Panico da buco nero: il CERN scopre l'antiscienza
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Come avrete letto su alcune testate come Repubblica, il Large Hadron Collider, il nuovo grande acceleratore di particelle del CERN vicino a Ginevra, ha già fatto le sue prime scoperte prima ancora di essere acceso formalmente.
Ha infatti consentito una misurazione estremamente precisa dell'antiscienza e del catastrofismo, oltre che della propensione dei giornalisti a sparare titoli da panico e chissenefrega delle conseguenze.
C'è infatti un gruppetto di eccentrici che sostiene che l'imminente attivazione dell'LHC produrrà dei cosiddetti "microbuchi neri", che potrebbero inghiottire la Terra alla stregua dei buchi neri ben più grandi rilevabili dagli astronomi. E naturalmente i giornalisti hanno dato interminabile risalto alle loro affermazioni da panico. L'inossidabile TgCom parla addirittura di "allarme dagli scienziati", come se ci fossero orde di occhialuti professori in camice che corrono strappandosi i capelli.
Nessuno di questi catastrofisti, a quel che mi risulta, è qualificato per esprimersi in materia di fisica delle particelle: il fatto di essere un ex addetto alla sicurezza dei sistemi nucleari, come lo è Walter Wagner, una delle persone che ha avviato una causa civile presso il tribunale di Honolulu, non significa nulla, esattamente come aver fatto il pedicure non consente di trinciare giudizi sulla chirurgia ortopedica e l'osteosintesi delle fratture.
Lo stesso dubbio di competenza vale per il professor Otto Rössler, che ha presentato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani: è un biochimico, e la fisica dei microbuchi neri è un tantinello al di fuori del suo campo di competenza, anche se a giudicare dal suo curriculum e dall'elenco delle sue pubblicazioni (disponibile su Wikipedia) ritiene di essere un valido tuttologo.
Quelli che invece maneggiano la fisica dei microbuchi neri da mane a sera per lavoro hanno liquidato queste teorie complottiste-catastrofiste in termini inequivocabili. Potete leggere qui le risposte alle domande più frequenti date dal professor Brian Cox del CERN; il sito del CERN risponde dettagliatamente alle questioni sollevate dai catastrofisti qui in inglese e in un PDF in italiano.
In estrema sintesi, la fisica come la conosciamo oggi (o meglio, come la conoscono i fisici delle particelle, anziché gli esperti improvvisati) documenta che non è neppure detto che si possano formare questi "microbuchi neri": se si dovessero formare, non comincerebbero a rosicchiare la Terra a partire da Ginevra, ma si dissolverebbero istantaneamente senza fare danno. Si tratta di buchi neri inimmaginabilmente microscopici (formati da un paio di protoni), la cui energia complessiva è paragonabile a quella di una zanzara che ci sbatte in faccia: niente a che vedere con i buchi neri astronomici. Lo stesso vale per gli altri pericoli paventati, come gli strangelet, le bolle di vuoto e i monopoli magnetici.
Non solo: collisioni di questo genere avvengono quotidianamente nell'atmosfera sopra le nostre teste grazie a madre Natura. L'LHC non fa altro che ricrearle in un posto più comodo, dove è possibile scattare delle istantanee per capire come funzionano questi fenomeni.
Cosa più interessante, l'eventuale formazione di "microbuchi neri" suggerirebbe piuttosto fortemente l'esistenza di dimensioni aggiuntive dello spazio. Ed è affascinante che la loro "evaporazione" sia stata scoperta da una persona totalmente paralizzata su una sedia a rotelle: Stephen Hawking, il cui corpo non può fare un passo ma la cui mente abbraccia i segreti più sconcertanti del cosmo. Dimensioni aggiuntive, buchi neri che evaporano: chi è che ha detto che la scienza non ha immaginazione e ammazza la poesia?
Comunque sia, se avete delle bollette in scadenza nei giorni successivi al 10 di settembre, data che i catastrofisti indicano come il momento dell'Apocalisse, vi conviene pagarle, perché in realtà il 10 settembre verrà semplicemente fatto girare un singolo fascio di protoni lungo l'anello dell'LHC, che misura 26 chilometri di circonferenza, e la potenza utilizzata sarà molto minore di quella normale prevista per l'anno prossimo. In altre parole, non succederà nulla, perché è solo un giretto di prova.
E se non vi fidate delle promesse degli scienziati, tenete presente una cosa: il mondo non può finire domani, perché il calendario Maya scade nel 2012, ricordate? E i Maya non sbagliano mai. Quindi siamo comunque al sicuro.