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Il Disinformatico

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2007/12/11

Antibufala: Bill Gates ti paga se spammi

Se diffondi questo e-mail, Bill Gates ti paga!


Indagine iniziale: 29/5/2002. Ultimo aggiornamento: 18/11/2008.

English Abstract
An e-mail appeal claims that Microsoft and AOL will pay you if you forward the appeal to your friends. This, the appeal says, is part of a scheme to promote the use of Internet Explorer. This is a very old hoax, which dates back to 1997, and for once we know who started it. There is no such promotional scheme and the e-mail appeal is not traced by Microsoft or AOL. Links with further information (mostly in Italian) are provided below.


Il testo dell'appello


Le varianti di questo appello sono numerosissime, ma la falsariga è quella mostrata qui sotto.

Cari Amici

Leggete questa lettera ed agite velocemente. Io vi invio questa lettera, in quanto tale informazione mi è stata inviata da un professionista e caro amico.

La Microsoft e AOL, al giorno d'oggi le piu' grandi compagnie della rete, per assicurare ad Internet Explorer il posto di programma più usato, hanno testato la versione beta di questo programma.

Quando invierete questa lettera ai vostri amici, Microsoft la controllerà (sempre che essi usino Microsoft Windows) per 2 settimane.

Microsoft vi pagherà $ 245 per ogni persona a cui manderete questa comunicazione. Microsoft pagherà $ 243 per ogni vostra lettera forwardata e per ogni terza persona che riceverà la vostra comunicazione, Microsoft pagherà $ 241.

Tra due settimane, Microsoft si metterà in contatto con voi via e-mail vi spedirà l'assegno.

Io all'inizio ho dubitato fino a quando, due settimane dopo che ho mandato tale comunicazione, non ho ricevuto per posta elettronica la comunicazione e alcuni giorni dopo l'assegno di $24800.00.

Dovete assolutamente mandare tale comunicazione prima che termini il test della versione beta di Internet Explorer.

Colui che si può permettere tutto questo è il signor Bill Gates.

Tutte le spese di marketing sono da lui sostenute.

A fine settembre 2005 ha iniziato a circolare una versione convertita pari pari in euro:

Io vi invio questa lettera, in quanto tale informazione mi è stata inviata da un professionista e caro amico.

La Microsoft e AOL al giorno d'oggi le piu grandi compagnie della rete, per assicurare ad Internet Explorer il posto di programma più usato, hanno testato la versione beta di questo programma.

Quando invierete questa lettera ai vostri amici, Microsoft la controllerà (sempre che essi usino Microsoft Windows) per 2 settimane.

Microsoft vi pagherà €245 per ogni persona a cui manderete questa comunicazione. Microsoft pagherà €243 per ogni vostra lettera forwardata e per ogni terza persona che riceverà la vostra comunicazione, Microsoft pagherà €241.

Tra due settimane, Microsoft si metterà in contatto con voi via e-mail e vi spedirà l'assegno. Io all'inizio ho dubitato fino a quando, due settimane dopo che ho mandato tale comunicazione, non ho ricevuto per posta elettronica la comunicazione e alcuni giorni dopo l'assegno di €24800.00.

Dovete assolutamente mandare tale comunicazione prima che termini il test della versione beta di Internet Explorer.

Colui che si può permettere tutto questo è il signor Bill Gates.

Tutte le spese di marketing sono da lui sostenute.


Datazione e origini


Le prime segnalazioni di questo caso sono giunte al Servizio Antibufala a maggio 2002.

Una volta tanto si sa esattamente da dove è partito quest'appello. Come raccontato in un gustoso articolo di Wired di giugno 2004, il suo autore è Bryan Mack, all'epoca studente nell'Iowa. Rintracciarlo è stato possibile grazie alla diligenza di Martin Miller, studente della University of Houston nonché archivista dilettante di Internet, che aveva conservato ogni copia di quest'appello ricevuta nell'arco di sette anni e aveva pubblicato la propria collezione su Internet. La copia di più vecchia data (18 novembre 1997) contiene appunto il nome di Bryan Mack.

Mack ha ammesso di essere l'autore, e che l'appello è nato come burla fra amici. Un suo collega aveva appena ricevuto uno dei soliti e-mail che promettono metodi improbabili per fare soldi in fretta, e Mack pensò che si potesse fare di meglio. Tre minuti dopo aveva confezionato il testo originale dell'appello:

My name is Bill Gates. I have just written up an email-tracing program that traces everyone to whom this message is forwarded to. I am experimenting with this and I need your help. Forward this to everyone you know, and if it reaches 1,000 people, everyone on the list will receive $1,000 at my expense. Enjoy. Your friend, Bill Gates.

Mack lo mandò ad alcuni amici, i quali si fecero due risate e la diffusero ai loro amici, e così via. In pochi giorni la burla si sparse a macchia d'olio e cominciò a fare le prime vittime, che contattarono Mack chiedendo che fine avessero fatto i soldi promessi, e nacquero le varianti sempre più implausibili. E grazie all'ingenuità degli utenti, continua a circolare ancor oggi.


