L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Due righe veloci e preliminari per rispondere ai tantissimi che mi stanno segnalando l'allarme per dei presunti brani MP3 in grado di produrre gli stessi effetti di una droga. Il caso sembra aver preso vita da questo mirabile articolo di
TGcom:
Il fenomeno si chiama I-Doser ed è nato negli Stati Uniti e sta sbancando in Europa, dove ha attecchito soprattutto in Spagna, per poi diffondersi in modo rapido anche negli altri paesi. Italia compresa.
"Sbancando"? Siamo sicuri? Nessuno degli addetti ai lavori che ho contattato sapeva nulla di questo fenomeno prima dell'uscita di questo pezzo del TGcom. Su che basi si afferma che sta
"sbancando"? Ci sono forse retate segrete di giovani trovati inebetiti con l'iPod ancora conficcato nelle orecchie? Un dato statistico, pagando la differenza, si potrebbe avere?
L'allarme è stato lanciato dal GAT il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, che ha scoperto la novità nei blog e nei forum dove i giovani si scambiano informazioni. Le community online, infatti, sono i luoghi di spaccio della cyber-droga, che riproduce gli effetti delle sostanze tradizionali, ma è ovviamente diversa per la modalità di somministrazione. Non va nè ingerita, nè inalata, tantomeno fumata. Basta scaricare il software I-Doser, rilassarsi e indossare le cuffie.
Le nuove cyber droghe, infatti, sono normali file in mp3. "Agiscono sulle onde a bassa frequenza - ci spiega il colonnello del GAT Umberto Rapetto - soprattutto quelle che vanno dai 7 ai 13 hertz, ossia le frequenze della fascia di lavoro del cervello. L'orecchio assorbe questi suoni che non riesce a distinguere e che, nella maggior parte dei casi, sono mescolati a musiche psichedeliche".
La spiegazione è un po' confusa, perché fa sembrare che i suoni in questione siano a 7-13 Hz, frequenze che però praticamente nessuna cuffia è in grado di riprodurre (di certo non quelle normali).
Nota: il testo originale dell'articolo di TGcom diceva "dai 7 ai 13 hertz", come ho scritto qui sopra; poi è stato corretto in "dai 3 a 30 hertz". Grazie ad Alberto per la segnalazione.
In realtà si tratta di
binaural beat: due suoni, a frequenze udibili e riproducibili dalle cuffie normali, e leggermente differenti l'uno dall'altro come frequenza: per esempio, uno è a 300 Hz e l'altro è a 307. Ascoltati in cuffia, in modo che uno solo dei due suoni raggiunga ciascun orecchio, producono un terzo suono per
battimento. Per fare un paragone stiracchiato, è come se vi arrivasse un
mi in un orecchio e un
fa nell'altro e il vostro cervello generasse una nota che è la differenza fra il
mi e il
fa.
Prosegue TGcom:
Come qualsiasi mp3, i file droganti sono recuperabili attraverso i programmi peer to peer o in alcuni siti appositamente creati per diffondere l'I-Doser.
Vero: si trovano nei circuiti P2P file audio di questo genere. Ma sono davvero droganti? Ne ho scaricati alcuni tramite amici e li ho ascoltati in cuffia. Non hanno prodotto alcun effetto, se non quello di una notevole irritazione (in gergo tecnico,
orchiclastia), perché non è musica: è rumore fastidiosissimo. Ma qualcuno di coloro che ne parlano li ha provati ed ha verificato che danno sballo, ha della letteratura medica a supporto, oppure si tratta dell'ennesima stupidata inventata da chi non capisce granché di tecnologia e usa queste cose per vendere fumo o per criminalizzare chi usa il peer to peer?
Già vedo le orde di madri angosciate che staccano la connessione a Internet ai loro preziosi fiocchi di neve
"perché dall'Internet ci passa la droga". Mi sa che se c'è qualcosa che manda in pappa il cervello, non è la droga via MP3, ma la disseminazione incauta di notizie come questa.
