C’è un sito,
I Know What You Download
(letteralmente “so cosa scarichi”), che dice di essere in grado di
rivelare che cosa è stato scaricato tramite Bittorrent da chi lo visita.
La cosa è piuttosto inquietante, ma i suoi risultati basati sugli indirizzi IP
non vanno presi per oro colato: infatti se da un lato è vero che uno
scaricamento fatto con il protocollo Bittorrent è
facilmente monitorabile
e quindi non va considerato privato, va ricordato che gli indirizzi IP vengono
assegnati agli utenti quasi sempre in modo temporaneo, per cui l’indirizzo IP
che avete adesso può essere stato assegnato a qualcun altro ieri e I Know What
You Download vi potrebbe mostrare cosa ha scaricato quel qualcun altro anziché
voi.
La schermata qui sopra, per esempio, è tratta da un mio computer e mi dice che
io avrei scaricato The Matrix Reloaded e
The Matrix Revolutions il 4 ottobre scorso. Decisamente non l’ho fatto,
visto che uso rarissimamente il protocollo Torrent e quei due film li ho
già.
Il sito offre un altro servizio interessante: la creazione di un link breve
che permette di scoprire cosa ha scaricato qualcun altro (perlomeno
secondo quanto risulta al sito). Per provarlo, scegliete un sito innocuo (un
post sui social network, una pagina di Wikipedia) e immettete il suo link
nella
sezione apposita di I
Know What You Download:otterrete in risposta un link breve da mandare
all’utente che volete sorvegliare. Il link è del tipo
https://ikwyd.com/r/4Do1.
Quando l’utente-bersaglio cliccherà sul link che gli avete inviato, vedrà il
sito innocuo che gli avete scelto, ma IKWYD saprà qual è il suo indirizzo IP
ed elencherà a voi eventuali scaricamenti Torrent effettuati da
quell’indirizzo IP. Anche qui i risultati vanno letti con un pizzico di
cautela.
Si parla molto, ultimamente, di lasciare i social network: troppo ficcanaso e
troppo tossici nel loro favorire l’odio, la lite e l’aggressività. Se per caso
state meditando di chiudere un account social ma non volete perdere tutte le
foto e i contatti che vi avete accumulato, Intego ha pubblicato un
articolo molto dettagliato
che spiega come fare per Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, WhatsApp,
TikTok e molti altri. Questa è una sua sintesi con i link essenziali.
YouTube. YouTube fa parte di Google, per cui l’account YouTube è legato
all’account Google. Per eliminare il proprio account YouTube occorre quindi
eliminare il proprio account Google, ma attenzione, perché eliminare un account Google significa perdere anche
Gmail, Google Drive e molti altri servizi. Però si può
eliminare un canale YouTube
lasciando intatto tutto il resto. Non c’è modo di fare una disattivazione
temporanea; si può scaricare una copia dei propri dati andando a
takeout.google.com.
WhatsApp. Si può
eliminare l’account
ma non è prevista la disattivazione temporanea. I dati possono essere
scaricati
tramite un backup.
TikTok. La disattivazione temporanea non è prevista; si può eliminare
l’account scegliendo la gestione account dal menu che compare cliccando sulle
tre barrette orizzontali in alto a destra. Per
scaricare i propri dati
può essere necessario aspettare fino a 30 giorni.
SnapChat.Eliminare
definitivamente un account SnapChat è facile; per disattivarlo temporaneamente
(per 30 giorni) basta chiederne l’eliminazione e poi rientrare nell’account
prima che siano trascorsi 30 giorni. Non sembra esserci un modo per scaricare
i propri dati.
Twitter. Si può chiedere la
disattivazione
per un periodo di 30 giorni; se non si accede all’account per tutto questo
periodo, l’account viene eliminato. Si può
scaricare una copia dei propri dati.
Tumblr. È possibile scaricare una copia dei propri dati seguendo queste istruzioni; l’eliminazione di un account è spiegata qui ed è definitiva (nessun periodo di ripensamento) ed eseguibile solo tramite browser (non dall’app).