Perché è una bufala


Come descritto sopra, il messaggio è stato creato per fare una burla. Ma anche senza conoscerne le origini, l'appello ha numerosi indizi che ne rivelano la natura bufalina.

  • Bill Gates non è stupido e non regala soldi a nessuno in questo modo. Se quello che dice l'appello fosse vero, basterebbe mandare l'appello a dieci amici per intascare 2450 dollari (o euro, a seconda delle versioni). Questo dovrebbe essere ovvio anche per il più ingenuo degli internettari, ma evidentemente non lo è, perché l'appello continua a circolare da anni, tipicamente accompagnato dal ragionamento "tentar non nuoce". Invece nuoce: diffonderlo fa fare la figura degli allocchi.
  • Non esiste un programma di tracciamento della posta che funzioni nel modo descritto dall'appello.
  • Non è indicata alcuna data di scadenza del test. Per quel che se ne sa dal messaggio, il test (ammesso che fosse vero) potrebbe essersi concluso anni fa.
  • AOL non ha alcun interesse a sostenere Internet Explorer; anzi, promuove l'uso di un altro browser (Netscape, di sua proprietà dal 1999) e giusto per dirne una fece causa a Microsoft a gennaio 2002, come documentato da News.com.


Varianti e garanti: il consiglio del Consigliere (dicembre 2002)


A dicembre 2002 ha preso a circolare una variante che dichiara di provenire da un non meglio precisato Servizio Clienti Euro System, che afferma di inviare l'appello perché gli è stato inviato "da un professionista e caro amico. o meglio da un nostro Consigliere API, nel contempo Consigliere AICE" ed è completato da una "firma" in calce:

Emilio Bossi, Apimilano - Servizio Estero (29.10.01).

Si tratta quasi sicuramente di una burla applicata alla burla; lo si nota perché la precisazione del Consigliere è stata aggiunta alla versione originale così maldestramente che è rimasto il punto di fine frase tra "e caro amico" (originale) e "o meglio..." (aggiunta). Probabilmente qualcuno voleva fare un dispetto a una persona che ha queste due qualifiche, e che potrebbe essere lo stesso Emilio Bossi.

Fra l'altro, una rapida ricerca in Google con la parola chiave "apimilano" e il nome del Bossi in questione che ho fatto nel 2006 rivela che esisteva davvero una persona alla Apimilano che aveva questo nome. La Apimilano è l'Associazione Piccole e Medie Imprese di Milano e provincia, ed Emilio Bossi era indicato come il suo Responsabile Ufficio Servizio Estero. Volendo, si potrebbe indagare, sempre tramite Google, su chi sia il malcapitato che è consigliere API e nel contempo consigliere AICE, visto che i relativi elenchi sono disponibili online, ma sinceramente non credo ne valga la pena.

Credo sia ovvio, ma lo dico lo stesso per scrupolo, che anche questa variante è una bufala.


Altri garanti involontari: settembre 2005


La versione convertita in euro dell'appello che ha preso a circolare a fine settembre 2005 ha come garante apparente l'Agenzia delle Entrate, nella persona della "Dott.ssa Rosanna Grauso - Ufficio di Roma 2 - Area Controllo - Team 2 Assistenza Legale – Contenzioso Tributario", citata includendo anche i suoi di numeri di telefono e il suo indirizzo di e-mail lavorativo (che non riporto qui come misura antispam).

L'11/10/2005 ho ricevuto dalla Dott.ssa Grauso questa smentita:

Mio malgrado, e non so come, sono stata coinvolta in una sorta di catena elettronica avente ad oggetto l'email a cui si riferisce la quale non è assolutamente partita da me, né dall'Agenzia e che non contiene assolutamente informazioni veritiere (come sicuramente, dal tenore letterale del testo ne è dato desumere!).
PER FAVORE, LO FACCIA PRESENTE A CHI LE HA INVIATO L'EMAIL E A COLORO AI QUALI L'ABBIA EVENTUALMENTE INOLTRATA LEI! Grazie per la collaborazione

È possibile che la Grauso abbia ricevuto e inoltrato l'appello dal proprio posto di lavoro e che il programma di e-mail abbia apposto automaticamente le sue coordinate in calce all'inoltro, come capita molto spesso. In ogni caso, la "firma" della Grauso in calce all'appello non autentica l'appello in alcun modo.


Variante Word (silvia.doc, dicembre 2007)


Intorno ai primi di dicembre 2007, l'appello ha ripreso a circolare con la "firma" della Grauso e dell'Agenzia delle Entrate, ma con una variante: si tratta di un documento in formato Word che per motivi insondabili si chiama silvia.doc. Nelle proprietà del documento si trova il nome Carmelo Emanuele come autore e l'ultimo salvataggio risulta essere stato fatto dall'Azienda Ospedaliera S. Martino. La data di creazione del documento è il 16 marzo 2007, mentre l'ultima stampa risale addirittura al 17 ottobre 2005.


