Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2020/03/25
Teleconferenze, c'è chi le fa dimenticandosi che la telecamera è attiva. E va al gabinetto
Ultimo aggiornamento: 2020/03/26 16:25.
Milioni di persone si affacciano improvvisamente per la prima volta al lavoro a distanza. Alcuni devono ancora imparare le basi. Concetti complessi come “se tu vedi loro, loro vedono te, anche quando porti il dispositivo al gabinetto” forse vanno ripassati. Altrimenti succede quello che si vede in un video che è diventato virale: durante una conferenza di gruppo su Zoom, una donna porta con sé il proprio dispositivo in bagno e lo lascia acceso e rivolto verso di sé mentre si cala pantaloni e mutande e si siede sul water, sotto gli occhi allibiti degli altri partecipanti alla teleconferenza.
Nota: inizialmente avevo pubblicato qui un tweet nel quale era incorporato il video, ritenendo che il suo valore di monito fosse importante e che l’anonimato della donna fosse protetto. Ma un’indagine tecnica ha permesso di risalire alla sua identità e quindi ho rimosso il video. Spero che la descrizione sia un monito sufficiente.
Siate prudenti. Siate consapevoli. E come regola generale, non portate in bagno i vostri dispositivi. Specialmente se hanno un microfono e/o una telecamera.
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Milioni di persone si affacciano improvvisamente per la prima volta al lavoro a distanza. Alcuni devono ancora imparare le basi. Concetti complessi come “se tu vedi loro, loro vedono te, anche quando porti il dispositivo al gabinetto” forse vanno ripassati. Altrimenti succede quello che si vede in un video che è diventato virale: durante una conferenza di gruppo su Zoom, una donna porta con sé il proprio dispositivo in bagno e lo lascia acceso e rivolto verso di sé mentre si cala pantaloni e mutande e si siede sul water, sotto gli occhi allibiti degli altri partecipanti alla teleconferenza.
Nota: inizialmente avevo pubblicato qui un tweet nel quale era incorporato il video, ritenendo che il suo valore di monito fosse importante e che l’anonimato della donna fosse protetto. Ma un’indagine tecnica ha permesso di risalire alla sua identità e quindi ho rimosso il video. Spero che la descrizione sia un monito sufficiente.
Siate prudenti. Siate consapevoli. E come regola generale, non portate in bagno i vostri dispositivi. Specialmente se hanno un microfono e/o una telecamera.
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2020/03/24
Sequestrati gli account social di Rosario Marcianò: istigava a uscire per sovraccaricare Carabinieri e Polizia
Sono stati sequestrati dalla Polizia Postale gli account Facebook e il canale YouTube di Rosario Marcianò, complottista sostenitore delle “scie chimiche” ultimamente riciclatosi come negazionista del coronavirus. In un video aveva istigato le persone a delinquere con parole come queste:
Tutti i dettagli sono nell’articolo di Open.online.
Per chi giustamente fa notare che il profilo Facebook è ancora accessibile e i commenti sono ancora pubblicabili e quindi dubitano che si tratti di un vero sequestro, sottolineo che a quanto mi risulta l’istigazione a delinquere riguarda solo uno specifico video e che ho una conferma da due fonti direttamente coinvolte. Aggiungo che l’intervento delle autorità non si è limitato al semplice sequestro di account. In ogni caso, è un win-win: se Marcianò fingesse, non potrebbe più pubblicare nulla senza smascherarsi; se (come mi risulta) il sequestro è reale, non può comunque pubblicare. Per cui in un modo o nell’altro è silenziato.
A tutti i giornalisti e personaggi mediatici che gli hanno dato spazio nei loro programmi: spero che vi rendiate conto di quale megafono avete offerto a queste idee deliranti. Vero, Maurizio Decollanz, Fabio Volo, Roberto Giacobbo?
