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Il Disinformatico: Mac

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2020/06/12

Ripristinare il suono di avvio del Mac

Quando è uscito WALLE, nel 2008, tanti informatici e semplici utenti hanno riso quando l’adorabile robottino protagonista si è riavviato facendo un suono molto particolare. Hanno infatti riconosciuto il classico suono di riavvio dei computer Apple. La gag è stata ripetuta anche in Cars 3, nel 2017.


Purtroppo il senso della scena rischia di perdersi man mano che la tecnologia informatica si evolve. I Mac dal 2016 in poi hanno cominciato a silenziare l’avvio, per cui presto il riferimento di WALLE e Cars svanirà nel dimenticatoio.

Se il vostro Mac è uno di quelli silenziati, potete ripristinare il suono di avvio, che è ancora presente nella memoria ma è stato zittito. Basta usare questa sequenza di comandi:

  • Lanciate l’applicazione Terminale.
  • In quest’applicazione, digitate sudo nvram StartupMute= seguito (senza spazi) dal simbolo di percentuale e da 00
  • Premete Invio
  • Immettete la vostra password di avvio del Mac
  • Riavviate: il computer dovrebbe emettere il classico suono di avvio
Se poi cambiate idea, basta ripetere la procedura digitando 01 al posto di 00 nella sequenza precedente.

Ecco una compilation dei suoni di avvio (e di crash) usati dai computer Apple nel corso dei decenni:

2019/07/10

Mac, app consentono agli altri di accendere la vostra webcam. Anche dopo la disinstallazione

Ultimo aggiornamento: 2019/07/11 9:50.

L’app per videoconferenze Zoom per Mac ha un difettuccio. Una cosa da nulla: se l’avete installata, come hanno fatto circa 750.000 aziende nel mondo, permette a perfetti sconosciuti di accendere la webcam del vostro Mac quando vogliono e quindi cogliervi in un momento inopportuno oppure spiare e origliare. È sufficiente visitare un sito Web appositamente confezionato oppure cliccare su un link (tipo https://zoom.us/j/492468757) in un messaggio.

Il difettuccio è stato segnalato dal ricercatore Jonathan Leitschuh: a quanto pare l’azienda produttrice dell’app ha preso alla lettera il proprio slogan e ha reso un po’ troppo instant lo sharing. Il ricercatore ha anche preparato una pagina di test.



Non è finita: l’app installa sul Mac un server Web che accetta connessioni da altri dispositivi della stessa rete locale, e questo server continua a funzionare anche se si disinstalla Zoom. Un aggressore che stia sulla stessa rete locale (che può essere anche molto grande e popolata da sconosciuti, per esempio in un albergo) può usare questo server per forzare la reinstallazione dell’app e ricominciare a sbirciare a sorpresa gli altri utenti.

L’azienda ha promesso che distribuirà entro questo mese un aggiornamento correttivo. Non è l’unica ad avere questi problemi: è stata segnalata anche Bluejeans.

La cosa interessante, infatti, è che questa vulnerabilità è stata introdotta per evitare agli utenti di dover fare un clic in più.

Apple ha diffuso un aggiornamento silenzioso automatico di macOS che rimuove il server Web nascosto di Zoom, anche se gli utenti hanno disinstallato Zoom o non l’hanno aggiornato.

A questo punto quelli con il tappino adesivo davanti alla webcam non sembrano più così paranoici. Sì, io sono uno di loro.


Fonti: Ars Technica, Engadget, Graham Cluley.

2019/03/29

Apple chiude 51 falle di sicurezza

Pioggia di aggiornamenti per i dispositivi Apple: il weekend potrebbe essere il momento ottimale per installarli. Risolvono una cinquantina di falle di sicurezza, spiegate in dettaglio nella pagina di supporto di Apple.

MacOS arriva alla versione 10.14.4 e iOS viene portato alla versione 12.2. Le falle riguardano principalmente il browser; ne spiccano inoltre due che avrebbero consentito a un’app iOS di accedere al microfono senza che comparisse l’indicatore di attività del microfono (CVE-2019-6222, CVE-2019-8566) e una (CVE-2019-8553) che avrebbe permesso di prendere il controllo di un dispositivo iOS convincendo il bersaglio a cliccare su un link in un SMS.

Un’altra falla, stavolta per MacOS, consentiva a un’app ostile di estrarre password dal gestore password dei Mac, ossia Keychain.

Come sempre, è importante aggiornare i propri dispositivi appena possibile, perché i criminali informatici non perdono tempo a creare nuovi attacchi che colpiscono chi non si aggiorna. Gli aggiornamenti si eseguono usando la solita procedura: su iPhone, Impostazioni - Generali - Aggiornamento Software; su Mac, clic sul menu Apple - Informazioni su - Aggiornamento software.


Fonte aggiuntiva: Naked Security.

2019/02/05

Falla di FaceTime permetteva di ascoltare attraverso gli iPhone, iPad e Mac altrui

Ultimo aggiornamento: 2019/02/08 21:30.

Per settimane, qualunque dispositivo Apple recente, dagli iPhone agli iPad ai computer Mac, poteva essere trasformato in una perfetta “cimice” per ascoltare di nascosto le conversazioni altrui e anche spiare tramite la telecamerina incorporata. Era sufficiente usare in maniera particolare (ma non troppo complicata) FaceTime, l’app di videochat di Apple, chiamando la persona da spiare. Anche se la persona non rispondeva alla chiamata, il suo dispositivo apriva il microfono e attivava la telecamera.

Una falla imbarazzante, risolta provvisoriamente da Apple in maniera drastica, ossia bloccando il servizio FaceTime in attesa di realizzare e distribuire un aggiornamento correttivo.

La schermata di stato dei sistemi e servizi Apple, consultabile qui.


L’imbarazzo è stato acuito dal fatto che Apple sta puntando molto, in termini di immagine aziendale, sulla sua attenzione alla sicurezza e alla privacy, e dal dettaglio non trascurabile che il difetto non è stato scoperto dai suoi esperti di controllo qualità ma da un ragazzo quattordicenne, Grant Thompson, a metà gennaio scorso.

Grant stava giocando a Fortnite e stava attivando una chat di gruppo con FaceTime quando si è accorto che poteva sentire anche le voci degli amici che non avevano ancora risposto all’invito a partecipare alla chat.