La variante dell'avvocato (ottobre 2008)


Verso la fine di ottobre del 2008 ha preso a circolare questa versione con tanto di avvocato "garante":

Generalmente non invio messaggi di questo genere, ma questo mi è arrivato da un'ottima amica, avvocato, e mi sembra che sia un'opportunità interessante. Lei dice che funzionerà, e FUNZIONA!!! Dopotutto, non c'è niente da perdere!

Ecco qui quello che dice:

Sono avvocato, e conosco la legge. Questo, E' reale. Non sbagliatevi. AOL e Intel manterranno le loro promesse per paura di essere trascinate in tribunale e dover far fronte a una causa di milioni e milioni di dollari. Come quella della Pepsi Cola contro la General Electric, non molto tempo fa.

Cari amici, per favore, NON prendete questo messaggio per un bidone. Bill Gates STA condividendo la sua fortuna. Se lo ignorate, potreste rimpiangerlo più tardi.

Windows rimane il programma più diffuso ed utilizzato nel mondo. Microsoft e AOL sperimentano inviando questo test via messaggio elettronico (e-mail Beta Test). Quando inviate questo messaggio elettronico (e-mail) ai vostri amici, Microsoft può rintracciarvi (se siete un utilizzatore di Microsoft Windows) per 2 settimane.

Ad ogni persona che invierà questo messaggio, Microsoft pagherà 245 euro. Per ogni persona a cui avete inviato questo messaggio e che lo invierà ad altre persone, Microsoft vi pagherà 243 euro. Per la terza persona che lo riceverà, Microsoft vi pagherà 241 euro.

Fra due settimane, Microsoft vi contatterà per la Conferma del vostro Indirizzo Postale e vi invierà un assegno.

(Sinceramente, Charles Bailey, General Manager Field)

Pensavo che questo fosse un imbroglio, o uno scherzo, ma 2 settimane dopo aver ricevuto questo messaggio e averlo riinviato, Microsoft mi ha contattato per conoscere il mio indirizzo postale e mi hanno inviato un assegno di 24.800 euro.

Dovete rispondere prima che questa prova sia terminata; se qualcuno ha i mezzi per fare quest'operazione, è Bill Gates. Per lui, c'è un ritorno commerciale. Se questo vi soddisfa, inviate questo messaggio a più persone possibile.

Dovreste ricevere almeno 10.000 euro. Non li aiuteremmo, inviando questo messaggio, se non ce ne venisse un qualche cosina anche a noi. La zia di un mio caro amico, che lavora per Intel, ha appena ricevuto un assegno di 4543 euro, semplicemente inviando questo messaggio.

Come ho detto prima, conosco la legge, e c'è del vero, Intel e AOL sono in negoziato per una fusione, con la quale diventerebbero la compagnia più importante del mondo nel settore, e per essere sicuri di rimanere il programma più diffuso e utilizzato in assoluto, Intel e AOL sperimentano con questa prova.

Dimitri Gustin
per ulteriori dettagli, ecco il mio numero di telefono: 0032473/404100

Premesso e ribadito che il messaggio è una bufala e non vi arriverà neanche un euro (ma vi arriveranno gli accidenti delle persone alle quali la inoltrate), la cosa buffa è che esiste un "Charles Bailey, General Manager Field", almeno stando a Spoke.com. Il numero di telefono di Dimitri Gustin è belga (prefisso 0032) ed è un cellulare (prefisso 473, rete Proximus), stando ai dati di Applied Language. Ma i ripetuti tentativi di chiamarlo restituiscono un messaggio di numero non valido.

Questa variante dell'appello non è esclusiva italiana: Hoaxbuster ha qui la versione in francese.


Psicologia delle bufale


Come fa una storiella talmente stupida a restare in circolazione per oltre dieci anni? Facendo leva sulle nostre emozioni per mettere in secondo piano la razionalità. Sicuramente una delle ragioni di tanto successo è il suo appello all'avidità, con la tentazione del guadagno facile. Ma c'è anche un aspetto altruista: infatti la si passa agli amici sia per guadagnare personalmente, sia per offrire loro la (inesistente) possibilità di guadagnare a loro volta.

E poi c'è la pigrizia: come racconta l'articolo di Wired, una delle persone intervistate rispose che l'aveva inoltrata perché tanto "non c'era niente da perdere". In aggiunta, per fare un inoltro a tutti è sufficiente un paio di cliccate, mentre per controllare la validità del messaggio ci vuole più fatica, per cui la pigrizia spinge verso l'inoltra a tutti compulsivo.

C'è anche un altro aspetto, rivelato sempre dall'articolo di Wired: l'appello fa leva sulla diffusa percezione che abbiamo di essere sorvegliati tramite la tecnologia. L'affermazione che Bill Gates si permette di controllare se abbiamo inviato o no l'appello è evidentemente ritenuta normale, anzi tristemente plausibile, da molte persone. Questo la dice lunga sul modo in cui la tecnologia, e specialmente l'informatica, viene capita poco e presa con diffidenza. Come sempre, le bufale di successo sono lo specchio dell'anima degli internauti.