Ma andiamo avanti.
Lo spaccio virtuale segue gli stessi meccanismi di quello convenzionale. "L'I-Doser all'inizio viene regalato come una dose tradizionale, scaricare i file è quindi gratuito. Dopo, per procurarsela bisogna pagare", dice il colonnello Rapetto. "E su questo si può immaginare anche una speculazione del crimine organizzato, sebbene ci sia una fondamentale differenza rispetto alle droghe tradizionali: le dosi virtuali sono utilizzabili più volte".
Spero che il colonnello Rapetto sia stato citato in modo inesatto dalla giornalista (Viviana Pentangelo), sapendo bene che il virgolettato nel giornalismo italiano non è necessariamente indicatore di una citazione letterale. Lo spero, perché la faccenda, detta in questi termini, fa nascere spontanea una serie di obiezioni ovvie: se le dosi virtuali sono utilizzabili più volte, che speculazione criminale ci può mai essere? Da quando i criminali sono così cretini da spacciare prodotti che non creano dipendenza dal
pusher? E se sono file MP3 scaricabili gratis dal P2P, che senso ha dire che per procurarseli bisogna pagare? Io per procurarmi le mie "dosi" per l'esperimento non ho dovuto pagare niente.
Ma la perla più bella è questa:
E ancora diversamente dal mercato convenzionale delle droghe, non esistono divieti per l'I-Doser, che è dunque legale in quanto non regolamentato.
Ma non mi dite. E allora, se è legale, perché se ne dovrebbero occupare le forze dell'ordine, lanciando addirittura un allarme? Non c'è nessun altro problema più importante di cui occuparsi?
Non è finita:
Per ora non è stato accertato quali danni possa arrecare la cyber-droga, nè se dia dipendenza. "Il fenomeno è agli albori", afferma Rapetto. "Chi diffonde i file sostiene che non ci siano effetti collaterali, che le dosi provocano delle semplici sbornie, ma è bene che a stabilirlo siano i medici".
In altre parole, questi MP3 sono legali, non costano nulla e in realtà nessuno sa se siano davvero efficaci o, men che meno pericolosi (e a quanto mi risulta, non fanno assolutamente nulla, altro che sbornia). Allora, di preciso, per quale ragione si sta scatenando tutto questo cancan? Già che ci siamo, non vogliamo lanciare anche un allarme sociale per il potenziale danno visivo prodotto dall'accostamento di viola e rosso nei vestiti? Istituire un corpo di vigilanza contro l'uso dei calzini dentro i sandali? Mobilitare una task force contro l'uso della
k al posto del
ch negli SMS e nella mail?
Poi il colonello mette in guardia: "L'I-Doser potrebbe diventare un nuovo fenomeno sociale. Ora non siamo in grado di dire quali ripercussioni possa avere su chi ne fa uso, ma se dovesse avere gli effetti degli stupefacenti, la cosa potrebbe diventare pericolosa. E allora è necessario il coinvolgimento di tutte le realtà competenti, dai ricercatori agli psicologi".
Ben detto. La parola chiave è
"competenti". Perché mi sa che finora, di veramente competente in materia non ha aperto bocca ancora nessuno. Probabilmente perché se lo fa, gli scappa da ridere.
2008/07/02 14:00
La "notizia" dilaga. Grande invenzione, il copiaincolla, vero? Gli articoli si clonano e si ibridano. Ne parlano
Il Messaggero,
Il Tempo, il
Corriere della Sera,
Panorama e
La Stampa. La notizia è arrivata anche in Svizzera su
Ticinolibero.ch. Ma di dati concreti, finora, manco l'ombra. In compenso,
Panorama dice che fra i file in questione c'è anche quello che produce un
“effetto orgasmico”, dal quale prende il nome.
Qualcuno che legge i quotidiani online spagnoli sa confermare se davvero questo fenomeno sta "sbancando" anche in Spagna?
