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Il Disinformatico: OpenOffice.org

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2013/09/03

Bug crasha Neo/OpenOffice aprendo file ODT commentati di LibreOffice

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

English Abstract
NeoOffice crashes when it opens an ODT file written with LibreOffice if the file contains a comment in a footnote. Comments placed in main text of document don't cause crashes. Workaround: delete the comment from the footnote and/or place it elsewhere.


Appunto tecnico per chi usa NeoOffice e/o LibreOffice: non basta salvare in uno standard ISO come il formato OpenDocument per avere la garanzia di leggibilità. Serve anche che le applicazioni sappiano leggere correttamente i file.

Mi sono imbattuto oggi, durante un lavoro, in un antipatico bug di NeoOffice/OpenOffice: se un file scritto con LibreOffice contiene dei commenti di lavorazione (non note a piè pagina, ma commenti a lato, non visibili in stampa, come quello in giallo che vedete qui accanto), non può essere aperto da NeoOffice/OpenOffice. Li fa crashare entrambi miseramente, sia sotto Windows che sotto OS X.

Rimuovendo i commenti il problema si risolve. Non è un problema di formato OpenDocument 1.0, 1.1 o 1.2 (extended o meno): il crash avviene a prescindere dalla versione di OpenDocument in cui è scritto il file.

Io ho notato che il crash mi succede quando c'è un commento in una nota a piè pagina; i commenti nel corpo del testo non causano problemi. Se volete cimentarvi, ho preparato dei file dimostrativi:

Il bug, a quanto pare, è di NeoOffice/OpenOffice, ma non mi interessa dare colpe. Preferisco segnarmi come risolvere il problema. Già che si sono, lo segnalo qui, così se capita a qualcun altro può evitare di tribolare se invoca San Google.

In sintesi: se aprire un file .ODT vi fa crashare NeoOffice o OpenOffice, provate ad aprire il file con LibreOffice (oppure chiedete a chi l'ha scritto di aprirlo per voi), togliere tutti i commenti e salvarlo.

2012/03/15

Crash di LibreOffice forse risolto

LibreOffice crasha su cambio maiuscolo/minuscolo? Forse è questione di Java


Un mesetto fa ho tweetato indignandomi perché LibreOffice per Mac crashava su una cosa banale come la conversione da maiuscolo a minuscolo. Avevo anche offerto cinquanta euro a chi avesse risolto il baco, perché LibreOffice mi piace molto (è più evoluto di NeoOffice e più leggero di OpenOffice.org) e lo uso come word processor principale per lavoro.

Per ragioni che sarebbe lungo spiegare qui, mi capita spessissimo di usare proprio la funzione di conversione da maiuscolo a minuscolo e viceversa, e quindi vedermi crashare LibreOffice senza neanche salvare il testo come fa di solito quando va in panico mi ha procurato più di un travaso di bile.

Forse ho trovato la spiegazione al baco e la segnalo qui perché magari qualche sviluppatore di LibreOffice riesce a includerla nella documentazione dei bachi. Poco fa ho installato la versione 3.5.1.2 di LibroOffice, fresca di rilascio, sul mio Air sotto Lion. Speravo che il baco fosse stato risolto. Ho scritto un paragrafo, l'ho selezionato e ho scelto Format > Change Case > Lowercase. Crash. Grrr.

Colto da improvvisa ispirazione, guidata dalle mie reminiscenze di NeoOffice, che dipendeva fortemente da Java, ho provato a guardare le impostazioni Java di LibreOffice (sotto Preferences > Java). Non c'era nessun Java Runtime Environment selezionato. Ho selezionato quello di Apple e LibreOffice ha smesso di crashare.

Spero che questa info sia utile a LibreOffice; adoro il software libero e nel mio piccolo vorrei aiutarlo a crescere. Però, per favore, leviamo questa dipendenza assurda da Java.

2009/11/13

OpenOffice.org a quota 100 milioni

Italofoni in testa nell'uso di OpenOffice.org


Un bel traguardo: cento milioni di download soltanto per la versione 3 della suite gratuita OpenOffice.org per scrivere testi, creare presentazioni e gestire fogli di calcolo e database usando software libero e formati aperti. Il PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org) segnala in particolare che l'Italia è il paese dove OOo, come lo chiamano per brevità i suoi utenti affezionati, è più diffuso: i download superano addirittura il numero di PC venduti, con otto milioni di copie scaricate, di cui 855.000 soltanto a settembre 2009.

È un dato notevole, superiore al 10 per cento degli italofoni, significativo anche perché lingue molto più diffuse a livello internazionale, come il francese e il tedesco, si attestano intorno all'8 per cento. Secondo dati del PLIO, sommando le installazioni in ambito MacOS e Linux, la quota di mercato mondiale di OpenOffice.org nel settore delle suite supera il 15%, e l'Europa è parecchio più avanti rispetto agli USA nell'adozione di questo software.

Le ragioni che spingono questi utenti privati, aziendali e istituzionali (il Comune di Bologna è un notevole esempio) a scegliere OpenOffice.org rispetto alle suite concorrenti sembrano essere principalmente due: il costo, sia diretto (non c'è nulla da acquistare, si scarica e basta) sia indiretto (non ci sono problemi di bollini per la gestione delle licenze e non ci sono controlli antipirateria), e il formato aperto (XML e standard ISO), che permette di garantire la leggibilità a lunghissimo termine e su qualunque sistema operativo dei file generati da OOo e di non imporre a clienti e utenti l'acquisto di un software per leggere i documenti generati dall'azienda o dalla pubblica amministrazione.

OpenOffice.org non è sempre la soluzione ideale; l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica ha tentato la migrazione, ma non c'è riuscita per la resistenza degli utenti e per le particolari esigenze di sicurezza dell'agenzia. Ma per molti utenti che non custodiscono segreti nucleari è un'opzione da considerare, e provarla non costa nulla: date un'occhiata alle FAQ in italiano e alla pagina di download italiana per Mac, Windows e Linux. Se siete utenti Mac, provate anche NeoOffice, che si basa su OpenOffice.org e che per certi versi risulta maggiormente integrata nell'ambiente Mac OS X.

Cento milioni. Se penso alla mezza schifezza dalla quale è nato, ossia StarOffice 5.2, OpenOffice.org è decisamente il brutto anatroccolo che comincia a diventare cigno.

