Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori e con il contributo tecnico di @RiccardoDeias, @pd_76 e @Solincos. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Pubblicazione iniziale: 2016/02/22 22:04. Ultimo aggiornamento: 2019/03/23 23:30.
Oggi (22 febbraio) ricorre il ventennale del volo spaziale di due italiani insieme: il 22 febbraio 1996 partivano per lo spazio Maurizio Cheli e Umberto Guidoni sullo Shuttle. Sarebbe magari carino parlare dell’eredità delle loro esperienze in occasione dell’anniversario. Macché: i giornalisti di
Repubblica,
Il Giornale, La Stampa si buttano a pesce invece su un’altra storia spaziale e rifilano ai loro lettori una panzana datata 1969, copiandola dai
media fuffaroli americani senza la minima verifica.
La balla pubblicata da queste testate racconta che quando la missione
Apollo 10 era dietro la Luna gli astronauti captarono un suono
“simile a una musica” che
“non fu divulgato per quarant’anni. La Nasa, incapace di spiegare il fenomeno, secretò e archiviò tutto quello che la radio dell’astronave aveva registrato in quel lasso di tempo e rese pubbliche le trascrizioni delle conversazioni avvenute solo nel 2008” (
Repubblica).
La Stampa, nella sezione
Tuttoscienze, pubblica un
articolo a firma di Fulvio Cerutti che dice che l’episodio è
“rimasto top secret sino al 2008” ed è un
“fenomeno a cui non è mai stata trovata una spiegazione” (l’articolo è stato parzialmente corretto dopo la mia segnalazione).
Il Giornale, a firma di Franco Iacch, scrive che
“l’episodio top secret... è stato declassificato in parte solo nel 2008 (con pesanti censure)” e che gli astronauti nelle loro cuffie udirono
“urla”. Iacch conclude scrivendo che
“Le registrazioni integrali captate dall’Apollo 10 rimangono top secret”.
Il
Corriere pubblica sull’argomento un
video con didascalia che dice che il
“suono, registrato e trascritto dalla Nasa, è rimasto top secret fino al 2008”. Il link è stato successivamente
cambiato.
Ne parla anche
Panorama con un
articolo di Sabrina Pieragostini, scrivendo che
“per decenni l’ente spaziale ha preferito mantenere nascosta la notizia”.
Come mai tutto questo improvviso e simultaneo interesse del giornalismo italiano per un’oscura vicenda di quasi cinquant’anni fa? Semplice: hanno tutti fatto copiaincolla dai
media americani, in particolare dalle pagine di notizie bislacche dell’
Huffington Post (traduzione italiana
qui), che stanno pompando la storia per promuovere una nuova serie televisiva del Science Channel, intitolata
NASA’s Unexplained Files. Se guardate i suoi video promozionali (
uno e
due) vedrete che il ritmo del montaggio rivela chiaramente che si tratta di un programma di spazzatura sensazionalista alla stregua di
Alieni Nuove Rivelazioni. E se ascoltate bene l’inglese, noterete che le dichiarazioni degli intervistati, fra i quali c’è anche l’astronauta lunare Al Worden, sono state palesemente rimontate ad arte per farle sembrare a sostegno del mistero.
Solo che non c'è nessun mistero. A parte quello di come facciano, certi giornalisti nostrani ed esteri, a guardarsi allo specchio la mattina senza vergognarsi, a furia di ingannare i propri lettori pubblicando fandonie senza uno straccio di controllo dei fatti.
Infatti
è una balla che l’episodio sia rimasto segreto fino al 2008, nonostante lo scriva anche ANSA: come confermato dalla mia esperienza personale nella raccolta di documentazione spaziale storica e come ribadito dalla
NASA su Tumblr (e anche
qui),
l’audio e le trascrizioni della missione Apollo 10 sono pubblicamente disponibili sin dal 1973 a chiunque ne facesse richiesta presso i National Archives statunitensi. Nel 2012 audio e trascrizioni sono stati inoltre pubblicati online per lo scaricamento libero. Lo spezzone audio in questione è
questo (a 2:51 e 7:43); le trascrizioni delle registrazioni a bordo di
Apollo 10 sono disponibili
qui come scansioni degli originali (uno dei brani in questione è a pagina 241) e
qui come trascrizioni digitali.
Ecco quello che dissero gli astronauti durante il quinto giorno di volo, il 23 maggio 1969:
102:13:02 Cernan: Quella musica suona persino spaziale, vero? Lo senti? Quel fischio?
102:13:06 Stafford: Sì.
102:13:07 Cernan: Whooooooooooo.
102:13:12 Young: Anche tu hai sentito quel fischio?
102:13:14 Cernan: Sì. Sembra, sai, musica spaziale.
102:13:18 Young: Chissà cos’è.
[...]
102:17:58 Cernan: Accidenti, quella è davvero musica strana.
102:18:01 Young: Dovremo scoprire cos’è. Non ci crederà nessuno.
102:18:07 Cernan: No. È un fischio, sai, come una cosa spaziale.
102:18:10 Young: Probabilmente è colpa del rilevamento di distanza VHF, immagino.
In originale:
102:13:02 Cernan: That music even sounds outer-spacey, doesn't it? You hear that? That whistling sound?
102:13:06 Stafford: Yes.
102:13:07 Cernan: Whooooooooooo.