Come se non bastasse, Apple non ha risposto alle ripetute segnalazioni del problema fatte dalla madre del ragazzo ed ha reagito solo alcuni giorni dopo che la falla è stata rivelata pubblicamente.

L’azienda si è scusata e ha promesso di distribuire un aggiornamento di sicurezza entro questa settimana. Se avete un iPhone o un iPad, quindi, ogni tanto andate nelle Impostazioni e cercate la voce Generali e poi Aggiornamento software per vedere se l’aggiornamento è disponibile. Se avete un Mac, usate l’app dell’App Store e cliccate sulla sezione Aggiornamenti oppure andate nelle Preferenze di Sistema.

Imbarazzi a parte, però, la falla aveva una limitazione importante: lasciava sul dispositivo della vittima una chiara indicazione dell’identità dello spione o ficcanaso. Era quindi poco sfruttabile da intrusi professionisti o governativi, che preferiscono non lasciare tracce, ma era una pacchia per stalker ossessivi e partner gelosi che non avevano problemi a far sapere di stare origliando le proprie vittime. Vittime che spesso non sapevano come impedire questa persecuzione.

Incidenti come questo sono un promemoria molto chiaro del fatto che circoliamo tenendo in tasca, in ufficio e sul comodino un microfono che può essere attivato a distanza ed è gestito da un software molto complesso che a volte non funziona esattamente come vorrebbero i suoi creatori e utenti.

Le raccomandazioni apparentemente paranoiche degli esperti di sicurezza e privacy, che invitano a spegnere i telefonini o lasciarli fuori dalla stanza per qualunque conversazione o attività privata, sono insomma giustificate. Lo sa bene Larry Williams, un avvocato di Houston, che ha fatto causa ad Apple sostenendo che la falla di FaceTime ha consentito a qualcuno di origliare durante una delicatissima deposizione giurata di un suo cliente. Pensateci la prossima volta che andate dal medico o dal vostro avvocato o vi trovate in altre situazioni nelle quali fate confessioni molto personali.


2019/02/08 21:30


Apple ha rilasciato MacOS 10.14.3 e iOS 12.1.4, che risolvono questa falla.


Fonti aggiuntive: Graham Cluley, New York Times, The Inquirer, New York Times, CNet.

2018/09/28

Come evitare di rovinare un alimentatore per laptop Apple

Gli alimentatori dei laptop Apple hanno delle pratiche alette retrattili intorno alle quali si può avvolgere il cavo di alimentazione, Purtroppo, però, questo cavo si logora puntualmente alla radice, ossia nel punto nel quale esce dall’alimentatore. Questo succede perché avvolgendolo nella maniera normale, quella che viene istintivo usare, lo si piega fortemente proprio in quel punto. A furia di piegarlo così giorno dopo giorno, alla fine la plastica si logora e il cavo si rovina. Dopo un po’ l’alimentatore è talmente logoro che smette di funzionare.

Per evitare di arrivare a questo punto c’è un trucchetto banale che però fa risparmiare la spesa dell’acquisto di un alimentatore nuovo: avvolgere il cavo dopo aver formato un’ansa con la parte iniziale, come mostrato nel video qui sotto, che ho registrato durante la diretta del Disinformatico di oggi alla Radiotelevisione Svizzera:

2018/01/12

Ancora su Spectre: iOS e macOS vanno aggiornati di nuovo

La coppia di vulnerabilità gravi denominata Spectre e Meltdown ha imposto a quasi tutti i produttori di sistemi operativi delle modifiche drastiche ai propri prodotti per contenere il danno, che è causato da un difetto presente in quasi tutti i processori recenti ed è solo in parte rimediabile attraverso soluzioni software.

Apple ha rilasciato degli ulteriori aggiornamenti per iOS, che arriva così alla versione 11.2.2, e per macOS High Sierra, che arriva alla versione 10.13.2.

Questi aggiornamenti si aggiungono a quelli già rilasciati nei giorni scorsi, che avevano mitigato Meltdown, e servono a ridurre gli effetti di Spectre.

iOS 11.2.2 è disponibile per gli iPhone dal 5s in poi, per gli iPad dall’Air in poi e per gli iPod touch dalla sesta generazione in poi. La procedura è la solita: Impostazioni - Generali - Aggiornamento software.

Anche Safari, il browser di Apple, va aggiornato alla versione 11.0.2. Se siete utenti Mac e non siete ancora passati a High Sierra, installate almeno l’aggiornamento di Safari, che è disponibile sia per El Capitan (10.11.6), sia per Sierra (10.12.6). Anche qui la procedura è quella consueta: Mela - Informazioni su questo Mac - Aggiornamento software.

Buone notizie, invece, per i proprietari di Apple Watch: per questo dispositivo non sono necessari aggiornamenti di sicurezza.


Fonte aggiuntiva: Ars Technica.

2017/09/27

Arriva MacOS 10.13 High Sierra: aggiornamento importante ma non urgente

Ultimo aggiornamento: 2017/09/29 9:40. 

Apple ha rilasciato l’aggiornamento gratuito del proprio sistema operativo per computer, macOS 10.13, denominato High Sierra: introduce parecchie novità tecniche, ma non c’è urgenza di installarlo. Anzi, vi conviene fare particolare attenzione prima di procedere.

I cambiamenti tecnici profondi di High Sierra comportano infatti una serie di incompatibilità con alcuni dispositivi e applicazioni: se usate una tavoletta grafica Wacom, per esempio, non funzionerà sotto High Sierra. Lo ha annunciato Wacom stessa, aggiungendo che il driver aggiornato necessario per far funzionare le tavolette sarà pronto entro fine ottobre.

L’altra incompatibilità importante riguarda alcune applicazioni non recenti, che cesseranno di funzionare se passate a High Sierra: è il caso, per esempio, di Microsoft Office 2011. Inoltre High Sierra è l’ultima versione che supporterà applicazioni a 32 bit “senza compromessi”; la versione successiva le supporterà, ma avviserà del problema, e quella ancora successiva rifiuterà di eseguirle. È quindi il caso di cominciare a pianificare la migrazione ad applicazioni a 64 bit, che tra un annetto saranno le uniche supportate. Per sapere se un’applicazione è a 32 o 64 bit, lanciate Informazioni di sistema (è nella cartella Applicazioni/Utility), raggiungete la sua sezione Software/Applicazioni, aspettate che si carichi l’elenco delle applicazioni e cercate la colonna 64 bit. Se dice , l’applicazione è ovviamente a 64 bit; se dice No, non lo è e vi conviene aggiornarla o sostituirla se decidete di passare a High Sierra.

