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Il Disinformatico: ufologia

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2021/05/16

Video UFO definito “autentico”, dichiarazioni “ufologiche” di Obama: cerchiamo di capire le parole invece di fantasticare

Ultimo aggiornamento: 2021/05/19 23:30.

Mi stanno arrivando parecchie richieste di commento su articoli come quello del Corriere della Sera, che parlano di un video di UFO che è stato definito “autentico” dal Pentagono.

La faccio molto breve: quando qualcuno dice che un video è autentico, vuol dire soltanto che non è stato alterato e che la sua provenienza è verificata. Non vuol dire che conferma una data interpretazione di cosa mostra.

Tipo, che so, se chiedi a George Lucas se una foto scattata sul set di Star Wars è autentica, e lui ti risponde di sì, non è che puoi andare in giro a dire che i Jedi esistono, Darth Vader è reale e puoi manipolare le menti deboli usando la Forza.

Per tutto il resto, consiglio a chi volesse ancora pensare che questi video mostrino veicoli alieni e che questo sarebbe stato confermato dal Pentagono di leggersi attentamente le dichiarazioni originali e non i virgolettati e gli abbinamenti farlocchi che circolano sulla stampa.

Per esempio, vediamo quali sono realmente le dichiarazioni dell’ex presidente statunitense Obama, citate dai media con titoli come “gli Ufo esistono e vanno presi sul serio” (che La Stampa ha abbinato a un’illustrazione di un disco volante in stile George Adamski, giusto per levare ogni dubbio che “UFO” venga considerato giornalisticamente sinonimo di “veicolo extraterrestre”):


Vittorio Sabadin de La Stampa, dietro paywall, scrive che “Obama ha dichiarato in una trasmissione televisiva che gli Ufo esistono, si muovono in modalità che contrastano con le leggi della fisica a noi conosciute e rappresentano un fenomeno che ‘va preso sul serio’”. L’illustrazione è stata poi sostituita con un’altra non molto migliore.

Sapete qual è la “trasmissione televisiva”? Per scoprirlo bisogna leggere la versione a pagamento dell’articolo. L’ho fatto io per voi. È il Late Late Show con James Corden, spiega Sabadin. Un programma d’intrattenimento leggero. Ovviamente se un ex presidente deve rivelare al mondo qualcosa di così importante, andrà a un programma del genere. Mica farà un comunicato stampa o un annuncio formale.

Già questo dovrebbe far capire che la notizia è una bufala, ma vediamo che cosa ha detto di preciso Obama. Questo è quello che secondo Sabadin sarebbe “la cosa importante” delle sue dichiarazioni (fatte, ripeto, in un programma d’intrattenimento):

“Ma ciò che è vero - e in realtà dico sul serio - è che ci sono filmati e registrazioni di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano. Non possiamo spiegare come si muovono, le loro traiettorie ... Non si muovono con uno schema facilmente spiegabile. Quindi penso che la gente prenda sul serio il tentativo di indagare e di capire di che cosa si tratta. Ma oggi non ho niente da riferirti.”

Avete letto le parole “veicoli extraterrestri”? Qualche riferimento agli alieni? No. Semplicemente Obama ha detto che ci sono riprese di cose che non si sa esattamente cosa siano. Possono essere droni di un paese rivale (nel qual caso l’interesse dei militari è assolutamente ovvio), errori di interpretazione di fenomeni normali in circostanze insolite (un classico) o mille altre cose assolutamente terrestri. 

Prima di mettere in testa all’articolo un’immagine di un disco volante, bisognerebbe essere onesti e considerare tutte queste spiegazioni molto più credibili. Ma così facendo, addio sensazionalismo, addio clic.

Se vi interessa, questo è il video originale della trasmissione: giudicate voi i toni della conversazione sulla quale Sabadin basa il suo articolo. La domanda non è nemmeno fatta dal conduttore, ma da uno dei musicisti, e pure ridendo.

L’articolo di Sabadin finisce con un delirio di fantarcheologia e fantareligione:

“Da alcuni anni, una più attenta rilettura della Bibbia, dei libri di Omero e di altri antichi testi, oltre a un’analisi priva di pregiudizi di numerosi manufatti antichi e di resti archeologici rimasti ancora privi di spiegazione, hanno riportato in auge l’ipotesi che esseri dotati di una tecnologia superiore possano avere influenzato il destino dell’umanità migliaia di anni fa, identificati come dei che andavano e venivano in continuazione dal cielo, come ci ha tramandato ogni cultura del mondo.”

Questi sono contenuti a pagamento di un giornale, non del blogghettino del complottista frustrato di turno. Purtroppo c’è chi campa sulla creduloneria invece di fare giornalismo.

Per tutti quelli che adesso mi diranno “sì, ma c'è questo video... sì, ma c'è quest'altra dichiarazione...”, scusatemi ma non vi risponderò. Vi chiedo solo una cosa: non siete stanchi di farvi prendere per il naso dall'ennesima cialtronata basata su video sfuocati e traballanti?

Sinceramente tutti questi “annunci” e “avvistamenti” e discorsi di rivelazioni imminenti mi hanno stufato. Sono anni che si va avanti con video sgranati e confusi, utili soltanto a fabbricare cretinate acchiappaclic.

Abbiamo tutti in tasca telecamere HD pronte a entrare in azione in un istante, abbiamo telecamere di sorveglianza ovunque, abbiamo astronomi che sorvegliano il cielo 24 ore su 24, e questi video sono il meglio che si riesce a presentare? Sul serio? Una macchiolina? Un triangolino che oltretutto lampeggia esattamente come un aereo? Ma secondo voi gli alieni vanno in giro con le luci di posizione a norma terrestre?



Persino un evento totalmente inatteso come il meteoroide di Celyabinsk è stato documentato magnificamente. Ma qui no, siamo ancora fermi alle macchioline indistinte. E allora viene da chiedersi se per caso il problema è che c’è qualcuno che a tutti costi vuole credere che tutte le macchioline indistinte siano veicoli misteriosi. Quando è invece infinitamente più probabile che siano errori di interpretazione di oggetti assolutamente banali. 

E se per caso siete fra quelli che dicono “eh, ma i militari e le autorità ci nascondono cose”, come mai ora improvvisamente credete ciecamente a quello che dicono militari e autorità? Non è che magari ci credete perché dicono quello che vorreste che fosse vero? 

La storia dei depistaggi passati usati dai militari e dalle autorità per nascondere le loro attività non l’avete mai letta? Vi consiglio di farlo. Scoprirete cose interessantissime. Scoprirete anche che i casi più clamorosi dell’ufologia sono stati costruiti dai militari come storie di copertura o dai venditori di fuffa per vendere, appunto, fuffa. Roswell? Copertura per nascondere i sistemi di monitoraggio dei test nucleari sovietici. Triangolo delle Bermude? Inventato di sana pianta da Charles Berlitz. Eccetera, eccetera, eccetera. 

Evidentemente ci sono tante persone che vogliono credere alle fatine e ci sono giornalisti che sono disposti a raccontare favole. Quando s'incontrano nasce l'affare. Ma non chiamatelo giornalismo, per favore.

