Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “alanati” e “nikber*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Pochi giorni fa ho comprato un laptop (un Acer Aspire E 11 con Windows 8.1) praticamente a caso: i miei unici criteri sono stati il prezzo (era in offerta a meno di 300 franchi, circa 250 euro) e le dimensioni (mi serviva molto piccolo, per cui ho preso un 11,6" con un touchpad generosamente dimensionato per le mie mani da elefante). L'ho comprato perché mi serve un ultraportatile sacrificabile da portare sempre in borsa con me.
Scrivo molto e il copia-e-incolla è un compagno continuo di digitazione (specialmente quando sto traducendo) e quindi mi serve qualcosa che abbia una vera tastiera, non un tablet, e un copia-e-incolla efficiente. Inoltre a questi prezzi sono anche disposto a sopportare la natura schizofrenica di Windows 8.1, che non ha ancora deciso se vuole essere un sistema operativo a quadratoni di Mondrian oppure fare un'operazione nostalgia mantenendo una grafica anni Novanta che conforta l'utente di lungo corso.
Ho provato a installarvi Linux, anche per vedere quanto è facile (o difficile) farlo oggi rispetto ai tempi eroici di
Da Windows a Linux e ottenere una macchina funzionante e funzionale (perlomeno per i miei scopi principali: scrivere, andare online, fare presentazioni) senza dover passare ore a leggere recensioni e tutorial per scoprire quali computer sono perfettamente compatibili con Linux. Avrei preferito trovare un laptop con Linux preinstallato a un prezzo abbordabile, ma è tuttora un miraggio. Questi sono i miei appunti di viaggio linuxiano.
Aggiornamento: visti i commenti iniziali alla prima stesura di questo articolo, ribadisco che si tratta di
appunti di viaggio, non di un esperimento scientifico rigoroso. Evitate dunque le
flame war, se potete.
L'importanza dei preliminari
Come primo passo, naturalmente, faccio un backup del Windows preinstallato, caso mai vada storto qualcosa durante l'installazione di Linux (o se per caso decido di reinstallarvi Windows). Rimpiango i tempi in cui veniva fornito un DVD d'installazione di Windows, ma oggi i lettori DVD sono assenti in quasi tutti i netbook e ultrabook, e Microsoft (come del resto Apple) si guarda bene dall'offrire un supporto d'installazione o recovery più moderno, tipo una scheda SD o una penna USB, che graverebbero sul costo del laptop. Sul laptop c'è l'utility apposita fornita da Acer (Recovery Management), che include la possibilità di creare un backup dell'installazione di fabbrica su una penna USB da almeno 16 GB.
Intanto che effettuo il backup, scarico la
ISO di Linux Ubuntu 14.04.1 LTS a 64 bit. Poi la masterizzo su un DVD usando l'utility integrata in Windows (molto semplice e pratica – un netto passo avanti rispetto al passato).
Installazione vera e propria
Collego un lettore di DVD esterno USB al laptop e vorrei fare semplicemente boot dal DVD, ma questo è un laptop moderno, e quindi ha l'UEFI e il Secure Boot, per cui devo entrare nel setup. Ma come si fa? Una rapida Googlata mi dice che devo spegnere
completamente il laptop (non basta fare un riavvio di Windows) e poi riaccenderlo premendo (non continuativamente) il tasto F2 mentre c'è il logo Acer sullo schermo, oppure da Windows fare Shift-Restart -
Troubleshoot - Advanced Options - UEFI Firmware settings - Restart.
Nota: ho tentato anche di fare un'installazione dual boot, ma ho fallito miseramente. Nel Setup c'è (in Main
) l'opzione di abilitare il menu di boot premendo F12, ma se la abilito mi offre solo l'opzione di fare boot con Windows. Nel Setup c'è anche la voce Boot
, che permette di cambiare il Boot priority order
, mettendo il DVD al primo posto. Non serve a niente: parte sempre Windows. Grazie tante. In teoria Ubuntu è in grado di gestire il Secure Boot, ma sembra che sia preferibile disabilitarlo se voglio fare un dual boot. Ma quella carognetta del Setup non mi permette di disabilitare il Secure Boot: l'opzione c'è, ma non è selezionabile. E adesso? Dopo un po' di tentativi scopro che diventa selezionabile solo se è stata impostata nel Setup una password di supervisore. Adorabile. Nel Setup disabilito quindi il Secure Boot e cambio la sequenza di boot, mettendo il DVD al primo posto. Salvo e riavvio. Riparte comunque Windows. Grrr. Provo Shift-Restart - Use a Device - boot da EFI DVD/CDROM
. Niente. Per questo ho deciso di purgare Windows dal computer.
Nel Setup, vado nella sezione
Boot e cambio il boot mode da
UEFI a
Legacy. Faccio un riavvio, rientro nel Setup, scelgo la sequenza di avvio (prima il DVD, poi il disco rigido interno), riavvio ancora e...
ta-daa! Ubuntu si avvia dal DVD. Finalmente un segnale di vita.
Il guaio è che l'installazione non prosegue oltre la schermata che vedete nella foto qui sopra. Il computer resta inerte. Vado a fare altre cose, sperando che il computer stia in realtà macinando per installare il sistema operativo (mi mancano tanto le lucette di attività del disco di una volta), ma quando torno lo trovo ancora così, in coma.