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La situazione diventerà sempre più grave, sempre più ingestibile e per cui il mio invito non è quello di stare in casa ma è quello di fare di tutto per mettere in seria difficoltà questo esecutivo. Quindi, l’idea migliore sarebbe quella di uscire tutti per strada come facevamo prima in modo tale che poi Carabinieri e Polizia non sappiano più come fare per fermare tutti quanti e gli uffici giudiziari saranno intasati di denunce e non potranno più fare niente. Allora si che loro saranno paralizzati.Ricordo che Marcianò aveva già istigato alla violenza nei confronti della giornalista Silvia Bencivelli, aveva diffamato Valeria Solesin e la sua famiglia e aveva commesso molti altri atti del genere, per i quali è già finito più volte nelle maglie della giustizia ed è già stato condannato. Delle sue tesi di complotto e dei suoi comportamenti mi sono dovuto occupare in varie occasioni in questi anni.
Tutti i dettagli sono nell’articolo di Open.online.
Per chi giustamente fa notare che il profilo Facebook è ancora accessibile e i commenti sono ancora pubblicabili e quindi dubitano che si tratti di un vero sequestro, sottolineo che a quanto mi risulta l’istigazione a delinquere riguarda solo uno specifico video e che ho una conferma da due fonti direttamente coinvolte. Aggiungo che l’intervento delle autorità non si è limitato al semplice sequestro di account. In ogni caso, è un win-win: se Marcianò fingesse, non potrebbe più pubblicare nulla senza smascherarsi; se (come mi risulta) il sequestro è reale, non può comunque pubblicare. Per cui in un modo o nell’altro è silenziato.
A tutti i giornalisti e personaggi mediatici che gli hanno dato spazio nei loro programmi: spero che vi rendiate conto di quale megafono avete offerto a queste idee deliranti. Vero, Maurizio Decollanz, Fabio Volo, Roberto Giacobbo?
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2020/03/22
Coronavirus, pipistrelli e video sciacalli
Fonte: Butac.it. |
Per cui non intendo dedicare tempo a quest’ennesima cialtronata. Non la guardo neanche: so già che è una porcheria, che stavolta oltretutto puzza di sciacallaggio infame. In un momento in cui contiamo i morti a centinaia al giorno, quest’uomo inutile non ha altro da fare che sfornare teorie paranoiche per compiacersi di essere più intelligente degli altri, sentirsi lodare dai suoi fan e portare a casa incassi pubblicitari.
E non vale neanche l’idea “ma magari stavolta ci ha preso”: se vedo una mucca che sforna letame, devo proprio assaggiarne ogni pezzo perché magari, non si sa mai, uno potrebbe essere cioccolato?
Bufale un tanto al chilo ha eroicamente analizzato e debunkato anche questa porcheria, turandosi il naso per diciannove minuti e cinquanta secondi. Voi non dovete fare altro che tirare lo sciacquone.
Ricordo la raccomandazione già fatta tante volte: se trovate su un sito una scemenza sul coronavirus, fate due cose semplici: a) piantate di leggere quel sito; b) non citatelo, neanche per dire quanto ne siete scandalizzati. In entrambi i casi, gli regalate visibilità e incassi pubblicitari. Grazie.
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2020/03/21
Un e-book gratis a scelta dal catalogo di Cartabianca
Cartabianca, l‘editore di Bologna che ha reso possibile pubblicare in italiano la biografia dell’ultimo uomo a camminare sulla Luna, ha una bella iniziativa per questi momenti in cui viviamo blindati: se siete italiani, potete scegliere gratis un e-book dal loro catalogo (se non lo siete ma risiedete in Italia, contattate l’editore per ragguagli).
Fra i titoli disponibili c'è anche appunto L’Ultimo Uomo sulla Luna di Gene Cernan.
Se volete saperne di più, andate qui.
2020/03/21. Per un errore tecnico, la versione scaricabile de L’Ultimo Uomo sulla Luna non era la versione finale del testo tradotto. Ora lo è.
Fra i titoli disponibili c'è anche appunto L’Ultimo Uomo sulla Luna di Gene Cernan.