Visivamente, con High Sierra non cambia praticamente nulla: la novità principale è l’introduzione di un file system completamente nuovo, denominato APFS, che è concepito per offrire maggiore sicurezza (tramite cifratura a vari livelli), velocità e robustezza, ma è quasi invisibile (a parte il calcolo delle dimensioni delle cartelle, che diventa pressoché istantaneo).

Ci sono novità anche in campo multimediale, con nuovi formati come HEIF e HEVC che si affiancano a JPEG e H.264 rispettivamente per immagini e video, offrendo la stessa qualità con file grandi circa due terzi in meno, ma attenzione alla compatibilità con i sistemi Windows e Linux.

Si tratta comunque di una transizione importante, per cui valgono le regole consuete: prima di tutto fate una copia di sicurezza dei vostri dati e delle vostre applicazioni (usando per esempio Time Machine) e controllate l’integrità del disco lanciando l’opzione S.O.S. dell’applicazione Utility disco. Poi ritagliatevi un’oretta di tempo per lo scaricamento e l’aggiornamento.

In quanto all’allarme per una falla di sicurezza che consente a certe app di rubare le password anche in questa nuova versione di macOS, bisogna aspettare che Apple diffonda un aggiornamento correttivo. Nel frattempo è importante evitare di installare app non firmate digitalmente e provenienti da fonti poco attendibili, che sono le uniche che possono sfruttare questa falla. E, sopratutto, non cullarsi nell’illusione che i Mac siano invulnerabili.


Fonti aggiuntive: The Register, Intego, Ars Technica.

2017/03/24

Wikileaks rivela il “cacciavite sonico” della CIA per colpire i Mac

Wikileaks ha pubblicato un altro lotto dei documenti riservati che illustrano le tecniche di intrusione informatica sviluppate e utilizzate dalla CIA, come raccontavo il 10 marzo scorso.

Questo nuovo lotto rivela varie forme di attacco specifiche per i computer della Apple. Una, in particolare, è decisamente intrigante, perché usa un accessorio apparentemente innocuo del Mac: l’adattatore Ethernet per le porte Thunderbolt, usato per connettere il computer a una rete cablata. Un oggetto che normalmente si attacca a un computer senza alcuna esitazione e senza pensare a possibili pericoli.

Ma la CIA ha trovato il modo di modificare questi adattatori per scavalcare le protezioni del Mac e installare dei programmi ostili. Chicca per i fan di Doctor Who: questa tecnica viene chiamata dalla CIA Sonic Screwdriver, ossia “cacciavite sonico”, come lo strumento multiuso usatissimo dal Dottore nella serie TV britannica. Un’altra testimonianza che gli informatici della CIA sono dei grandi appassionati di fantascienza.

Niente panico, comunque: questa tecnica funzionava solo sui MacBook costruiti fra fine 2011 e la metà del 2012, e Apple ha rilasciato da tempo degli aggiornamenti del firmware di questi computer che risolvono il problema. Inoltre va sottolineato che questo attacco richiedeva un accesso fisico al computer preso di mira e quindi non era sfruttabile via Internet, ma resta intrigante l’idea di usare le periferiche e gli accessori di un computer per attaccarli.

Un altro aspetto da notare, per chi pensa che queste fughe di notizie siano dannose o inutili perché rivelano tecniche che solo la CIA sarebbe capace di sviluppare, è che questa modalità di attacco è stata in realtà sviluppata da informatici indipendenti ed è stata poi copiata dalla CIA: qualcosa di molto simile era stato infatti presentato al raduno statunitense di esperti Black Hat nel 2012 dall’informatico che si fa chiamare semplicemente snare.


Fonte: Ars Technica.

2016/11/04

Addio al suono di avvio dei Mac: i nuovi laptop sono muti


Un paio di settimane fa ho raccontato la storia del suono Sosumi del Mac e del suo compagno, il suono d’avvio, entrambi creati da Jim Reekes facendo uno slalom fra gli ostacoli legali. Il suono d’avvio, nella sua attuale tonalità, è in uso dal 1998: un tempo lunghissimo in informatica. Dal 2012, questo suono di avvio è anche un marchio registrato che identifica i prodotti Apple.

Ma ho parlato troppo presto: è di pochi giorni fa la notizia che i nuovi portatili Macbook Pro di Apple non faranno più “bong” all’avvio e saranno completamente muti. La scoperta è stata fatta confrontando le istruzioni di reset della NVRAM dei nuovi computer con quelli della versione precedente. Questi nuovi laptop, infatti, si accendono automaticamente quando vengono aperti sollevando lo schermo, e sarebbe spiacevole avere un “bong” inatteso per esempio nel mezzo di una riunione.

Inoltre, grazie ai dischi rigidi a stato solido (SSD), l’avvio è praticamente indistinguibile da una ripresa dopo una sospensione, per cui i tre secondi della durata del suono di avvio finiscono per pesare non poco sul tempo che ci mette un laptop ad essere pronto per l’uso. In pratica i MacBook Pro diventano sempre più simili a degli smartphone, concepiti per restare sempre accesi e in standby.

Il suono di avvio mancherà ai nostalgici dei Mac, ma avrà anche una conseguenza importante per i bambini del futuro: non sapranno che il suono di avvio di WALL-E è quello di un Mac e quindi non capiranno il riferimento umoristico.



Fonti aggiuntive: 9 to 5 Mac.

2016/03/11

Spaventati per il malware che ricatta gli utenti Mac? Ma anche no


Pochi giorni fa è stato messo in circolazione il primo ransomware per computer Apple: ignoti sono entrati nei server del sito che ospita Transmission, una popolare app per scaricare file con il protocollo Bittorrent, e vi hanno collocato una versione infetta dell’app. Chi la scaricava e installava sul proprio Mac rischiava di trovarsi tre giorni dopo con tutti i dati bloccati da una password che veniva concessa soltanto dietro pagamento di un riscatto pari a un bitcoin (circa 400 dollari).

