaria, che come tale pretende prove spettacolarmente forti. Che finora non si sono viste. Nessun disco volante che atterra in uno stadio gremito davanti alle telecamere; nessun rapito da alieni che torna a casa con un po' di pelle di ET sotto le unghie; nessun manufatto manifestamente non terrestre e liberamente ispezionabile da esperti. Niente. Solo dicerie e immagini sgranate. E tante, tante, tante falsificazioni intenzionali. Gli ufologi, troppo creduloni e troppo spesso imbroglioni, insieme al loro codazzo di cercatori di gloria e di giornalisti propinatori di scoop facili, hanno reso ridicola la domanda più bella e più angosciante dell'Universo: siamo soli?
A tutti quelli che pensano a un complotto ordito dai potenti della Terra per nasconderci l'esistenza degli alieni dico solo una cosa: non ha senso. Se una civiltà extraterrestre avesse tecnologie talmente avanzate da poter attraversare gli abissi fra le stelle e venirci a trovare, pensate seriamente che una qualunque potenza terrestre potrebbe tenerla sotto il proprio controllo? Sarebbe come pensare che una tribù di guerrieri in canoa possa prendere impunemente il controllo di una portaerei nucleare.
A chi invece dice che la quantità di segnalazioni e di avvistamenti è di per sé prova che qualcosa c'è, ricordo che alla stessa stregua la quantità di segnalazioni dovrebbe farci accettare come realtà le fatine, i demoni, i folletti, i fantasmi e il mostro di Loch Ness. Ma mille abbagli non fanno un fatto. Io, su un tema così importante, chiedo semplicemente prove: non mi sembra una pretesa irragionevole.
Inoltre distinguo molto nettamente la questione dell'esistenza della vita extraterrestre nel cosmo dall'ipotesi di una visita a noi da parte di questa vita extraterrestre. Sto con il parere prevalente della comunità scientifica: considerato che ogni galassia ha almeno cento miliardi di stelle, ciascuna con uno o più pianeti, e che esistono almeno cento miliardi di galassie, è statisticamente molto improbabile – quasi assurdo – che siamo l'unica forma di vita intelligente nel cosmo. Non c'è nulla di speciale o di raro o irripetibile in quello che è successo sulla Terra e che ha portato alla nostra evoluzione ed esistenza attuale. Nulla vieta che sia successo altrove. Ma abbiamo le prove che sia successo? No. Non ancora. Ma le stiamo cercando. Guardiamo l'immensità di quei miliardi di miliardi di mondi e ci sentiamo soli. L'idea che sia tutto deserto rasenta il blasfemo.
Siamo la prima generazione, in tutti i millenni di storia umana, che ha gli strumenti tecnici per guardare al cielo e trovare la risposta a quella domanda meravigliosa e inquietante. Oggi siamo in grado di visitare i mondi vicini e vedere quelli lontani anni luce ed esplorarne le atmosfere alla ricerca dei segni chimici della vita. Possiamo captare segnali di civiltà tecnologiche all'altro capo della nostra galassia e possiamo anche noi mandare i nostri primi incerti messaggi in bottiglia via radio. Non sprechiamo quest'occasione.
2014/12/14
Antibufala: l’OMS accusata di sterilizzare di nascosto le donne in Kenya tramite i vaccini
Ho pubblicato su Le Scienze di questo mese (n. 556) un'indagine su un'accusa gravissima lanciata, fra l'altro, da Tempi.it qui e qui a firma di Benedetta Frigerio e in Canton Ticino dal Giornale del Popolo qui: le vaccinazioni antitetaniche, si dice, servirebbero in realtà per sterilizzare clandestinamente le donne del Kenya.
Diffondere fandonie di questo genere ha effetti devastanti sulla lotta alle malattie in questi paesi nei quali ancora si muore di tetano. Prima di scriverle, bisognerebbe riflettere e documentarsi.