Se volete saperne di più, andate qui.
2020/03/21. Per un errore tecnico, la versione scaricabile de L’Ultimo Uomo sulla Luna non era la versione finale del testo tradotto. Ora lo è.
2020/03/20
Repubblica e il super razzo “capace di superare di 27 volte la velocità della luce”
Anna Lombardi, su Repubblica, scrive che la Russia ha pronto “un super razzo, capace di superare di 27 volte la velocità della luce, percorrendo fino a 33 mila chilometri in un'ora” (copia permanente su Archive.org).
Per l’ennesima volta, Repubblica decide di far scrivere sulle proprie pagine gente che non sa nemmeno la differenza fra velocità della luce e velocità del suono. E Repubblica ha anche il coraggio di parlare di “notizie verificate” nel suo testo promozionale, proprio sotto un articolo che dice che 33.000 chilometri l’ora equivale a 27 volte la velocità della luce.
Alcuni di voi mi hanno rimproverato per queste correzioni. “Ma dai, Paolo” mi avete detto “te la prendi per sciocchezze, sono errorini che càpitano. Le notizie importanti le scrivono bene”. Ma càpitano spesso.
Ieri Gianluca di Feo, sempre su Repubblica, ha tirato fango inutilmente su un'azienda bresciana perché non si è nemmeno degnato di contattarla. La Copan Diagnostics è stata accusata di essere parte di chissà quale macchinazione per portare di nascosto negli Stati Uniti tamponi per il coronavirus. “Coronavirus, mezzo milione di tamponi da un'azienda di Brescia agli Stati Uniti”. Un’accusa portata con una serie di domande che facevano presagire complotti e italiani lasciati a corto di test in un momento così drammatico. Tutto questo perché Gianluca di Feo non ha fatto la cosa più elementare: verificare.
L'azienda lo ha scritto chiaramente: “Non c’è stata nessuna operazione in sordina, la merce è stata regolarmente sdoganata e ceduta a prezzo di mercato, Copan non ha venduto ad alcun governo. E, soprattutto, nessun tampone è stato tolto ai bresciani, ai lombardi, agli Italiani o agli Europei [...] Per avere risposta ai tanti interrogativi sollevati sarebbe bastato consultarci".
Cosa che Di Feo non ha fatto, secondo Copan (e Di Feo, nel suo nuovo articolo, non dice di aver fatto). Perché se l’avesse fatto, addio titolone, addio clamore e addio vendite.
In altre parole, anche le notizie serie si fanno con lo stesso metodo di quelle frivole. Ossia fottendosene del lettore, della deontologia, della dignità. Inventando titoli come “Prima pena di morte in Cina per uomo che tenta la fuga da Wuhan” quando non era a Wuhan e ha ucciso due funzionari (Huffington Post). Scrivendo imbecillità come “Un asteroide grande come l'Everest sfiorerà la Terra il 29 aprile” (TgCom24) o “Per paura del contagio annullate in #Cina le celebrazioni per i 60 anni dell' #Imperatore” (ANSA).
Però, mi raccomando, prendetevela pure con me quando uso l'espressione "puttane del clic". E nell’usarla mi scuso con le puttane, che fanno un servizio trasparente, attendibile e corretto.
Le avete volute, le avete pagate con il bombardamento pubblicitario e la profilazione di massa, continuate a cliccarle, continuate a tollerare un Ordine dei Giornalisti che gioca alle belle statuine, e questo è il risultato. Nel pieno della peggiore emergenza mondiale, quando servirebbe informazione chiara e sincera, abbiamo questo. Al posto della penna, lo spandiletame.
Godetevi il risultato. Io vado ad abbonarmi a Il Post.
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Alcuni di voi mi hanno rimproverato per queste correzioni. “Ma dai, Paolo” mi avete detto “te la prendi per sciocchezze, sono errorini che càpitano. Le notizie importanti le scrivono bene”. Ma càpitano spesso.