2008/12/20

NeoOffice sistema lo zoom ipersensibile

Patch per NeoOffice corregge una bella magagna


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Vignetta di Moise, pubblicata qui per gentile concessione dell'autore.

NeoOffice è una bella alternativa a OpenOffice.org per chi usa il Mac (e gestisce meglio i font rispetto a OOo, anche se il problema sta diminuendo), ma ha una magagna che assilla gli utenti dalla mano non aggraziata come quella di Silvan: lo zoom del touchpad è troppo sensibile, per cui basta che sfioriate il touchpad con un dito della mano sinistra intanto che trascinate o spostate il cursore con la destra, e il documento rimpicciolisce a dimensioni lillipuziane o s'allarga a dismisura.

Quando la cosa succede, come a me, varie volte al giorno e fa perdere il segno di colpo, è piuttosto esasperante. OpenOffice.org non ha questo baco e gestisce molto meglio lo zoom (senza ricorrere al touchpad).

Ne avevo parlato con gli autori di NeoOffice via Internet durante la loro visita a Milano, e si vede che non sono l'unico maldestro fra i loro utenti, per cui è con gioia che annuncio la disponibilità della patch numero 5 per NeoOffice 2.5.5 che risolve il problema.

Dopo averla installata, occorre chiudere NeoOffice e dare il seguente comando in una finestra del Terminale:

defaults write org.neooffice.NeoOffice IgnoreTrackpadGestures -bool yes

Fatto questo, si riavvia NeoOffice e lo zoom a casaccio non si verifica più; resta disponibile lo scorrimento del documento tramite due dita unite sul touchpad.

2008/11/13

Netbook, che fare?

Come scegliere un netbook da battaglia?


I netbook, i mini-mini-laptop a basso costo, con Linux o Windows XP preinstallato, sono in questo momento il segmento di mercato in maggiore crescita, tanto da intaccare i ricavi di Microsoft (la licenza di XP per i netbook frutta a zio FesterBallmer meno di quella di Vista su un PC tradizionale), secondo Bloomberg.

Niente male, per un segmento che prima del debutto dell'OLPC e poi dell'EeePC di Asus praticamente non esisteva.

I netbook fanno gola per molte ragioni. A differenza dei laptop tradizionali, sono sufficientemente compatti da poter essere ficcati senza problemi in uno zaino, pesano pochissimo (in genere sotto il chilo) e hanno un'autonomia generosa; a differenza dei cellulari evoluti (smartphone), hanno una tastiera più che decente e uno schermo realmente usabile per sfogliare il Web senza penalizzazioni, e permettono di lavorare con applicazioni standard (Microsoft Office, OpenOffice.org, ssh per gli smanettoni, eccetera). E a differenza di entrambi, costano poco. Alcuni modelli costano grosso modo quanto un iPhone.

Queste caratteristiche ne fanno un buon candidato come primo computer per i figli (anche da tenere a casa, visto il bassissimo ingombro e la connettività Wifi che permette di piazzarlo ovunque e collegarlo a Internet). Aggiungeteci il fatto che spesso sono venduti con Linux preinstallato e che lo stesso modello con Windows XP preinstallato costa parecchio di più, e avete un eccellente incentivo a passare all'open source anche per l'utente non appassionato.

Gli smanettoni li adorano come secondo o terzo PC su cui fare esperimenti. Persino i nostalgici di Windows XP, quelli che non vogliono o non possono passare a Vista, possono trarre beneficio dai netbook, perché attualmente questi computer sono fra i pochi per i quali è ancora disponibile la licenza di Windows XP.

Ma quale netbook scegliere? Il mercato offre una vasta scelta di marche, modelli e specifiche tecniche. Per esempio, conviene un disco rigido piccolo ma a stato solido, in previsione di un trattamento un po' brusco, oppure un hard disk tradizionale, assai più capiente ma forse più vulnerabile? Quanto sono valide le tastiere ridotte all'osso di questi aggeggi? La loro potenza è sufficiente per un uso normale (scrittura di testi e preparazione e uso di presentazioni offline con OpenOffice.org/MS Word, consultazione di pagine Web, gestione della posta, chat video con la webcam incorporata, qualche video a tutto schermo ogni tanto) senza lentezze esasperanti? E le versioni di Linux preinstallate sono veramente usabili da un utente medio? Supportano i modem cellulari USB? Si avviano o escono dallo standby in pochi secondi?

Sto meditando l'acquisto di un netbook come micro-laptop da portare sempre con me, per scrivere testi con OpenOffice.org, fare presentazioni per conferenze e riunioni, reportage video e fotografici nei prossimi mesi (è una lunga storia, dettagli a gennaio), e vorrei sentire i vostri pareri e le vostre esperienze, soprattutto in fatto di robustezza, ergonomia della tastiera e durata della batteria. Non ne faccio troppo una questione di costi: l'importante è che funzioni, sia veloce (senza pretendere editing video HD realtime), usi preferibilmente Linux e abbia un'autonomia meno fallimentare di quella del MacBook Pro dal quale sto scrivendo.

Così fallimentare che di recente, dopo poco più di un'ora di batteria, mi sono dovuto chiudere nel gabinetto di un treno per finire un lavoro: immaginate cos'avrebbero detto i controllori se mi avessero trovato seduto sul water, con un laptop in grembo, collegato alla sperindio alla presa del rasoio (terrorista!). No, non c'erano prese elettriche in carrozza, pur essendo in prima classe, e la presa del rasoio è elettricamente limitata ma sufficiente a ingannare per qualche minuto i sensori del Mac e farlo andare avanti il tempo di mandare un paio di mail urgenti via modem cellulare.

Se riuscite a togliervi dalla mente questa visione del Disinformatico rintanato in un WC delle FFSS mentre litiga con il suo Mac, eccovi qualche spunto (in inglese): la Netbook newbie's guide to Linux di The Register: prima parte, seconda parte, e alcune recensioni di netbook: Asus EeePC 1002HA, EeePC S101, Eee PC 1000H, Eee PC 904HD, Eee PC 901, Eee PC 900, Eee PC 701; Apricot Picobook Pro. Se avete altri modelli e altre recensioni da segnalare, fatelo pure nei commenti.

2008/10/12

OpenOffice.org 3.0, anche nativo per Mac. Con qualche baco

Arriva OpenOffice.org 3.0


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

E' già scaricabile dai siti mirror la versione 3.0 di OpenOffice.org, il pacchetto gratuito e libero alternativo a Microsoft Office che usa il formato OpenDocument, che è uno standard ISO, a garanzia della libertà di fruizione dei documenti.