La vicenda è interessante perché si tratta del primo ransomware che colpisce gli utenti Mac, molti dei quali si sono improvvisamente resi conto di non essere invulnerabili come proclama una diffusa mitologia, e perché i criminali hanno preso il controllo di un sito normalmente affidabile e l’hanno usato per diffondere la loro app infettante, che è stata battezzata KeRanger. Hanno inoltre firmato digitalmente l’app con un certificato di sviluppo valido, cosa insolita che ha consentito all’app di superare le normali protezioni dei Mac (che solitamente accettano di installare soltanto app che hanno questa certificazione di autenticità).

Un attacco sofisticato, insomma. Ma quanti danni ha fatto? Secondo le prime analisi degli esperti, pochi. L’app infetta è stata rimossa dal sito quasi subito e sostituita con una versione pulita. Si stima che la versione infetta sia stata scaricata circa 6500 volte, per cui non siamo di fronte a un’infezione su vasta scala. Chi non ha scaricato Transmission il 4 o 5 marzo scorso non corre alcun rischio da KeRanger.

Inoltre Apple ha revocato prontamente il certificato di sviluppo usato per firmare l’app infetta e ha aggiornato automaticamente il sistema antimalware dei Mac affinché rilevi KeRanger. Di conseguenza, oggi un utente per infettarsi dovrebbe:

– andare a cercare in qualche sito di software pirata una copia di Transmission (cosa priva di senso, visto che Trasmission è liberamente scaricabile dal sito originale)
– scaricare una copia di Transmission che è infetta
– disattivare tutte le principali protezioni del Mac per installarla.

Questo non vuol dire che il pericolo è passato definitivamente, perché la stessa tecnica potrebbe essere usata in futuro su scala più vasta e con effetti molto più estesi. Stavolta è andata bene, ma è meglio cogliere l’occasione per imparare che l’invulnerabilità in informatica è soltanto un mito diffuso dal marketing. Anche per gli utenti Mac.


Fonti: Kaspersky, Ars Technica, TechCrunch, Palo Alto Networks

2014/10/20

Configurare un Mac (e non solo) per una presentazione

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Come probabilmente sapete, faccio parecchie conferenze, nelle quali uso un Mac e il software Keynote per gestire le presentazioni. Visto che strada facendo ho imparato un po' di trucchi del mestiere (anche dagli errori miei e di altri relatori), ho pensato di condividerli qui. Magari vi possono essere utili anche se non usate un Mac. Se avete altri suggerimenti da aggiungere, segnalateli nei commenti.

Colgo l'occasione per chiedere agli altri utenti di Keynote: anche a voi la versione 6 tende a piantarsi in modo random quando mostrate una slide nella quale appaiono in sequenza molti oggetti? A me lo fa con le presentazioni importate dalla versione 5. Non lo fa in quelle create ex novo in Keynote 6.

Aggiornamento: i commentatori ripescano e segnalano anche questo articolo e questo sullo stesso tema.


Preliminari


Portate dei vostri cavi VGA/HDMI/DVI, meglio se lunghi: spesso quelli già disponibili sono troppo corti e a volte proprio non funzionano.

Portate anche una presa elettrica multipla per collegare eventuali accessori e soprattutto una piccola lampada per illuminare eventuali appunti cartacei: ricordate che quando farete la presentazione la sala sarà probabilmente molto buia. Io porto con me una lampada a stelo flessibile alimentata dalle porte USB.

Abbiate sempre un piano B: fate una copia della presentazione su un altro supporto e in formato PDF, che nel peggiore dei casi potrete mostrare usando un computer altrui.


Usate il vostro computer


Salvo emergenze disperate (tipo il vostro laptop rubato, intriso di caffè o incendiato), non accettate mai di riprodurre la presentazione su un computer differente da quello che avete usato per crearla: insistete per usare il vostro computer, naturalmente fornendo eventuali adattatori per il cavo video. La compatibilità è un mito: la versione di Keynote/PowerPoint/Impress che avete voi sarà quasi inevitabilmente differente da quella presente su un computer ospite; mancherà quasi sicuramente qualche font che avete usato; e una presentazione importata da un altro software (per esempio un PowerPoint importato in Keynote o un Keynote esportato in PowerPoint) non funzionerà mai come l'originale. Troncamenti, animazioni sballate e frecce fuori posto sono praticamente garantiti.

So che i PC Windows spesso hanno problemi a riconoscere il monitor esterno/videoproiettore senza un riavvio dopo averlo collegato e che quindi chiedere di collegare il vostro computer può essere una scocciatura e una perdita di tempo per i tecnici di sala, ma i Mac non hanno questo problema. Per questo li uso per le presentazioni: riconoscono sempre il monitor esterno senza aver bisogno di riavviare.


Account separato


Create sul computer un account utente separato da quello che usate per qualunque altra cosa (lavoro, gioco, altro) e adoperatelo esclusivamente per le presentazioni. Questo permette di configurarlo su misura per questo scopo e avere un ambiente azzerabile standard.

Inoltre impedisce che le personalizzazioni o le attività extra-presentazione possano fare capolino in modo fastidioso o imbarazzante, per esempio tramite la cronologia che contiene siti indelicati (che emergono allegramente nell'autocompletamento, come quando digitate you per visitare Youtube e viene proposto automaticamente Youporn) oppure tramite uno screensaver che attinge alla cartella delle foto e comincia a mostrare al pubblico le foto delle vostre vacanze o peggio.

Per condividere i dati fra l'account per le presentazioni e quello di lavoro usate Dropbox o simili oppure, meglio ancora, un disco esterno o una penna USB. Sul mio Air uso una scheda SD “troncata” che non sporge (la sporgenza sarebbe pericolosa quando si ripone il computer) e fa da secondo disco interno (PNY StorEdge).


Configurazione dell'account per le presentazioni


Sfondo. Scegliete uno sfondo che sia visivamente ben diverso da quello che usate per gli altri account, così farà da promemoria visivo del fatto che state usando l'account giusto. Non usate uno sfondo nero o monocromatico: spaventa i tecnici perché fa sembrare che il videoproiettore non stia ricevendo alcun segnale. Tenete presente che questo sfondo potrebbe comparire prima o dopo la presentazione.

Screen saver. Disabilitate qualunque salvaschermo (sul Mac, Preferenze di Sistema - Scrivania e Salvaschermo - Salvaschermo - Avvia dopo: Mai).