Ieri Gianluca di Feo, sempre su Repubblica, ha tirato fango inutilmente su un'azienda bresciana perché non si è nemmeno degnato di contattarla. La Copan Diagnostics è stata accusata di essere parte di chissà quale macchinazione per portare di nascosto negli Stati Uniti tamponi per il coronavirus. “Coronavirus, mezzo milione di tamponi da un'azienda di Brescia agli Stati Uniti”. Un’accusa portata con una serie di domande che facevano presagire complotti e italiani lasciati a corto di test in un momento così drammatico. Tutto questo perché Gianluca di Feo non ha fatto la cosa più elementare: verificare.
L'azienda lo ha scritto chiaramente: “Non c’è stata nessuna operazione in sordina, la merce è stata regolarmente sdoganata e ceduta a prezzo di mercato, Copan non ha venduto ad alcun governo. E, soprattutto, nessun tampone è stato tolto ai bresciani, ai lombardi, agli Italiani o agli Europei [...] Per avere risposta ai tanti interrogativi sollevati sarebbe bastato consultarci".
Cosa che Di Feo non ha fatto, secondo Copan (e Di Feo, nel suo nuovo articolo, non dice di aver fatto). Perché se l’avesse fatto, addio titolone, addio clamore e addio vendite.
In altre parole, anche le notizie serie si fanno con lo stesso metodo di quelle frivole. Ossia fottendosene del lettore, della deontologia, della dignità. Inventando titoli come “Prima pena di morte in Cina per uomo che tenta la fuga da Wuhan” quando non era a Wuhan e ha ucciso due funzionari (Huffington Post). Scrivendo imbecillità come “Un asteroide grande come l'Everest sfiorerà la Terra il 29 aprile” (TgCom24) o “Per paura del contagio annullate in #Cina le celebrazioni per i 60 anni dell' #Imperatore” (ANSA).
Però, mi raccomando, prendetevela pure con me quando uso l'espressione "puttane del clic". E nell’usarla mi scuso con le puttane, che fanno un servizio trasparente, attendibile e corretto.
Le avete volute, le avete pagate con il bombardamento pubblicitario e la profilazione di massa, continuate a cliccarle, continuate a tollerare un Ordine dei Giornalisti che gioca alle belle statuine, e questo è il risultato. Nel pieno della peggiore emergenza mondiale, quando servirebbe informazione chiara e sincera, abbiamo questo. Al posto della penna, lo spandiletame.
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Puntata del Disinformatico RSI del 2020/03/20; l’ultima per un po’
È disponibile la puntata di oggi del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, condotta da me insieme a Tiki.
Podcast solo audio: link diretto alla puntata.
Argomenti trattati: link diretto.
Podcast audio precedenti: archivio sul sito RSI, archivio su iTunes e archivio su TuneIn, archivio su Spotify.
App RSI (iOS/Android): qui.
Video: lo trovate qui sotto.
Archivio dei video precedenti: La radio da guardare sul sito della RSI.
Buona visione e buon ascolto! Questa sarà l’ultima puntata per qualche tempo, perché le nuove disposizioni anti-coronavirus della RSI sospendono fino a nuovo ordine le trasmissioni radiofoniche nelle quali c’è in studio più di una persona per volta.
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Buona visione e buon ascolto! Questa sarà l’ultima puntata per qualche tempo, perché le nuove disposizioni anti-coronavirus della RSI sospendono fino a nuovo ordine le trasmissioni radiofoniche nelle quali c’è in studio più di una persona per volta.
Antibufala: la foto del Fantasma Appeso
La foto qui accanto è una delle più famose foto di presunti fantasmi. Secondo la storia che l’accompagna, risale agli anni Cinquanta del secolo scorso e proviene dal Texas, dove la famiglia Cooper aveva acquistato una casa molto vecchia e aveva iniziato ad abitarvi.