OpenOffice.org è disponibile per Windows, Linux, Mac e Solaris, ed è quindi un valido strumento per predisporsi alla migrazione da un sistema operativo all'altro o per non rendersi dipendenti da uno specifico sistema operativo.

La novità più ghiotta per gli utenti Apple è che OpenOffice.org 3.0, oltre ad avere una lunga serie di migliorie e di aggiornamenti, è finalmente disponibile in versione nativa (per Mac Intel): ossia si scarica e s'installa esattamente come una qualsiasi applicazione Mac, senza dover ricorrere ad accrocchi come l'uso di X11.

OOo 3.0 per Mac è decisamente veloce, ma ha ancora delle magagne serie con la gestione dei font, che invece NeoOffice (altra variante o porting di OOo specializzata per Mac), pur essendo più lento, non ha: la prima che ho notato, e che lo rende per me quasi inutilizzabile, è la gestione dei font. Non sembra avere problemi con i font standard del Mac, ma un documento scritto per esempio in Myriad Apple s'incasina completamente.

Questa è una pagina di un libro che ho scritto di recente (Zerobubbole pocket) in formato OpenDocument, come la visualizza (correttamente) NeoOffice:



E questa è la stessa pagina come la visualizza OpenOffice 3.0 Aqua per Mac:



Come potete notare, specialmente se ingrandite le immagini cliccandovi sopra, i font sono completamente sballati e spaginano completamente il testo (il logo Creative Commons è stato spinto avanti alla pagina successiva). La cosa assurda è che OOo 3.0 indica che le parole hanno effettivamente il font Myriad Apple, ma ne visualizza uno del tutto differente: se poi seleziono il testo e riapplico il font, me lo visualizza correttamente.

Di certo non ho intenzione di mettermi a riselezionare il testo a blocchettini e riapplicare i font. Questo è quel che in gergo si chiama uno showstopper: un difetto talmente grande che appena compare, lo spettacolo finisce e non può più andare avanti. Per cui non ha senso che io prosegua la recensione.

Aggiungo solo che il fatto che OOo 3.0 non abbia implementato il multitouch per lo zoom, a differenza di NeoOffice, è invece per me un bonus, perché ho il vizio di tenere la mano sinistra vicina al touchpad mentre scrivo. Così ogni tanto, mentre faccio scorrere il testo di un documento, NeoOffice mi cambia lo zoom a capocchia, perché interpreta l'appoggio di due dita (un dito della mano sinistra, uno della destra) che si allontanano o si avvicinano come una richiesta di zoom. La funzione, fra l'altro, non mi risulta essere disattivabile. In OOo 3.0, non c'è: si trascina un cursore nell'angolo inferiore destro della finestra dell'applicazione.

E' una buona cosa che OpenOffice continui a progredire, ma io per il momento rimango a NeoOffice sul Mac. L'importante è utilizzare il più possibile, in un modo o nell'altro, formati aperti come OpenDocument.

2008/07/01

Formati binari Microsoft, pubblicate le specifiche

Più facile scrivere software alternativo compatibile con Word, Excel, Powerpoint


Microsoft ha pubblicato le specifiche dei formati binari delle applicazioni Microsoft Office (versioni pre-2007). Questi formati, a lungo sostanzialmente segreti, potranno essere utilizzati senza pagare royalty o sottoscrivere accordi di riservatezza anche dagli autori di software libero per leggere e scrivere meglio i formati Word, Excel, Powerpoint. La compatibilità con il mondo Microsoft è sempre stato uno degli ostacoli principali alla crescita delle alternative a Microsoft Office.

Complimenti a Microsoft per la scelta coraggiosa: un bel regalo di commiato per zio Bill.

2008/05/29

Autori di NeoOffice a Milano domani HELP!!

Domani ci sarà a Milano un incontro aperto al pubblico con Patrick Luby e Ed Peterlin, gli sviluppatori di NeoOffice: una variante libera e gratuita, supportata dalle donazioni, di OpenOffice.org per il mondo Mac. Uso NeoOffice da anni con molta soddisfazione per tutto il mio lavoro di scrittura, e devo dire che se il computer è abbastanza vivace da reggerne il peso non trascurabile, NeoOffice è assai più usabile e meglio integrato in OS X di quanto lo siano le alternative OpenOffice.org X11 o OpenOffice.org Aqua (beta).

Sono stato invitato anche in veste di interprete e ci sarò, insieme ad Antonio Dini, Lucio Bragagnolo e Fabrizio Venerandi, a partire dalle 18, ma l'evento inizia molto prima, alle 11, e si terrà a Milano presso @Work, in via Carducci, angolo Galleria Borella 3 (fermate MM Cadorna e Sant'Ambrogio). L'ingresso è libero e gratuito.

Il programma completo è disponibile qui (in inglese). E' possibile partecipare anche virtualmente tramite lo stream video in diretta gestito da FreeSMUG, che ha organizzato l'evento.

HELP!!!

Mi si è appena guastata l'auto con la quale contavo di andare a Milano da Lugano, e se uso i mezzi pubblici (treno) ho dei limiti di orario piuttosto pesanti. C'è per caso qualche anima pia ticinese automunita che ha voglia di fare il viaggio insieme? Se c'è, che mi mandi un e-mail al volo, grazie!

2008/05/27

Microsoft supporterà ODF

MS Office avrà ODF: fine dei formati proprietari che aiutano i monopoli? Calma un attimo



Il 21 maggio scorso, Microsoft ha annunciato che il Service Pack 2 di Microsoft Office 2007, previsto per la prima metà del 2009, supporterà anche il formato ODF (OpenDocument), lo standard ISO 26300 utilizzato da vari programmi alternativi alla suite Microsoft, come OpenOffice.org. Gli utenti saranno in grado di "aprire, modificare e salvare documenti usando ODF" e potranno "impostare l'ODF come formato di file di default per Office 2007".

Le versioni precedenti di Microsoft Office, specificamente Office XP e Office 2003, gestiranno ODF tramite un componente convertitore. Nulla è dato sapere per i tanti che usano le numerose altre versioni di Microsoft Office.