Per i dettagli vi rimando a Le Scienze, ma pubblico qui i link ad alcuni dei documenti di riferimento che ho utilizzato e che spiegano bene i meccanismi mentali e i pregiudizi che hanno portato ad alimentare una bufala che sta costando la vita a tante donne e ai loro figli: il tetano neonatale, che verrebbe debellato dal vaccino osteggiato, ha causato la morte di 550 bambini soltanto in Kenya nel 2013.
Damage to Immunisation Programmes from Misinformation on Contraceptive Vaccines, J Milstien, P D Griffin, J W Lee.
WHO, TT Vaccine Controversy by the Catholic Church of Kenya, 10 novembre 2014.
Does the Kenyan UNICEF Tetanus Vaccine contain HCG and make women infertile? (Rational Catholic Blog).
Fresh medical tests set to clear up controversy on tetanus vaccine, 11 novembre 2014.
Diffondere fandonie di questo genere ha effetti devastanti sulla lotta alle malattie in questi paesi nei quali ancora si muore di tetano. Prima di scriverle, bisognerebbe riflettere e documentarsi.
Per i dettagli vi rimando a Le Scienze, ma pubblico qui i link ad alcuni dei documenti di riferimento che ho utilizzato e che spiegano bene i meccanismi mentali e i pregiudizi che hanno portato ad alimentare una bufala che sta costando la vita a tante donne e ai loro figli: il tetano neonatale, che verrebbe debellato dal vaccino osteggiato, ha causato la morte di 550 bambini soltanto in Kenya nel 2013.
Damage to Immunisation Programmes from Misinformation on Contraceptive Vaccines, J Milstien, P D Griffin, J W Lee.
WHO, TT Vaccine Controversy by the Catholic Church of Kenya, 10 novembre 2014.
Does the Kenyan UNICEF Tetanus Vaccine contain HCG and make women infertile? (Rational Catholic Blog).
Fresh medical tests set to clear up controversy on tetanus vaccine, 11 novembre 2014.
2014/12/13
Sei giorni di buio a Natale? No, è una bufala
No, la NASA non ha annunciato sei giorni di buio continuato nei giorni prima di Natale. È una bufala che avevo già smontato qui tempo fa e catalogato nella Bufalopedia. Se la diffondete, dimostrate soltanto di essere creduloni e inaffidabili, oppure di voler fare sensazionalismo sul nulla per mancanza di meglio. Qualunque riferimento a giornalisti e ufologi è puramente casuale.
2014/12/12
Vi fareste svegliare da uno sconosciuto? Wakie scommette di sì
Si chiama Wakie (“svegliati” in inglese) ed è un'app molto particolare: la imposti come una sveglia comune, ma al posto della solita suoneria c'è una voce. Non una voce preregistrata, ma una voce dal vivo: la voce di un perfetto sconosciuto che ti dice che è ora di svegliarsi. Già disponibile per Windows Phone e Android, ora c'è anche in versione per iOS, dopo nove mesi di attesa per essere accettata da Apple: è la “sveglia social”, basata sull'idea che sentirsi svegliare da una voce non familiare sia un modo molto efficace di attirare l'attenzione anche dei più profondi dormitori.
Gli utenti di Wakie si dividono in coloro che desiderano essere svegliati, ossia gli Sleepyheads, e coloro che svegliano, ossia i Wakie. I primi impostano la data e l'ora alla quale desiderano ricevere la sveglia, come consueto, ma al momento prescelto si troveranno connessi anonimamente con una chiamata di un altro utente di Wakie, che ha circa un minuto per parlare e fare da sveglia umana (se nessun utente è disponibile, l'app ripiega su un messaggio preregistrato).
Finora, stando alle prime prove pratiche, sembra che non ci sia un grande rischio di trovarsi svegliati da turpiloquio o molestie verbali, come temono in molti. C'è anche un forum pubblico all'interno dell'app, per chi vuole cercare di mettersi in contatto di nuovo con la persona chiamata o chiamante. Funzionerà? Staremo a vedere.
Gli utenti di Wakie si dividono in coloro che desiderano essere svegliati, ossia gli Sleepyheads, e coloro che svegliano, ossia i Wakie. I primi impostano la data e l'ora alla quale desiderano ricevere la sveglia, come consueto, ma al momento prescelto si troveranno connessi anonimamente con una chiamata di un altro utente di Wakie, che ha circa un minuto per parlare e fare da sveglia umana (se nessun utente è disponibile, l'app ripiega su un messaggio preregistrato).
Finora, stando alle prime prove pratiche, sembra che non ci sia un grande rischio di trovarsi svegliati da turpiloquio o molestie verbali, come temono in molti. C'è anche un forum pubblico all'interno dell'app, per chi vuole cercare di mettersi in contatto di nuovo con la persona chiamata o chiamante. Funzionerà? Staremo a vedere.
Attacco informatico ai casinò di Las Vegas
È decisamente l'anno della guerra informatica a distanza per vendetta: dopo Sony Pictures, che è stata scoperchiata informaticamente da un attacco legato, a quanto pare finora, alla sua decisione di pubblicare un film che parla dell'assassinio del leader della Corea del Nord, ora è il turno di alcuni casinò di Las Vegas, in particolare il Sands, il Venetian e il Palazzo, che sono stati penetrati da un'intrusione informatica a gennaio scorso che è stata resa nota solo ora.
L'attacco ha installato nella rete informatica dei casinò un malware che ha cancellato il contenuto dei dischi rigidi, ha spento i server di posta e i centralini telefonici e portato alla paralisi tutti i servizi. Il movente dell'incursione sarebbe una dichiarazione di uno degli azionisti principali di questi casinò, Sheldon Adelson, che ha proposto un attacco nucleare all'Iran per convincere gli iraniani ad abbandonare il proprio programma atomico. Parole incaute e indelicate che sono arrivate alle orecchie di informatici iraniani ai quali, come dire, l'idea di essere nuclearizzati insieme alle proprie famiglie non va molto a genio.
Gli aggressori hanno attaccato dapprima la VPN di un casinò in Pennsylvania con un bruteforcing, poi hanno ottenuto nomi utenti e password e infine hanno trovato le credenziali di uno dei tecnici informatici senior, che hanno spalancato tutte le porte del bersaglio. A quel punto hanno usato 150 righe di Visual Basic per creare una bomba malware, che ha sovrascritto parti dei dischi rigidi dei computer infettati e poi li ha riavviati per dare il colpo di grazia.
L'attacco ha installato nella rete informatica dei casinò un malware che ha cancellato il contenuto dei dischi rigidi, ha spento i server di posta e i centralini telefonici e portato alla paralisi tutti i servizi. Il movente dell'incursione sarebbe una dichiarazione di uno degli azionisti principali di questi casinò, Sheldon Adelson, che ha proposto un attacco nucleare all'Iran per convincere gli iraniani ad abbandonare il proprio programma atomico. Parole incaute e indelicate che sono arrivate alle orecchie di informatici iraniani ai quali, come dire, l'idea di essere nuclearizzati insieme alle proprie famiglie non va molto a genio.
Gli aggressori hanno attaccato dapprima la VPN di un casinò in Pennsylvania con un bruteforcing, poi hanno ottenuto nomi utenti e password e infine hanno trovato le credenziali di uno dei tecnici informatici senior, che hanno spalancato tutte le porte del bersaglio. A quel punto hanno usato 150 righe di Visual Basic per creare una bomba malware, che ha sovrascritto parti dei dischi rigidi dei computer infettati e poi li ha riavviati per dare il colpo di grazia.
Facebook sta attivando la ricerca nel testo; occhio ai vecchi post
Pochi giorni fa Facebook ha annunciato una novità che potrà creare un misto di piacere e disagio fra i suoi utenti: l'arrivo della ricerca di tutto il testo di tutti i post pubblicati. Comodissima per ritrovare quel post bellissimo di cui ci ricordiamo l'autore e qualche parola chiave, ma anche un incubo per chiunque abbia mai pubblicato qualcosa d'imbarazzante e confidava nel fatto che tutto si perdesse nell'oblio dell'irreperibilità.