La foto, dice il racconto, sarebbe stata scattata la prima sera che la famiglia trascorse nella casa e mostra due bambini con la loro mamma e nonna vicino al tavolo di cucina.
Tutti sorridono nell’immagine, ma quando la foto fu sviluppata (all’epoca la fotografia era chimica, non digitale) la famiglia Cooper si accorse con orrore che si vedeva nell’angolo dell’immagine un corpo sottosopra, come se stesse cadendo o fosse appeso a testa in giù. Era il fantasma di un occupante precedente della casa?
Secondo l’indagine di Metabunk le cose stanno un po’ diversamente. Non c’è nessuna traccia di questa foto su Internet prima del 2009, e l’analisi della foto indica che si tratta di un fotomontaggio nel quale il “fantasma” è stato creato usando un’immagine rovesciata di una ballerina con le braccia alzate.
Ma la chicca di questa indagine è che Metabunk è stata contattata da uno dei bambini ritratti nella foto. Si chiama Robert Copper, non Cooper, e ha dimostrato la propria identità fornendo altre foto di famiglia, scattate addirittura nella medesima stanza. Senza fantasma, ovviamente.
Robert ha detto di aver saputo con stupore del mito intorno a questa foto da suo fratello maggiore (l’altro bambino nella foto) e ha precisato che l’immagine risale al 1959. Mistero risolto, insomma.
La foto, dice il racconto, sarebbe stata scattata la prima sera che la famiglia trascorse nella casa e mostra due bambini con la loro mamma e nonna vicino al tavolo di cucina.
Tutti sorridono nell’immagine, ma quando la foto fu sviluppata (all’epoca la fotografia era chimica, non digitale) la famiglia Cooper si accorse con orrore che si vedeva nell’angolo dell’immagine un corpo sottosopra, come se stesse cadendo o fosse appeso a testa in giù. Era il fantasma di un occupante precedente della casa?
Secondo l’indagine di Metabunk le cose stanno un po’ diversamente. Non c’è nessuna traccia di questa foto su Internet prima del 2009, e l’analisi della foto indica che si tratta di un fotomontaggio nel quale il “fantasma” è stato creato usando un’immagine rovesciata di una ballerina con le braccia alzate.
Ma la chicca di questa indagine è che Metabunk è stata contattata da uno dei bambini ritratti nella foto. Si chiama Robert Copper, non Cooper, e ha dimostrato la propria identità fornendo altre foto di famiglia, scattate addirittura nella medesima stanza. Senza fantasma, ovviamente.
Robert ha detto di aver saputo con stupore del mito intorno a questa foto da suo fratello maggiore (l’altro bambino nella foto) e ha precisato che l’immagine risale al 1959. Mistero risolto, insomma.
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Europol blocca criminali che rubavano dai conti usando il SIM Swap
Una buona notizia sul fronte della lotta al crimine informatico: Europol ha annunciato di aver arrestato una trentina di persone in vari paesi europei, sospettate di aver prosciugato conti correnti prendendo il controllo dei numeri di telefono delle vittime usando una tecnica denominata SIM swap.
In questa tecnica, i criminali riescono a farsi fare una copia della SIM del telefonino della vittima, usando i suoi dati e documenti trovati online per spacciarsi per la vittima e chiedere all’operatore telefonico una SIM sostitutiva. Ricevuta la SIM, il criminale la usa sul proprio telefonino, che comincia a ricevere le telefonate e gli SMS della vittima.
Lo scopo è intercettare in particolare gli SMS che contengono i codici di sicurezza dei servizi bancari o quelli dell’autenticazione a due fattori usata dagli account Internet, per esempio di mail e social network, e prenderne il controllo.
La vittima si accorge dell’attacco solo quando nota che non riceve più chiamate o messaggini, oppure quando vede che non riesce più a entrare nei propri account o trova il conto bancario svuotato.
I danni economici causati da questo tipo di attacco sono notevoli: i singoli furti bancari portavano nelle tasche dei ladri da 6000 a 137.000 euro e l’ammontare complessivo è stato di oltre 3 milioni di euro. Il tempo medio di esecuzione di un attacco era inferiore alle due ore.