Manca insomma ancora quasi un anno prima che diventi realtà una delle richieste più frequenti di chi non vuole essere sottoposto al cosiddetto "vendor lock-in", ossia la dipendenza da uno specifico prodotto: l'uso di un formato che sia utilizzabile appieno anche tramite altri programmi, in modo da non doversi trovare alla mercé dei ghiribizzi del venditore dell'unico software in grado di leggere correttamente i dati generati dagli utenti.

Come già detto in varie occasioni in questo blog, i formati sono una delle chiavi di un monopolio digitale. Se scrivo documenti che posso leggere o modificare soltanto con uno specifico programma (per esempio Microsoft Word, ma anche AutoCAD o Keynote, giusto per fare qualche esempio), perché è l'unico che gestisce correttamente quel formato, quei documenti saranno per sempre accessibili soltanto tramite quel programma. Se quel programma non viene più concesso in licenza, o se la sua licenza aumenta di prezzo, i miei documenti diventano inaccessibili, oppure devo pagare un dazio per leggerli.

Usando un formato aperto, invece, posso scegliere quale programma usare per leggerli. Potendo scegliwre quale programma usare, posso scegliere anche quale sistema operativo adoperare. I formati aperti si traducono insomma in maggiore libertà di scelta e possibilità di risparmio per i consumatori grandi e piccoli.

Il problema di tutta la faccenda sta nella parola "appieno". Come ben sa chi ha trasferito documenti da una versione all'altra dello stesso Microsoft Office, ci sono incompatibilità persino tra versioni differenti di software realizzato dalla medesima società. Anche il mondo open source, che appoggia i formati aperti, ha problemi di compatibilità: aprite un documento in formato ODF usando OpenOffice.org e usando Koffice o Google Docs o uno dei tanti programmi che supportano ODF, e noterete subito che la formattazione perde pezzi per strada.
Quanto sarà completo e trasparente il supporto a ODF in Microsoft Office?

Anche se soltanto l'idea di Microsoft che supporta il formato OpenDocument sembrava eresia e fantascienza fino a poco tempo fa e quindi quest'annuncio è molto significativo, conviene dunque aspettare prima di festeggiare la "resa" di Microsoft: bisogna vedere quanto sarà completo il suo supporto al formato ODF, e poi c'è da tenere presente che Microsoft non ha ancora deciso di abbandonare il formato rivale che aveva proposto, l'Open XML, anch'esso ratificato da poco dall'ISO/IEC fra mille polemiche sulla correttezza della procedura.

Nel frattempo, però, si tratta sicuramente di un buon passo nella direzione giusta. Se Microsoft vuole togliersi di dosso la nomea (peraltro giuridicamente accertata) di monopolista aggressivo, deve abbracciare gli standard aperti, anche perché i consumatori stanno cominciando a rendersi conto che esistono soluzioni alternative. Del resto, qualitativamente la sua suite è in grado di competere più che alla pari con i prodotti alternativi anche senza bisogno di ricorrere al trucchetto dei formati proprietari.

Trovate alcuni commenti sulla vicenda presso The Register, la ODF Alliance e la BBC.

2008/05/08

OpenOffice 3.0 beta

Disponibile la beta di OpenOffice.org 3.0 per Mac, Linux, Windows, Solaris



L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Potete scaricare liberamente da qui la versione beta in inglese della suite OpenOffice.org 3.0, che debutterà intorno a settembre. La versione italiana è qui (grazie Vitriol per il link).

Le novità principali sono la disponibilità di una versione per Mac (formalmente solo Intel, ma leggete i commenti qui sotto) che gira nativamente, senza X11 o le pesanti acrobazie di NeoOffice, il supporto allo standard OpenDocument 1.2, l'importazione da Microsoft Office 2007 e il numero di colonne degli spreadsheet, portato a 1024 da 256.

Comode anche la visualizzazione multipagina (che vedete qui sopra) e lo zoom a cursore. Chi genera documenti multilingue apprezzerà la funzione che permette di applicare rapidamente un attributo di lingua a un paragrafo. Le nuove note, spostate a margine della visualizzazione, sono decisamente più utilizzabili.

L'elenco completo delle novità è qui (in inglese). Tenete presente che si tratta di una beta e come tale non va usata in ambiente di produzione. Io sto provando la versione Mac: è decisamente più veloce di NeoOffice, che però è già stabile e pienamente usabile in produzione, mentre OOo 3.0 beta ha ancora dei problemi. Peccato che manchi ufficialmente una versione PowerPC, da installare sui Mac meno recenti sui quali NeoOffice è un elefante, ma nei commenti trovate un link interessante in proposito.

OpenOffice.org 3.0 beta per Mac ha almeno un baco notevole: non importa correttamente i font da Mac OS X. Per esempio, io ho installato il font Myriad: mentre NeoOffice me lo vede al volo, OOo 3.0 beta lo sostituisce con un altro font, con risultati orripilanti.

Questo è un documento in font Myriad in OOo 3.0 beta:



E questo è lo stesso documento (visualizzato correttamente) in NeoOffice:



Se vi state chiedendo quanto tempo ho speso per ottenere l'effetto ombra intorno alle catture delle finestre di OpenOffice.org e NeoOffice, è zero: è una funzione automatica della cattura delle schermate di Mac OS X Leopard.

2008/04/01

Un pesce d’aprile, ma per riflettere: OOoCrackz

OpenOffice.org finalmente alla pari con il software commerciale chiuso


Ricevo e pubblico questo comunicato dal PLIO, il Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org. E' un pesce d'aprile un po' amaro, ma non è la solita burla: è un'occasione per riflettere seriamente sullo stato delle cose in informatica.

Trieste, 1° aprile 2008 - L'Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org, annuncia la disponibilità di OOoCrackz, un'estensione che attiva la suite libera per l'ufficio in modalità "craccata", e risponde alle esigenze del 51% degli utenti italiani che utilizza copie illegali dei software. L'estensione può essere scaricata da questo indirizzo: http://www.plio.it/ooocrackz.oxt.

"Quando abbiamo visto i risultati di una recente ricerca IDC*, sponsorizzata dalla Business Software Alliance, ci siamo resi conto che la licenza di OpenOffice.org rappresenta un ostacolo all'adozione del prodotto per la metà degli utenti italiani, che usa soprattutto copie illegali dei software", afferma Davide Dozza, Presidente dell'Associazione PLIO. "L'installazione di OOoCrackz toglie all'utente tre delle quattro libertà fondamentali, e rende illegale l'accesso al codice, la modifica e la distribuzione del software, proprio come se OpenOffice.org fosse un programma proprietario".