Oggi alle 18.45 a Locarno sarò relatore a un incontro divulgativo dedicato alla sicurezza informatica per le piccole e medie imprese e i professionisti, con un taglio specifico per i cambiamenti prodotti dal lavoro a distanza in tempi di pandemia.
L’appuntamento, presso la Corte della Sopracenerina, è aperto al pubblico, che dovrà presentare un certificato Covid (il cosiddetto green pass).
Che io sappia, non è prevista la possibilità di uno streaming o di una registrazione diffusa in differita.
Le prenotazioni sono già chiuse, ma se siete da quelle parti appena prima dell’orario di inizio o dopo il termine (20.15), possiamo salutarci fuori!
In compenso mi accingo a una forma di volo suborbitale che non ho mai avuto il
piacere di assaporare: un’ascensione in mongolfiera, che dovrebbe svolgersi
(meteo permettendo) il 13 novembre prossimo.
Il volo è un regalo della Dama del Maniero insieme ad amici, familiari e
parenti, per il mio compleanno. Durerà un’ora e mezza, superando la frontiera
fra l’Italia e la Svizzera, e avrò occasione di partecipare alle operazioni di
gonfiaggio pre-volo e piegatura post-volo. Non so quale quota
raggiungeremo.
Ho intenzione di godermi appieno la vista e il silenzio di questo mezzo di
trasporto così antico e magico, ma se vi viene in mente qualche esperimento
semplice che posso fare durante l’escursione, segnalatemelo nei commenti! Per
ora mi sono venuti in mente questi, che sto integrando con i vostri
suggerimenti:
Geolocalizzazione in tempo reale tramite Glympse o simili (a proposito,
conoscete qualche app che salva le localizzazioni anche in altitudine, in
3D?)
Lancio di aeroplanino di carta o coriandoli (se permesso)
Foto del Maniero Digitale e di altri luoghi interessanti
Foto stereoscopiche a base molto larga
Suono: verificare l’assenza di echi e i rumori che provengono dalle attività
umane
Qualcosa con segnali radio o cellulari? Fino a che quota "prende" il
telefonino?
Qualche esperimento di fisiologia, visto il cambio di quota abbastanza
repentino e significativo?
Variazione di pressione documentata tramite un palloncino inizialmente
semisgonfio
Rilevamento della qualità dell’aria
Tenete presente che sono esclusi droni e dispositivi pesanti, ingombranti o
che richiedano gestione continua. Avrò con me una GoPro e forse un piccolo
selfie-stick e posso coordinarmi con qualcuno a terra.
2021/11/11. Il volo è stato rinviato per complicazioni meteo. Resto in
standby per una prossima data.
2022/06/11. Il volo è stato annunciato per domani 12 giugno alle 6.15 circa.
Ultimo aggiornamento: 2021/10/14 8:20. L’articolo è stato ampiamente
riscritto dopo la conclusione del volo.
L’attore William Shatner, noto ai Trekker come il Capitano Kirk di
Star Trek e a molti altri fan come T.J. Hooker dell’omonimo telefilm e
come Danny Crane di Boston Legal, ha effettuato un volo spaziale
suborbitale a bordo di un razzo New Shepard di Blue Origin il 13
ottobre, diventando la persona più anziana ad andare nello spazio: ha
novant’anni (è nato il 22 marzo 1931), ma decisamente non li dimostra.
L’equipaggio di questo volo. Da sinistra: Chris Boshuizen (ex ingegnere NASA e
cofondatore di Planet Labs), William Shatner, Audrey Powers (vicepresidente
delle operazioni di missione e di volo di Blue Origin, che viaggia come
rappresentante
dell’azienda) e Glen de Vries (vicepresidente della sezione Life Sciences
& Healthcare della Dassault Systèmes e cofondatore di Medidata).