---

Personalmente mi sono stancato di perdere ore a investigare ogni singolo “avvistamento”. Si finisce per essere vittime della Teoria della Montagna di M* (cit.): ore per indagare ogni “avvistamento”, scoprire che ha una spiegazione banalissima, per poi trovare subito dopo che ne è uscito un altro altrettanto vago, e si ricomincia da capo, con il solito commento strafottente “eh, però QUESTO non l’hai sbufalato!”

Per cui chi vuole continuare a pensare che ogni singolo tafano che passa davanti all'obiettivo e ogni luce all’orizzonte sia la scialuppa vagabonda di un alieno troppo stupido per non farsi vedere spegnendo le luci lampeggianti, faccia pure. Io non voglio perderci altro tempo. Chiamatemi quando avrete riprese decenti. E magari chiedetevi chi sono gli unici che guadagnano sempre quando c’è di mezzo l’ufologia.

2021/01/24

Rapimenti alieni, il caso Zanfretta stasera alla TV svizzera

 

Questa sera (24/1) il programma Storie della Radiotelevisione Svizzera ha ripresentato la vicenda di Pier Fortunato Zanfretta, una persona che da decenni afferma di aver subìto incontri e rapimenti da parte di extraterrestri.

Non entro nel merito della trasmissione, che esplora in buona parte il lato umano della vicenda, ma ci sono alcuni aspetti della storia di Zanfretta che andrebbero conosciuti per comprenderla meglio. 

Sia ben chiaro: non dubito della buona fede di Zanfretta. Lui è convinto che quello che ricorda e racconta sia vero. Ma questo non vuol dire che sia successo realmente.

Zanfretta afferma di avere un macchinario, datogli dagli alieni, che gli permette di comunicare con loro. Lo ha dichiarato anche nel programma di questa sera (da 39:20), e lo ha descritto estesamente. Ma non l’ha mai mostrato. Basterebbe che lo facesse per levare tutti i dubbi. Se non lo fa...

Non c’è bisogno che Zanfretta si sottoponga a ipnosi regressiva (che è una corbelleria inattendibile che genera falsi ricordi) o a “sieri della verità”. Vuole essere creduto? Mostri il macchinario. Quello è concreto, tangibile, verificabile. Ma non lo fa. Non lo fa perché gli alieni, dice, gliel’hanno proibito. 

Il documentario ricostruisce così la descrizione dell’oggetto: 

 

Questo è invece il disegno dell’oggetto che fu mostrato (il disegno, intendo) al convegno ufologico di Lugano nel 2009, come ho raccontato qui. Starebbe in una caverna segreta. La foto è mia: ero in sala.


La vicenda fu raccontata in quell'occasione da Giorgio Pattera. Disse che gli alieni avevano dato l’oggetto a Zanfretta affinché lo consegnasse a "Heineken". Disse proprio così.

Dopo la risata fragorosa del pubblico, si rese conto di quello che aveva detto. Non c’entrava la marca di birra. Gli alieni volevano che il macchinario fosse dato a Hynek. Nel senso di J. Allen Hynek, uno degli ufologi seri più famosi al mondo dell’epoca. Heineken, Hynek, che vuoi che sia.

Perché gli alieni dovessero affidare a un metronotte ligure un macchinario importantissimo destinato a un ufologo americano, invece di recapitarglielo direttamente, resta un mistero.

Non solo: Zanfretta, nel programma di stasera, ha mostrato (da 1:01:20) che c'è un punto preciso di un’autorimessa dove gli appare ancora adesso un portale alieno nel quale lui entra. E questo portale gli appare spesso.

Il punto preciso è il posto 102 del’autorimessa: nel documentario viene chiaramente mostrato il cartello che reca il numero del posto e la dicitura “Ideato e creato dal Laboratorio Educativo ‘Le Perle di Don Orione’”. Non dovrebbe essere difficile localizzarlo.

Nessuno che abbia pensato semplicemente di mettere una telecamerina a sorvegliare e registrare queste apparizioni? Con duecento euro ci si porterebbe a casa lo scoop del secolo e la prova definitiva delle visite aliene, o perlomeno ci si leverebbe una volta per tutte il dubbio invece di parlarne per quarant’anni. Il vero mistero è perché nessuno lo faccia.

Il programma è disponibile online qui sotto (il documentario vero e proprio inizia a 7:30):

 

Ripeto: rispetto la vicenda umana di Zanfretta. Ma che gli ufologi non si siano mai degnati di fare il proprio dovere, ossia investigare e raccogliere prove, è imbarazzante. Per gli ufologi.

 

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2020/12/11

Ex direttore spaziale israeliano dice che gli alieni ci visitano e non si può dire. Però lui l’ha detto

Moltissimi giornali di tutto il mondo hanno dato spazio alla notizia che Haim Eshed, “ex capo della direzione spaziale del ministero della Difesa israeliano” (Sky TG24) ha dichiarato che “gli alieni esistono e sono in contatto da anni con Stati Uniti e Israele. Esisterebbe quindi una "federazione galattica" che comunica con i terrestri. ‘Gli oggetti volanti non identificati hanno chiesto di non rendere pubblico che sono qui, l'umanità non è ancora pronta”.

Haim Eshed (nella foto, da quel che ho capito) ha aggiunto che ci sarebbe “‘un accordo tra il governo degli Stati Uniti e gli alieni’ e il presidente Donald Trump ne sarebbe a conoscenza. Anzi sarebbe stato sul punto di rivelare le informazioni in suo possesso, ma avrebbe ricevuto la richiesta di non farlo per prevenire una probabile isteria di massa”.

Si possono avere tante opinioni sulle visite da parte di extraterrestri, per carità, però è indubbio che la logica di questo ex direttore spaziale ha qualche leggero problema. Se dici che una cosa è segreta e non si deve dire, ma poi la vai in giro a dire, non è più tanto segreta, no?

Se poi la cosa segreta te l’hanno detta addirittura gli alieni, raccomandandoti di non dirla a nessuno per prevenire un’isteria di massa, e tu la vai in giro a dire lo stesso, forse non hai capito come funzionano i segreti.

E poi scusate, ma che figura ci facciamo verso gli extraterrestri? Tutte le volte che chiedono a qualcuno di tenere il segreto sulla loro esistenza, la prima cosa che fa questo qualcuno è raccontarla ai quattro venti.

Insomma, la storia dell’ex direttore spaziale ha qualche problema di coerenza. Il sito antibufala Snopes.com ha una possibile spiegazione: la fonte originale della notizia è un’intervista rilasciata al giornale israeliano Yediot Aharonot da Haim Eshed per promuovere il suo nuovo libro. Le motivazioni di questa rivelazione, insomma, potrebbero essere molto terrestri.

Va detto che Haim Eshed, che oggi ha 87 anni, è stato realmente fondatore e direttore del programma di difesa spaziale del Ministero della Difesa israeliano fino al 2011. Ma non presenta la benché minima prova di quello che afferma, e vale la Legge di Sagan: affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Specialmente in un campo delicato come l’ufologia.


Fonti: Repubblica, NBC News, Jerusalem Post.

2020/07/10

Ufologia: l’incidente di Roswell del 1947 spiegato da uno storico

Ai primi di luglio del 1947 accadde a Roswell, in New Mexico, un incidente di cui si parla ancora oggi, soprattutto in questi giorni in cui ricorre l’anniversario della vicenda.