Niente barra menu nel secondo monitor. Per evitare che prima della presentazione compaia sullo schermo pubblico la barra menu, andate in Preferenze di Sistema - Mission Control e disattivate I monitor hanno spazi separati. È necessario riavviare per rendere attiva questa modifica, che è particolarmente ben nascosta nelle opzioni del Mac.

Notifiche disabilitate. Non c'è niente di più fastidioso di un bel fumetto di notifica che compare sullo schermo pubblico nel bel mezzo di una presentazione e avvisa che c'è un aggiornamento del sistema operativo pronto da installare oppure che è stato trovato un virus. Disabilitate tutte le notifiche: in Preferenze di Sistema - Notifiche, disattivate Mostra notifiche sullo schermo bloccato e Mostra in Centro Notifiche per ciascuna app presente nell'elenco In Centro Notifiche. Per maggiore sicurezza, già che siete nella configurazione delle notifiche, attivate anche Non disturbare: impostatelo dalle 00:01 alle 23:59 (cioè sempre), quando il monitor è in stop e anche durante la duplicazione su TV o proiettori.

Pairing del telecomando. Se usate il telecomando standard Apple, controllate che sia attivato il pairing e che non venga accettato qualunque telecomando dello stesso tipo: questo è uno scherzo classico da fare ai conferenzieri noiosi.


Doppio monitor con note


Questa è una scelta che vedo adottare da pochissimi relatori, eppure è stupendamente efficace: impostate Keynote in modo che mostri sullo schermo del vostro computer l'interfaccia di gestione e le note intanto che sullo schermo pubblico viene mostrata la presentazione (Keynote - Preferenze - Presentazione - Abilita “Visualizzazione presentatore”).

Quello che vede il pubblico

Quello che vedo io

Questo permette di evitare l'effetto gruccia: troppo spesso vedo presentazioni il cui testo è semplicemente un elenco di punti che servono da promemoria per il relatore, che li visualizza e poi li spiega. È molto più efficace descrivere un concetto, attingendo come promemoria alle note (nel riquadro bianco in basso dello screenshot qui sopra), e poi far comparire un'immagine o una frase che lo ribadisca e riassuma: tutto resta maggiormente impresso nella memoria dello spettatore.

La Visualizzazione Presentatore, che c'è anche in Powerpoint e in Impress ma non viene quasi mai usata, nel Mac mostra la slide corrente sulla sinistra e quella successiva sulla destra e permette anche di saltare rapidamente da una slide all'altra in modo fluido (dal punto di vista del pubblico) se si fa comparire la colonna di sinistra, come mostrato qui sopra. C'è anche un comodo timer e/o orologio per non sforare troppo rispetto ai tempi previsti.


Schermata di test e slide vuota in fondo


Predisponete una slide che contenga soltanto lo sfondo standard e mettetela a fine presentazione: così non comparirà l'avviso di fine presentazione e non lascerete sullo schermo pubblico un singolo concetto che distrae. Se volete, mettete in questa slide le coordinate per contattarvi o il logo aziendale/professionale.

Dopo questa slide, predisponete un'altra slide con un'immagine che consenta la verifica dei colori, della messa a fuoco e della completezza dell'inquadratura (tipo quella qui accanto, alla quale aggiungete una cornice chiara che segua il perimetro della slide). Vedersi un'intera presentazione con il bordo destro o sinistro troncato è esasperante, e scoprire a metà presentazione che il cavo VGA ha un pin rotto per cui i colori sono tutti falsati è un bel modo di rovinare la vostra fatica.

Perché consiglio di mettere la slide di test in fondo e non all'inizio? Perché se la si mette all'inizio, quando la mostrate parte il timer della presentazione e vi falsa il conteggio del tempo effettivo di presentazione.


Prima di cominciare


Il giorno della presentazione, fate un riavvio del computer. So che molti utenti Apple e Linux (quelli Windows un po' meno) tengono i computer accesi o in standby per giorni, perché sono abituati a sistemi operativi stabili, ma un crash durante una presentazione è imbarazzante e capita meno facilmente se il computer è stato riavviato di recente. Il reboot non serve per fargli riconoscere correttamente il videoproiettore (quello avviene automaticamente), ma per togliere dalla memoria eventuale fuffa accumulata.

Controllate di nuovo le impostazioni delle Notifiche, specialmente se avete installato o aggiornato del software.

Se non vi serve Internet, scollegatevi dalla Rete, per evitare partenze di aggiornamenti software e di notifiche.

Se vi serve Internet, assicuratevi che la connessione offerta dalla sala non sia filtrata (capita spesso nei locali pubblici e nelle scuole). Se lo è, bypassatela con una VPN o simile, oppure usate una vostra connessione cellulare (da provare prima).

Se non usate il Bluetooth, disattivatelo. Eviterete che qualche burlone vi mandi un file porno nel mezzo della presentazione.

Vuotate la cache e la cronologia del browser: i siti che vi servono vanno messi nei Preferiti.

Controllate il volume dell'audio.

Controllate le batterie del vostro telecomando e tenetene pronta una serie di riserva. Controllate che il telecomando funzioni, e che continui a funzionare anche quando vi allontanate dal computer.

Provate la vostra schermata di test e controllate che i colori siano corretti, il cerchio sia rotondo e l'inquadratura sia completa.

Assicuratevi che il computer sia collegato all'alimentazione di rete: non volete che vi si interrompa la presentazione con un imbarazzante avviso di batteria esaurita oppure che il computer si spenga di colpo sul più bello per esaurimento delle batterie. Controllate che l'alimentatore stia davvero alimentando e non sia inserito male nel computer o nella presa. Controllate anche che la presa sia alimentata e non sia comandata dall'interruttore delle luci di sala, per cui smette di alimentare quando vengono spente le luci per iniziare la presentazione (capita anche questo).

Provate il microfono e scoprite a che distanza e con che angolazione va tenuto per evitare rumori fastidiosissimi.

Spegnete il vostro telefonino oppure mettetelo in vibrazione e affidatelo a una persona di fiducia, così non squillerà e non causerà disturbi nei microfoni.

Tenete a portata di mano un bicchiere d'acqua, preferibilmente non gassata (altrimenti il ruttino da sopprimere vi assillerà per tutta la presentazione). Se vi portano una bottiglietta, apritela prima di cominciare. Dai commenti arriva anche il suggerimento di fare pipì appena prima dell'inizio. Aggiungo la Regola di Alec Guinness: prima di andare in palcoscenico, soffiati il naso e controllati la patta dei pantaloni.