Per l’occasione Shatner ha registrato questo bel video:
È stato un volo piuttosto breve, una decina di minuti in tutto: la capsula RSS First Step è
salita fino a 341.859 piedi (104,19 km), raggiungendo quindi lo spazio perché
ha superato la linea di Karman che definisce arbitrariamente il confine
fra atmosfera terrestre e spazio, ma è ridiscesa subito dopo, perché non ha la
velocità orizzontale (28.000 km/h) necessaria per entrare in orbita. Questa
traiettoria offre comunque qualche minuto di assenza di peso.
La diretta streaming è stata disponibile su Blueorigin.com ed è
embeddata qui sotto:
Chicca: formalmente Shatner non è il primo attore di
Star Trek ad andare nello spazio, perché altre persone che hanno
recitato nella saga ci sono già andate. Mi vengono in mente almeno tre nomi:
Mae Jemison, Terry Virts e Michael Fincke. Sono infatti astronauti che hanno
fatto piccole parti da attore in varie puntate della saga. Per cui
Shatner è il primo attore di Star Trek che diventa astronauta, mentre
gli altri sono astronauti che poi sono diventati attori di Star Trek.
Altra chicca: Shatner non ha pagato per questo volo, che gli è stato offerto
da Blue Origin. Lo stesso vale per Audrey Powers. Solo Boshuizen e de Vries
sono
clienti paganti
a tutti gli effetti.
---
Questi sono i momenti salienti del video qui sopra:
1h31m Salita lungo la scala fino alla capsula
1h36m Entrata nella capsula
2h23m Decollo
2h26m Separazione della capsula dal vettore
2h30m Atterraggio del vettore
2h31m Apertura dei paracadute della capsula
2h33m Atterraggio della capsula
2h43m30s Apertura del portello (eseguita da Jeff Bezos) e uscita degli
astronauti, con commenti profondamente commossi di Shatner.
2h55m Bezos consegna la spilla da astronauta all’equipaggio.
È stata pubblicata una breve ripresa delle reazioni a bordo durante il periodo
di assenza di peso. Notate lo sbigottimento totale di Shatner, rapito dalla
bellezza di quello che sta vedendo:
This was the voyage of the RSS First Step today. Its mission: encounter
Earth from incredible views at apogee
pic.twitter.com/Gzsnkv97K9
Come al solito, i giornali italiani si dimostrano ancora una volta incapaci di capire la differenza enorme fra volo suborbitale e volo orbitale, disinformando i propri lettori. Stavolta è il turno di Repubblica, che titola “Dalla fiction alla realtà Bezos manda in orbita l’anziano capitano Kirk”.
Fonti aggiuntive:
Blue Origin,
Blue Origin. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle
donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere
ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o
altri metodi.
Ogni tanto qualcuno mi chiede perché pubblico la rubrica Il Delirio del Giorno, contenente i commenti o le mail più deliranti e bizzarre che ricevo. C’è chi obietta che dovrei semplicemente ignorare questi messaggi, perché secondo loro provengono da persone che sono provocatori consapevoli (troll) e quindi cercano visibilità oppure da persone che hanno dei problemi mentali.
La mia risposta è che no, non sono troll, ossia persone che scrivono consapevolmente cose nelle quali non credono, con l’intento di ottenere una reazione: i troll non li pubblico. Scelgo di pubblicare solo chi dimostra chiaramente di essere convinto seriamente delle pazzie che dice. So che non si tratta di troll per via delle informazioni di contorno che ricevo o raccolgo e che non pubblico.
Pubblico questi deliri perché molti lettori non si rendono conto di quanti svitati ci siano là
fuori e di come Internet abbia dato loro un canale di sfogo insuperabile. Credo che sia giusto che si sappia quanta gente manifesta apertamente idee completamente scollegate dalla realtà, dai complottismi agli antivaccinismi ai catastrofismi alle ossessioni religiose. E che sia importante ricordarsi che questa gente vota, a volte siede nei parlamenti o sulle poltrone dei talk show e influenza le opinioni, e che tollerarla o ignorarla non fa altro che legittimare, ai loro occhi, le sue ideologie. Non fa altro che rendere questa gente più baldanzosa.