Non capita tutti i giorni, infatti, che un giornale titoli che l’aviazione militare ha catturato un disco volante (“RAAF”, nell’immagine qui accanto, sta per Roswell Army Air Field).

Nel 2011 lo storico Roger Launius ha ripercorso la vicenda per il museo Smithsonian in una conferenza in cui ha mostrato foto molto rare dei controversi “rottami alieni” e spiegato come la documentazione indica chiaramente che la notizia del “disco volante” nacque come invenzione giornalistica e che i militari decisero di approfittarne per distrarre l’opinione pubblica dal fatto che i “rottami alieni” provenivano in realtà da un progetto top secret di monitoraggio dei test nucleari sovietici (non c’erano ancora i satelliti spia, a quell’epoca).

Oggi il progetto, denominato Mogul, non è più segreto, e Launius ne ha mostrato i piani e i dettagli, segnalando che esiste un libro monumentale, pubblicato negli anni Novanta, che raccoglie tutta la documentazione sul caso Roswell: si intitola The Roswell Report - Fact versus Fiction in the New Mexico Desert. Oggi è acquistabile online, sia in forma cartacea sia in formato digitale, ed è anche scaricabile gratuitamente come PDF.

Da questa pubblicazione segnalo alcune delle tante foto:

Schema dei riflettori radio dei palloni-spia del Progetto MOGUL.
I riflettori radio in volo.

I “rottami alieni”.

Un pallone della serie MOGUL in preparazione per il volo.

2020/06/19

Video di UFO rilasciati dal Pentagono: “dimenticato” un dettaglio che rende ridicole le tesi ufologiche

Vi ricordate i video di oggetti volanti non identificati rilasciati circa un mese fa dal Pentagono? Gli ufologi si sono scatenati con entusiasmo, sostenendo che si tratta di video inspiegabili, ma in realtà se si conosce la tecnologia usata per riprenderli hanno delle spiegazioni normali ma comunque molto interessanti.

Naturalmente i complottisti hanno teorizzato che questi video facciano parte delle tante cose che i governi non dicono e non ci vogliono far sapere. Ma vi siete mai chiesti che cosa non ci dicono gli ufologi?

Infatti i video in questione non sono isolati: fanno parte di una serie molto più ampia di rapporti desecretati. Questa. Ne avete mai sentito parlare? Gli ufologi li hanno mai menzionati? Cosa ci nascondono? :-)

Ci nascondono un dettaglio estremamente importante: molti di questi rapporti desecretati rivelano le dimensioni di questi oggetti volanti non identificati, o “fenomeni aerei non identificati” (unidentified aerial phenomena), come si dice adesso per evitare l’abituale associazione mentale “UFO uguale veicolo alieno”.

E le dimensioni sono, come dire, imbarazzanti per gli ufologi.

  • Un rapporto datato 26 marzo 2014 descrive l’oggetto intercettato da un caccia F/A-18 della Marina statunitense come “grande circa quanto una valigetta”, secondo le stime del pilota.
  • Un altro rapporto, datato novembre 2013, dice che un altro pilota di F/A-18 ha intercettato “un piccolo velivolo con un’apertura alare di circa 1,5 metri”.
  • Un terzo, risalente al 27 giugno 2013, descrive un incontro con un velivolo “avente all’incirca le dimensioni e la forma di un drone o di un missile”.

Se il loro veicolo è grande come una valigetta, sarebbero gli alieni più piccoli della storia dell’ufologia.

Un altro dettaglio importante e spesso taciuto da chi vuole promuovere la tesi ufologica è che questi avvistamenti sono avvenuti all’interno di spazi aerei militari riservati. Ne avevo parlato a settembre 2019: la Marina degli Stati Uniti aveva precisato che le immagini rilasciate rappresentavano un campione delle frequenti incursioni di velivoli non identificati negli spazi aerei di addestramento militare, che causavano pericolo per i piloti in addestramento. Gli alieni non c’entravano niente. La Marina voleva solo segnalare che degli irresponsabili stavano mettendo in pericolo la sicurezza degli addestramenti facendo volare i loro apparecchi dentro spazi aerei riservati. Tutto qui.

In altre parole: tutto il cancan mediatico-ufologico è stato costruito scegliendo ad arte soltanto i video che si prestavano maggiormente a essere fraintesi e spacciati come misteriosi e dimenticandosi allegramente tutti gli altri. E questo, purtroppo, gli ufologi non ce l’hanno detto.

2020/05/08

Antibufala: i video di UFO rilasciati dal Pentagono

Ha fatto molto clamore nei media generalisti la notizia che il Pentagono, o più propriamente il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha pubblicato ufficialmente dei video di oggetti non identificati, registrati nel 2004 e nel 2015 da piloti della Marina statunitense. I video circolavano già in forma non ufficiale da anni e ne avevo già parlato in questo articolo e nel suo seguito.

La dichiarazione originale del Dipartimento della Difesa è disponibile qui e le versioni pubblicate ufficialmente sono disponibili a questi link sul sito della Marina USA:


Nella dichiarazione, il Dipartimento della Difesa spiega che i video sono stati rilasciati in forma ufficiale “per chiarire eventuali equivoci da parte del pubblico sulla questione se i video che circolavano fossero autentici o se ci fosse altro nei video. I fenomeni aerei osservati nei video rimangono caratterizzati come ‘non identificati’.”

Chiarito che sono autentici, che cosa mostrano? Sapendo che sono stati ripresi con telecamere a infrarossi (sensibili al calore) e in luce visibile (nel caso di alcuni secondi del video del 2004) da aerei militari in volo, l’analisi tecnica indica che si tratta con tutta probabilità soltanto di aerei distanti o di un pallone aerostatico.

Gli oggetti, infatti, non hanno alcun comportamento reale insolito: gli effetti di movimento e di rotazione e gli aloni sono infatti degli artefatti prodotti dall’elaborazione digitale dei video, dal movimento dell’aereo che sta effettuando la ripresa (parallasse) e dalla compensazione automatica della rotazione della testa girevole della telecamera, come spiega bene Mick West di Metabunk in questi due video:





Se siete perplessi su come il movimento dell’aereo possa creare un’illusione così forte di movimento dell’oggetto, guardate quest’altro video di Mick West: ha appeso una pallina a un albero e lo ha ripreso mentre gli passava accanto. Nella ripresa normale non si nota nulla di insolito, ma quando West zooma si ottiene un’illusione di movimento molto forte dell’oggetto, perché la mancanza di altri oggetti nell’inquadratura ci impedisce di capire se ci stiamo muovendo noi o se si sta muovendo l’oggetto.


West spiega bene anche il suo approccio: “Le visite aliene sono sempre una possibile spiegazione per qualunque video di oggetti volanti non identificati, ma questi video non mostrano alcun indizio di tecnologia avanzata, per cui purtroppo le spiegazioni reali, benché interessanti da indagare, sono probabilmente piuttosto noiose.”


Fonti aggiuntive: RSI, SyfyWire.