OOoCrackz è stato sviluppato da Paolo Mantovani, dell'Associazione PLIO, che è uno tra gli esperti più noti in materia di macro ed estensioni per OpenOffice.org: "La prima versione dell'estensione permette solo l'attivazione in modalità illegale, ma abbiamo previsto l'evoluzione verso un prodotto completo che - per esempio - impedisce di rilasciare i documenti con licenza Creative Commons, per evitare che gli utenti corrano il rischio - senza averne coscienza - di rispettare la legge sul diritto d'autore".

Per rendere completa l'esperienza degli utenti che vogliono usare OpenOffice.org in modo illegale, come se si trattasse di un programma proprietario, OOoCrackz impedisce la registrazione e quindi blocca tutti gli aggiornamenti, in modo tale da portare il software - in breve tempo - a essere soggetto a problemi di sicurezza e a diventare obsoleto rispetto all'evoluzione delle tecnologie, proprio come nel caso delle copie illegali dei software utilizzate dal 51% degli italiani. L'estensione crea una voce nel menù "Aiuto", con tutte le informazioni necessarie per l'utente.

"L'assemblea annuale dell'Associazione PLIO aveva annunciato delle iniziative di marketing per aumentare la penetrazione di OpenOffice.org sul mercato italiano. Con questo annuncio, andiamo all'attacco del settore del software illegale, verso il quale fino a oggi non avevamo né una strategia né un'offerta adeguata, anche per pareggiare il conto sul calcolo delle quote di mercato, che ci ha sempre visto un po' penalizzati", afferma Italo Vignoli, Consigliere dell'Associazione PLIO.

* The Economic Benefits of Lowering PC Software Piracy, gennaio 2008 (il link alla sintesi dei risultati http://www.bsa.org/upload/idc-findings_summary.pdf, e il link alla metodologia http://www.bsa.org/upload/idc_methodology_final.pdf).

Download

OpenOffice.org 2.4 in italiano: http://it.openoffice.org/download/
Modelli in Italiano: http://wiki.services.openoffice.org/wiki/Modelli
OpenOffice.org nelle altre lingue: http://download.openoffice.org
Estensioni per OOo: http://extensions.services.openoffice.org


L’Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OOo, raggruppa la comunità italiana dei volontari che sviluppano, supportano e promuovono la principale suite libera e open source per la produttività negli uffici: OpenOffice.org. Il software usa il formato dei file Open Document Format (standard ISO/IEC 26300), legge e scrive i più diffusi tra i formati proprietari, ed è disponibile per i principali sistemi operativi in circa 100 lingue e dialetti, tanto da poter essere usato nella propria lingua madre da più del 90% della popolazione mondiale. OpenOffice.org viene fornito con la licenza GNU LGPL (Lesser General Public Licence) e può essere usato gratuitamente per ogni scopo, sia privato che commerciale.

PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org: http://www.plio.it. Vola e fai volare con i gabbiani di OpenOffice.org: usalo, copialo e regalalo, è legale!
Per informazioni: Italo Vignoli (348.5653829), ufficiostampa@plio.it

2007/09/19

Novità Openoffice.org

OpenOffice.org: versione 2.3, IBM si allea, Aqua alpha per Mac


Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Grandi novità per chi usa OpenOffice.org e sostiene i formati liberi, in particolare il formato OpenDocument, lo standard ISO 26300 utilizzato da OpenOffice.org e da un numero crescente di programmi.

E' uscita la versione 2.3 di OpenOffice.org, per Windows, Linux, Solaris, FreeBSD e Mac. Le novità più significative sono riassunte qui in italiano: eliminate alcune vulnerabilità, potenziata la gestione delle estensioni (simili a quelle di Firefox, che permettono di aggiungere facilmente funzioni supplementari in maniera modulare, tipo l'esportazione automatica a Google Docs), una riscrittura completa della creazione assistita di grafici, e affinamenti alle funzioni di spreadsheet e scrittura. La versione italiana è scaricabile qui.

E' sceso in campo anche il peso massimo IBM, che ha presentato pochi giorni fa Lotus Symphony, suite gratuita basata su Openoffice.org, disponibile per Windows e Linux, e contribuirà allo sviluppo di OpenOffice.org.

Google, da parte sua, offre gratuitamente nel Google Pack StarOffice, altra variante di OpenOffice.org realizzata da Sun, e aggiunge a Google Docs la funzione di generazione di presentazioni in forma collaborativa.

A questo punto abbiamo tre grandi nomi dell'informatica che supportano attivamente il formato libero OpenDocument: Sun, Google, IBM. Con prodotti sia gratuiti, sia a pagamento, che garantiscono l'accesso dell'utente ai propri documenti senza dover dipendere da un singolo produttore, grazie appunto all'adozione di un formato standard ed esente da royalty.

Dall'altra parte c'è Microsoft, con il suo formato OOXML che non riesce ad essere approvato come standard ISO (ecco il comunicato ufficiale ISO in proposito). I tempi stanno davvero cambiando.

OpenOffice.org Aqua per Mac: niente X11, niente peso di Java


Sul versante Mac, è disponibile una versione Aqua per Mac. Non richiede X11, non è pesante e lenta come NeoOffice, ed è disponibile sia per processori Intel, sia per processori PPC. Attenzione: è software alpha, ed è indicato a chiare lettere che non va usato in ambiente di lavoro ma solo per sperimentazione, quindi prendetelo con le pinze.

Io lo sto provando, e finora sta comportandosi molto bene: veloce e scattante anche sul mio iBook G4 di tre anni fa, sia pure con qualche inciampo. Ecco alcuni dei bachi che ho trovato fin qui:
  • come vedete nell'immagine, i menu sono ancora rudimentali nella grafica (ma funzionano)
  • l'apertura di documenti dal Finder e il trascinamento dell'icona del documento sull'icona di OOo non funzionano (questo credo sia il difetto peggiore, fin qui)
  • il trascina-e-molla per spostare una parola o un paragrafo non va
  • ogni volta che si aggiorna una cella di uno spreadsheet, OOo si ferma a ricalcolare per vari secondi
  • l'assegnazione delle funzioni ai tasti non è modificabile
  • perlomeno sul Mac Intel, ci sono occasionali problemi di refresh della finestra e di gestione di alcuni font.
Nonostante tutto, per i documenti più semplici il programma sembra comportarsi adeguatamente, considerato che è appunto una alpha. Per chi ha fretta e/o ha un Mac sul quale NeoOffice è sonnolento e OpenOffice.org/X11 è una croce per gli occhi, la versione Aqua è un piacevole sollievo; speriamo che cresca presto e diventi stabile e pulita.