Per chi pensa che alcuni siano malati di mente e quindi debbano essere protetti evitando di pubblicare i loro messaggi: state semplificando troppo. Ci sono molte sfumature fra la pazzia manifesta e la credenza irrazionale vestita in un abito di apparente normalità. Siete disposti a dire che i vari Marcianò, Mazzucco, Schietti e altri che si sono affacciati alla pubblica opinione con deliri analoghi, dalla Terra cava all’urinoterapia, sono dei malati di mente? Io no. Quelli che pubblico sono deliri di persone che sono comunque in grado di metter mano a una tastiera e inviare mail e commenti. Gente che ha un computer o un telefonino e che è parte attiva e funzionale della società. Che vota, appunto.
Credo inoltre che sia necessario e importante che chi mi legge sappia che genere di aggressioni ricevo, come tutti i miei colleghi debunker, querele e minacce comprese. Perché fare il cacciatore di bufale, persino al livello leggero al quale lo faccio io, attira odio. Tanto odio.
A proposito di odio, credo anche che sia molto importante levarsi l’illusione che in fondo questa sia solo gente che ha un’opinione differente sulle cose. No: sono persone violente, offensive, che non esitano a scrivere insinuazioni, minacce e insulti, che vomitano odio contro di me e la mia famiglia. Se non pubblico i deliri di questi bulli, non potete leggerli e vedere con i vostri occhi che livello di squallore manifestano. Non potete rendervi conto delle ragioni per le quali la moderazione di questo blog è secca e drastica. Non potete farvi un’idea degli attacchi che ricevo (e, ripeto, altri debunker ne ricevono ben di peggiori). Non credo che sia giusto chiedere a chi viene attaccato di sopportare in silenzio.
Infine, credo che sia importante pubblicare questi rantoli di odio perché molte persone pensano che l’odio sparirebbe se tutti gli utenti di Internet fossero obbligati a identificarsi con nome e cognome e quindi spingono (anche politicamente) per questa obbligatorietà e per l’eliminazione dell’anonimato. Ma il mio campionario, come quello dei miei colleghi e di tante altre persone attive in Rete, dimostra che moltissimi di questi messaggi di odio sono firmati mettendoci nome e cognome. E sono firmati con orgoglio.
Lo so che è probabilmente un errore di autocorrezione, ma dimostra con quanta faciloneria si lavora nelle redazioni ed è un errore così comico che vale la pena di segnalarlo almeno brevemente.
Secondo Tiscali News (copia permanente), in un articolo di oggi (11 ottobre 2021), in seguito alle violenze a Roma, nelle quali è coinvolto il movimento neofascista Forza Nuova, “[l]a presidente del Pd Valentina Cuppi ha lanciato una perizoma su change.org”.
Immagino che l’autore della perla volesse scrivere petizione ma l’abbia scritto in modo talmente sbagliato che l’autocorrezione ha corretto (si fa per dire) petizione in perizoma.
Salve piacere di conoscerti mi chiamo [nome rimosso] sono un ex
studente della facoltà di chimica farmaceutica di Catania che ha
abbandonato gli studi dopo aver dimostrato l'inutilità storica di tutte le
vaccinazioni promuovendo in Italia la traduzione del libro
[Titolo di pseudomedicina] della dottoressa
[nome rimosso] medico internista americano, che ha composto un
compendio di epidemiologia dal 1750 ad oggi.
Sono relativamente conosciuto anche per aver curato mia madre da un tumore
alla cervice che necessitava di intervento chirurgico utilizzando solo
dieta e fitoterapia, oltre ad altre svariate persone e animali. Fin da
piccolo nutrivo la passione per tutte le branche della scienza e in
special modo la fisica, così nel tempo ho approfondito gli studi di Nikola
Tesla ed Ettore Majorana e finalmente sono riuscito a costruire un modello
del generatore elettrico cinetico inerziale elettromeccanico di Nikola
Tesla, un dispositivo in grado di sostituire tutte le fonti energetiche
attualmente utilizzate, compreso l'utilizzo di batterie, a basso costo di
produzione e di manutenzione, che sfrutta la forza gravitazionale
terrestre.