2020/01/18

Le luci viste sopra Lugano stasera non sono extraterrestri in coda: sono i satelliti Starlink di Elon Musk

La fila di luci puntiformi vista sopra Lugano e buona parte del Canton Ticino non è un’invasione di alieni molto disciplinati e non ha nulla di misterioso, nonostante lo stupore delle persone che le hanno viste e le ipotesi citate da alcuni siti d’informazione locali come Tio.ch.

In alto a destra, le luci avvistate dalla Valsassina (provincia di Lecco). Per gentile concessione di Andrea Selva.


Si tratta infatti dei satelliti per telecomunicazioni della serie Starlink di Elon Musk, come previsto e indicato dai siti di tracciamento satellitare come per esempio Heavens-Above.


I satelliti Starlink vengono lanciati a gruppi molto numerosi da un singolo razzo e quindi arrivano nello spazio tutti insieme, per poi separarsi man mano. Sono estremamente visibili, tanto da creare seri problemi agli astronomi, le cui osservazioni vengono rovinate o rese impossibili da queste raffiche di passaggi ravvicinati e dal numero stesso dei satelliti del sistema Starlink (alcune migliaia a progetto finito).

Il sito Heavens-Above prevede un altro passaggio interessante e ben visibile nel cielo del Canton Ticino e del Nord Italia per domani, 19 gennaio, intorno alle 17.37 e fino alle 17:48 circa.

Come al solito, in ufologia vale la solita regola: se sento rumore di zoccoli al galoppo, l’ultima spiegazione a cui devo pensare è “unicorno”.

---

2020/01/20. Il passaggio del 19 gennaio ha scatenato ulteriori curiosità e incomprensioni, come segnalato da Ticinonews.


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2019/09/20

I video di UFO “confermati” dalla Marina USA: seconda parte

Il clamore mediatico per le dichiarazioni della Marina USA a proposito di alcuni video che mostrano “fenomeni aerei non identificati” è molto forte in questi giorni. Nella prima parte di questo articolo ho evidenziato il vero senso di queste dichiarazioni: i video sono effettivamente di origine militare, ma i veicoli alieni non c’entrano nulla. Questi video sono comunque affascinanti e vale la pena di chiedersi cosa sono le forme curiose che mostrano, perché analizzando il modo in cui sono state riprese si può imparare parecchio.

Cominciamo dalle basi fattuali. Questi sono i video, denominati Gimbal, FLIR1 e Go Fast:







Secondo gli ufologi che li hanno presentati, risalgono al 2004 sulla costa vicino a San Diego (FLIR1), al 2015 sulla costa orientale degli Stati Uniti (Go Fast) e a una data imprecisata (Gimbal).

Tutti e tre mostrano riprese di un sensore a infrarossi, montato a bordo di un aereo F/A-18 Super Hornet della Marina USA, dotato di apparato ATFLIR (Advanced Targeting Forward-Looking Infrared) tipo AN/ASQ-228 della Raytheon. Questo apparato rileva le differenze di calore, non di luce visibile: un oggetto molto caldo risulta quindi molto brillante (o, se si seleziona la modalità invertita come in questi video, molto scuro).

Il ricercatore Mick West di Metabunk ha trovato questo video promozionale della Raytheon che mostra in funzione proprio questo specifico apparato: è dotato di una testa in grado di ruotare su due assi. Un dettaglio molto importante, per la ragione che vedremo tra poco.



Il secondo dettaglio importante è che trattandosi di riprese a infrarossi, quello che si vede nei video è un oggetto estremamente caldo, non un oggetto scuro.

Il terzo dettaglio cruciale è che questi sensori a infrarossi, quando vedono una fonte di calore estremamente intensa, vanno in saturazione, distorcendo l’immagine e creando intorno alla fonte un alone ampio e orientato secondo una direzione principale (quella lungo la quale il sensore viene letto per estrarne l’immagine), un po’ come quando si fa una foto digitale a un lampione acceso di notte e si forma intorno ad esso una chiazza luminosa distorta.

Questo qui sotto, per esempio, è un aereo di linea (un Concorde) che decolla, fotografato con un sensore analogo a infrarossi: notate la chiazza scura, ben più grande dei motori caldissimi che la generano.

Credit: Metabunk.


In altre parole, la forma degli oggetti nei video è solo apparente. Non si possono usare questi video per dire nulla sulla reale colorazione o conformazione degli oggetti in questione.

Inoltre manca nei video ogni riferimento di distanza, per cui potrebbe benissimo trattarsi di un aereo di linea lontano, i cui motori vengono visti come una singola macchia confusa appunto perché lontana.

Resta però da spiegare l’apparente rotazione in volo di uno di questi oggetti, nel video Gimbal a 1:40 circa:



Sappiamo già che il sensore distorce l’immagine secondo una direzione specifica, per cui la forma rotondeggiante e allungata è un artefatto e non è reale. Sappiamo che il colore scuro indica in realtà un calore molto intenso. Ma soprattutto sappiamo che il sensore è montato su una testa che ruota indipendentemente dall’aereo e insegue il bersaglio a prescindere dall’orientamento dell’aereo (presumibilmente, l’immagine del sensore sullo schermo del pilota o operatore del sistema d’arma viene ruotata in modo da compensare questa rotazione del sensore). E se il sensore ruota, ruota anche la direzione della distorsione. Questo suggerisce che a ruotare non sia l’oggetto, ma la sua distorsione prodotta dal sensore.

Chi non considera questi fatti tecnici, compresi i piloti militari, può essere tratto in inganno e arrivare a conclusioni sbagliate.

In sintesi: una volta che si sanno i dettagli tecnici di come sono stati ripresi questi video, emerge che esiste una spiegazione semplice e normale di quello che mostrano (il calore dei motori di un aereo lontano) e quindi non è necessario invocare visite aliene per giustificarli. Se sento rumore di zoccoli, non devo pensare subito a un unicorno.

L’ufologia e la ricerca della vita extraterrestre sono questioni serie: è un peccato vederle sfruttate dai sensazionalisti e da chi vuole credere a tutti i costi.

I video di UFO “confermati” dalla Marina USA: prima parte

Moltissimi giornali stanno parlando di una presunta “conferma” da parte della Marina militare statunitense di alcuni video che mostrerebbero oggetti volanti non identificati.

Repubblica, per esempio, seguendo una pessima abitudine del giornalismo italiano, riporta nel titolo un virgolettato completamente inventato: in altre parole, per dirla tutta, falso.

La Marina USA non ha affatto detto che “I video che mostrano Ufo in volo sono autentici”. La dichiarazione originale del portavoce della Marina, Joe Gradisher, è infatti ben diversa:

The objects seen in three clips of declassified military footage are "unidentified aerial phenomena," Navy spokesperson Joe Gradisher confirmed to CNN [...] Gradisher said the Navy's transparency about unidentified aerial phenomena, or UAP, is largely done to encourage trainees to report "incursions" they spot in the airfield, which threaten pilots' safety. "This is all about frequent incursions into our training ranges by UAPs," he said. "Those incursions present a safety hazard to the safe flight of our aviators and the security of our operations." The public clips capture just a fraction of the frequent incursions Navy training ranges see, he said. "For many years, our aviators didn't report these incursions because of the stigma attached to previous terminology and theories about what may or may not be in those videos," he said. The only way to find out what those UAP are, he said, is to encourage trainees to report them when they see them.

Il portavoce parla di “fenomeni aerei non identificati” (“unidentified aerial phenomena” o UAP), che è il termine usato abitualmente dai militari per indicare iper-genericamente qualunque cosa che non si siano presi la briga di identificare. Non significa affatto per forza “veicolo extraterrestre”: significa “siccome non ho dati precisi per dire se è un piccione, un aereo di linea, un difetto degli strumenti o qualcos’altro, non mi sbilancio.”

Ma le parole più importanti, quelle che chiariscono completamente il senso della dichiarazione interpretata a capocchia da giornalisti creduloni o in cerca di clic e ufologi in cerca di conferme, sono queste:

..."incursions" they spot in the airfield, which threaten pilots' safety. "This is all about frequent incursions into our training ranges by UAPs," he said. "Those incursions present a safety hazard to the safe flight of our aviators and the security of our operations."

Il portavoce della Marina parla di incursioni negli spazi aerei di addestramento militare (“in the airfield”, “into our training ranges”), non nello spazio aereo americano generico, e ha fatto questa precisazione anche in altre occasioni. Sta dicendo soltanto, in altre parole, che la Marina USA è preoccupata perché ci sono velivoli (droni privati e aerei da turismo, per esempio) che entrano negli spazi aerei riservati all’addestramento dei piloti militari, causando un pericolo per questi piloti.

È lo stesso tipo di preoccupazione che hanno i militari se un civile entra in un poligono di tiro o in un’area di addestramento militare. Mi spiace per gli ufologi, ma i veicoli extraterrestri non c’entrano nulla.

Del resto, supponiamo che la Marina americana stesse parlando davvero di veicoli extraterrestri: la dichiarazione del portavoce indicherebbe che la Marina si preoccupa degli alieni soltanto quando invadono gli spazi aerei militari, e chissenefrega se scorrazzano in quelli civili. Avrebbe senso?

Va inoltre sottolineato che questi video non sono né segreti né trafugati clandestinamente: gli stessi ufologi che li hanno presentati oltre un anno fa dichiarano di averli ottenuti facendo normale richiesta alla Marina e ottenendone il via libera alla pubblicazione (“through the official declassification review process of the United States government and [...] approved for public release”). Se mostrassero davvero qualcosa che i militari vogliono tenere segreto, non sarebbero stati rilasciati.

Infine c’è da chiarire che cosa si intende quando la Marina dice che “conferma” i video in questione. La Marina ha confermato (“has finally acknowledged”) soltanto che i video provengono effettivamente da suoi voli militari: in altre parole, che non sono alterati o presi da qualche film di fantascienza o inventati da qualche burlone. Tutto qui. Non prende affatto posizione su che cosa mostrino.

In sintesi: c’è una differenza enorme fra dire che la Marina americana ha confermato di aver videoregistrato segretamente dei veicoli alieni e dire che la Marina americana ha dichiarato che dei video che girano su Internet sono davvero suoi e che gradirebbe che non ci fossero incursioni negli spazi aerei dove si addestrano i suoi piloti. Ma i sensazionalisti scelgono, come al solito, l’interpretazione che attira più clic pubblicitari.

Questo è il senso reale delle dichiarazioni della Marina statunitense. Ma i video, di preciso, cosa mostrano? Di questo parlo nella seconda parte.

2019/08/31

Cari ufologi del CUN, se taccio non vuol dire che confermo. È che sto cercando di non ridere

Comunicazione di servizio: tramite i miei potenti impianti telepatico-bioplasmatici sono venuto a sapere che alcuni ufologi del CUN hanno interpretato il mio silenzio a proposito di un recente caso ufologico come una conferma della credibilità del caso stesso.

Non chiedetemi quale: non voglio regalargli visibilità. Quelli del CUN lo sanno, ed è questo che conta.

Insomma, siamo arrivati al punto che questi ufologi, gli stessi che mi vedono come un babau, mi considerano però un arbitro attendibile della serietà delle loro scoperte. Se il babau non ne parla, ragionano, vuol dire che non sa come smentirlo, quindi il caso è a prova di bomba.

Vorrei calmare subito gli entusiasmi prima che parta un nuovo delirio: non parlo del caso semplicemente perché sto cercando di non riderne. Aspetto che questi autoproclamati scopritori di verità nascoste annuncino trionfalmente di aver trovato, per l’ennesima volta, la prova definitiva delle visite extraterrestri, quella che secondo loro mette a tacere i debunker. Aspetto che ci mettano la faccia.

Poi farò a fettine le loro “prove definitive”. Sarà divertente.

2019/02/10

Nufologia: il mistero delle linee davanti alla Luna di Apollo 9

Ultimo aggiornamento: 2019/02/11 22:30.

Ieri David Portree, uno storico appassionato di spazio, autore di articoli per il sito della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter e per l’Apollo Image Archive nonché gestore del blog Spaceflight History, ha proposto questo mistero: una foto della missione Apollo 9 nella quale si stagliano, davanti alla Luna, tre linee oblique non identificate.



Ovviamente gli ufologi sostengono da tempo che si tratti di “una flotta di tre UFO”.


Una volta tanto, però, gli ufologi sono stati corretti e hanno indicato la fonte esatta della fotografia: lo scatto AS09-23-3500, consultabile qui, qui oppure qui. La scansione diretta dalla pellicola originale è qui presso March to the Moon.

Questa è la foto originale intera, non elaborata:



Questa è una mia elaborazione della scansione in formato TIFF:



La prima ipotesi che mi è venuta in mente è che le linee siano dei segni di riferimento incisi sui finestrini del veicolo spaziale, come quelle mostrate qui sotto o quelle documentate in Apollo Experience Report - Spacecraft Structural Windows, pagina 10, qui (con foto) e nella pagina Crewman Optical Alignment Sight. Non si tratta delle classiche crocette di riferimento che caratterizzano le foto lunari, perché queste crocette erano sempre allineate ai bordi della pellicola (essendo incise su un vetrino a contatto con la pellicola) e mai oblique.



Il problema di questa ipotesi è che il finestrino mostrato è quello del Modulo Lunare del veicolo Apollo, che però al momento dello scatto non era più presente. La missione Apollo 9, infatti, collaudò il Modulo Lunare stando in orbita intorno alla Terra, dal 3 al 13 marzo 1969, e la foto in questione risulta scattata alle 21.50 GMT del 10 marzo (secondo il catalogo NASA delle foto della missione, pagina A-94, che la descrive semplicemente come “Lunar view”).

Ma secondo la cronologia della missione, il Modulo Lunare fu sganciato alle 21:22 GMT del 7 marzo. Quindi la foto non può essere stata scattata attraverso quel finestrino.

Si potrebbe ipotizzare uno scatto fatto attraverso uno dei finestrini frontali del Modulo di Comando di Apollo 9, che erano dotati di griglie di allineamento (rendezvous windows, in Command Module Overview, pagina 48), ma c’è un problema: la grandezza della Luna.

Le dimensioni della Luna nella fotografia indicano che si tratta di uno scatto fatto usando un teleobiettivo, altrimenti la Luna sarebbe molto più piccola. Ma non risulta che a bordo ci fossero teleobiettivi sufficientemente potenti (va ricordato che Apollo 9 portò nello spazio fotocamere Hasselblad con pellicole da 70 mm, che avrebbero richiesto teleobiettivi estremamente ingombranti.

Inoltre il catalogo GAPE indica che la foto fu fatta con un obiettivo da 80 mm: lo stesso usato per le altre foto immediatamente precedenti e successive, che mostrano vedute della Terra.



L’uso di un teleobiettivo, oltretutto, avrebbe comportato una profondità di campo molto ridotta, per cui eventuali segni sui finestrini sarebbero stati completamente sfocati.

Quindi come si spiega la foto? Semplice: a bordo della capsula Apollo c’era eccome un “teleobiettivo”. Era il sestante usato per determinare la posizione e l’assetto del veicolo rispetto alle stelle fisse, come spiegato in questo video NASA.




Questo è il reticolo di puntamento del sestante, tratto dal già citato video NASA:



Questo reticolo è documentato in questo manuale (figura GN-9100A) e anche in questo video della RR Auction (a 0:24, a sinistra), di cui riproduco qui sotto un fotogramma saliente:



Lo si vede in basso a sinistra in questa immagine tratta dall’Apollo Flight Journal:



La spiegazione più plausibile, e coerente con tutti i fatti conosciuti fin qui, è insomma che la foto sia stata scattata appoggiando la fotocamera all’oculare del sestante, usandolo come teleobiettivo, e che la fotocamera sia stata mossa, durante lo scatto, in una direzione grosso modo corrispondente all’orientamento delle due linee più scure. Questo spiegherebbe la sottoesposizione (le fotocamere a bordo non avevano un esposimetro), la scarsa nitidezza della Luna (in particolare la sfocatura del suo bordo sinistro ma non di quello superiore, effetto tipico di un movimento della fotocamera) e il fatto che le linee sono a fuoco.

La possibilità di scattare foto attraverso l’oculare era esplicitamente prevista e (nel caso dell’analogo sistema COAS del Modulo di Comando) fu sfruttata almeno una volta durante Apollo 14.

Un lettore, scatola grande, ha trovato due immagini di quello che sembra essere un manuale d’uso del sestante, che mostrano la forma del reticolo: una croce composta da due bracci formati da una linea singola e due bracci formati da una linea doppia. Questa forma coincide quasi perfettamente con le linee visibili nella foto in discussione.




Scatola grande ha anche trovato un disegno del reticolo nell’Apollo Flight Journal (a 008:09:03) a sua volta basato su un manuale di addestramento del 1967.

Non sono ancora riuscito a trovare una foto diretta del reticolo del sestante di Apollo 9, ma direi che questa spiegazione è più credibile rispetto a una flotta di astronavi a bastoncino.


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2018/12/26

Appassionati tracciano volo segreto del presidente USA. Riflessioni per sciachimisti e ufologi

Nel tardo pomeriggio di oggi Wikileaks ha tweetato questa segnalazione: uno dei due aerei usati dal presidente degli Stati Uniti risultava tracciabile pubblicamente mentre era in volo dalla base militare di Andrews verso i paesi dell’Europa di sud-est:






Poco dopo è arrivata la spiegazione: il presidente e la consorte sono in visita alle truppe in Iraq.




Poi è arrivato addirittura un avvistamento diretto effettuato da un planespotter sopra lo Yorkshire, nel Regno Unito:




Insomma, abbiamo appassionati capaci di tracciare e identificare un volo segreto del presidente degli Stati Uniti, eppure gli sciachimisti, fra cui c’è a quanto pare un sindaco, credono che si possano far volare di nascosto stormi di aerei segreti per fare irrorazioni occulte senza che nessuno se ne accorga. E gli ufologi pensano che dei veicoli extraterrestri scorrazzino per i cieli senza che nessuno li veda. Va be'.


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2018/07/06

L’ufologia vista con occhi differenti all’Agenzia Spaziale Italiana

Ieri sera sono stato ospite via Skype dell’ASI per il dibattito sul documentario ALBE (A Life Beyond Earth) di Elisa Fuksas, che è un modo decisamente diverso di raccontare l’ufologia e l’idea della vita extraterrestre attraverso le esperienze di uomini e donne che vivono il contatto con l’alienità in prima persona. Qui il complottismo e il business della fufologia non trovano spazio.

Il trailer e il video del dibattito sono qui sotto; trovate una recensione su Huffington Post.


2018/04/26

Se il Corriere fa fake news: l’astronauta, l’UFO e la “macchina della verità”

Ultimo aggiornamento: 2018/04/27 11:20.

Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo (link intenzionalmente alterato; copia su Archive.is), firmato da Flavio Vanetti, nel quale si afferma senza ombra di dubbio che il celeberrimo astronauta Buzz Aldrin, uno dei primi due esseri umani a camminare sulla Luna nel 1969, ha “superato la prova della macchina della verità” a proposito delle sue dichiarazioni di aver visto un UFO durante la propria missione spaziale di quasi cinquant’anni fa. Ringrazio @ufoofinterest per la segnalazione.

L’articolo dice che Aldrin ha “riconfermato l’episodio” dell’avvistamento ufologico ed è stato “sottoposto al test con una nuova tecnologia all’Institute of BioAcoustic Biology di Albany, in Ohio”. La notizia è stata ripresa da numerosi media di tutto il mondo.

Se fosse vera, sarebbe certamente clamorosa. Ma basta consultare il sito di questo istituto di Albany per scoprire che non si tratta affatto di un’autorevole istituzione scientifica, come il nome altisonante farebbe pensare, ma semplicemente di una privata cittadina americana, tale Sharry Edwards, che, senza alcuna prova, sostiene che i suoni della voce sono una “rappresentazione olografica” della salute delle persone e propone varie procedure pseudomediche bizzarre, come per esempio la “valutazione bioacustica delle allergie” e anche comode e pratiche istruzioni per mettersi in proprio in questo campo “per diletto e per profitto”.



Come se questo non bastasse, approfondendo la vicenda dell’astronauta emerge che non è vero che è stato sottoposto personalmente a un test dal sedicente istituto, come dà ad intendere Vanetti sul Corriere, ma l’istituto ha usato soltanto una vecchia registrazione della sua voce, analizzandola con un dispositivo imprecisato che non c’entra nulla con la “macchina della verità” usata nei processi, dato che questa macchina richiede la presenza del soggetto e misura numerosi parametri fisiologici durante un interrogatorio condotto da un esperto invece di analizzare soltanto una voce preregistrata.

Ciliegina sulla torta, con una rapida ricerca negli archivi digitali delle notizie si scopre che la fonte originale è il tabloid britannico Daily Star. Questa testata afferma (copia su Archive.is) che allo studio condotto dall’Institute of BioAcoustic Biology hanno “preso parte” anche altri astronauti storici, come Edgar Mitchell e Gordon Cooper. Ma questo è un dettaglio rivelatore, dato che Mitchell e Cooper sono morti da tempo e quindi difficilmente possono aver partecipato a un test svolto di recente.

La notizia, insomma, è una bufala, partorita da un sito pseudoscientifico senza alcuna credenziale di serietà e diffusa da un giornale scandalistico, ma questo non ha impedito a molte testate blasonate di diffonderla senza sottoporla a un minimo di verifica.

Aldrin stesso, fra l’altro, aveva già spiegato che l’avvistamento misterioso che gli viene attribuito non riguarda affatto un’astronave extraterrestre, ma fu dovuto semplicemente a un pannello staccatosi come previsto dal veicolo spaziale che li stava portando verso la Luna. L’astronauta, che oggi ha 88 anni, lo aveva spiegato a chiare lettere addirittura già nel 1969, nei rapporti tecnici di fine missione, e lo ha ribadito anche in occasione di questa notizia, ma la leggenda ufologica persiste.

Come mai? Forse la spiegazione sta in un motto dello scrittore americano Mark Twain: “Mai lasciare che la verità ostacoli una storia ghiotta”.

2018/04/17

Nufologia: l’“UFO” avvistato vicino alla Stazione Spaziale

Credit: Wired/NASA/kingwilly200
Wired.it segnala (purtroppo regalandogli clic) l’ennesimo video ufologico che asserisce di documentare la presenza di un UFO vicino alla Stazione Spaziale Internazionale in una delle riprese delle telecamere esterne, diffuse in streaming.

Il video mostra (da 0:57 in poi) solo delle macchie luminose indistinte che lampeggiano. Ma questo sarebbe sufficiente, stando allo “scopritore” di questo fenomeno, tale kingwilly200, per dichiarare che si tratta di “un’astronave aliena di quasi un chilometro di larghezza”.

Come faccia kingwilly200 a determinare le dimensioni di un oggetto senza aver alcun riferimento o parallasse non è chiaro. Come faccia poi a sapere che l’oggetto è sicuramente un’astronave, e per di più aliena, è ancora meno chiaro.

L’unica cosa chiara è che si tratta di uno dei tanti, troppi ufologi la cui fantasia galoppa a senso unico: qualunque bagliore è per forza un’astronave aliena. Questo modo insensato di ragionare è una piaga per tutta l’ufologia. È come dire “ho sentito un rumore di zoccoli, sarà sicuramente un unicorno”. L’idea che possa essere un cavallo, un asino o una zebra, per esempio, non sfiora nemmeno questi diversamente pensanti.

In questo caso basta ragionare un attimo. La parte della Stazione che si vede è uno dei suoi bracci robotici esterni, che ruota lentamente su se stesso. I bagliori che costituirebbero l’“astronave aliena” sono sincronizzati con i riflessi del sole sull’oggetto scatolare visibile in basso a sinistra: man mano che l’oggetto scatolare ruota insieme al braccio e l’angolazione del sole cambia per via del moto orbitale della Stazione, anche i bagliori ufologici si spostano e cambiano.

L’UFO è semplicemente una serie di riflessi interni dell’obiettivo della telecamera: è un fenomeno frequentissimo nelle foto ufologiche scattate in presenza di sorgenti luminose puntiformi, come per esempio i lampioni: nell’angolo diagonalmente opposto della foto compare un bagliore.

@ufoofinterest, bravo e paziente analista di immagini ufologiche, ha preparato un video che spiega più chiaramente il fenomeno:




Ancora una volta, insomma, gli ufologi si fanno prendere da entusiasmi inutili e rivelano la propria incompetenza e incapacità di ragionare e informarsi.

2017/09/28

La strana storia dell’“autopsia dell’alieno” ha un seguito: a teatro

Nel 1995 il mondo intero parlò del filmato della cosiddetta “autopsia dell’alieno”: un filmato in bianco e nero di 17 minuti che mostrerebbe, appunto, l’autopsia effettuata sul cadavere di un extraterrestre precipitato nel 1947 a Roswell, nel New Mexico. Oggi lo si trova facilmente su Internet (per esempio qui; attenzione, è piuttosto impressionante), ma all’epoca molte TV nazionali pagarono fior di soldi per avere il privilegio di presentarlo ai telespettatori, che arrivarono a milioni, generando lauti incassi per le emittenti.

Sin da subito gli esperti di medicina, gli storici e gli esperti di effetti speciali segnalarono che si trattava di un falso: i metodi usati per l’autopsia erano contrari a ogni pratica medica, le riprese erano di pessima qualità e mostravano vari oggetti, oggi di uso quotidiano, che nel 1947 non esistevano ancora. Ma comunque il video divenne popolarissimo e ormai si è cementato nella cultura ufologica: molti lo conoscono ma non ne sanno le origini decisamente bizzarre.

Il video della presunta autopsia fu venduto come autentico alle TV di tutto il mondo da un imprenditore, Ray Santilli, insieme al socio Gary Shoefield, ma nove anni dopo, nel 2006, Santilli stesso ammise che non era autentico ma (a suo dire) era una “ricostruzione” di un filmato autentico che aveva visto nel 1992 e che si era deteriorato. Nessuno ha mai visto questo presunto originale deteriorato, e chi vede il video oggi non sa di queste ammissioni e di questi retroscena.

Adesso c’è una novità: un uomo di nome Spyros Melaris si è fatto avanti dicendo di essere l’autore delle finte riprese e ha raccontato tutta la propria storia in uno spettacolo teatrale a Londra, fornendo documenti e dettagli che sembrano confermare il suo ruolo di regista e autore del filmato. Dice che l’accordo originale con Santilli e Shoefield prevedeva che avrebbero realizzato il filmato e poi un documentario che avrebbe rivelato la messinscena. Melaris assoldò John Humphreys, esperto di effetti speciali che aveva lavorato alla serie TV britannica Doctor Who, e si procurò materiale chirurgico degli anni Quaranta e varie frattaglie animali. I “chirurghi” nel filmato erano in realtà lo stesso Humphreys e la compagna di Melaris.

Oggi Melaris si scusa pubblicamente per quello che ha fatto: “Per me era solo uno scherzo, un divertimento, ma ho imparato la lezione. Vorrei dire che c’è una parte importante di me che prova rimorso. Ho sottovalutato la reazione”. Ancora una volta, insomma, l’ufologia si dimostra un campo minato nel quale abbondano truffatori, impostori e ciarlatani che approfittano della passione delle persone per ricavarne soldi e popolarità: per questo è necessario essere estremamente cauti di fronte a qualunque asserzione straordinaria.


Fonti: Mysterious Universe, Paranoia Magazine.

2017/07/05

Stamattina sono stato a Radio3Scienza: Roswell, segnale “wow” e ufologia

Questa mattina sono stato ospite di Radio3Scienza per parlare del celebre incidente ufologico di Roswell, di cui ricorre il settantesimo anniversario e che nasconde una storia assolutamente affascinante (i militari mentirono davvero, ma per una ragione molto speciale), e per fare il punto sull’altrettanto celebre “segnale WOW” captato nel 1977 e mai più ricevuto (la “spiegazione” cometaria proposta di recente, fra l’altro, non regge).

Ho raccontato anche la vicenda della presunta “autopsia dell’alieno”, che è stata un disastro per la credibilità dell’ufologia negli anni Novanta, e ho cercato di distinguere fra visita extraterrestre (tutta da dimostrare e affollata di ciarlatani) e vita extraterrestre (un campo di ricerca scientifica assolutamente rispettabile).

Nella stessa puntata c’è anche Raffaele Saladino, presidente della Società Italiana di Astrobiologia, e in chiusura Silvia Bencivelli racconta Alan Turing.