Conferenza italiana di OpenOffice.org


La Terza Conferenza Italiana di OpenOffice.org, la prima organizzata sotto l’egida dell’Associazione PLIO, si terrà a Firenze il 25 ottobre. Tutti i dettagli sono sul sito dell'associazione. Verranno presentate relazioni sullo stato del progetto, casi di successo nell'adozione di OpenOffice.org, e le caratteristiche della versione 2.3. Chi volesse contribuire con relazioni ed esperienze può contattare il PLIO per proporre presentazioni.

2007/06/17

Installare OpenOffice.org X11 sul Mac

OpenOffice.org sul Mac: installare la versione X11


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "m.naretto" e "sergofan****". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Gli utenti di OpenOffice.org hanno due modi fondamentali di adoperare questo programma gratuito sul Mac. Il primo è la variante NeoOffice, che s'installa come una normale applicazione ma tende a essere piuttosto pesante ed è meno aggiornata rispetto all'OpenOffice.org "normale". In compenso, usa tutte le funzioni grafiche, i font e l'interfaccia standard Aqua di Mac OS X.

E' in fase di sviluppo una versione Aqua di OpenOffice.org installabile direttamente sul Mac e integrata con Mac OS X, ma attualmente è in fase alpha e praticamente inutilizzabile. Ci sarebbe anche l'ipotesi di usare la versione Windows di OpenOffice.org sul Mac Intel usando Crossover, ma costa 60 dollari e OpenOffice.org non è fra le applicazioni testate, per cui si tratta per il momento di un salto nel buio.

In attesa che questa versione alpha cresca un po' e che qualcuno faccia il test di compatibilità Crossover, il secondo modo collaudato e affidabile per avere OpenOffice.org sul Mac è usare OpenOffice.org per X11, che come dice il nome ha bisogno dell'ambiente X11.

Quest'ambiente non viene installato automaticamente: ecco come procedere per chi usa Tiger, la versione più recente di Mac OS X.

La prima cosa è, appunto, installare l'ambiente X11, se non l'avete già fatto per qualche altro motivo. In Tiger, X11 è sul DVD di installazione di Mac OS X. In Panther, invece, occorre andare all'apposita pagina del sito Apple per lo scaricamento di X11 e aggiungere l'update (grazie Luca per i link corretti).

Inserite il DVD di Tiger. Nella finestra che compare, aprite con un doppio clic il pacchetto d'installazione Optional Installs (lo trovate nella zona inferiore della finestra). Nella schermata d'installazione, cliccate su Continua, accettate la licenza e poi scegliete la destinazione (di norma il disco rigido interno del Mac) e cliccate su Continua. Nell'elenco di programmi da installare, espandete la sezione Applicazioni, scegliete soltanto X11 e cliccate su Installa. Seguite le istruzioni a video fino alla fine dell'installazione.

A questo punto dovreste trovarvi con l'ambiente X11 installato in Applicazioni/Utility.

Scaricate OpenOffice.org per X11 dall'apposita pagina del sito dell'applicazione. Assicuratevi di scegliere la versione adatta alla vostra versione di Mac OS X e al vostro processore (Intel o PowerPC). Al momento in cui scrivo, la versione 2.2.1 italiana è disponibile qui, ma soltanto per PowerPC; se vi serve la versione Intel, è disponibile quella 2.2.0 inglese insieme a quelle in altre lingue.

Il pacchetto DMG di OpenOffice.org segue le normali regole d'installazione Apple: si fa doppio clic nel Finder per aprirlo se non s'è già aperto da solo e poi si trascina l'icona di OpenOffice.org alla cartella Applicazioni.

Al primo avvio (anch'esso tradizionale, doppio clic sull'icona di OpenOffice.org nella cartella Applicazioni) viene chiesto due volte se si vogliono usare i font di sistema di Apple: accettate entrambe le richieste, che compaiono soltanto al primo avvio.

Quando parte OpenOffice.org X11 (per brevità OOoX) per la prima volta, vi chiede di accettare la licenza e un paio di dati personali. Poi parte il programma vero e proprio e siete pronti per lavorare. La differenza rispetto alle applicazioni normali è che quando lanciate OpenOffice.org X11 compaiono due icone nel dock: quella di X11 e quella di OOoX e per passare a OOoX occorre (almeno inizialmente) cliccare due volte, e sull'icona di X11 anziché su quella di OOoX.

OOoX è già configurato nel Finder, per cui un doppio clic su un documento nei formati OpenOffice.org (o OpenDocument) permette di aprirli con OOoX. Se avete installato anche NeoOffice e volete scegliere quale versione di OpenOffice usare per aprire un documento, fate clic destro (o Ctrl-clic) sul documento nel Finder per aprire un menu apposito. Potete anche scegliere di aprire i documenti per default con OOoX usando le consuete procedure di Mac OS X.

Per il resto, OOoX funziona come una normale applicazione Mac, con alcune importanti eccezioni:
  • l'interfaccia non è Aqua, per cui la barra menu dell'applicazione è nella finestra dell'applicazione anziché in alto sullo schermo;
  • le funzioni di copia e incolla sono un po' rallentate e limitate (se OOoX vi dice che non c'è nulla negli Appunti, aspettate un paio di secondi e poi ritentate, e occhio ai caratteri accentati e nonstandard);
  • i comandi usano il tasto Ctrl anziché il tasto Mela.

Affinamento di OOoX


Oltre alle consuete personalizzazioni di OpenOffice.org (come il salvataggio automatico, la ricerca di un ambiente Java, la scelta di usarlo per aprire i documenti MS Office, e altro) potete rendere il suo funzionamento un po' meno differente rispetto alle normali applicazioni Mac.

In X11, scegliete Preferenze - Ingresso e disattivate la casella Attiva le abbreviazioni da tastiera sotto X11. Questo permette (dopo un riavvio di X11) di usare le normali combinazioni di tasti Mela-C, Mela V e Mela-X per copiare, tagliare e incollare da un'applicazione a OOoX e viceversa.

La guida online di Eric Bachard (PDF, in inglese) suggerisce anche di impostare Milioni nelle impostazioni dei colori della scheda Uscita delle Preferenze di X11.