Fatto tutto questo, buona fortuna!

2014/05/02

Software d’epoca per Mac SE

Durante la diretta di stamattina del Disinformatico, un ascoltatore, Manuel, ha chiesto siti dai quali reperire software per il suo Mac SE. Queste sono le risorse che ho trovato: se ne conoscete altre, segnalatele nei commenti, grazie!

2013/12/19

Anche le webcam dei Mac si possono attivare senza accenderne la spia

Ne parlerò in dettaglio nella puntata di domani del Disinformatico radiofonico sulla Rete Tre della Radio Svizzera, ma mi sembra opportuno allertare subito che è stata resa pubblica una dimostrazione della possibilità di disabilitare la spia delle webcam anche nei Macbook, macchine che si pensava fossero intrinsecamente immuni (per via del modo in cui sono costruite) da questo genere di trappola. Ne parlano il Washington Post e c'è un paper tecnico. Il software di difesa è qui.

Il test si riferisce a Macbook del 2007 e 2008, quindi non recenti; non è chiaro se ci sia la stessa vulnerabilità anche nei modelli attuali. Ma il paper nota che “Apple’s most recent FaceTime cameras in its 2013 MacBook Air model eschews USB 2.0. Instead, the camera is connected to the host computer over PCIe [33]. Vulnerabilities in the camera would potentially enable an attacker to have DMA access to the host system. This is a significantly stronger capability than USB access.”

Ho già da tempo un pezzo di nastro adesivo sopra la mia webcam.

2013/10/06

Dropbox e la cache da 40 gigabyte su disco

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “c.bocc*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Disco pieno. Su un MacBook Air, che ha un disco a stato solido da 128 GB, può capitare. Quello che non mi aspettavo è l'origine del riempimento: la cache di Dropbox, che aveva assunto la ragguardevole dimensione di 40 gigabyte. In una cartella nascosta, oltretutto, per cui non avrei mai scoperto la causa dell'intasamento se non avessi usato Disk Inventory (utility gratuita sostenuta dalle donazioni).

Una cache gigantesca del genere mi è capitata probabilmente perché ho un Dropbox da 100 gigabyte, che però non sono tutti occupati e non sono neanche tutti condivisi sull'Air, quindi magari a voi non capiterà mai. Ma vi segnalo comunque l'episodio, caso mai dovesse capitarvi o semplicemente se volete dare un'occhiata alle dimensioni della vostra cache Dropbox su un Mac: andate nel Finder e (con il menu Go) scegliete di andare alla cartella ~/Dropbox/.dropbox.cache. Visualizzatela, cancellatene il contenuto e sarete a posto, come descritto nell'help di Dropbox (solo in inglese).

2013/06/11

Pronto OS X 10.8.4

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

È stato rilasciato qualche giorno fa (ma il mio Mac me l'ha notificato solo ieri) l'aggiornamento di OS X che porta il sistema operativo dei computer Apple alla versione 10.8.4. L'ho installato sul mio Air e sembra funzionare tutto regolarmente. L'elenco delle novità è qui e le questioni di sicurezza sono descritte qui, ma non ve le infliggo; qui vorrei soltanto segnalare un dettaglio che magari può interessare ad altri utenti Mac.

Il primo cambiamento significativo che ho notato è la scomparsa (apparente) di una utility integrata molto comoda per la gestione delle reti Wifi, ossia Wifi Diagnostics (documentata qui).

Niente panico: per riattivarla (oggi si chiama Wireless Diagnostics in inglese) si preme il tasto Opzione, si clicca sull'icona del WiFi e si sceglie Apri Diagnosi Wireless. Compare già qui una serie di info diagnostiche interessanti, ma andando avanti (e dando la password di amministratore) si può scegliere dal menu Finestra la voce Utility, che fornisce vari strumenti di analisi della connessione senza fili.




Grazie a @piergall per la dritta.

2012/04/10

Nuovo aggiornamento Java per Mac

Apple e Java, ulteriore aggiornamento di sicurezza


Apple ha rilasciato un nuovo aggiornamento di Java. Secondo Intego, Java per OS X 2012-002, forse Apple ha trovato qualche errore minore nel primo aggiornamento e questa è una nuova release che corregge il problema. La documentazione linkata da Apple è HT5055 (per Lion), HT5056 (per Snow Leopard) e HT1222 per entrambi).

L'aggiornamento è disponibile almeno per Lion e Snow Leopard (ho verificato sui miei Mac) e viene segnalata automaticamente da Aggiornamento Software.

Se usate Java, è indispensabile scaricare e installare questo aggiornamento. Fatto questo, ricordate di chiudere e riavviare il Mac per attivare l'aggiornamento.

2011/01/25

Monitor triplo per Mac

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2013/02/03.

I Mac portatili, come praticamente tutti i laptop di ogni marca, hanno un connettore per un monitor esterno che permette di aumentare lo spazio di lavoro usando simultaneamente il monitor incorporato e quello esterno e visualizzando cose differenti sui due schermi. Avere più spazio rende più produttivi, perché permette di avere tutto immediatamente a portata di sguardo.

Ma perché fermarsi a due monitor, quando se ne possono combinare tre o più e aumentare ancora di più la produttività (o il divertimento)? Esistono infatti delle soluzioni che permettono di usare le porte USB come uscite video supplementari.

Il problema è che per il mondo Mac queste soluzioni sono rare e care: a chi usa Windows va molto meglio. Ma con un po' di ricerche online ne ho trovata una che funziona bene e l'ho pagata di tasca mia, senza alcun incentivo da parte del produttore: è la Diamond BVU195: una scatolina priva di alimentazione esterna che si attacca alla porta USB del computer (dalla quale viene alimentata) e al cavo video del monitor aggiuntivo. Costa 69 franchi (circa 53 euro) e se ne possono attaccare a uno stesso computer fino a sei per supportare altrettanti monitor esterni con connettore DVI, HDMI oppure VGA (tramite gli adattatori forniti nella confezione).

La scatola parla di supporto per Mac OS X (solo su processori Intel), ma il manuale e il CD allegati coprono solo Windows XP e Vista. Sul sito del produttore ci sono delle info in merito e nella scheda Support and Downloads c'è un driver da scaricare per Mac, ma secondo i consigli di Danny Sullivan su Daggle è meglio evitare tutto quanto e usare invece il driver disponibile presso Displaylink.com. È quello che ho fatto: ho usato la versione 1.5 del driver e ho avuto successo al primo colpo.