25 anni di Commodore 64

C64 forever... anche se io avevo lo Spectrum


Prima della tifoseria Windows contro Mac, prima che molti degli script kiddie di oggi sapessero distinguere un portarotolo da una porta USB, c'era la contesa fra utenti Commodore 64 e utenti Sinclair Spectrum. Io ero un Sinclairiano. Ero povero e invidiavo chi si poteva permettere il C64.

Ma se c'è un pregio della vecchiaia (intendo "vecchiaia" solo in termini informatici), è che stempera le tifoserie, per cui festeggio con piacere la vittoria storica del rivale del mio amato Spectrum. La tavoletta nera coi tasti di gomma sui quali ho mosso i miei primi passi nel personal computing e le notti insonni passate a fare grafica 3D (wireframe, cosa credete) in 80 K di RAM (sì, ottanta) saranno sempre fra i miei ricordi informatici più cari.

All'epoca, lo Spectrum era la macchina per smanettoni; il C64 era considerato troppo da figli di papà (un po' come il Mac di qualche tempo fa e ancora oggi, per alcuni che stanno ancora dormendo). Però il Commodore 64 ha dimostrato di essere una macchina assai più longeva e mitica, e questo va riconosciuto.

Correva l'anno 1982. Il primo PC IBM aveva sì e no un anno, lo smiley era appena stato inventato da Scott Fahlman, una certa Micro-Soft aveva da poco rilasciato una cosa chiamata MS-DOS, il Minitel francese muoveva i primi passi, Arpanet veniva coraggiosamente ribattezzata "Internet", c'era la guerra delle Falkland, Reagan presidente, la DeLorean Motor Company falliva, morivano Gilles Villeneuve e Roberto Calvi, c'era ancora l'Unione Sovietica, dilagava il cubo di Rubik, debuttava il CD. I film dell'anno erano E.T., Star Trek: L'ira di Khan, Tootsie e Ufficiale e Gentiluomo. Supercar era considerato il non plus ultra dell'intrattenimento. Avete inquadrato il contesto? Se non avete annuito con nostalgia ad almeno una di queste citazioni, potete anche non leggere oltre.

Ancora qui? Bene. Allora godetevi questi numeri. Trenta milioni di pezzi venduti. Dodici anni di presenza sul mercato (fino al 1994), e il suo software vive ancora attraverso gli emulatori (qui ce n'è uno in Java). Dal 1983 al 1985, al mondo c'erano più C64 che PC IBM o Apple. Costava 595 dollari dell'epoca al debutto (il doppio del mio Spectrum), ma il prezzo scenderà rapidamente a un terzo.

La grafica? 40x25 caratteri o 320x200 pixel: quella di un telefonino di oggi. Sedici colori. No, non sedici milioni: sedici e basta, ed era meglio di quello che potevano fare i rivali IBM e Apple. Il resto lo faceva la fantasia.

A differenza dei rivali per il mondo professionale, per il Commodore 64 il monitor non era indispensabile: aveva un'uscita composita e un modulatore TV, per cui si attaccava a un qualsiasi televisore sintonizzandolo su un canale libero.

Anche l'audio era straordinario, rispetto alla concorrenza: tre canali separati, otto ottave, quattro forme d'onda, mentre IBM e Apple avevano uno squallido altoparlantino che faceva "bip" e basta.

Memoria: 64 K di RAM (donde il nome). Processore: un megahertz. Avete letto bene. Pensateci, la prossima volta che il vostro mostro di gigabyte e gigahertz annaspa a far girare Vista o Leopard. E il C64 si accendeva subito. Tempo di boot? Zero.

Di dischi rigidi, CD-ROM o roba del genere, manco l'ombra. Non c'era neppure il floppy: o meglio, c'era, ma si comperava a parte e costava un rene. C'erano le cartridge, ma erano rare e venerate come le ragazze ai raduni dei geek (allora più di oggi; è un miracolo che gli informatici non si siano estinti).

Ci si arrangiava, come si faceva del resto con lo Spectrum, con un registratore a cassette (uno dedicato, il Datassette, nel caso del C64, uno qualsiasi nel caso dello Spectrum). Sì, i dati venivano registrati su nastro, a 300 baud. Il procedimento era di una lentezza esasperante e di un'affidabilità che fece scoprire agli informatici nuove vette di sofferenza. Per noi, dopo l'agonia della cassetta, un crash di Windows sarebbe sembrato niente.

A proposito di Windows: Antonio Dini, fra l'altro, segnala nella sua celebrazione del C64 che il BASIC installato nel Commodore 64 era quello di un certo Bill Gates, al quale fu pagato poche migliaia di dollari una tantum per poi essere rivenduto dalla Commodore in milioni di esemplari. Zio Bill imparò la lezione.