Entro metà ottobre farò una presentazione pubblica del generatore in uno
spazio privato, in cui ho invitato diversi professori di istituti tecnici
e università, che spero possano accorrere.
Estendo l'invito anche a te, sto cercando di invitare anche
[Tedioso Complottista] per avere la massima copertura mediatica per
cercare di evitare di fare la fine del dott. Dedonno.
Concludo dicendo che non intrattengo rapporti di alcun tipo con politici
massoni o altre associazioni, il mio obbiettivo è la creazione di una
fondazione senza scopo di lucro, che porti le vere istanze ecologiste e
crei degli ecovillaggi indipendenti anarchici autogestiti che non
riconoscono l'autorità di alcuno stato ne autorità precostituita. Spero
possa essere di tuo interesse il messaggio che cerco di portare avanti,
per il bene di tutto l'ecosistema.
Ricevuta via mail oggi. Attendo con trepidazione la presentazione pubblica.
---
La persona ha mandato una seconda mail nella quale invita me e “un ingegnere
del cicap” ad “analizzare la macchina”. Ho risposto come segue, e pubblico la
mia risposta perché potrebbe essere utile ad altre persone bersagliate da
inventori misconosciuti.
Buongiorno Sig. [nome],
rispondo a lei con le stesse parole con le
quali rispondo a tutti coloro che ritengono di aver inventato macchine per la
produzione di energia dal nulla: io e i miei colleghi del Cicap riceviamo
richieste come la sua in continuazione. Tutte, finora, si sono rivelate delle
perdite di tempo: non appena la macchina viene usata in condizioni
controllate, cessa di funzionare, oppure l’inventore rifiuta di consentire un
esame completo e indipendente della sua invenzione, adducendo scuse di tutti i
generi, e quindi il viaggio si rivela inutile.
Una macchina del
genere, inoltre, violerebbe così tanti principi fondamentali della fisica che
se funzionasse dovremmo riscrivere buona parte della scienza e lei si
meriterebbe due o tre premi Nobel. Non è del tutto impossibile, ma è altamente
improbabile.
Per cui le probabilità che lei abbia davvero una
macchina funzionante sono minime.
Ma per correttezza non lo si può
escludere, per cui le propongo un esperimento piuttosto semplice: se la sua
macchina è davvero in grado di produrre energia in misura maggiore di quella
immessa per farla funzionare, può semplicemente collegare l'uscita della
macchina al suo ingresso di alimentazione e applicare alla macchina un carico
che consumi energia: una lampadina o un asciugacapelli, per esempio. In
pratica, la macchina alimenta se stessa e avanza abbastanza energia per
alimentare qualcosa.
Se la sua macchina, completamente isolata da
altre fonti di energia e senza banalità come batterie interne, riesce a
funzionare (alimentando un carico) per un mese ininterrotto, allora mi chiami.
Nessun inventore finora è riuscito neppure ad arrivare a questo. Fino a che
non riesce a produrre questo semplice risultato, non ha alcun senso invitare
né me né gli ingegneri del Cicap né professori di istituti tecnici e
università.
Non ho tempo di intavolare con lei una discussione sui
dettagli della sua invenzione o sulle sue altre teorie personali; sono
irrilevanti finché lei non produce il risultato preliminare che ho
descritto.
Distinti saluti
Paolo Attivissimo
---
2021/10/11 14:30. Il mittente del Delirio del Giorno sta cercando di farsi pubblicità inviando commenti a raffica a questo blog e quindi l’ho bloccato. Non ho tempo da perdere: gli ho già risposto educatamente invitandolo a portare prove della sua invenzione invece di fare polemica. Non pubblicherò nessun commento, di nessun commentatore, che citi il suo nome.
---
2022/12/25 9.40. Ho pubblicato una versione più estesa e meno pecettata di questo scambio qui.