La nuova versione dello strumento di ricerca Graph Search, che consentiva già una ricerca parziale, arriva dapprima negli Stati Uniti per gli utenti che adoperano Facebook in inglese sull'iPhone o su computer. Permetterà una ricerca per parole chiave su fotografie, post, video e link. La ricerca rispetterà le impostazioni di privacy dei vari post, per cui un contenuto condiviso con gli amici sarà cercabile soltanto dagli amici, e ovviamente tutti i contenuti pubblici saranno cercabili da chiunque.
Meglio, dunque, cogliere la pausa di fine anno per sfogliare i vecchi post, cercando magari nomi, frasi o parole che potrebbero risultare poco gradevoli agli occhi di un futuro partner sentimentale o datore di lavoro. Se vi imbattete in qualche post che preferireste dimenticare per sempre, cambiatene la privacy impostandola a “Solo io” per ridurne l'impatto oppure cancellatelo direttamente. Buona fortuna.
La nuova versione dello strumento di ricerca Graph Search, che consentiva già una ricerca parziale, arriva dapprima negli Stati Uniti per gli utenti che adoperano Facebook in inglese sull'iPhone o su computer. Permetterà una ricerca per parole chiave su fotografie, post, video e link. La ricerca rispetterà le impostazioni di privacy dei vari post, per cui un contenuto condiviso con gli amici sarà cercabile soltanto dagli amici, e ovviamente tutti i contenuti pubblici saranno cercabili da chiunque.
Meglio, dunque, cogliere la pausa di fine anno per sfogliare i vecchi post, cercando magari nomi, frasi o parole che potrebbero risultare poco gradevoli agli occhi di un futuro partner sentimentale o datore di lavoro. Se vi imbattete in qualche post che preferireste dimenticare per sempre, cambiatene la privacy impostandola a “Solo io” per ridurne l'impatto oppure cancellatelo direttamente. Buona fortuna.
Tempo di riepiloghi di fine anno per Facebook e Twitter; Instagram supera Twitter
Si avvicina la fine dell'anno e quindi scatta il rituale del riepilogo celebrativo degli eventi che hanno definito il 2014. A questo passaggio obbligato non si sottrae Facebook, con un video e una serie di pagine che notano, per esempio, che il campionato mondiale di calcio tenutosi in Brasile è stato l'evento di cui si è parlato di più su Facebook dalla sua nascita, ma ricordano anche la lotta al virus Ebola, la scomparsa di Robin Williams, l'Ice Bucket Challenge (17 milioni di video per richiamare l'attenzione sulla SLA) e molti altri eventi positivi e negativi. Facebook attinge anche ai suoi immensi database per elencare i temi e luoghi più citati dell'anno per ciascun'area linguistica.
Anche Twitter rispetta questa tradizione qui, giocando prevedibilmente con gli hashtag più popolari ripartiti per mese e per lingua (italiano qui; altre lingue) e aggiungendo i “5 momenti top” di vari personaggi ritenuti significativi per il loro impatto via Twitter. Un momento significativo, però, manca nella classifica di Twitter: quello del suo superamento da parte di Instagram, che dichiara di aver raddoppiato il numero dei propri iscritti nel giro di un anno. Ora sono 300 milioni e pubblicano oltre 70 milioni di foto e video ogni giorno, lasciandosi dietro gli iscritti a Twitter, che sono 284 milioni. Un'immagine vale più di mille parole e un selfie sgranato vale più di 140 caratteri.