Il Messaggero dice di aver
"riportato notizie date in una conferenza stampa del nucleo specializzato della Guardia di Finanza", che è il
GAT. Ma di questa storia non sembra esserci traccia, né nel sito della GdF generico, né in quello specifico del GAT (che merita un premio speciale per essere il sito più irritante della storia, con
tre, dico
tre, animazioni Flash prima di arrivare ai contenuti e una grafica ferma al 1980). Nei
comunicati stampa della GdF non c'è nulla.
Ho già inviato richieste di chiarimenti in giro, ma se qualcuno riuscisse a fornire qualche dettaglio su questa conferenza stampa (dove e quando si è tenuta, per esempio) e magari avere il testo originale di quello che è stato detto, gliene sarei grato. Sto cercando di parlare direttamente con Rapetto per avere il quadro reale dei fatti direttamente dalla fonte, ma per ora devo mettermi in coda.
Vittorio, de
La Stampa, mi dice che la notizia a loro è arrivata dall'ANSA, ma non si sa chi abbia scritto la notizia per l'ANSA, né se l'ANSA abbia davvero presenziato alla conferenza stampa (che però la GdF non ufficialmente mi ha descritto come
comunicato stampa, non come
conferenza). Boh.
2008/07/02 17:20 – Dietrofront e vittime illustri
Colti
in flagrante delicto, comincia il dietrofront.
Il Messaggero (grazie a chi l'ha segnalato nei commenti), o meglio l'ANSA, interpella un esperto, che liquida senza mezzi termini tutta la storia come una
"trovata commerciale" che sfrutta
"la credulità e la voglia di sballo a ogni costo di alcuni ingenui giovani cibernauti". Suoni o musiche che producano gli effetti delle droghe? Non se ne parla nemmeno.
Il fenomeno, che inizialmente si diceva stesse
"sbancando" in Europa, ora è improvvisamente ridimensionato da Rapetto stesso:
"non è ancora quantificabile, abbiamo trovato diversi siti e forum che ne parlano, le pagine si sono moltiplicate, la gente ne parla, vuol dire che c'è un interesse crescente". Certo. Su Internet c'è anche gente che si eccita per le foto dei piedi di Maria de Filippi, ma da lì a dire che c'è un interesse crescente e che è il caso di mobilitare la GdF, il passo è un tantinello lungo. A dire il vero, prima che i media ne parlassero gonfiando la notizia, questa storia non se la filava nessuno. Sicuramente i titolari di I-Doser.com saranno grati di tutta questa pubblicità gratuita.
Non poteva mancare l'accenno all'ipotesi dei
"messaggi subliminali" che
potrebbero annidarsi in questi file audio. Decisamente si sente rumore di unghie sui vetri. Speriamo non si accorgano che sui CD di Pupo c'è il codice a barre che compone il
simbolo 6-6-6 di Satana. Altrimenti chi li ferma più.
Non mi soffermo sugli altri dispositivi acustici citati da Rapetto come esempi a supporto del possibile rischio di questi file audio: usano princìpi e potenze totalmente differenti.
Ho chiesto telefonicamente all'ufficio di Rapetto di mandarmi una copia del comunicato stampa riguardante questi file "droganti", per vedere cosa ha davvero detto la GdF, ma finora non s'è visto nulla.
Da
La Stampa (che ringrazio) ho ricevuto invece la segnalazione di questa chicca inviata in redazione dall'ANSA ieri, che segnala la prima vittima illustre di questa che ormai possiamo definire tranquillamente bufala DOC: Antonio Mazzocchi, Questore della Camera dei Deputati e Presidente dei Cristiano Riformisti. Dice infatti il Mazzocchi:
"Siamo a dir poco allibiti dall’allarme lanciato dalla Guardia di Finanza sull’esistenza di una droga che viaggia su Internet e che trasmette delle onde al cervello che simulano gli effetti delle sostanze stupefacenti". Una controllatina ai fatti prima di bersi qualsiasi scemenza e fare dichiarazioni no, vero?
