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2015/03/13
Il meme della settimana: Slenderman
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Provate a nominare la parola Slenderman a un bambino che usa Internet e probabilmente ne otterrete una smorfia di paura: è il nome di un personaggio inventato che molti invece pensano sia reale. Altissimo, magrissimo (il suo nome significa grosso modo “uomo longilineo”), vestito di nero ma soprattutto con un volto privo di sembianze.
Fra gli internauti più giovani Slenderman è famoso per le immagini che lo ritraggono (sono ovviamente fotomontaggi, ma molti non sanno riconoscere una foto ritoccata) e per le storie inquietanti che lo circondano e che riguardano le sue immaginarie interazioni con i bambini. Secondo le dicerie che corrono, può teletrasportarsi, allungare o accorciare le braccia a piacimento e ha dei tentacoli sulla schiena e incontrarlo causa amnesia, insonnia, paranoia o attacchi di tosse.
Fino a poco tempo fa Slenderman era semplicemente uno dei tanti memi della cultura digitale, costruito partendo da un fotomontaggio creato da Victor Surge (alias Eric Knudsen) nel 2009 per partecipare a una gara di grafica horror lanciata dal sito Something Awful. Altri utenti copiarono la sua idea e la diffusero, creando ulteriori fotomontaggi e scrivendo storie horror nello stile del creepypasta (all'incirca “copiaincolla horror”) che lo descrivevano, e così nacque il mito, amplificato da un videogioco gratuito e completato addirittura da un finto documentario che ne racconta le gesta come se fossero reali.
Purtroppo, però, a giugno 2014 questo personaggio immaginario ha assunto una connotazione molto reale per davvero: nello stato del Wisconsin due ragazze dodicenni sono state accusate di aver accoltellato ripetutamente una compagna di scuola come sacrificio umano per compiacere Slenderman, del quale erano diventate ossessionate, e molta stampa ha colto puntualmente l'occasione di polemizzare sulla pericolosità di Internet, senza rendersi conto che è come prendersela con la Disney perché ha reso popolare il personaggio della strega cattiva di Biancaneve.
Ormai il meme di Slenderman è inarrestabile, ed è inutile cercare di contrastarlo vietandolo o rimuovendo le immagini o i racconti che lo riguardano: probabilmente la cosa più sensata da fare è cogliere l'occasione per insegnare ai più giovani cosa è mitologia e cosa non lo è e come funziona la creazione collettiva di un mito in Rete. E soprattutto ricordare che non tutto quello che vedono in Rete e in TV è reale.
Fonti: Know Your Meme, The Independent.
Provate a nominare la parola Slenderman a un bambino che usa Internet e probabilmente ne otterrete una smorfia di paura: è il nome di un personaggio inventato che molti invece pensano sia reale. Altissimo, magrissimo (il suo nome significa grosso modo “uomo longilineo”), vestito di nero ma soprattutto con un volto privo di sembianze.
Fra gli internauti più giovani Slenderman è famoso per le immagini che lo ritraggono (sono ovviamente fotomontaggi, ma molti non sanno riconoscere una foto ritoccata) e per le storie inquietanti che lo circondano e che riguardano le sue immaginarie interazioni con i bambini. Secondo le dicerie che corrono, può teletrasportarsi, allungare o accorciare le braccia a piacimento e ha dei tentacoli sulla schiena e incontrarlo causa amnesia, insonnia, paranoia o attacchi di tosse.
Fino a poco tempo fa Slenderman era semplicemente uno dei tanti memi della cultura digitale, costruito partendo da un fotomontaggio creato da Victor Surge (alias Eric Knudsen) nel 2009 per partecipare a una gara di grafica horror lanciata dal sito Something Awful. Altri utenti copiarono la sua idea e la diffusero, creando ulteriori fotomontaggi e scrivendo storie horror nello stile del creepypasta (all'incirca “copiaincolla horror”) che lo descrivevano, e così nacque il mito, amplificato da un videogioco gratuito e completato addirittura da un finto documentario che ne racconta le gesta come se fossero reali.
Purtroppo, però, a giugno 2014 questo personaggio immaginario ha assunto una connotazione molto reale per davvero: nello stato del Wisconsin due ragazze dodicenni sono state accusate di aver accoltellato ripetutamente una compagna di scuola come sacrificio umano per compiacere Slenderman, del quale erano diventate ossessionate, e molta stampa ha colto puntualmente l'occasione di polemizzare sulla pericolosità di Internet, senza rendersi conto che è come prendersela con la Disney perché ha reso popolare il personaggio della strega cattiva di Biancaneve.
Ormai il meme di Slenderman è inarrestabile, ed è inutile cercare di contrastarlo vietandolo o rimuovendo le immagini o i racconti che lo riguardano: probabilmente la cosa più sensata da fare è cogliere l'occasione per insegnare ai più giovani cosa è mitologia e cosa non lo è e come funziona la creazione collettiva di un mito in Rete. E soprattutto ricordare che non tutto quello che vedono in Rete e in TV è reale.
Fonti: Know Your Meme, The Independent.
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