La difesa, spiega Naked Security, si basa su alcuni punti fondamentali:
In questa tecnica, i criminali riescono a farsi fare una copia della SIM del telefonino della vittima, usando i suoi dati e documenti trovati online per spacciarsi per la vittima e chiedere all’operatore telefonico una SIM sostitutiva. Ricevuta la SIM, il criminale la usa sul proprio telefonino, che comincia a ricevere le telefonate e gli SMS della vittima.
Lo scopo è intercettare in particolare gli SMS che contengono i codici di sicurezza dei servizi bancari o quelli dell’autenticazione a due fattori usata dagli account Internet, per esempio di mail e social network, e prenderne il controllo.
La vittima si accorge dell’attacco solo quando nota che non riceve più chiamate o messaggini, oppure quando vede che non riesce più a entrare nei propri account o trova il conto bancario svuotato.
I danni economici causati da questo tipo di attacco sono notevoli: i singoli furti bancari portavano nelle tasche dei ladri da 6000 a 137.000 euro e l’ammontare complessivo è stato di oltre 3 milioni di euro. Il tempo medio di esecuzione di un attacco era inferiore alle due ore.
La difesa, spiega Naked Security, si basa su alcuni punti fondamentali:
- Attenzione alle mail o ai siti che chiedono nomi e password.
- Evitate risposte ovvie alle domande di sicurezza.
- Usate un antivirus che controlli in tempo reale gli accessi.
- Se il vostro telefonino va in modalità “solo chiamate d’emergenza” senza motivo apparente, preoccupatevi.
- Usate un’app di autenticazione a due fattori, come Authy o Google Authenticator, invece degli SMS di sicurezza.
- Non fidatevi di qualunque telefonata di sedicenti addetti alla sicurezza che vi chiedono di confermare i codici che ricevete.
Truffatori telefonici smascherati attraverso le loro telecamere di sorveglianza
Avete presente i truffatori che telefonano fingendo di essere tecnici del servizio di assistenza Microsoft, vi dicono che avete il computer infetto e si offrono di aiutarvi gratuitamente, ma in realtà vi fanno fare cose che infettano il vostro PC? Un informatico, Jim Browning, è riuscito a entrare nei computer di questi criminali e persino nelle telecamere che sorvegliano i loro call center.
Browning è riuscito a registrare in video i truffatori mentre cercano di raggirare le vittime e a scaricare circa 70.000 registrazioni di telefonate truffa.
Il materiale raccolto dall’informatico è stato selezionato e pubblicato su Youtube e dalla BBC ed è uno spaccato molto rivelatore di come funzionano queste vere e proprie centrali del crimine. Non si tratta di individui singoli, ma di bande ben organizzate, molte delle quali hanno sede in India. I guadagni illeciti sono ingenti: solo il gruppo osservato da Browning ha incassato oltre 3 milioni di dollari in un anno.
In uno dei video, si vede come i criminali si approfittano senza pietà di una ragazza di tredici anni vittima della loro truffa.
Browning ha pubblicato tutti i dati dei truffatori, ha localizzato il call center ed è anche riuscito a ottenere delle immagini aeree dell’edificio, situato a Gurugram, a sud-ovest di Delhi. Tutti questi dati hanno permesso alla polizia locale di irrompere nella sede ed eseguire una serie di arresti.
Se ricevete una chiamata da qualcuno che dice di offrire assistenza tecnica, riagganciate. Non eseguite le sue istruzioni. Se lo avete fatto, contattate un servizio reale di assistenza informatica.
Browning è riuscito a registrare in video i truffatori mentre cercano di raggirare le vittime e a scaricare circa 70.000 registrazioni di telefonate truffa.