102:13:12 Young: Did you hear that whistling sound, too?
102:13:14 Cernan: Yeah. Sounds like - you know, outer-space-type music.
102:13:18 Young: I wonder what it is.
[...]
102:17:58 Cernan: Boy, that sure is weird music.
102:18:01 Young: We're going to have to find out about that. Nobody will believe us.
102:18:07 Cernan: No. It's a whistling, you know, like an outer space-type thing.
102:18:10 Young: Probably due to the VHF ranging, I'd guess.
Fra l’altro,
la vicenda è talmente “top secret” che ne parlò apertamente nel 1974 l’astronauta di Apollo 11 Mike Collins nel suo libro
Carrying the Fire, dicendo (nel capitolo 13) che gliel’avevano raccontata, prima che partisse per la Luna, proprio gli astronauti di
Apollo 10. Per chi è troppo pigro per consultare un libro, inoltre, tutta la faccenda
era già stata sbufalata pubblicamente sette anni fa su Internet da
ApolloHoax, come segnalato da
Metabunk. Quelli di
NASA’s Unexplained Files evidentemente hanno preferito far finta di niente e i giornalisti italiani ed esteri si sono accodati.
È falso anche che “non è mai stata trovata una spiegazione”: fu trovata già nel 1969, spiega Collins nel suo libro. I suoni erano il risultato di normali interferenze fra le radio VHF del modulo lunare e del modulo di comando (le due parti indipendenti nelle quali si divideva il veicolo spaziale per effettuare l’allunaggio).
Se i giornalisti di
Repubblica,
Corriere,
Il Giornale e
La Stampa avessero dato un'occhiata alle trascrizioni e ascoltato l’audio originale, invece di fare un pigrissimo copiaincolla dagli articoli di fuffa altrui, si sarebbero accorti che
i suoni sono banalissimi (niente
“urla”) e che oltretutto gli astronauti li considerano
talmente poco misteriosi che subito dopo averli notati si mettono a parlare d’altro. Anzi, uno di loro, John Young, già propone una spiegazione al momento:
“Probably due to the VHF ranging, I guess” (
“Probabilmente è colpa del rilevamento di distanza VHF, immagino”) e poi cambia discorso. Uno di loro, Gene Cernan, contattato oggi dalla NASA, ha
detto chiaro e tondo:
“Non mi ricordo che quell’episodio mi abbia emozionato abbastanza da prenderlo sul serio. Probabilmente era soltanto interferenza radio. Se avessimo pensato che fosse qualcosa di diverso, lo avremmo riferito a tutti nei briefing dopo il volo. Non ci abbiamo più pensato per niente.” Lo ha ribadito anche a
Fox News.
Se i suddetti giornalisti si fossero soltanto presi la briga di fare una telefonatina a un esperto, si sarebbero accorti di essere stati fregati da una campagna promozionale per un programma-fuffa e avrebbero evitato di propinare ai loro lettori una nuova fregnaccia spaziale. Sarebbe bastato, per esempio, consultare la discussione sull’argomento di
Collectspace, noto forum di esperti del settore, oppure mandare un tweet a
Luigi Pizzimenti, storico delle missioni Apollo (suo il libro
Progetto Apollo: Il sogno più grande dell’uomo),
curatore del Padiglione Spazio presso il Museo del Volo
Volandia e presidente dell'
Associazione per la Divulgazione Astronomica e Astronautica, per entrare in contatto tramite lui con Al Worden, l’astronauta intervistato dal programma del Science Channel, e avere subito una smentita secca della pseudonotizia:
“I don't think there is any mystery to the event” (
“Non credo che ci sia alcunché di misterioso nell’evento”), ha scritto Worden a Pizzimenti. Worden ha detto molto altro su questa faccenda: ne trovate un resoconto completo
qui nel blog di Pizzimenti.
Luigi, fra l’altro, riassume bene il disappunto che prova chi fa vera ricerca storica dell’esplorazione spaziale quando legge queste scempiaggini. Mi scrive in una mail (che cito qui col suo permesso):
“È mai possibile che si pubblichino bufale senza nessun riscontro scientifico? Sono stufo di rispondere in prima persona a domande generate da lettori, che perplessi, mi scrivono se ciò che hanno letto è vero. Per favore: rivolgetevi direttamente a chi scrive cose non vere e non confermate. Esiste una miriade di missioni spaziali in corso e tante in preparazione, lasciate perdere il Programma Apollo e parlate di attualità, magari andando sul posto, verificando le notizie di persona. Perché cercare sempre qualcosa che non esiste per parlare a sproposito del Programma Apollo? Perché ci sono giornalisti che scrivono di cose che non conoscono? Perché parlano di persone che non hanno mai conosciuto? Perché una volta tanto non prendono la valigia e vanno di persona a chiedere come sono andate le cose? Ve lo dico io: perché costa fatica, denaro e tanto lavoro e poi ci vuole passione, tanta passione, e solitamente chi scrive queste bufale tempo e passione non ne ha, ma deve semplicemente riempire uno spazio vuoto.”
Seguite quindi il consiglio di Luigi: scrivete alle redazioni di questi giornali e chiedete loro di giustificare, o almeno rettificare, le balle che vi hanno propinato. E chiedetevi se è questo il modo di fare giornalismo.