Spengo e riaccendo, nella migliore tradizione di
The IT Crowd, faccio di nuovo boot dal DVD, e accade il miracolo: parte Ubuntu, che mi propone un'installazione di prova o definitiva. Opto per la definitiva e scelgo l'interfaccia in italiano.
Decido di non scaricare gli aggiornamenti durante l'installazione e di installare il software di terze parti (principalmente per il decoder MP3). Non voglio complicare le cose: vediamo se s'installa, tanto per cominciare.
Decido poi di cancellare il disco e di cifrare l'installazione. A questo punto arrivano le richieste tipiche di qualunque sistema operativo: il fuso orario, la lingua della tastiera (nel mio caso, Svizzera francese standard), il nome utente, il nome del computer, la password dell'utente, la cifratura della cartella personale. A differenza di Windows, Ubuntu non mi chiede insistentemente di attivare un account nel cloud di nessuno. Al termine dell'installazione mi chiede un riavvio e basta. Mi dice di togliere il DVD e premere Invio: lo faccio, ma non succede nulla.
Spengo e riaccendo brutalmente: parte Ubuntu, che mi chiede la password di cifratura e poi si blocca. Spengo e riaccendo di nuovo: stavolta va meglio e arrivo alla schermata di login. Il Wi-Fi viene rilevato e mi collego alla rete senza problemi. Mi chiede di aggiornare il supporto per le lingue e poi installo gli aggiornamenti di tutto il resto del software.
Sembra tutto a posto! Firefox e LibreOffice sono già installati e funziona anche Flash per i video. Anche l'audio va. Almeno questo è cambiato rispetto al passato, quando scheda video e audio andavano configurate a mano.
Ma c'è un problema. Quando cerco di spegnere il computer facendo uno shutdown ordinato, Ubuntu si pianta. Quando lo spengo premendo il tasto di spegnimento (non ho altra scelta) e poi lo riaccendo, rimane piantato due volte su tre. Questo è semplicemente inaccettabile, per cui l'esperimento finisce qui (
Aggiornamento: c'è un lieto fine). Ve lo racconto com'è andato, senza peli sulla lingua e senza pretese di stabilire un principio generale (qualche mese fa ho messo Ubuntu su un mio vecchio netbook Samsung senza il minimo problema), e ripristino Windows. Sono un sostenitore dei principi del software libero e senza lucchetti, ma c'è un limite al numero di ore che posso spendere per far funzionare un software. No, mi correggo: per
cercare di farlo funzionare e poi fallire.
Morale della storia: l'Acer Aspire E11 non è una buona scelta per installarvi Linux, oppure installarlo è un'impresa superiore alle mie capacità e al tempo che posso dedicarvi. Sono passati quattordici anni da quando ho scritto
Da Windows a Linux insieme a Odo, e siamo ancora a questo punto. Colpa mia, colpa dei produttori che usano soluzioni tecniche Windows-centriche, certo. Ma all'utente interessa poco di chi è la colpa. Interessa che lo strumento che acquista e sul quale deve lavorare
funzioni.
E così Windows
cheap and cheerful vince ancora, e quel MacBook Air da 11 pollici che mi guarda dal sito Apple e he costa, sì, tre volte quanto questo laptop Acer ma
funziona (col suo OS X proprietario, ma
funziona), improvvisamente non sembra più così assurdamente costoso. Il tempo è denaro, dannazione.
2014/11/02: Lieto fine a sorpresa
Dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo, due commentatori (prima
prez e poi indipendentemente
giovbrunetti) hanno scovato la
causa della magagna che mi aveva fatto esaurire la pazienza. Così ci ho riprovato, reinstallando da capo Ubuntu e poi modificando dal Terminale il file
/etc/modprobe.d/blacklist.conf, aggiungendogli
blacklist dw_dmac
blacklist dw_dmac_core
e salvando il file. Dopo un riavvio a freddo, lo shutdown e l'avvio di Ubuntu funzionano perfettamente, per cui ora ho un minilaptop Linux e l'esperimento è passato dal fallimento al successo.
Grazie!
2014/11/03: Successo? Un momento...
Ho gioito leggermente troppo presto: quando ho iniziato a scrivere un po' sul laptop, come sto facendo ora per aggiornare questo blog, mi sono accorto di una magagna bizzarra: i tasti freccia su, giù e destra non funzionavano, mentre quello verso sinistra reagiva correttamente. Questo avveniva in tutti i programmi, per cui era chiaramente un problema a livello di sistema operativo.
Una ricerca in Google mi ha permesso di trovare
questa soluzione: digitare in un Terminale il comando
sudo dpkg-reconfigure keyboard-configuration
e poi selezionare
Acer laptop come modello di tastiera. Piccolo problema: come faccio a selezionare se non funzionano i tasti freccia? Per fortuna ho scoperto che attaccando un mouse potevo muovere la selezione su e giù usando la rotella e poi digitare ripetutamente la lettera A fino a posizionarmi sulla voce che mi interessa.
Ho scelto anche le varie opzioni del layout e poi ho riavviato il laptop. Adesso i tasti freccia funzionano tutti.