Anche Twitter rispetta questa tradizione qui, giocando prevedibilmente con gli hashtag più popolari ripartiti per mese e per lingua (italiano qui; altre lingue) e aggiungendo i “5 momenti top” di vari personaggi ritenuti significativi per il loro impatto via Twitter. Un momento significativo, però, manca nella classifica di Twitter: quello del suo superamento da parte di Instagram, che dichiara di aver raddoppiato il numero dei propri iscritti nel giro di un anno. Ora sono 300 milioni e pubblicano oltre 70 milioni di foto e video ogni giorno, lasciandosi dietro gli iscritti a Twitter, che sono 284 milioni. Un'immagine vale più di mille parole e un selfie sgranato vale più di 140 caratteri.
Antibufala: una “ex dipendente NASA” dice di aver visto uomini su Marte nel 1979
Sta circolando una rivelazione sensazionale, ripresa da Leggo.it, Corriere della Sera (a firma di Flavio Vanetti), LiberoQuotidiano.it, Today.it, Metro.co.uk e tanti altri siti di notizie: nel 1979 una dipendente della NASA avrebbe visto su Marte due esseri umani che camminavano vicino alla sonda spaziale Viking, atterrata sul pianeta rosso poco tempo prima. Li avrebbe visti, dice, grazie alle immagini trasmesse dalla telecamera della quale era dotata la sonda.
Ma non appena si va ad approfondire la notizia emerge la bufala. Tanto per cominciare, nessuno ha confermato l'identità della “dipendente NASA” e nessuno le ha chiesto di dimostrare che lavorava davvero alla NASA. Inoltre la sua “rivelazione” è in una telefonata giunta al programma radiofonico statunitense Coast to Coast, noto per la sua abitudine di ospitare acriticamente qualunque teoria pseudo o parascientifica. La testimone, insomma, non ha nessuno dei normali requisiti di credibilità che si pretendono comunemente: nel diffondere questa “notizia”, gli ufologi si fidano ciecamente di una telefonata fatta da una voce anonima in un programma che ospita qualunque stramberia.
Non solo: la “dipendente NASA”, che si fa chiamare Jackie, dice delle cose che sono tecnicamente prive di senso. Per esempio, dice che nel 1979 la sonda Viking era capace di spostarsi sulla superficie di Marte (parla proprio di “Viking rover running around”), ma quella sonda non aveva alcuna capacità di spostarsi: era fissa e priva di ruote, come si vede nella foto qui accanto, che ne mostra un modello in scala 1:1 presentato dall'astronomo Carl Sagan. Una dipendente NASA lo saprebbe e non confonderebbe mai un rover (veicolo mobile) con un lander (veicolo fisso).
Una vera dipendente NASA saprebbe, inoltre, che a bordo della sonda Viking non c'era nessuna telecamera in grado di riprendere due persone in movimento: il veicolo spaziale, infatti, era dotato di una delle primissime fotocamere digitali, ma non di una telecamera. Era in grado di scattare soltanto immagini fisse di oggetti statici, usando un processo di scansione progressiva dell'inquadratura. Il sistema, per l'epoca, era assolutamente all'avanguardia e produceva immagini a colori come questa:
Pensateci un attimo: foto digitali a colori, da 6 megapixel, nel 1979, scattate su Marte: un risultato eccezionale, considerata la tecnologia dell'epoca. Ma un risultato che non consentiva affatto di vedere persone in movimento. Durante le prove effettuate a Terra, persino una tartaruga che strisciava risultava mossa e deformata a causa del lentissimo movimento del sensore da un lato all'altro dell'inquadratura, come si vede nell'immagine qui accanto.
L'affermazione della sedicente “Jackie”, insomma, non solo è priva di qualunque riscontro attendibile, ma è smentita dai fatti tecnici.
Ma non appena si va ad approfondire la notizia emerge la bufala. Tanto per cominciare, nessuno ha confermato l'identità della “dipendente NASA” e nessuno le ha chiesto di dimostrare che lavorava davvero alla NASA. Inoltre la sua “rivelazione” è in una telefonata giunta al programma radiofonico statunitense Coast to Coast, noto per la sua abitudine di ospitare acriticamente qualunque teoria pseudo o parascientifica. La testimone, insomma, non ha nessuno dei normali requisiti di credibilità che si pretendono comunemente: nel diffondere questa “notizia”, gli ufologi si fidano ciecamente di una telefonata fatta da una voce anonima in un programma che ospita qualunque stramberia.