Un altro consiglio della stessa guida serve a far sparire la finestra xterm di X11, che è inutile in questo contesto:
  • nella finestra di xterm (se avete dis-adminizzato il vostro Mac, la finestra di xterm deve essere aperta dall'utente amministratore), digitate sudo nano /etc/X11/xinit/xinitrc
  • vi viene chiesta la password di amministrazione
  • trasformate in commento la riga che inizia con xterm & aggiungendo all'inizio della riga un cancelletto (#) e uno spazio, ottenendo # xterm &
  • digitate Ctrl-O e poi Invio per salvare
  • digitate Ctrl-X per uscire dall'editor
Riavviate X11 e aprite OpenOffice.org X11: non ci sarà più la finestra di xterm inutile.

2007/02/23

Sono a Cinisello sabato 24, ci vediamo

Aperitivo informatico a Villa Ghirlanda sabato 24


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Sabato 24 alle 16 (questo sabato, ossia domani al momento in cui scrivo), grazie al Comune di Cinisello Balsamo e all'associazione culturale Openlabs sarò a Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo, per parlare informalmente di open source, di problemi del software libero e non libero, di diritti digitali e di tutto quello che vi verrà in mente di chiedermi (per esempio qualche pettegolezzo sui pezzi tagliati dell'intervista de Le Iene) o di qualche indagine antibufala di quelle che ho svolto ma non ho mai tempo di scrivere.

Non è una vera e propria conferenza, ma una chiacchierata: Openlabs la definisce un "primo esperimento di aperitivo informatico". Infatti seguirà un rinfresco: L'ingresso è libero. E con queste ultime otto parole ho raddoppiato l'audience :-)

Tutte le info sono disponibili sul sito del Comune di Cinisello qui. E' gradita la prenotazione. Ci vediamo!

2007/02/20

Microsoft diventa compatibile con OpenDocument

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Il formato OpenDocument, reso popolare dalla suite gratuita OpenOffice.org e recentemente diventato standard ISO (26300), è ora gestibile anche con Microsoft Word XP, 2003 e 2007. Grazie a un add-in gratuito, scaricabile presso Sourceforge.net, gli utenti di queste versioni di Word possono infatti leggere e creare file scritti in questo formato. Gli utenti di altre versioni possono usare un convertitore autonomo reperibile presso lo stesso sito.

E' un grande passo avanti verso l'adozione di un formato universalmente utilizzabile a prescindere dal programma e dal sistema operativo utilizzato. Questo, a sua volta, facilita l'adozione di sistemi operativi liberi e, in ultima analisi, farà risparmiare un bel po' di soldi agli utenti privati, alle aziende e alle pubbliche amministrazioni, come per esempio in Francia e in Belgio.

OpenDocument è il punto di partenza fondamentale di questo grande cambiamento. Guardate come ne parla un ente solitamente posato come l'UNI:

La norma tecnica UNI CEI ISO/IEC 26300, pubblicata in questi giorni come adozione nazionale della norma ISO/IEC 26300, rappresenta il capitolo finale di un lungo percorso che ha portato per la prima volta alla definizione, in ambito normativo, di uno standard universale per i documenti elettronici, svincolandoli dalla applicazione che li ha generati: si tratta del formato OpenDocument (ODF).

Ad oggi la gran parte dei documenti che siamo soliti gestire con il computer sono generati da software commerciali, ognuno dei quali possiede un proprio formato proprietario. Ciò comporta che, per poter leggere o modificare tali file, l’utente debba avere a disposizione lo stesso programma (ed in alcuni casi anche la stessa versione) utilizzato dall’estensore del documento oppure un programma che faccia da filtro per la visualizzazione.

Viceversa, il supporto a OpenDocument offerto da Microsoft consente agli utenti di Microsoft Office di restare fedeli alla loro suite ma gestire i file OpenDocument, frenando quindi la fuga degli utenti (a volte obbligata da norme legali o da esigenze di risparmio) e consentendo a Office di competere alla pari, sulla forza dei propri meriti (che sono indubbi), anziché dominare il mercato grazie a un formato segreto che lega gli utenti.

Parlando schiettamente, OpenOffice.org (che supporta nativamente OpenDocument) è molto più pesante di Microsoft Office, e ci sono molte circostanze nelle quali preferirei usare Word per scrivere i miei testi o PowerPoint per creare presentazioni perché hanno un'interfaccia più efficiente e girano veloci anche su computer modesti come quelli che ho io. Ora lo potrò fare (sì, ho una licenza per Microsoft Office, e anche sul Mac).

Il supporto OpenDocument di Microsoft verrà esteso gradatamente anche alle presentazioni e agli spreadsheet, consentendo agli utenti Powerpoint ed Excel di preparare documenti leggibili anche con altri programmi, come Abiword, Koffice o il già citato OpenOffice.org, oltre che con le applicazioni via Web come Google Docs and Spreadsheets o Editgrid.

C'è chi si preoccupa che questa sia una mossa di Microsoft per sabotare il formato OpenDocument fornendo un supporto incompleto o inadeguato che faccia fare brutta figura a questo formato; ma il software di conversione è open source, per cui è facilmente correggibile e migliorabile. Per il momento, per Microsoft questa è una mossa coraggiosa e lodevole.

A sua volta, anche OpenOffice.org si appresta ad integrare un traduttore dal formato OpenDocument al formato Open XML di Microsoft Office, per cui sarà possibile salvare in un formato Microsoft senza usare software Microsoft. Anche questo è un passo verso l'eliminazione delle barriere informatiche.

2006/05/03

Il formato OpenDocument diventa standard ISO

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "angelogr" e "pingu".

OpenDocument, il formato usato da OpenOffice.org, NeoOffice, AbiWord, Kword e altri programmi per creare testi, fogli di calcolo e presentazioni, è da oggi uno standard ISO.

Restano alcune formalità burocratiche, ma il grosso è fatto. Il formato OpenDocument (ODF) acquisisce la sigla ISO/IEC 26300, e questo lo rende molto più appetibile per istituzioni e governi che di queste benedizioni formali fanno spesso una ragion d'essere o un requisito essenziale.

OpenDocument è utilizzabile liberamente e gratuitamente da chiunque e per qualsiasi scopo, senza licenze e senza vincoli: le sue specifiche sono pubblicate qui. Chi scrive i propri documenti elettronici in questo formato standard evita di essere costretto a usare uno specifico programma per leggerli: è vero padrone dei propri dati.