Il materiale raccolto dall’informatico è stato selezionato e pubblicato su Youtube e dalla BBC ed è uno spaccato molto rivelatore di come funzionano queste vere e proprie centrali del crimine. Non si tratta di individui singoli, ma di bande ben organizzate, molte delle quali hanno sede in India. I guadagni illeciti sono ingenti: solo il gruppo osservato da Browning ha incassato oltre 3 milioni di dollari in un anno.
In uno dei video, si vede come i criminali si approfittano senza pietà di una ragazza di tredici anni vittima della loro truffa.
Browning ha pubblicato tutti i dati dei truffatori, ha localizzato il call center ed è anche riuscito a ottenere delle immagini aeree dell’edificio, situato a Gurugram, a sud-ovest di Delhi. Tutti questi dati hanno permesso alla polizia locale di irrompere nella sede ed eseguire una serie di arresti.
Se ricevete una chiamata da qualcuno che dice di offrire assistenza tecnica, riagganciate. Non eseguite le sue istruzioni. Se lo avete fatto, contattate un servizio reale di assistenza informatica.
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Attenzione alle false mail inviate a nome dell’Ufficio Federale della Sanità Pubblica
Criminali e sciacalli non dormono mai. MELANI, la Centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione della Confederazione, mette in guardia la popolazione contro le false mail che sembrano provenire dall’Ufficio Federale della Sanità Pubblica e fornire informazioni sanitarie ma sono in realtà trappole create da criminali informatici. MELANI raccomanda di cancellare immediatamente queste mail, di non aprire i loro allegati e non cliccare sui loro link.
Le mail-trappola veicolano infatti un malware, soprannominato AgentTesla, che può installarsi sul dispositivo digitale della vittima e prenderne il controllo a distanza, leggendo anche le password.
“Se avete aperto inavvertitamente una tale e-mail, spegnete immediatamente il computer. Se possibile, reinstallate il computer o contattate per assistenza il vostro negozio specializzato. Infine cambiate immediatamente le vostre password”, consiglia MELANI.
Abuse.ch, invece, segnala la circolazione di mail infettanti apparentemente provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
Anche F-Secure mostra numerosi esempi di mail truffaldine legate al coronavirus.
Insomma, avete un motivo in più per adottare la raccomandazione che faccio da giorni: cestinate qualunque messaggio legato al coronavirus che non provenga da fonte ufficiale.
La maggior parte degli antivirus aggiornati rileva automaticamente questi attacchi e li blocca. Se non avete già un antivirus, installatelo, anche sui vostri smartphone e tablet Android. Se l’avete già installato, assicuratevi che si aggiorni.
Le mail-trappola veicolano infatti un malware, soprannominato AgentTesla, che può installarsi sul dispositivo digitale della vittima e prenderne il controllo a distanza, leggendo anche le password.
“Se avete aperto inavvertitamente una tale e-mail, spegnete immediatamente il computer. Se possibile, reinstallate il computer o contattate per assistenza il vostro negozio specializzato. Infine cambiate immediatamente le vostre password”, consiglia MELANI.
Abuse.ch, invece, segnala la circolazione di mail infettanti apparentemente provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
More #COVID19 malspam in the name of @WHO , distributing NanoCore RAT:— abuse.ch (@abuse_ch) March 20, 2020
Spammed doc (who.doc):https://t.co/Ln9GtJVM2P
Payload (seal.jpeg):https://t.co/DNE5TLCCGp
Payload URL:https://t.co/H7LExCSI8b
Stay safe! pic.twitter.com/gt8gX13U3W
Anche F-Secure mostra numerosi esempi di mail truffaldine legate al coronavirus.
Insomma, avete un motivo in più per adottare la raccomandazione che faccio da giorni: cestinate qualunque messaggio legato al coronavirus che non provenga da fonte ufficiale.
La maggior parte degli antivirus aggiornati rileva automaticamente questi attacchi e li blocca. Se non avete già un antivirus, installatelo, anche sui vostri smartphone e tablet Android. Se l’avete già installato, assicuratevi che si aggiorni.
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