Non solo: la “dipendente NASA”, che si fa chiamare Jackie, dice delle cose che sono tecnicamente prive di senso. Per esempio, dice che nel 1979 la sonda Viking era capace di spostarsi sulla superficie di Marte (parla proprio di “Viking rover running around”), ma quella sonda non aveva alcuna capacità di spostarsi: era fissa e priva di ruote, come si vede nella foto qui accanto, che ne mostra un modello in scala 1:1 presentato dall'astronomo Carl Sagan. Una dipendente NASA lo saprebbe e non confonderebbe mai un rover (veicolo mobile) con un lander (veicolo fisso).
Una vera dipendente NASA saprebbe, inoltre, che a bordo della sonda Viking non c'era nessuna telecamera in grado di riprendere due persone in movimento: il veicolo spaziale, infatti, era dotato di una delle primissime fotocamere digitali, ma non di una telecamera. Era in grado di scattare soltanto immagini fisse di oggetti statici, usando un processo di scansione progressiva dell'inquadratura. Il sistema, per l'epoca, era assolutamente all'avanguardia e produceva immagini a colori come questa:
Pensateci un attimo: foto digitali a colori, da 6 megapixel, nel 1979, scattate su Marte: un risultato eccezionale, considerata la tecnologia dell'epoca. Ma un risultato che non consentiva affatto di vedere persone in movimento. Durante le prove effettuate a Terra, persino una tartaruga che strisciava risultava mossa e deformata a causa del lentissimo movimento del sensore da un lato all'altro dell'inquadratura, come si vede nell'immagine qui accanto.
L'affermazione della sedicente “Jackie”, insomma, non solo è priva di qualunque riscontro attendibile, ma è smentita dai fatti tecnici.
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“All About That Space”: la NASA mostra come si fa comunicazione
Il video è frutto del volontariato dei giovani che lavorano al Johnson Space Center della NASA ed è basato ovviamente su All About That Bass di Meghan Trainor.
Questo è il testo adattato, opera di Sarah Schlieder:
Because you know
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel.
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel.
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel.
I’m all about that space
‘Bout that space
Yeah, it’s pretty clear, I ain’t commercial crew
But I can launch it, launch it
Like I’m supposed to do
‘Cause I got that boom boom that all the Astros chase
And all the space flight to all the right places
I see Orion crew workin’ that ship nonstop
We know we goin’ far
Now put that LAS on top
If you got boosters boosters, just raise ‘em up
‘Cause every spacecraft needs propulsion
From the bottom to the top
Hey, they’re working so hard, don’t you love these NASA guys?
They will take us so far the first time that Orion flies.
You know we travellin’ to deep destinations ‘fore to long,
So if that’s what you’re into then join in and ride along.
Because you know I’m
All about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space
Hey!
I’m bringing rockets back
Go ahead and tell the whole world that
We’re doing exploration. Come on, board it stat
We’re ready for liftoff
Every spacecraft needs propulsion from the bottom to the top.
Hey they’re working so hard, don’t you love these NASA guys?
They will take us so far the first time that Orion flies.
You know we’re travellin’ to deep destinations ‘fore to long,
So if that’s what you’re into then join in and ride along.
Because you know I’m
All about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space
Because you know I’m
All about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space
Because you know I’m
All about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space, space travel
I’m all about that space
‘Bout that space
‘Bout that space, ‘bout that space
Hey, hey, ooh
You know you love that space.
Che fine ha fatto il mio Bucket Challenge? Eccolo
Mi rendo conto solo ora, durante il classico riepilogo di fine anno, che ho dimenticato di postare il Bucket Challenge che avevo realizzato all'epoca di questa mania. Rimedio subito. Non aspettatevi grandi cose, avevo pochi minuti ed è venuto com'è venuto.
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