Riguardando l'informatica di allora con gli occhi di oggi, sembra davvero un miracolo che ci sia stato un boom basato su trabiccoli di questa natura. Ma era proprio questo il bello: studiare, comperare riviste specializzate (mica c'era Internet!), digitare a mano interi programmi trascrivendoli dai listati delle riviste, scambiarsi trucchi per tirar fuori qualche prestazione in più, essere pionieri.

Essere padroni di quel piccolo mondo, di quei sessantaquattro miseri kappa (che poi erano in realtà di meno), poter creare noi stessi un programma, invece di dipendere da quello che passava il convento, era esaltante e liberatorio, come lo era stato l'avvento delle radio libere o del videoregistratore.

Uno sprite alla volta, sentivamo di poter cambiare il mondo. E alcuni di noi l'hanno fatto: hanno costruito Internet.

2007/12/10

Piccolo test antispam

Voglio farmi spammare, è per la causa... no, è per la TSI


Sto collaborando con la televisione svizzera di lingua italiana a un'indagine sulla situazione dello spam. Per questo ho aperto una casella di posta sacrificale: è massimo.dellapena@pobox.com.

Ne pubblico online le coordinate oggi alle 13.40 per la prima volta. Adesso vediamo quanto tempo ci mette ad arrivare il primo spam nonostante i filtri antispam di Pobox e Google (presso il quale appoggia massimo.dellapena@pobox.com).

Aggiornamento: su consiglio dei commenti, ho registrato anche massimo.dellapena2@libero.it alle 14:50.

Complotti a Cornate d’Adda il 14/12: perché ci affascinano le cospirazioni? Dal Codice da Vinci all'11 settembre

Sono stato invitato a parlare di cospirazionismo e bufale a Cornate d'Adda (Milano) il 14 dicembre prossimo, alla biblioteca pubblica di via Manzoni 2 alle 21. Per tutti i dettagli, contattate s.tamburrini chiocciola sbv.mi.it.

2007/12/07

John Titor, viaggiatore nel tempo, stasera a Radio Zerosei; la bozza del mio libro

No, non c'è lui in persona, purtroppo: ma c'è il mito di John Titor, insieme ai viaggi nel tempo di ogni genere, come tema della trasmissione radio Spazio Zerosei, in onda questa sera a partire dalle 22 a Radio Zerosei e Nuova Spazio Radio e ricevibile anche in streaming.

Della strana storia di Titor (una persona apparsa su Internet a fine 2000 dicendo di provenire dal 2036) mi sono già occupato in passato con due articoli (uno e due) e con una collaborazione con la Televisione della Svizzera Italiana, che ad aprile 2007 ha trasmesso un documentario di circa 45 minuti (guardabile in streaming)* sull'argomento, realizzato da Luca Jäggli recandosi anche nei luoghi descritti da Titor.

* 2022/09. Lo streaming è visibile (almeno in Svizzera) su Playsuisse qui.


Visto che l'interesse per questa storia non sembra diminuire, sto preparando un libro digitale dedicato alla ricostruzione della vicenda, intitolato John Titor - Mito senza tempo, che raccoglierà tutto quello che ho scoperto a proposito di una storia che più che un viaggio nel tempo è un viaggio nella mente. Stanotte, al termine della trasmissione, ne potrete leggere la prima bozza qui.


Aggiornamento


La bozza del libro, una quarantina di pagine, è online come PDF liberamente scaricabile. Contiene un po' di materiale credo inedito, come per esempio la trascrizione (con relativa traduzione in italiano) dell'unica "intervista" radiofonica alla presunta madre di John Titor, che però non fa mai sentire la propria voce: parla tramite il suo avvocato, Larry Haber. E sembra proprio che ci sia lui dietro a tutta questa faccenda: sua, per esempio, è l'intestazione della John Titor Foundation, come risulta dai documenti di costituzione (che trovate nel libro).

Se il progetto vi piace e/o volete collaborare (per esempio con una bella grafica per la copertina), fatemelo sapere via mail o nei commenti e lo amplierò man mano con il resto del materiale che ho già, e poi lo pubblicherò anche in versione cartacea. Se non vi piace, non ditemelo. Per favore.

2007/12/04

Musica classica legale online

Deutsche Grammophon online


Basta il nome, e basta il link. Musica classica a 320 kbps, comprese le opere introvabili su vinile o CD. Tutto legale, e senza lucchetti DRM. Corro a fare la spesa!

Disastri informatici, la compilation (seconda parte)

La compilation dei disastri informatici prosegue


Ispirato dalla lista di disastri informatici pubblicata recentemente da ZDnet, ecco il seguito di una mia compilation personale (iniziata qui) che in parte si sovrappone a quella di Zdnet. Ma la mia è più cattiva.


1985-1987: il software di radioterapia fa quattro morti


Un errore nel software di una macchina per radioterapia Therac-25, fabbricata dalla Atomic Energy of Canada Limited (AECL), sottopose pazienti malati di cancro a sovradosaggi letali di radiazioni, mietendo quattro vittime. I familiari fecero causa, ottenendo sempre risarcimenti extragiudiziali.