Ho lanciato il programma d'installazione del driver, ho scelto DisplayLink Software Installer con un doppio clic e ho seguito la normale procedura di installazione. Al termine dell'installazione è stato necessario un riavvio di Mac OS X. Dopo il riavvio, il monitor esterno collegato via USB è stato riconosciuto subito (è comparso il wallpaper standard di Mac OS X), ma è stato necessario andare nelle Preferenze di Sistema per decidere la disposizione degli schermi.

Staccare e riattaccare il monitor USB (per esempio a un hub USB alimentato) funziona e non causa problemi. Si nota un leggerissimo sfarfallio e ritardo di refresh quando si spostano o aggiornano le finestre sul monitor USB. Non ho provato applicazioni per la cattura di schermate (a parte la funzione Cmd-Shift-4 integrata in Mac OS X, che non funziona sul monitor USB) o per la riproduzione di video HD o VMWare e simili, ma posso dire che i video di Youtube funzionano e che per quello che serve a me (e probabilmente alla maggior parte degli utenti) un terzo monitor, ossia visualizzare testi o pagine Web o immagini piuttosto statiche da tenere come riferimento durante il lavoro, l'aggeggio della Diamond è più che sufficiente. Nelle foto e nel video qui sotto, il monitor collegato al Diamond BVU195 è quello di destra.


Il problema di avere uno spazio così ampio è che la barra menu fissa del Mac diventa molto scomoda (lo è già sui monitor grandi e per quel che mi riguarda è una delle maggiori pecche dell'interfaccia utente di OS X). A differenza di Windows e altri sistemi operativi, infatti, la barra menu delle applicazioni nel Mac è sempre fissa in alto anche se la finestra dell'applicazione alla quale si riferisce si sposta. Con le configurazioni multi-monitor può quindi capitare di avere la finestra dell'applicazione su un monitor e la barra menu dell'applicazione stessa su un altro monitor, e quando i monitor sono tre la cosa si fa pesante.

Certo, la barra menu può essere trascinata a un altro monitor nelle Preferenze di Sistema, ma rimane fissa su quel monitor e non segue l'applicazione che è di volta in volta in primo piano.

Gigaom suggerisce come rimedio Dejamenu, una utility gratuita che permette di richiamare, tramite una combinazione di tasti a scelta, un menu a cascata che corrisponde alla barra menu dell'applicazione che in quel momento è in primo piano. Il menu compare nella finestra dell'applicazione stessa, riducendo drasticamente la strada da fare con il mouse per usare i menu di un'applicazione.

Per installare Dejamenu si scarica il suo file DMG, lo si apre con un doppio clic e si trascina DejaMenu.app alla cartella Applicazioni. Prima di lanciarlo, assicuratevi di andare nelle Preferenze di Sistema, scegliere Universal Access e attivare "Enable access for assistive devices". Poi lanciate Dejamenu, scegliete la combinazione di tasti che preferite e siete pronti. L'unico neo di DejaMenu, perlomeno nelle mie prove, è che il menu non compare istantaneamente ma ha un piccolo ritardo abbastanza scomodo che ne riduce l'utilità.

Miki601, nei commenti, ha proposto MenuEverywhere (nagware). Michele ha suggerito SecondBar. Ho provato il primo e per ora mi trovo bene: quando sposto il puntatore del mouse su uno schermo, compare la barra menu in alto su quello schermo. MenuEverywhere ha anche molte altre opzioni, ma mi accontento di questa.


Aggiornamento (2013/02/03)


L'uscita di Lion e Mountain Lion ha reso inutilizzabili per parecchio tempo i driver DisplayLink citati nell'articolo, ma a fine gennaio è uscito un nuovo driver Display Link che funziona al primo colpo (perlomeno sul mio Mac).

2006/04/28

OpenOffice 2.0.2 anche per Mac PPC, disponibile gratis dal 23 maggio

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "mariquita.sol" e "r.dacampo".
L'articolo è stato aggiornato dopo la sua pubblicazione iniziale.

La versione alpha (sperimentale ma usabile) di NeoOffice 2.0, l'adattamento della più recente versione di OpenOffice.org, confezionato per i Mac basati su processore Power PC, sarà scaricabile gratuitamente dal 23 maggio prossimo dal sito di NeoOffice. Chi la vuole avere prima può offrire una donazione ai programmatori, Patrick Luby ed Edward Peterlin.

È un passo importante per gli utenti Mac di OpenOffice.org, che si sono trovati finora sempre indietro di varie versioni rispetto agli utenti Linux e Windows di questa suite libera e gratuita, a meno di ricorrere alle versioni X11 per Mac, non proprio facili da installare e soprattutto scomode perché poco integrate nell'interfaccia di Mac OS X.

Adesso, invece, anche chi usa il Mac (quello "vecchio", non quello nuovo basato su processori Intel) può usare la versione più recente di OpenOffice.org, che rispetto alle precedenti ha delle evoluzioni profonde: è più leggero e meglio organizzato, ha molte funzioni in più e una migliorata compatibilità con i documenti Microsoft, ma soprattutto usa il formato pubblico e libero OpenDocument, che sta per diventare uno standard, è leggibile e scrivibile da vari programmi ed è in corso di rapida adozione in varie organizzazioni (una per tutte, IBM).

Grazie anche alle vostre donazioni, l'ho provato in anteprima per voi: ecco com'è andata.


Donazione e download


NeoOffice è software libero, sotto licenza GPL, ma questo non vieta ai suoi creatori di chiedere sostegno economico per il proprio lavoro di adattamento. Nasce così la formula della donazione per avere in anteprima ciò che sarà gratuito in seguito.

Con una donazione di 25 dollari (poco più di 20 euro) si può avere adesso NeoOffice 2.0 alpha invece di aspettare fine maggio. Visto che io lo uso tutto il santo giorno per i miei libri e lavori (i miei clienti chiedono il formato di NeoOffice/OpenOffice.org) e mi sembra cosa buona e giusta aiutare dei programmatori che fanno un gran bel lavoro e mi fanno risparmiare i soldi di una licenza di Microsoft Office per Mac, ho fatto la donazione tramite Paypal. Dopo il 9 maggio, fra l'altro, la donazione richiesta scende a 10 dollari.

In pochi minuti mi è arrivato un codice che mi ha permesso di scaricare i 113 megabyte di NeoOffice 2.0 (15 mega in meno della versione precedente). L'interfaccia è soltanto in inglese in questa versione alpha, mentre le versioni precedenti di NeoOffice permettono di scegliere la lingua dell'interfaccia (e anzi adottano automaticamente la lingua che usate per Mac OS X): presumo quindi si tratti di una lacuna temporanea, anche perché il menu di configurazione di NeoOffice 2.0 include già una voce per consentire questa scelta.

Nonostante l'interfaccia soltanto inglese, NeoOffice 2.0 include già i dizionari per il controllo ortografico italiano, oltre a quelli per inglese, tedesco, olandese, ungherese, swahili e thai.


Installazione


L'installazione non comporta grandi stranezze per chi usa il Mac: il solito doppio clic sul file *.dmg scaricato, per montarlo come volume nel Finder, un altro doppio clic sul file NeoOffice.pkg presente nel volume, e parte l'installazione guidata (in italiano, se usate Mac OS X in questa lingua).

NeoOffice 2.0 occupa 300 megabyte su disco. Se avete già installato una versione precedente di NeoOffice sul vostro Mac, viene sostituita e ne vengono ereditate le impostazioni durante il primo avvio dell'applicazione (questa parte della procedura è in inglese).


Prime impressioni


A parte l'evidente lifting fatto all'interfaccia e alle icone di NeoOffice, identiche a quelle dell'attuale versione Windows e Linux più recente, noto un certo miglioramento della reattività del programma, notoriamente un po' lento.

Ovviamente la più grande novità è la possibilità di usare il nuovo formato standard OpenDocument anche in scrittura (prima gli utenti di NeoOffice potevano soltanto leggere questo formato). È interessante notare che il formato OpenDocument a volte scrive file più grandi rispetto al formato OpenOffice: per esempio, uno spreadsheet di 108 K nel vecchio formato cresce a 368 K in OpenDocument, mentre il mio Acchiappavirus rimane invariato a 200 K in entrambi i formati. In cambio, però, il salvataggio in OpenDocument è notevolmente più veloce.

La stabilità lascia invece un po' a desiderare: NeoOffice 2.0 alpha si pianta con una certa facilità. Questo, però, non deve sorprendere, visto che dopotutto si tratta appunto di software alpha e la cosa è chiaramente indicata nelle avvertenze. In ogni caso, nei vari crash che mi sono capitati, NeoOffice ha sempre salvato tutti i dati prima di piantarsi. È già disponibile una patch che corregge alcune magagne.

Vi saprò dire di più nei prossimi giorni, man mano che lo uso per lavoro. Nel frattempo, apprezzo alcune piccole cose: la disponibilità dell'opzione che rimuove i metadati personali dai documenti, e l'arrivo del conteggio delle parole nei blocchi di testo, carenza finora imbarazzante di NeoOffice.


Aggiornamento (2006/05/15)


Le prime due settimane di utilizzo intensivo non hanno rivelato magagne significative. L'unica stranezza degna di rilievo è la lentezza del controllo ortografico: si vede letteralmente il cursore che scandisce le singole lettere del testo. In quanto a stabilità, nessun problema dopo i primi crash avvenuti durante una modifica a un grafico integrato in uno spreadsheet.

2005/07/09

[IxT] Attentati; Live 8 scaricabile; e altro

Sapete tutti cos'è successo a Londra; alcuni lettori hanno inaspettatamente temuto che il mio silenzio di questi giorni fosse dovuto a un mio coinvolgimento di qualche genere, visto che molti pensano che io abiti da quelle parti.

In realtà ho abitato in Inghilterra fino a poco tempo fa, ma a York, a qualche centinaio di chilometri da Londra, e il mio silenzio è dovuto a tutt'altre ragioni puramente personali (a proposito, grazie a tutti coloro che mi hanno scritto a proposito di Biru, siete stati gentilissimi). Volevo soltanto tranquillizzare e ringraziare chi si è preoccupato per me.

Per evitare che Londra sia associata nella vostra memoria soltanto ai recenti attentati, vorrei segnalarvi che America Online permette di scaricare legalmente l'intera serie di concerti.

Trovare i link diretti ai singoli brani richiede qualche acrobazia, per cui sto pubblicando il tutto a puntate su Zeus News. La prima parte è qui:
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4234&;numero=999

Le prossime parti verranno pubblicate sempre su Zeus News nei prossimi giorni.

I video sono di ottima qualità, con audio stereo, e per questo piuttosto pesanti (dai 50 megabyte in su), quindi è opportuno dotarsi di una connessione veloce o di moltissima pazienza.

Se trovate errori nei link, segnalatemeli scrivendo come al solito a topone@pobox.com


Terrorismo, fa più danni la paura


Alcuni giorni prima degli attentati di Londra ho scritto un pezzo sui danni che la paura e l'incompetenza causano quando c'è di mezzo il terrorismo:
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=4223


Cinema digitale


Se non avete ancora visto un film proiettato in un cinema digitale, vi consiglio di provarci con Episodio III: il film in sè può piacere o meno, e forse delude molti fan della saga di Guerre Stellari, ma non c'è migliore dimostrazione del salto qualitativo offerto dalla proiezione digitale.

Se vi interessano dati tecnici e le mie impressioni su questa tecnologia, date un'occhiata qui:
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=4219


Mac e Intel, prime info sull'hardware


Cominciano a trapelare i primi dati sul tipo di hardware che costituirà i futuri Mac basati su processore Intel. Sarà davvero possibile far girare Mac OS X su un PC qualsiasi? Improbabile ma non impossibile:
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=4212


Telefonini sugli aerei: SMS OK, telefonate no, dicono i passeggeri


Sta per cadere il divieto d'uso dei cellulari, ma gli utenti non gradiscono l'idea di trovarsi inchiodati accanto al chiacchierone di turno:
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=4208


Falla Javascript mette a rischio quasi tutti i browser


Secunia ha trovato una falla che permette a un sito ostile di far comparire nella finestra di un sito sicuro una finestra-trappola. L'articolo contiene anche un rimando alla dimostrazione (innocua) di questa tecnica di aggressione informatica:
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=4205
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