Chi invece preferisce usare un formato non documentato è obbligato a usare il programma che usa quel formato ed è quindi schiavo di chi vende quel programma. Se domani il venditore decide che la licenza del programma costa il doppio, l'utente non ha scelta, se non vuole prima o poi perdere l'accesso ai propri dati.

Anche OpenXML, il formato proposto da Microsoft come alternativa ai formati binari non documentati della sua suite Office, è in procinto di essere esaminato dall'ISO/IEC come possibile standard, ma è più indietro nell'iter.

Per usare sin da subito il formato OpenDocument, potete scegliere uno dei vari programmi citati sopra, sia a pagamento, sia gratuiti.

2006/04/28

OpenOffice 2.0.2 anche per Mac PPC, disponibile gratis dal 23 maggio

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L'articolo è stato aggiornato dopo la sua pubblicazione iniziale.

La versione alpha (sperimentale ma usabile) di NeoOffice 2.0, l'adattamento della più recente versione di OpenOffice.org, confezionato per i Mac basati su processore Power PC, sarà scaricabile gratuitamente dal 23 maggio prossimo dal sito di NeoOffice. Chi la vuole avere prima può offrire una donazione ai programmatori, Patrick Luby ed Edward Peterlin.

È un passo importante per gli utenti Mac di OpenOffice.org, che si sono trovati finora sempre indietro di varie versioni rispetto agli utenti Linux e Windows di questa suite libera e gratuita, a meno di ricorrere alle versioni X11 per Mac, non proprio facili da installare e soprattutto scomode perché poco integrate nell'interfaccia di Mac OS X.

Adesso, invece, anche chi usa il Mac (quello "vecchio", non quello nuovo basato su processori Intel) può usare la versione più recente di OpenOffice.org, che rispetto alle precedenti ha delle evoluzioni profonde: è più leggero e meglio organizzato, ha molte funzioni in più e una migliorata compatibilità con i documenti Microsoft, ma soprattutto usa il formato pubblico e libero OpenDocument, che sta per diventare uno standard, è leggibile e scrivibile da vari programmi ed è in corso di rapida adozione in varie organizzazioni (una per tutte, IBM).

Grazie anche alle vostre donazioni, l'ho provato in anteprima per voi: ecco com'è andata.


Donazione e download


NeoOffice è software libero, sotto licenza GPL, ma questo non vieta ai suoi creatori di chiedere sostegno economico per il proprio lavoro di adattamento. Nasce così la formula della donazione per avere in anteprima ciò che sarà gratuito in seguito.

Con una donazione di 25 dollari (poco più di 20 euro) si può avere adesso NeoOffice 2.0 alpha invece di aspettare fine maggio. Visto che io lo uso tutto il santo giorno per i miei libri e lavori (i miei clienti chiedono il formato di NeoOffice/OpenOffice.org) e mi sembra cosa buona e giusta aiutare dei programmatori che fanno un gran bel lavoro e mi fanno risparmiare i soldi di una licenza di Microsoft Office per Mac, ho fatto la donazione tramite Paypal. Dopo il 9 maggio, fra l'altro, la donazione richiesta scende a 10 dollari.

In pochi minuti mi è arrivato un codice che mi ha permesso di scaricare i 113 megabyte di NeoOffice 2.0 (15 mega in meno della versione precedente). L'interfaccia è soltanto in inglese in questa versione alpha, mentre le versioni precedenti di NeoOffice permettono di scegliere la lingua dell'interfaccia (e anzi adottano automaticamente la lingua che usate per Mac OS X): presumo quindi si tratti di una lacuna temporanea, anche perché il menu di configurazione di NeoOffice 2.0 include già una voce per consentire questa scelta.

Nonostante l'interfaccia soltanto inglese, NeoOffice 2.0 include già i dizionari per il controllo ortografico italiano, oltre a quelli per inglese, tedesco, olandese, ungherese, swahili e thai.


Installazione


L'installazione non comporta grandi stranezze per chi usa il Mac: il solito doppio clic sul file *.dmg scaricato, per montarlo come volume nel Finder, un altro doppio clic sul file NeoOffice.pkg presente nel volume, e parte l'installazione guidata (in italiano, se usate Mac OS X in questa lingua).

NeoOffice 2.0 occupa 300 megabyte su disco. Se avete già installato una versione precedente di NeoOffice sul vostro Mac, viene sostituita e ne vengono ereditate le impostazioni durante il primo avvio dell'applicazione (questa parte della procedura è in inglese).


Prime impressioni


A parte l'evidente lifting fatto all'interfaccia e alle icone di NeoOffice, identiche a quelle dell'attuale versione Windows e Linux più recente, noto un certo miglioramento della reattività del programma, notoriamente un po' lento.

Ovviamente la più grande novità è la possibilità di usare il nuovo formato standard OpenDocument anche in scrittura (prima gli utenti di NeoOffice potevano soltanto leggere questo formato). È interessante notare che il formato OpenDocument a volte scrive file più grandi rispetto al formato OpenOffice: per esempio, uno spreadsheet di 108 K nel vecchio formato cresce a 368 K in OpenDocument, mentre il mio Acchiappavirus rimane invariato a 200 K in entrambi i formati. In cambio, però, il salvataggio in OpenDocument è notevolmente più veloce.

La stabilità lascia invece un po' a desiderare: NeoOffice 2.0 alpha si pianta con una certa facilità. Questo, però, non deve sorprendere, visto che dopotutto si tratta appunto di software alpha e la cosa è chiaramente indicata nelle avvertenze. In ogni caso, nei vari crash che mi sono capitati, NeoOffice ha sempre salvato tutti i dati prima di piantarsi. È già disponibile una patch che corregge alcune magagne.

Vi saprò dire di più nei prossimi giorni, man mano che lo uso per lavoro. Nel frattempo, apprezzo alcune piccole cose: la disponibilità dell'opzione che rimuove i metadati personali dai documenti, e l'arrivo del conteggio delle parole nei blocchi di testo, carenza finora imbarazzante di NeoOffice.


Aggiornamento (2006/05/15)


Le prime due settimane di utilizzo intensivo non hanno rivelato magagne significative. L'unica stranezza degna di rilievo è la lentezza del controllo ortografico: si vede letteralmente il cursore che scandisce le singole lettere del testo. In quanto a stabilità, nessun problema dopo i primi crash avvenuti durante una modifica a un grafico integrato in uno spreadsheet.
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