Una successiva indagine condotta dagli scienziati indipendenti Nancy Leveson e Clark Turner scoprì che gli errori continuarono anche dopo che la AECL pensava di aver corretto alcuni errori. Un articolo e un successivo approfondimento, entrambi della Leveson, sono pubblicati qui e qui, e Wikipedia offre altre fonti.


1991: i missili Patriot e la guerra del Golfo


Durante la prima Guerra del Golfo, il sistema antimissile americano Patriot intercetta numerosi missili Scud iracheni, ma fallisce frequentemente. Il fallimento più grave consente a uno Scud di uccidere 28 soldati americani a Dhahran, in Arabia Saudita, il 25 febbraio 1991.

Gli errori derivano da un difetto nel software, che introduce uno scarto di 0,34 secondi. Come raccontato da Ivars Peterson in Fatal Defect, il sistema antimissile era concepito per funzionare ininterrottamente per un massimo di 14 ore. Durante l'attacco a Dhahran, la batteria difensiva di Patriot era rimasta in funzione per 100 ore senza interruzioni, per cui gli errori nell'orologio interno del sistema si erano accumulati al punto da rendere inservibile il sistema di tracciamento dei missili da abbattere.

I militari avevano già individuato il problema, ma non riuscirono a trasmettere la correzione in tempo utile. Ne parla il General Accounting Office statunitense in questo rapporto.


1994: Il processore Pentium sbaglia a fare i conticini


Il professor Nicely del Lynchburg College, Virginia, scopre che il processore Pentium fornisce risposte inesatte ad alcune equazioni complicate. In seguito vengono trovati errori di calcolo riscontrabili anche eseguendo semplici moltiplicazioni e divisioni con la Calcolatrice di Windows. Per esempio, 4195835.0/3145727.0 dovrebbe restituire 1.333 820 449 136 241 000, ma il Pentium restituisce 1.333 739 068 902 037 589.

In realtà il baco è infrequente e ha effetti pratici molto modesti, ma la superficialità con cui la Intel (fabbricante del Pentium) reagisce al difetto indigna molti consumatori. Alla fine la Intel è costretta a offrire la sostituzione gratuita di tutti i processori difettosi, al costo stimato di 450 milioni di dollari. Il resoconto aggiornato di Nicely è qui. La Intel ne parla qui.


1995: il software mette in piazza i segreti fiscali


Come racconta il Risks Digest, Il programma MacInTax della Intuit (per Macintosh e Windows), dedicato alla compilazione delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti americani, ha una serie di errori talmente gravi da indurre la Intuit a impegnarsi a risarcire eventuali multe e interessi inflitti dal Fisco statunitense a chi ha usato il software producendo dichiarazioni false o errate.

Uno dei difetti più inquietanti, scoperto a marzo del 1995, è che il codice presente nei file di debug di MacInTax consente agli utenti Unix di accedere al computer centrale della Intuit, dove vengono conservate tutte le dichiarazioni redatte con MacInTax, e modificarle o cancellarle.


1995: aeroporto avveniristico messo in ginocchio dallo smistamento bagagli


Il nuovissimo Denver International Airport doveva essere all'avanguardia, con il suo complesso sistema computerizzato di smistamento dei bagagli e ottomila chilometri di cavi in fibra ottica. Ahimé, dei difetti nel sistema di smistamento finirono per tritare alcune valigie e far schiantare contro i muri i carrelli automatici.

L'aeroporto fu costretto ad aprire 16 mesi dopo la data prevista, con uno sforamento di 3,2 miliardi di dollari rispetto ai preventivi... e con un sistema di smistamento bagagli quasi interamente manuale. La storia è ben raccontata da Scientific American e dal Journal Record.


1999: sonda spaziale si sfracella, usate le unità sbagliate


Il Mars Climate Orbiter e il Mars Polar Lander erano due veicoli spaziali automatici che dovevano studiare il clima marziano: il primo doveva stare in orbita mentre il secondo atterrava (o ammartava?).

Ma il 23 settembre 1999, il Climate Orbiter ebbe un errore di navigazione, per cui penetrò nell'atmosfera marziana a una quota troppo bassa, invece di collocarsi in un'orbita stabile, e finì per distruggersi. La Lockheed Martin, un subappaltatore della Nasa, aveva usato le unità di misura anglosassoni (tuttora utilizzate negli Stati Uniti) invece di quelle del sistema metrico decimale specificate dalla Nasa, per calcolare la spinta dei motori, come racconta CNN. Lo sbaglio costò 125 milioni di dollari.

Non andò meglio al Polar Lander, che non diede mai segni di vita dopo l'arrivo il 3 dicembre 1999: secondo il rapporto della Nasa, le vibrazioni delle gambe d'atterraggio della sonda furono interpretate dai sistemi di bordo come un segnale di contatto con il suolo. Credendosi arrivata a terra quando in realtà era ancora a 40 metri d'altezza, la sonda spense i motori e si sfracellò come un sasso da 165 milioni di dollari, come riferisce Space.com.