A giugno scorso avevo scritto una
mini-recensione
del film Infinite (2021, con Mark Wahlberg, Chiwetel Ejiofor e Sophie
Cookson), nella quale segnalavo l’italiano bizzarro presente in una scena che
è in italiano in originale.
Senza fare spoiler, dico solo che nell'audio originale (e anche nel doppiaggio
italiano) un personaggio femminile fa una sorta di waterboarding a un
altro maschile usando benzina, a circa 32 minuti dall’inizio.
Mentre si appresta a fare questa cosa, dice
"Perché dimenticare la sofferenza", dice,
"e te ne ricorderai come se fosse acqua passata. Adesso arriva la
GASOLINA."
La mia segnalazione della frase, che già parte sconclusionata (dimenticare la
sofferenza ma ricordarsene?) e poi finisce col botto grazie alla
“gasolina”, ha avuto un seguito divertente.
Ieri ho ricevuto un messaggio privato su Instagram (che pubblico qui con il
consenso della persona interessata):
Ciao Paolo spero tu stia bene :)
Mi è stata mandata una tua recensione sul film “Infinite” e credo questo sia
il tuo profilo.
Se vuoi ti racconto un po’ come è andata.
Ti lascio solo immaginare, abbiamo riso così tanto che adesso il mio
soprannome tra gli amici italiani è “gasolina”.
Io ho risposto con un semplice “LOL!!”, pensando che si trattasse di
una delle tante persone che mi mandano commenti su quello che scrivo, ma poi
ho fatto caso al nome della persona che mi aveva scritto il messaggio: è
Giorgia Seminara, la
modella che interpreta il personaggio e recita la battuta.
“Oddio ho capito adesso chi sei, SCUSA!”, le ho risposto imbarazzato,
chiedendole se poteva raccontare la genesi di quella battuta bislacca e se
potevo pubblicarla.
Giorgia ha risposto volentieri che la potevo pubblicare e mi ha spiegato la
scena con un messaggio vocale in italiano (è italiana ma risiede a Londra),
che trascrivo qui:
“Allora praticamente in realtà io non dovevo avere un ruolo con dialogo. Mi
hanno chiamato il giorno prima, la sera prima del filming, per dirmi
che avrei avuto un dialogo nel film.
Quindi mi hanno mandato queste due frasi della Bibbia da tradurre e da dire
il giorno dopo in italiano. Poi il mio dialogo si fermava semplicemente a
‘come fosse acqua passata’ o qualcosa del genere.
Poi mesi e mesi dopo mi hanno chiamato apposta nello studio di doppiaggio
per dire quella frase ‘E adesso arriva la gasolina’. Ma in realtà
doveva essere detta in italiano.
Me l’hanno fatta doppiare in inglese, in spagnolo, con
‘gasolina’ detto come ‘gas’,‘gasoline’, ‘benzina’. E quella è
semplicemente la versione che hanno scelto. Ma quando l’ho vista ho pianto
dalle risate. Ho pianto dalle risate!”
Si pensa spesso che le grandi produzioni cinematografiche americane siano
costruite con meticolosa precisione, e spesso è così, ma quando c’è di mezzo
la traduzione in qualche lingua esotica (come lo è l’italiano per gli
americani), lo scivolone è dietro l’angolo. Non c’è un supervisore alla
traduzione: si chiama una persona madrelingua, le si chiede di tradurre le
proprie battute in vari modi, ma poi alla fine decide tutto qualcuno che non
sa nulla della lingua in questione (o crede di saperne, che è peggio). Ed è
così che nascono perle linguistiche come questa.
Grazie a Giorgia Seminara, detta d’ora in poi “Gasolina”, per aver
condiviso questa chicca linguistica!
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle
donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere
ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o
altri metodi.
È disponibile il podcast di oggi de Il Disinformatico della Rete Tre
della Radiotelevisione Svizzera, condotto da me insieme ad Alessio Arigoni. Questi sono gli
argomenti trattati, con i link ai rispettivi articoli di approfondimento: