Mercoledì scorso è andata in onda l’ultima puntata di questa stagione
Fake - la fabbrica delle notizie, il programma condotto da Valentina Petrini in onda sul canale italiano
Nove. Come consueto, se volete vederla o rivederla è disponibile qui sotto o
sul sito del programma per una trentina di giorni.*
* 2022/07/01. Mi è stato segnalato che l’embed che avevo
inserito qui sotto a suo tempo ora simpaticamente fa un
redirect immediato a Discovery+ se si prova a leggere questo mio
post. Lo trovo un comportamento totalmente scorretto. Fra l’altro, il
redirect poi non porta nemmeno alla puntata di Fake, ma a una
pagina di errore di Discovery+. Per cui ho rimosso l’embed e
buonanotte, con tanti ringraziamenti ai geni che hanno partorito questa
trovata.
Quest’ottava puntata è stata dedicata al vaccino anti-Covid (o meglio ai
vaccini, compresi quelli fasulli o fraudolenti) e ha avuto i seguenti ospiti:
Marianna Aprile, Luca Telese, Enrico Bucci, David Puente, Matteo Flora e
Sebastiano Barisoni.
Anche per questa puntata avevo preparato moltissimo materiale, che però alla
fine non è stato utilizzato. Lo pubblicherò qui man mano insieme al resto, ora
che è finita la maratona di collaborazione con Fake.
Quarant’anni fa, nel 1980, usciva al cinema L'Impero Colpisce Ancora. Per celebrare la ricorrenza, sono stati pubblicati sei minuti e spiccioli di riprese inedite, ciak sbagliati e altre chicche dietro le quinte. Adesso è Natale.
Non so se vi ho mai raccontato di quanto ero ossessivamente travolto da Guerre Stellari e in particolare da questo secondo film della saga quando ero ragazzo. Non c’erano videocassette o altro e certi film in televisione proprio non passavano, per cui o andavi al cinema o ti attaccavi al tram. Quando uscì L'Impero Colpisce Ancora, fui così stregato da tutto il film che lo vidi quattro volte in due giorni (all’epoca lasciavano stare in sala fra una proiezione e la successiva).
Portai di nascosto al cinema la fotocamera (naturalmente a pellicola) per fotografare le immagini più belle, perché non c’era altro. Comprai il doppio album su vinile della colonna sonora, e cercai di memorizzare le scene e le battute il più possibile.
Una sera d’estate del 1981 o ‘82, a Pavia, il Comune organizzava il cinema all’aperto, alla Cupola Arnaboldi, e scoprii che avrebbero proiettato proprio L'Impero Colpisce Ancora. Sospetto che queste proiezioni fossero in realtà organizzate dai rivenditori di spray antizanzare, perché le proiezioni all’aperto a Pavia in prima serata erano un’orgia sanguinaria di nugoli di zanzare inferocite. Nel caldissimo pomeriggio di quel giorno il proiezionista, tutto solo, stava installando il massiccio proiettore per pellicola per la proiezione serale e aveva ancora da disporre tutte le seggioline di legno per il pubblico. Era chiaramente un po' stufo.
Io notai che il proiettore aveva un’uscita audio DIN (ovviamente analogica, a quei tempi), elaborai un piano e mi armai di quel coraggio che soltanto la passione poteva risvegliare in un nerd: andai dal proiezionista e gli proposi un baratto. Gli avrei portato e piazzato io tutte le seggioline di tutta la sala se quella sera mi avesse lasciato registrare l’audio del film.
Il proiezionista accettò, dicendo pigramente “Sì, ma non tutto quanto, solo dei pezzi” e confidando nel fatto che non c’era modo di registrare su cassetta due ore e dieci filate di sonoro, e io mi piegai al compromesso.
Andai di corsa a casa, presi il mio radioregistratore a batterie, una cassetta C120 e... feci hacking: modificai la velocità di scorrimento del nastro in modo da farci stare 127 minuti di audio su una singola cassetta. Non potevo usarne due per non perdere pezzi e per non far capire al proiezionista che stavo registrando tutto, e decisamente non avevo un registratore a bobine, men che meno uno trasportabile.
Tornai dal proiezionista e con l’aiuto degli amici appassionati di Star Wars ai quali avevo sparso la voce disponemmo le seggioline.
Quella sera il proiezionista, commosso da così tanta devozione, mi lasciò attaccare il cavetto DIN del radioregistratore al proiettore, facendo finta di non vedere. Mi disse di nascondere il radioregistratore: per fortuna il cavo di collegamento al proiettore era lungo e sottile. Il film partì e io registrai tutta la traccia audio, dall’inizio alla fine, nel magnifico doppiaggio italiano. Finsi di spegnere qualche volta quando il proiezionista mi guardava storto. Ora posso raccontarlo, il reato è prescritto e il proiezionista è probabilmente buonanima.
Anni più tardi ho riversato in digitale quella registrazione, rigorosamente mono, che avevo quasi consumato a furia di riascoltarla a occhi chiusi. Poi, naturalmente, ho comprato la videocassetta, e poi il DVD, e poi il Blu-Ray e il file digitale. Ma quella pastosa, compressa, distorta registrazione monofonica ha ancora un valore speciale per me.
Non solo per il film, e per la nostalgia di un’impresa di “pirateria” oggi impensabile. Ma perché fra gli appassionati che mi aiutarono a disporre quelle sedie c’era Elena: colei che poi, anni dopo, sarebbe diventata la Dama del Maniero.
Mai avrei immaginato che sarebbe diventata la mia Principessa Leia (va bene, va bene, Leila per i nostalgici). E mai avrei immaginato che un giorno avrei incontrato i protagonisti di quel film e avrei tradotto per loro, sempre con la Dama al mio fianco.
Mai avrei immaginato che un giorno quel doppio album di Guerre Stellari avrebbe ricevuto le loro firme con dedica. Anthony Daniels (C3PO), David Prowse (Darth Vader), Kenny Baker (R2D2). Ce l'ho qui ora, eccovelo: è enorme come solo un doppio LP poteva esserlo.
Bonus: il mio doppio LP de L'Impero Colpisce Ancora. Con le foto giganti e le note di copertina che oggi non si fanno più. Un po‘ consunto dal tempo, ma sempre memorabile. Grazie di aver letto fin qui, e che la Forza sia con voi.
Numerosi lettori mi stanno segnalando che l’aggiornamento software dei loro telefonini Samsung parla di “nuove funzioni” ma in realtà ne toglie una intanto che aggiunge quelle nuove. Disabilita la radio FM.
La schermata dice “Ti informiamo che scegliendo di installare il presente aggiornamento, rimuoverai la funzione Radio FM dal tuo smartphone. Il presente aggiornamento viene rilasciato in ragione dell’entrata in vigore della legge n. 205/2017.”
Le ulteriori informazioni fornite rimandano a questa pagina del sito Samsung (copia permanente), che si riferisce al Samsung Galaxy A50, parla della Build A505FNXXU5BTL3 di Android 10 rilasciata il 9 dicembre 2020 e dice “Please be informed that if you decide to install this software update, you will remove the Radio FM feature from your smartphone. This software update is released in consideration of the Italian Law n. 205/2017.”
Il fenomeno, insomma, è legato a un provvedimento italiano. Questa legge 205/2017, a quanto risulta dai forum Samsung, obbliga i fabbricanti (di qualunque marca) a disabilitare il ricevitore FM integrato nei suoi dispositivi venduti in Italia. Le ragioni piuttosto bizzarre sono spiegate (per così dire) qui su Qds.it: si tratterebbe dell’articolo 1, comma 1044 di questa legge, che recità così:
Al fine di favorire l’innovazione tecnologica, a decorrere dal 1º giugno 2019 gli apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora venduti dalle aziende produttrici ai distributori di apparecchiature elettroniche al dettaglio sul territorio nazionale integrano almeno un’interfaccia che consenta all’utente di ricevere i servizi della radio digitale. Per le medesime finalità, a decorrere dal 1º gennaio 2020 gli apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora venduti ai consumatori nel territorio nazionale integrano almeno un’interfaccia che consenta all’utente di ricevere i servizi della radio digitale.
Se vi state chiedendo perché un comma che aggiunge la funzione di radio digitale finisca in pratica per disabilitare la funzione di radio FM, non siete i soli. Se qualcuno sa spiegare bene questa cosa, i commenti sono a sua disposizione.
La spiegazione prevalente, per ora, è che la legge italiana obblighi chiunque produca un ricevitore radio (o un dispositivo che includa un ricevitore radio) a dotarlo della possibilità di ricevere le radio digitali (DAB). Siccome questa dotazione costerebbe troppo, i produttori preferiscono modificare gli smartphone in modo che non includano più la funzione di ricevitore radio e apportano questa modifica tramite un aggiornamento del software.
Il 18 dicembre Wired.it ha pubblicato un articolo sulla questione:
“Dal prossimo 1° gennaio 2021, tutti gli smartphone dotati di radio Fm che sono stati venduti finora in Italia dovranno spegnere il servizio per rispettare l’entrata ufficiale in vigore della legge n. 205/2017 e la successiva integrazione del decreto Sblocca Cantieri [...] Tutti gli altri smartphone con radio fm integrata non rispetteranno le richieste e dovranno dunque spegnere il servizio rispettando la scadenza del 1 gennaio 2021.”
Questo conferma la tesi che la legge italiana vieta gli smartphone che abbiano soltanto la radio FM e non includano anche la radio DAB+. Un classico esempio di legge che vorrebbe promuovere l’innovazione ma finisce per menomare gli apparecchi esistenti togliendo loro una funzione.
Per ascoltare le radio tramite lo smartphone occorrerà quindi usare app apposite che si collegano a Internet, consumando traffico dati, invece di captare il segnale radio FM gratuitamente.
La situazione svizzera prevede il passaggio dalla trasmissione analogica (FM) a quella digitale (DAB+) nel 2022-23, secondo l’Ufficio Federale delle Comunicazioni (UFCOM) citato da Tio.ch.
Ieri (15 dicembre) intorno a mezzogiorno e mezzo mi è arrivata una nuova telefonata di una delle tante bande di truffatori che fingono di offrire assistenza informatica spacciandosi per Microsoft, mentre sono in realtà interessati a prendere il controllo dei dispositivi delle vittime per poi commettere reati o a chiedere soldi per questa finta assistenza.
Una volta tanto mi sono trovato ad avere un po’ di tempo libero (ero in pausa pranzo) e un registratore a portata di mano, per cui ho colto l’occasione per trasformare il tentativo di truffa in una forma di intrattenimento invece di mandarli a quel paese e riagganciare come faccio di solito. Qui sotto potete ascoltare la registrazione.
Il numero dal quale risultava apparentemente provenire la chiamata è del Regno Unito (prefisso 0044), ma sospetto che sia stato alterato (caller ID spoofing), dato che il prefisso (0)1390 mi risultanon assegnato. Il numero completo è 0044 1390 651 362.
Per chi non avesse tempo di ascoltare gli otto minuti e spiccioli di registrazione o avesse difficoltà con l’accento inglese degli interlocutori, questo è un sunto di quello che succede: lascio che Truffatrice A spieghi tutta la storia (falsa) secondo la quale lei chiama dal “servizio assistenza Windows” e mi avvisa che il mio computer starebbe diffondendo virus via Internet, poi mi fingo un po’ duro d’udito (e di comprendonio) e gioco sull’ambiguità del significato inglese di Windows per far sembrare che io creda che mi stiano offrendo di installare finestre nuove e che io sia già contento di quelle che ho (1:50).
La cosa va avanti per un po’, con la Truffatrice A che tenta in tutti i modi di spiegare e si esaspera al punto (2:30) che mi passa alla Truffatrice B (3:10), che tenta di rispiegare tutta la manfrina. Ripeto la mia risposta che ho già i doppi vetri (double glazing). Lei dice che sta a Paddington, Londra, e che lavorano per Windows (per finestre, insomma), per cui chiedo se allora possono venire a pulire le mie finestre. “No, no, sir”, dice la Truffatrice B sempre più in crisi.
Lei mi dice che il mio Windows non funziona bene e mi chiede di andare al mio computer. Ma io obietto che le mie finestre funzionano benissimo: faccio anche sentire il rumore delle mie finestre di casa che si aprono e chiudono (5:30).
Io faccio ancora il tontolone e quando mi spiegano che le mie “finestre” sono infette obietto che non è possibile, le maniglie sono pulitissime (5:50) e lei quasi sbrocca. Finalmente (a 6:23) fingo di capire che si tratta di computer, non di finestre di casa... e chiedo se il suo computer ha un problema. A momenti lei strilla negli ultrasuoni. Poi rispiega tutta la questione dei problemi di infezione riguardanti il mio computer.
Io rispondo che però ho fatto la vaccinazione antinfluenzale, e quindi come posso prendermi un’infezione (7:10)? Pausa.
Poi riprende la spiegazione. Io le chiedo come si fa ad accendere il computer... e poi rivelo chi sono realmente e che so che loro sono truffatori, ringraziandoli per l’intrattenimento offerto a me (e ora anche a voi).
---
Colgo l’allegra occasione per ricordare che questi sono professionisti della truffa, organizzati in call center gestiti da capibanda, e che sono colpevoli di raggiri che causano danni per milioni in tutto il mondo e prendono di mira le persone particolarmente vulnerabili. Se vi state chiedendo come mai questi criminali abbiano pazientato così a lungo con me che fingevo di essere analfabeta informatico, è probabilmente perché speravano di avere a che fare con una persona facilmente ingannabile.
Siate prudenti e approfittate di questa vicenda per parlarne con le persone che conoscete e che pensate che potrebbero cascarci. La prevenzione è tutto, in questi casi.
Valgono le solite raccomandazioni:
Ricordate che Microsoft non vi chiamerà mai per offrire assistenza
tecnica non richiesta; è il cliente che deve chiamare se ha bisogno.
Diffidate di qualunque telefonata inattesa o di qualunque messaggio
pop-up inaspettato che compaia sul vostro schermo di computer, tablet o
telefonini.
Non telefonate a eventuali numeri che compaiono negli avvisi e non
cliccate su inviti a scaricare software o effettuare scansioni del
vostro dispositivo.
Non cedete mai il controllo del vostro computer a terzi se non siete
in grado di confermare che si tratta di legittimi rappresentanti di
un’azienda informatica di cui siete già clienti.
Se avete il minimo dubbio, prendete nota del nome e del numero della
persona che vi ha contattato e segnalatelo alle autorità locali.
Ricordo infine che Microsoft ha una pagina apposita in italiano nella quale segnalare i dettagli di queste truffe:
Mercoledì scorso è andata in onda un’altra puntata di
Fake - la fabbrica delle notizie, il programma condotto da Valentina Petrini in onda sul canale italiano
Nove. Se volete vederla o rivederla, è disponibile qui sotto o sul sito del
programma per una trentina di giorni.*
* 2022/07/01. Mi è stato segnalato che l’embed che avevo
inserito qui sotto a suo tempo ora simpaticamente fa un
redirect immediato a Discovery+ se si prova a leggere questo mio
post. Lo trovo un comportamento totalmente scorretto. Fra l’altro, il
redirect poi non porta nemmeno alla puntata di Fake, ma a una
pagina di errore di Discovery+. Per cui ho rimosso l’embed e
buonanotte, con tanti ringraziamenti ai geni che hanno partorito questa
trovata.
In questa puntata sono ospiti Giulia Innocenzi (Iene.it), Arianna Ciccone
(Valigiablu.it), il professor Luca Mercalli, il professor Stefano Denicolai,
Matteo Flora e il sottoscritto per parlare di cambiamenti climatici ai tempi
della Covid.
Avevo preparato montagne di materiale, come richiesto, ma alla fine i tempi
sono stati ridotti per cui faccio solo una brevissima apparizione a -33:20.
Pazienza; i tempi televisivi sono decisamente troppo stretti e quindi
pubblicherò questo materiale qui nei prossimi giorni.
Moltissimi giornali di tutto il mondo hanno dato spazio alla notizia che Haim Eshed, “ex capo della direzione spaziale del ministero della Difesa israeliano” (Sky TG24) ha dichiarato che “gli alieni esistono e sono in contatto da anni con Stati Uniti
e Israele. Esisterebbe quindi una "federazione galattica" che comunica
con i terrestri. ‘Gli oggetti volanti non identificati hanno chiesto di
non rendere pubblico che sono qui, l'umanità non è ancora pronta”.
Haim Eshed (nella foto, da quel che ho capito) ha aggiunto che ci sarebbe “‘un accordo tra il governo degli Stati Uniti
e gli alieni’ e il presidente Donald Trump ne sarebbe a conoscenza.
Anzi sarebbe stato sul punto di rivelare le informazioni in suo
possesso, ma avrebbe ricevuto la richiesta di non farlo per prevenire
una probabile isteria di massa”.
Si possono avere tante opinioni sulle visite da parte di extraterrestri, per carità, però è indubbio che la logica di questo ex direttore spaziale ha qualche leggero problema. Se dici che una cosa è segreta e non si deve dire, ma poi la vai in giro a dire, non è più tanto segreta, no?
Se poi la cosa segreta te l’hanno detta addirittura gli alieni, raccomandandoti di non dirla a nessuno per prevenire un’isteria di massa, e tu la vai in giro a dire lo stesso, forse non hai capito come funzionano i segreti.
E poi scusate, ma che figura ci facciamo verso gli extraterrestri? Tutte le volte che chiedono a qualcuno di tenere il segreto sulla loro esistenza, la prima cosa che fa questo qualcuno è raccontarla ai quattro venti.
Insomma, la storia dell’ex direttore spaziale ha qualche problema di coerenza. Il sito antibufala Snopes.com ha una possibile spiegazione: la fonte originale della notizia è un’intervista rilasciata al giornale israeliano Yediot Aharonot da Haim Eshed per promuovere il suo nuovo libro. Le motivazioni di questa rivelazione, insomma, potrebbero essere molto terrestri.
Va detto che Haim Eshed, che oggi ha 87 anni, è stato realmente fondatore e direttore del programma di difesa spaziale del Ministero della Difesa israeliano fino al 2011. Ma non presenta la benché minima prova di quello che afferma, e vale la Legge di Sagan: affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Specialmente in un campo delicato come l’ufologia.
Moltissime stampanti di una marca molto famosa sono connesse direttamente a Internet senza nemmeno una password che le protegga. In altre parole, sono attaccabili da chiunque, per esempio per cambiarne le impostazioni, bloccarle con una password e chiedere un riscatto, o addirittura per leggere i documenti riservati che sono rimasti nella memoria della stampante.
Già il fatto di collegare direttamente a Internet una stampante di rete è un atto di incoscienza notevole. Collegarla senza password (o con la password predefinita, disponibile nel manuale della stampante) rasenta la follia. Ma lo stato di allucinazione si raggiunge quando ci si accorge che trovare queste stampanti è facilissimo: basta usare Google.
È infatti sufficiente digitare in Google il numero di telefono dell’assistenza clienti di questa marca (che non nomino per ovvie ragioni) per ottenere dal motore di ricerca un elenco di risultati che contiene i link diretti per accedere a queste stampanti.
Non è neanche necessario collegarsi alla stampante per vederne le impostazioni: farlo potrebbe essere considerato violazione di domicilio informatico. Infatti è sufficiente usare la cache di Google, dove le impostazioni delle stampanti sono salvate pubblicamente. Lì mi sono fermato, senza tentare login che, stando alla segnalazione che mi è arrivata, sono fin troppo facili da fare. Il guaio è che non c’è modo di contattare i proprietari di queste stampanti, che resteranno quindi vulnerabili. Se avete suggerimenti su come fare, scrivetemeli nei commenti.
I link reperibili in Google includono l’indirizzo IP di ciascuna stampante, dal quale è facile risalire alla collocazione geografica approssimativa. C’è per esempio una stampante completamente aperta situata (secondo Iplocation.net) in Campania, che ha una particolarità: è già stata visitata da qualcuno, che ha lasciato un avviso eloquente che a quanto pare non ha letto nessuno.
Sono senza parole. Aggiorno questo articolo man mano che mi riprendo dallo spettacolo. Intanto godetevi il volo, trasmesso in streaming su Internet in alta definizione sia da SpaceX, sia dagli appassionati, con oltre mezzo milione di spettatori da tutto il mondo.
Oggi SpaceX ha effettuato il primo volo di collaudo di un prototipo senza equipaggio del suo prossimo grande veicolo spaziale, denominato Starship SN8, che diverrà il secondo stadio del suo vettore gigante Super Heavy per cargo ed equipaggi, destinato a missioni verso la Luna e Marte.
È difficile cogliere le dimensioni reali di questo veicolo: Starship è alto circa 50 metri, e una volta montato sopra il vettore Super Heavy svetterà più alto del gigantesco Saturn V che portò gli astronauti sulla Luna cinquant’anni fa.
I suoi tre motori Raptor a metano e ossigeno liquidi l’hanno portato in quota regolarmente a una decina di chilometri da terra, sollevandolo elegantemente dalla rampa di lancio molto spartana di SpaceX a Boca Chica, in Texas (con un principio d’incendio rapidamente estinto quando uno dei tre motori si è spento o è stato spento)...
...hanno manovrato per farlo scivolare lateralmente sopra l’oceano, e poi si sono spenti, come previsto, dopo 4:45 di arrampicata verso il cielo.
A questo punto Starship ha iniziato una manovra di discesa mai tentata prima, che io sappia, nella storia dei voli spaziali di veicoli alati: un belly flop, ossia una “spanciata”, nella quale il veicolo non scende orientandosi verticalmente (come avviene per esempio con il ritorno a terra del Falcon 9 di SpaceX) o planando grazie alle ali, ma si dispone orizzontale, scendendo di piatto, sempre a motori spenti, mantenendo l’assetto grazie alle quattro superfici alari manovrabili. L’unica manovra simile che mi viene in mente è quella degli SpaceShipOne e SpaceShipTwo di Virgin; il DC-X ha fatto qualcosa di vagamente paragonabile.
Le immagini del volo di prova di SpaceX sembrano prese di peso da un libro di fantascienza o di ufologia.
Questo veicolo sta scendendo, non sta volando in avanti.
Questo assetto gli permette di perdere velocità per resistenza aerodinamica, come fanno i paracadutisti, e quindi di risparmiare propellente. Questo era l’aspetto più importante di tutto il volo: dimostrare concretamente che i calcoli e le simulazioni non sbagliavano e che il veicolo è realmente stabile in questo assetto senza precedenti grazie alle sue superfici alari manovrabili. Questo apre la porta al rientro controllato da quote più alte e quindi anche dallo spazio. Anche altri aspetti del veicolo, come la riaccensione multipla dei motori in volo e la correzione dell’assetto, sono stati testati con successo.
Fatto questo, infatti, Starship ha riacceso in volo due motori per orientarsi verticalmente, in una seconda manovra acrobatica sperimentale. Con una rapidità mozzafiato, ha raggiunto l’assetto corretto intanto che scendeva verso il suolo, ha rallentato posizionandosi in verticale sopra la piazzola di atterraggio con un solo motore acceso per la frenata finale...
...e si è schiantato, esplodendo spettacolarmente e causando alcuni danni e incendi al suolo presso la base di lancio di SpaceX.
Questa è una vista da sotto: nonostante le apparenze di questa inquadratura, all’inizio Starship qui è orizzontale e poi si dispone verticalmente. Si vede bene l’accensione dei due motori di frenata.
Ma c’è mancato davvero poco che il primissimo volo di un veicolo dimostratore così complesso e innovativo fosse un successo totale (prima del volo, SpaceX aveva dichiarato di avere poche speranze di completare l’intero profilo di missione al primo tentativo). Non dimentichiamoci che tutto il veicolo (a parte i motori) è stato costruito all’aperto sotto una tenda, per ridurre i costi all’osso, con un approccio radicalmente differente da quello proverbialmente asettico e ipercontrollato di tutti gli altri fabbricanti di veicoli spaziali. Ed è stato realizzato in acciaio saldato, invece di dipendere da delicatissimi materiali compositi e tecniche ultrasofisticate di costruzione come sta facendo per esempio la NASA con il suo costosissimo vettore gigante SLS, in ritardo di anni sulla propria tabella di marcia e paurosamente fuori budget.
Elon Musk ha già tweetato che il problema all’atterraggio è stato dovuto a un calo di pressurizzazione di uno dei serbatoi ausiliari di propellente (header tank), quindi a un motivo relativamente semplice da correggere (rispetto per esempio a un malfunzionamento di un motore). Tutti i dati di telemetria del lungo volo sono stati raccolti e verranno usati per perfezionare i prototipi successivi, che sono già in stato di avanzata costruzione.
Alla fine della diretta streaming, infatti, SpaceX ha mostrato i resti di questo prototipo SN8, situati perfettamente al centro della piazzola di atterraggio, con la scritta SN9 up next! (“SN9 è il prossimo!”).
Elon Musk ha tweetato anche questa foto, che mostra il numero scritto su uno dei motori, ripreso durante il volo: il classico 42 così caro a Douglas Adams e alla Guida galattica per autostoppisti.
Sono stato scettico molto a lungo a proposito di questo approccio rustico di SpaceX, ma sto cominciando a ricredermi. Certo, un salto di
una decina di chilometri è cosa ben diversa da un volo orbitale, ma è certamente un buon inizio. Anche far rientrare dallo spazio il vettore
Falcon 9 sembrava impossibile, pochi anni fa, ma dopo alcuni tentativi conclusisi con un “disassemblaggio rapido non pianificato” alla fine è
successo e ora è quasi normale. Staremo a vedere se Starship farà altrettanto: nel frattempo, come previsto, lo spettacolo è stato assicurato.
2020/12/20 20:00
SpaceX ha pubblicato un video che mostra le sue riprese dalla rampa di lancio e dalle telecamere a bordo del veicolo, ed è una nuova festa per gli occhi:
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Nuova puntata del grande giornalismo di Repubblica: "Antonello Guerrera e la Mela di Newton". Guerrera, a proposito di Isaac Newton, scrive della "celebre mela che gli cadde in testa a Woolsthorpe
Manor da un albero". E linka pure una fonte per questa caduta. Un bel gesto, piuttosto raro nel giornalismo italofono.
Ma cosa dice la fonte linkata? Quella che dovrebbe confermare la storia della mela caduta in testa? Questo (copia permanente):
In altre parole, vista così, si ha l'impressione che Antonello Guerrera
non abbia neppure letto le fonti che cita. Anzi, non ne avrebbe neppure
letto il titolo. Credo che sia la prima volta che un giornalista cita le fonti che smentiscono il suo stesso articolo.
Ma sono sicuro che ci sarà un'altra spiegazione creativa, tipo "è stato
il titolista", "il software ci mangia i neretti ma abbiamo continuato a
usarli lo stesso" o "i link li aggiunge lo Stagista Schiavo di Boris,
ora lavora qui".
2020/12/09 00:15.Roby, nei commenti, segnala che c‘è un’altra perla nell’articolo di Guerrera:
“Spesso tutti noi non ci interroghiamo sul concetto di luce, ma è quella porzione dello specchio elettromagnetico che risulta visibile all’occhio umano.”
Sì, c’è proprio scritto “specchio”.
2020/12/09 13:30. Repubblica ha rettificato e risposto: “Nessuno stagista, quello dello specchio/spettro è solo un refuso in un contenuto d'archivio che non è stato @antoguerrera
ad aggiungere. Per quanto riguarda la mela, abbiamo esplicitato meglio
che si tratta di un mito, pensavamo bastasse definirla "celebre" con
tanto di link.”
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