Se la cosa vi può interessare, trovate qui il podcast.

Ci vediamo domani sera a Gubbio per parlare di alieni?

Domani sera sarò ospite di Gubbio Scienza 2017 per un caffè scientifico intitolato “C’è vita nell’universo? Mah, un po’ il sabato sera...”, per parlare di ricerca scientifica della vita extraterrestre insieme alla professoressa Nadia Balucani.

L’appuntamento è per giovedi 6 luglio alle 21 in piazza Giordano Bruno, ma date un’occhiata anche al resto del programma della manifestazione, ricco di interventi ed eventi interessanti. Fra l’altro, Gubbio è legata a doppio filo alla vita extraterrestre e alla necessità di un programma spaziale, visto che è lì che è stata trovata la conferma geologica di un grande impatto asteroidale che ha probabilmente portato all’estinzione i dinosauri.

Come consueto, porterò con me qualche copia cartacea del mio libro sui complottismi lunari.

Visto che a fine mese iniziano le consegne delle auto elettriche Tesla Model 3 come quella che ho prenotato un anno fa e che mi dovrebbe arrivare entro fine 2018, ho provato a pianificare il viaggio dal Maniero Digitale (Lugano) a Gubbio come se lo dovessi fare con quest’auto, che ha 350 km di autonomia stimata nel modello base:

– partenza da casa con il “pieno”;
– tappa per ricarica a Modena dopo 255 km al Supercharger dell'Hotel Baia del Re (con relativo pranzo mentre l’auto ricarica e fa il “pieno” per una quarantina di minuti),
– tappa per ricarica al Supercharger di Fano dopo 206 km (mezz’ora per un buon caffè, rispondere a qualche mail e sgranchirsi le gambe)
–  arrivo a Gubbio dopo 77 km, con autonomia sufficiente a tornare a Fano per il viaggio di ritorno.

Rispetto al viaggio che ho fatto realmente (in auto a benzina) ci sarebbe stata soltanto una sosta leggermente più lunga a Fano e la strada percorsa sarebbe stata la stessa: anche se l’auto a benzina sarebbe stata in grado di fare il viaggio senza soste in termini di autonomia, abbiamo comunque dovuto fare due soste per mangiare e sgranchirci.

L’importanza di una rete di ricarica veloce e capillare e di una buona autonomia è insomma fondamentale per il successo delle auto elettriche, che in queste condizioni possono sostituire quelle tradizionali con un minimo adattamento delle abitudini di viaggio anche su percorsi lunghi.

2017/01/20

La CIA mette online 12 milioni di pagine di documenti, con UFO e telepatia militare

Avvistamenti ufologici, esperimenti di telepatia militare e molte altre chicche che farebbero invidia a una puntata di X-Files ma in realtà sono dati di fatto, perlomeno se possiamo fidarci di quello che dice la CIA: sì, la Central Intelligence Agency.

L’agenzia americana prediletta dai complottisti ha infatti messo online circa 12 milioni di pagine dell’archivio CREST (CIA Records Search Tool), che erano già consultabili dal pubblico ma soltanto recandosi nel Maryland. contiene un po’ di tutto ma soprattutto offre una collezione di circa 930.000 documenti che rivelano per esempio come la CIA considerava internamente gli avvenimenti del mondo (non solo in campo paranormale e ufologico).

Se non volete perdervi in questo mare di documenti vintage, Wired segnala alcune delle chicche migliori: la sezione Secret Writing, dedicata ai metodi di comunicazione segreta d’epoca, come la ricetta dell’inchiostro segreto tedesco; un catalogo di foto ufologiche (purtroppo riprodotte in pessima qualità) e un esempio di analisi di foto; e l’incredibile Progetto Stargate, che raccoglie documenti sugli esperimenti militari per tentare di usare i (presunti) poteri paranormali come arma.

Su quest’ultimo tema ci sono molti testi che citano Albert Stubblebine (cercabile come MG Stubblebine), il militare convinto di poter attraversare i muri con la forza del pensiero raccontato nel film L’uomo che fissa le capre (ne ho scritto qui), anche in relazione al rapimento in Italia del generale statunitense Dozier nel 1981. Segnalo anche un’analisi storica redatta dalla CIA sulla parapsicologia sovietica e il rapporto di un esperimento di “visione a distanza” datato 1989.

2016/11/18

“La Verità” dedica una pagina intera a un viaggiatore nel tempo che prevede i terremoti ed è in contatto con gli alieni

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alla donazione di tondo70*. Se vi piace, potete farne una anche voi (o fare un microabbonamento) per incoraggiarmi a scrivere ancora. Ultimo aggiornamento: 2016/11/20 7:45.

In molti mi avete segnalato un articolo pubblicato da La Verità di oggi a firma di Alessandro Milan e intitolato «Con i viaggi nel tempo prevedo i terremoti».

L’articolo è un’intervista a tale Aleksander Trofimov, descritto come “direttore dell’Istituto internazionale di ricerca scientifica per l’antropologia e l’ecologia cosmica in Siberia”. No, non chiedetemi cos’è l’ecologia cosmica.

Il signor Trofimov dice di essere in grado di prevedere i terremoti e di poter viaggiare nel tempo. Per non farsi mancare nulla, afferma anche di essere in contatto con gli alieni. Il tutto, naturalmente, senza alcuna prova. Senza, che so, un “Lei viaggia nel tempo? Allora troviamoci ieri.”

Sulle prime ho pensato che si trattasse di una forma di umorismo troppo sottile per le mie grossolane meningi, ma ho chiesto: no, l’intervista è seria. La Verità ha dato spazio a una pagina intera di idiozie pseudoscientifiche, regalando pubblicità e credibilità a un ciarlatano. Un ciarlatano che, fra l’altro, è stato in Italia a tenere conferenze che hanno avuto un notevole seguito, secondo quanto mi è stato detto. Una pagina che oltretutto, pubblicata a così poco tempo dal terremoto che ha colpito il centro Italia, suona come una crudele presa per i fondelli.

Alcuni miei articoli sono stati pubblicati da La Verità, ma questo non mi impedisce di dire le cose come stanno. Quell’articolo di Alessandro Milan è una stronzata. Non ho altro termini per definirla. Del resto, Milan stesso lo ha dichiarato su Facebook e a Radio24, presentandolo come articolo più inutile del giorno nella sua rubrica La carta costa.


2016/11/20 1:30. Ho discusso con la redazione de La Verità a proposito di questo articolo-fuffa e la conclusione è che non ha senso che il mio nome sia associato a un giornale che regala pubblicità alla pseudoscienza, per cui ho chiesto che il mio nome venga rimosso al più presto dalla pagina Chi siamo del sito del giornale (PDF) e dalle future pubblicazioni cartacee e non darò più il permesso di pubblicazione di miei articoli a La Verità.

Avrei molto altro da dire su come si è svolta questa vicenda, ma credo nella correttezza professionale e quindi mi fermo qui. Posso solo dire che la mia collaborazione sperimentale con La Verità mi ha permesso di vedere come lavora oggi una redazione di un giornale, dandomi un’istantanea preziosa ma amara dello stato attuale del giornalismo italiano. Vado a bermi una birra con gli amici.
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