Questa sera vi consiglio di guardare il gioco I soliti ignoti, su Raiuno dalle 20:40 (link a Raiplay, richiede registrazione; file scaricabile). Poi vi spiegherò perché.
2018/01/09 01:40. Ora posso spiegare tutto (o quasi: ho firmato degli accordi di riservatezza standard). A dicembre sono stato contattato dalla produzione del programma, che mi ha chiesto se mi interessava essere uno degli ignoti: mi veniva offerto il viaggio e l’ospitalità a Roma per la notte prima della registrazione, per me e un accompagnatore. Dovevo comunque andare a Roma per un lavoro e mi interessava vedere il mitico Teatro delle Vittorie e il modo di lavorare della TV italiana di oggi, per cui ho colto l’occasione.
Dopo una sorta di intervista-provino fatta per telefono, la produzione mi ha chiesto se avevo un(a) parente disponibile ad accompagnarmi. Ho proposto mia figlia Lisa e ho mandato alcune sue foto (una è visibile nella puntata; si vede anche il mio gatto Ombra). Lisa è stata accettata ed è diventata la parente misteriosa della puntata, così ho finalmente potuto farle fare un giro a Roma.
Tutta la procedura era coperta da segreto assoluto (ci sono di mezzo molti soldi per i concorrenti). Alla fine, risolti alcuni intoppi burocratici surreali (tipo la necessità di un codice fiscale italiano per Lisa, che vive in Svizzera e non ha mai lavorato o dovuto pagare tasse in Italia), siamo andati (io, Lisa e mia moglie Elena) a Roma in Frecciarossa.
Lì abbiamo incontrato gli altri ignoti (non i concorrenti, ovviamente) e poi abbiamo passato la sera a cena e in albergo (segreto anche quello: non sapevamo dove saremmo stati fino al momento in cui siamo saliti sul minibus della produzione che ci accompagnava).
Era insomma questa la ragione di questo tweet:
Sono in viaggio per Roma in missione segreta. Dettagli a breve.— Paolo Attivissimo (@disinformatico) 18 dicembre 2017
Ho colto l'occasione per fare un piccolo trollaggio elettrico, visto che stavo in effetti andando fino a Roma con un veicolo elettrico (il Frecciarossa)...
Sto andando a Roma con la mia prima Tesla, arrivata a sorpresa prima del previsto. Una Model S blu, come il Tardis, prima versione.— Paolo Attivissimo (@disinformatico) 18 dicembre 2017
...e avevo con me un modellino di Tesla Model S blu, ma il mio scherzo improvvisato ha poi avuto un epilogo inatteso, che ho raccontato qui.
La mattina dopo siamo stati accompagnati al Teatro delle Vittorie, che con mia sorpresa ho trovato piuttosto malmesso e bisognoso di una vigorosa manutenzione dentro e fuori. Come sempre, quello che in televisione non si vede non conta.
A questo punto noi ignoti siamo stati tutti isolati in una zona separata del teatro e abbiamo passato lì tutta la giornata, sorvegliati dagli assistenti di Endemol e Rai, truccati e vestiti da loro (Lisa, in particolare, è stata ri-vestita da capo a piedi; abitualmente non veste come la vedete nella puntata).
Abbiamo tutti firmato un bel mazzetto di documenti in cui ci siamo impegnati a tenere segreti alcuni dettagli fino alla messa in onda (e in alcuni casi anche oltre, per cui scusate se ometto alcuni dettagli) e poi uno degli autori ci ha spiegato lo svolgimento della puntata. Un rapido pranzo assai spartano e poi di corsa a cambiarsi e andare in scena.
Chicca: nessuno degli ignoti e dei concorrenti può indossare orologi. Come mai? Perché c’è il rischio che nei primi piani si veda l’ora sul quadrante, evidenziando il fatto che la trasmissione è in differita.
Il set della trasmissione è piccolo, visto dal vivo; in televisione sembra enorme. Ed è freddissimo: le lampade di studio oggi non scaldano più come un tempo. La registrazione si è svolta quasi senza intoppi e Amadeus ha dimostrato grande garbo e professionalità nel gestire gli eventi inattesi. Professionalmente, per me è stato molto interessante vedere come si lavora in una coproduzione (Rai-Endemol) di questo tipo, e come ciliegina sulla torta mi sono trovato accanto Tullio Solenghi, con il quale ho scambiato quattro chiacchiere informali durante le pause di registrazione.
Alla fine la concorrente ha ristretto i possibili parenti a me e allo sciamano, che dietro le quinte è una persona completamente lontana dai cliché che molti hanno infilato nei commenti su Twitter e qui sotto (abbiamo chiacchierato serenamente insieme di CICAP e sensitivi). Non confondete mai quello che si vede in TV, dove quasi tutto è costruito o esagerato per ottenere un effetto, con la realtà.
Finita la registrazione, un saluto rapido con Amadeus a telecamere spente e poi tutti di nuovo sul minibus verso la stazione Termini, dove ad attendermi c’era una troupe televisiva di un altro programma, che mi ha contattato all’ultimo momento e si sarà chiesta come diavolo avessi fatto a truccarmi per loro mentre ero in viaggio nel traffico romano (non ho potuto dire loro che ero ai Soliti Ignoti). Ma questa è un’altra storia.
Rispondo a un po' di domande varie arrivate nei commenti e su Twitter. Se ne avete altre, chiedete; se posso, risponderò.
- La lunga pausa prima di rispondere è comandata dalla regia (c’è una persona non inquadrata che fa segnali, la devi guardare con la coda dell’occhio), non l’ho decisa io.
- Amadeus non ha detto il mio cognome perché fa parte delle regole del gioco: non dice il cognome di nessuno degli ignoti (tranne le celebrità).
- I tre indizi sono scelti dalla produzione e ogni ignoto deve impararseli a memoria e dirli quando glielo segnala la regia.
- No, nessuno mi conosceva o mi ha riconosciuto.
- La frase di Amadeus sul mio spiegare bene le cose e sul mio possibile sbocco come conduttore di documentari non era ironica: si vede passare davanti tantissimi ignoti e dalle parole che abbiamo scambiato fuori onda è stato chiaro che non sapeva della mia attività giornalistica o radiotelevisiva.
- Quanto sono costato a chi paga il canone RAI? Fantastilioni di triliardi.
Ah, ecco una delle foto autografate degli astronauti che hanno camminato sulla Luna che cito nella trasmissione: Charlie Duke, Apollo 16. Sì, il compagno di missione lunare di John Young.
Su richiesta di Martinobri, ecco la foto del mio gatto Ombra che è stata usata per il programma (a 43:14).
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