La carrellata non finisce qui: la lista è ancora lunga e proseguirà la settimana prossima.

Sconsigli per gli acquisti: Leopard e Vista messi male

I fan si ribellano: il nuovo Mac OS X, dicono, è una ciofeca; e Vista annaspa


Le voci sulla qualità meno che eccelsa di Leopard, la più recente incarnazione del sistema operativo Apple, si accumulano, e ci sono fan di lunga data che si ribellano, come Dave Rosenberg su Cnet.com, che lamenta instabilità, crash di applicazioni fondamentali come Mail, GarageBand e il calendario, a fronte di migliorie tutto sommato non indispensabili (il Dock trasparente si poteva evitare, per esempio) e rallentamenti dell'intero sistema operativo. L'aggiornamento da Tiger a Leopard sembra essere una delle principali cause di problemi.

Ma Windows Vista non sta molto meglio: si merita un posto nella Top Ten dei peggiori prodotti dell'anno: "Qualsiasi sistema operativo che stimola una campagna per la reintroduzione del suo predecessore merita di essere classificato come tecnologia terribile. Qualsiasi sistema operativo che con discrezione dispone di un'opzione per il downgrade all'edizione precedente per i fabbricanti di PC merita di essre classificato come tecnologia terribile."

E i risultati di Vista, secondo Gartner, sono poco entusiasmanti, come racconta The Register: a distanza di un anno dall'introduzione per il mondo business, le aziende stanno facendo slittare la migrazione a Vista da fine 2007 o inizio 2008 a fine 2008 o inizio 2009. Le lamentele degli utenti e degli stessi responsabili Microsoft (insieme al boss di Acer) al debutto hanno evidenziato che Vista crashava troppo e che le cifre di vendita presentate da Microsoft (20 milioni di licenze in un mese) erano del tutto artificiose. Vista, nota Gartner, non era finito al momento del lancio di novembre 2006: 19.000 driver erano pronti, ma ne mancavano altri 12.000, disponibili da scaricare in seguito.

2007/12/03

Svizzera: nuova legge sull’anticopia da abolire?

Petizione contro la nuova legge "pericolosa" sul diritto d'autore in Svizzera


Non capita spesso che la Svizzera balzi agli onori della cronaca informatica, ma è già la seconda volta che la madre di tutti i blog, BoingBoing.net, si occupa della nuova legge svizzera sul diritto d'autore. Anche Slashdot, altro sito di riferimento mondiale degli internauti, ha discusso la questione.

E' stata infatti avviata una petizione (disponibile anche in versione italiana e tedesca) che ambisce ad abrogare, secondo il diritto referendario svizzero, questa nuova legge che promette di essere estremamente controversa.

Non si tratta della solita raccolta di "firme" cara a tanti appelli: la procedura proposta comporta infatti la raccolta di 50.000 vere e proprie firme fisiche, da apporre su moduli cartacei e da far controllare dal comune di residenza dei firmatari.

La petizione propone di abrogare l'attuale legge, "votata il 5 ottobre dal Parlamento e dal Consiglio Nazionale senza praticamente alcuna resistenza", perché (dice la petizione) "aiuta decisamente l'applicazione di misure di protezione dalla copia. Secondo noi, queste misure non hanno nessuna utilità per i consumatori e di fatto finiranno per danneggiare anche i produttori di materiale audio/video".

Sul fatto che i sistemi anticopia siano da contrastare non c'è dubbio: le esperienze di altri paesi dimostrano che sono del tutto inutili come strumento di lotta alla pirateria e soprattutto costituiscono un intralcio ai consumatori legittimi (quando non li infettano direttamente). Non per nulla le case discografiche hanno da tempo sperimentato e poi abbandonato le protezioni anticopia. E non c'è come far infuriare un cliente pagante, che non riesce a vedere il proprio DVD regolarmente acquistato, per spingerlo fra le braccia dei pirati.

Tuttavia il testo della nuova legge svizzera, consultabile come PDF anche in italiano, non sembra coincidere con la contestazione mossa dagli autori della petizione. Secondo la petizione, l'articolo 39a sarebbe liberticida per queste ragioni:

"Questo è il significato delle nuove norme: può essere legale copiare opere se si rientra nei limiti dell'utilizzo legale delle stesse, anche se richiede di aggirare misure di protezione (comma 4). Tuttavia, è illegale distribuire un mezzo per aggirare le misure, e addirittura menzionarlo (comma 3). Come si può pensare che un consumatore possa mettere in atto il suo diritto a copiare un'opera legalmente, se nessuno può aiutarlo ad ottenere i mezzi tecnici per farlo?"

La critica fatta dalla petizione, insomma, è che la legge finirebbe per impedire anche la discussione tecnica legittima. Se per esempio dicessi a un amico o raccontassi in un articolo come ho usato il mio Mac oppure MacTheRipper per copiare un mio CD o DVD protetto da un sistema anticopia, allo scopo di caricarlo sul mio lettore audio/video per uso personale, secondo gli autori della petizione sarei punibile (comma 3). Anzi, questo stesso articolo sarebbe una violazione della legge perché menziona un "mezzo per aggirare le misure".