Macché: Mazzocchi rincara la dose, secondo l'ANSA:
"non è concepibile che ogni computer che abbiamo in casa o in ufficio si possa trasformare in un potenziale spacciatore. Per questo chiediamo che oltre all’intervento della Gdf, anche la Polizia Postale si attivi al più presto per fermare questo fenomeno".
Giusto. Bravo. Spegniamo Internet e andiamo tutti a casa a giocare col Pongo, che è meglio. E che nessuno dica a Mazzocchi che nel computer si possono vedere le donne nude e le caprette che fanno ciao, mi raccomando, altrimenti gli viene il coccolone.
E se non bastasse la dimostrazione d'incompetenza tecnica e d'imprudenza:
"Come Cristiano Riformisti, dopo la campagna contro la pedofilia telematica, certamente attiveremo iniziative di sensibilizzazione sull’argomento. Un genitore quando regala un pc al figlio - conclude - deve poter essere sicuro di ciò che sta facendo. Dovremo fare in modo di staccare la spina a chi vuol drogare i nostri giovani anche tramite internet".
Io avrei una proposta più modesta: staccare la spina dello stipendio a chi si trova in posizioni di responsabilità e autorità eppure rigurgita scempiaggini di questo calibro.
Consoliamoci con questa presa in giro della pseudonotizia fatta già ieri da
Radio Popolare (nell'ultimo quarto del file MP3).
2008/07/09: qualche fonte scientifica su cui meditare
A proposito dello sbancare in Spagna annunciato inizialmente dai media, Luigi (che ringrazio) mi segnala che
la pagina della tecnologia di El Pais non reca traccia di questa storia e che cercando
"i-doser" nel motore di ricerca del sito non viene trovato nulla.
Vincenzo e Roberto mi segnalano invece quest'analisi, con fonti scientifiche di riferimento, pubblicata su
tnt-audio.com: lasciando da parte l'equivoco iniziale su come vengano generati gli infrasuoni (non dalla cuffia, ma dal battimento), che è dovuto alla domanda a cui risponde l'analisi, la spiegazione è molto chiara. Ho omesso alcuni passaggi per sintesi (indicati dai puntini di sospensione) e per indurvi a leggere tutto anziché la citazione.
...quel che è vero è che la Musica ed i suoni abbiano grande influenza sulla psiche. Ne avevamo già parlato nel 2002, in un editoriale dal titolo "Sesso, droga...e rock'n'roll?. E' piuttosto noto che certi suoni, ad esempio, causino irritabilità, altri disorientamento e vertigini in soggetti particolarmente sensibili. Ad esempio, la risonanza causata dai potenti flussi dell'aria condizionata può raggiungere frequenze molto basse e pressioni sonore elevate, in certe circostanze (grandi superfici tipo i centri commerciali). Personalmente, mi capita di soffrire di leggere vertigini in un centro commerciale della mia città...e solo in quello (e non in altri). Quando l'aria condizionata è spenta invece tutto OK.
Non è poi un mistero che le forze armate (specie negli USA) abbiano sperimentato e stiano ancora sviluppando le cosiddette "bombe sonore" o "armi sonore" che utilizzano gli ultrasuoni o gli infrasuoni. Un esaustivo trattato scientifico su quest'ultimo argomento e sugli effetti dei suoni sugli esseri viventi, può essere letto qui (scritto dal fisico sperimentale Jürgen Altmann)
In definitiva: che i suoni possano interagire con il cervello è provato, che possano alterare l'umore pure (e tutti noi appassionati lo sperimentiamo ogni giorno), che la convinzione di assumere una droga possa suggestionare così tanto da sentirne effetti del tutto inesistenti anche (il ben noto effetto placebo)... Sarebbe stato sufficiente leggersi le FAQ del sito del produttore della "droga" I-Doser (che peccato, sono in inglese!) per capire che: - Gli effetti si sentono SOLTANTO con l'ascolto in cuffia. NON si possono usare altoparlanti esterni o, peggio ancora, altoparlanti da PC, come invece è stato riportato anche dai TG nazionali (sic!). Tutto si basa su un trucchetto che sfrutta l'utilizzo di segnali diversi in ogni canale, generando dei "battimenti". Consiglio di leggere la documentazione sul sito SBaGen, il Binaural Beat Brain Wave Experimenter's Lab, dal quale proviene il "motore" su cui si basa il software I-Doser. Tale sistema è comunque noto ai musicisti sin dalla notte dei tempi. Ad esempio, volendo evitare la costruzione di canne d'organo troppo grandi per riprodurre frequenze molto basse, talvolta si realizzano due canne a distanza di quinta che, suonando contemporaneamente, creano l'illusione di un terzo suono più profondo. Parimenti ben noto ai musicisti è l'esistenza del famoso "terzo suono di Tartini" ('700).
- ... In effetti, l'importante è che il ragazzino "creda" di sballare, l'effetto placebo farà il resto. Tutti ricordano i classici scherzi fatti facendo fumare agli ignari amici qualunque cosa ma lasciando creder loro che fosse marijuana purissima, per poi sentire i racconti di fantastici "trip" del tutto immaginati e frutto della più pura suggestione....
- Non è necessario usare volumi sonori elevati, anzi questi sono sconsigliati dalla I-Doser stessa. Quest'ultimo aspetto fa però un po' a pugni con le curve sperimentali di Fletcher & Munson e successivi (Fletcher, H. and Munson, W.A. (1933) J. Acoust. Soc. Am. 6:59; Robinson, D.W. and Dadson, R.S. (1956) Br. J. Appl. Phys. 7:166) secondo le quali per sentire decentemente anche solo i 20 Hz occorre usare pressioni sonore abbastanza elevate (si cerchino le curve di F&M in rete per un riferimento).
Tirando le somme, è IMPOSSIBILE che i suddetti "effetti" si possano ascoltare senza hardware elettroacustico apposito, come il sito del produttore tende a precisare, tra l'altro. Il fenomeno dei binaural beats è ampiamente studiato da oltre 150 anni (Heinrich Wilhelm Dove - 1839). Quanto poi questi "battimenti" riescano ad influenzare le onde cerebrali è materia di ampia discussione, ci sono numerosi articoli scientifici sull'argomento. Più realisticamente, quando qualcuno dichiara di sentire l'effetto, è almeno parzialmente vittima di un effetto placebo unito all'influenza che i suoni - di qualunque tipo - hanno sul nostro cervello.
Hwgadget
riferisce di aver scaricato e analizzato i file, con risultati molto interessanti (efficacia zero e battimento tutto da dimostrare). Cito, ma leggete tutto l'articolo:
...e’ vero che [nei brani di I-Doser] esistono dei battimenti, ma da qui a sostenere che nel segnale globale si riescano a creare realmente frequenze cosi’ basse ce ne corre assai. Vi e’ un miscuglio sonoro armonico sommato con rumore bianco o rumore rosa in cui, soltanto in alcune porzioni temporali, si riscontrano dei battimenti per differenza di frequenza; per il resto trattasi unicamente di suoni new age con rumori ad ampio spettro sonoro.
La psicologa Giulietta Capacchione (qui il suo
blog e CV) ha scritto un bell'
articolo che traccia la storia e chiarisce i limiti scientifici di questi brani "allucinogeni". Cito:
Non è facile trovare della letteratura scientifica attendibile, ma soprattutto indipendente, sull’argomento e che dirima chiaramente la questione se questi suoni siano effettivamente efficaci.
La scientificità dell’ipotesi della sincronizzazione delle onde cerebrali è acclarata: la Stanford University ha realizzato, nel 2006 e 2007 due simposi (Vedi qui e qui) in cui sono stati presentati i risultati delle più recenti ricerche sperimentali e le prospettive cliniche della sincronizzazione delle onde cerebrali attraverso suoni, ma anche luci e onde elettromagnetiche.
Quello che mi pare sia ancora dubbio è la capacità della tecnica dei battiti binaurali, così come è proposta, di produrre questa sincronizzazione.
Alcuni recenti studi scientifici che ho consultato, in banche dati non linkabili, riportano risultati dubbi, altri suggeriscono la possibilità che la tecnica possa produrre qualche effetto, scarica qui il mio pdf, ma nessuno parla di esiti "stupefacenti" neppure lontanamente.
Consiglio vivamente di scaricare e leggere
il PDF in questione, che è un'ottima fonte di letteratura scientifica sull'argomento.
2008/07/10: evapora anche la "conferenza stampa"?
Molti degli articoli che hanno riportato la notizia hanno parlato di una
"conferenza stampa", durante la quale sarebbe stato presentato il problema di i-Doser e compagnia. Ma continuano ad arrivarmi segnalazioni private di vari redattori di questi articoli che affermano di non aver partecipato ad alcuna conferenza stampa ma di aver ricevuto un comunicato stampa dalla GdF. Anche fonti interne alla GdF mi dicono che non c'è stata una conferenza stampa, ma soltanto un comunicato stampa.
Inoltre i lanci ANSA dell'1/7/2008 alle 16:42 e 17:28 (che non posso pubblicare per ragioni di copyright) dai quali molte redazioni hanno tratto la notizia non parlano né di
"conferenza" né di
"comunicato", ma parlano genericamente di un allarme
"arrivato" o
"lanciato" dalla GdF. Ho chiesto alle redazioni delle testate coinvolte di farmi avere una copia di questo fantomatico comunicato, ma finora nessuno lo ha fatto.
Eppure il
Messaggero parla esplicitamente di una
"conferenza stampa del nucleo specializzato della Guardia di Finanza".
2008/09/29: Rapetto scrive degli "imbufaliti cacciatori di bufale"
È già da qualche tempo che mi arrivano segnalazioni di
questo articolo a firma di Umberto Rapetto su Datamanager.it. Le allusioni al sottoscritto non mancano: anche se non viene fatto esplicitamente il mio nome, il riferimento ai
"cacciatori di bufale" e a
"Urla e strepiti dei condottieri della crociata antibufala" non lascia molto spazio alla fantasia (ma leggete sotto).
Francamente mi sembrano toni inutilmente astiosi e pesanti. Se ci sono dei fatti, basta che vengano presentati e documentati. Finora non si sono visti, e i test empirici hanno dato risultati che smentiscono l'"alert" dato da Rapetto. Per questo io e altri ci siamo permessi di avanzare dubbi.
Non solo: come Rapetto ben sa, prima di scrivere l'articolo ho cercato ripetutamente di contattarlo telefonicamente (era troppo indaffarato con altre comunicazioni) e ho chiesto ai suoi assistenti di farmi avere il testo originale del comunicato stampa per sapere esattamente chi aveva detto cosa. Non è mai arrivato nulla, né sono mai stato richiamato.
Oggi ho contattato Datamanager per chiedere un chiarimento sull'articolo di Rapetto. Spero che questa volta qualcuno sia abbastanza cortese da rispondere invece di spendere tempo in prolisse ma poco costruttive allusioni.
2008/09/30: Rapetto richiama e chiarisce
Ho appena terminato una piacevole chiacchierata telefonica con il colonnello Rapetto, che ha chiarito che non sono io la persona alla quale alludeva nel suo articolo e ha promesso di inviarmi tutta la documentazione necessaria per arrivare al nocciolo della questione. Sembra fuor di dubbio che la colpa del can-can mediatico sia da attribuire ai giornalisti troppo affamati di sensazione (anche loro hanno le loro droghe virtuali). Da quello che mi ha preannunciato, gli sviluppi della vicenda dovrebbero essere particolarmente interessanti. Maggiori dettagli a breve.