Un altro esempio: se descrivessi una falla colossale in un sistema anticopia, scoperta da un ricercatore, sarei ancora in volazione della nuova legge svizzera. Questo sopprimerebbe, di fatto, la libera discussione tecnica. Non si potrebbero più smascherare i venditori di fumo anticopia.

Ma è davvero così? L'articolo 39a della legge, infatti, recita (le evidenziazioni sono mie):

Art. 39a (nuovo) Protezione dei provvedimenti tecnici

1 I provvedimenti tecnici efficaci destinati alla protezione delle opere e di altri oggetti protetti non devono essere elusi.

2 Sono considerati provvedimenti tecnici efficaci ai sensi del capoverso 1 le tecnologie e i dispositivi quali i controlli relativi all’accesso e alle copie, i sistemi di criptaggio, i sistemi di distorsione e altri sistemi di trasformazione destinati e atti a impedire o limitare impieghi non autorizzati di opere e di altri oggetti protetti.

3 E' vietato produrre, importare, offrire al pubblico, alienare o mettere altrimenti in circolazione, dare in locazione, lasciare in uso, pubblicizzare o possedere a scopo di lucro dispositivi, prodotti o componenti e fornire servizi che, a prescindere dall’elusione dei provvedimenti tecnici efficaci, hanno solo una finalità o utilità commerciale limitata e che:

a. sono oggetto di un’azione promozionale, pubblicitaria o commerciale volta a eludere i provvedimenti tecnici efficaci; o

b. sono progettati, prodotti, adattati o forniti principalmente allo scopo di consentire o facilitare l’elusione dei provvedimenti tecnici efficaci.

4 Il divieto di elusione non può essere fatto valere nei confronti di chi elude i provvedimenti tecnici efficaci esclusivamente allo scopo di procedere a un’utilizzazione legalmente autorizzata.

Ci sarebbe, insomma, il prerequisito dello scopo di lucro: cosa che in una discussione tecnica, o nella condivisione di informazioni fra amici o colleghi, non avviene. Sono esclusi anche i prodotti (hardware o software) che hanno altre funzioni oltre a quella di elusione, per cui un masterizzatore non è vietato. Non è vietato neanche aggirare i codici regionali dei propri DVD, per poterli vedere sul proprio computer o per vedere quelli acquistati all'estero in zone diverse dalla propria: un lettore multizona non ha lo scopo prevalente di eludere.

Inoltre il quarto comma esclude esplicitamente il divieto di elusione se l'elusione viene fatta per usi legali, e l'ultima volta che ho controllato, in Svizzera era ancora legale copiare un proprio CD per caricarlo sul proprio iPod. In tal caso, non sarebbe affatto vero che "nessuno può aiutarlo [il consumatore] ad ottenere i mezzi tecnici per farlo" come afferma la petizione.

Ma un blog come questo, nel quale compare pubblicità, potrebbe essere considerato fonte di lucro (con Adsense ci pago giusto le bollette di Internet, per cui "lucro" è una parola grossa, ma fa niente), e qui si entrerebbe davvero in un campo minato.

Per questo sto contattando gli esperti di settore per saperne di più: nel frattempo, vale la pena di organizzare una discussione in merito, perché i veri limiti del diritto d'autore e dei diritti dei fruitori sono poco conosciuti, e soprattutto in Svizzera c'è il rischio di credersi pirati quando non lo si è e di esserlo senza saperlo.

Comingsoon TV parla di complotti 11/9

Sono stato invitato telefonicamente a partecipare alla puntata odierna di Siamo Stati Uniti, oggi alle 15 su ComingSoon Television (canale 807 sul decoder di Sky, ricevibile sul digitale terrestre e in streaming via Internet).

L'occasione è l'uscita della quarta versione del video cospirazionista Loose Change, che ho visto in anteprima e che è veramente ben fatto: talmente documentato da essere costretto ad abbandonare le principali teorie alternative ed avvicinarsi alla ricostruzione comunemente accettata degli eventi dell'11 settembre.

È costato, dicono gli autori, duecentomila dollari: niente in confronto ai cinquecentomila euro del concorrente Zero di Giulietto Chiesa, che però al posto della ricerca iconografica e dei filmati d'archivio presenta cartoni animati. Ma questa è un'altra storia.

Una recensione dettagliata di Loose Change Final Cut è pubblicata qui insieme alla trascrizione integrale del video.


Aggiornamento


Mi scuso con gli ascoltatori e con i conduttori di Siamo Stati Uniti per le mie risposte troppo lunghe; non sentivo i loro disperati tentativi di fermarmi e li vedevo solo in ritardo in video (qui in Svizzera ricevo Comingsoon via cavo in digitale, e i ritardi dovuti alle varie ritrasmissioni sono micidiali).
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