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Il Disinformatico

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2010/08/09

Che fine ha fatto lo Star Wars Kid?

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "fabioc*" e "mariannamasc*" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2022/04/11.

Uno dei primissimi episodi di bullismo digitale (o ciberbullismo) – la molestia effettuata tramite computer e Internet – risale al novembre del 2002. Storia antica, per i ritmi della Rete: per esempio, Youtube e Facebook ancora non esistevano (sarebbero nati tre anni dopo).

Il protagonista involontario di questa storia fu un ragazzino canadese, Ghyslain Raza, che all'epoca aveva quindici anni. Ghyslain si videoregistrò per un progetto scolastico mentre mimava molto maldestramente, ma con grande impegno, le movenze dei cavalieri Jedi di Star Wars. Al posto della spada laser brandiva il manico di un attrezzo da golf.

Sì, lo so, è una tentazione alla quale abbiamo ceduto in tanti, ma non davanti a una telecamera che registrava. La registrazione fu trovata cinque mesi dopo da un compagno di scuola di Ghyslain, fu diffusa fra gli studenti della scuola frequentata dal ragazzino e infine fu pubblicata su Internet, sul circuito peer-to-peer Kazaa. Divenne in poco tempo uno dei video più condivisi della Rete e successivamente approdò su Youtube. Questa è la versione originale.

Il video ha acquisito da allora una popolarità enorme e i suoi fan ne hanno creato infinite versioni complete di titoli, musiche ed effetti speciali, come questa.

Già nel 2006 l'originale aveva totalizzato 900 milioni di visualizzazioni; oggi si stima che abbia superato il miliardo. Internet offrì a Ghyslain un tributo di ringraziamento attraverso il sito Waxy.org, che nel 2003 rintracciò il ragazzino di cui tutti parlavano e coordinò una raccolta di fondi che gli regalò un iPod e oltre 4300 dollari. Fu organizzata anche una petizione per includere Ghyslain nel terzo episodio di Star Wars, La Vendetta dei Sith, ma nonostante oltre 148.000 adesioni l'inizativa non andò in porto.

Lo Star Wars Kid, come fu soprannominato Ghyslain, fu citato da South Park e da molti altri programmi televisivi, come il Colbert Report del comico statunitense Stephen Colbert, che ad agosto del 2006 organizzò una gara fra i fan: si fece videoregistrare mentre brandiva una spada laser giocattolo di fronte a un fondale verde e invitò tutti a modificare e migliorare con effetti speciali la sua esibizione. Partecipò persino George Lucas, il regista di Star Wars, che però non vinse (video).

Cosa c'entra il ciberbullismo con questa storia di popolarità esplosiva? C'entra perché la vicenda prese rapidamente una brutta piega. Ai primi di luglio del 2003, la famiglia di Ghyslain fece causa agli studenti che avevano diffuso il video e alle loro famiglie, chiedendo 250.000 dollari canadesi di danni, perché il ragazzino "aveva dovuto sopportare, e tuttora sopporta, molestie e derisione da parte dei suoi compagni di scuola e da parte del pubblico in genere" e sarebbe rimasto "sotto cura psichiatrica per un periodo di tempo indefinito". Ghyslain abbandonò la scuola e gli fu diagnosticata una condizione di depressione [la versione originale di questo mio articolo riportava la notizia che Raza avesse concluso l’anno in un reparto psichiatrico minorile, ma non era esatta: Raza, spiega Canada.com nel 2013, si limitò a scrivere i propri compiti scolastici in un ospedale “perché era il posto più comodo e tranquillo che riuscisse a trovare”]. La causa fu chiusa con un accordo extragiudiziale nel 2006.

Oggi Ghyslain Raza ha 23 anni (foto qui accanto, tratta da Cyberpresse.ca) e secondo le ricerche di Motherboard.tv è presidente dell'associazione Patrimoine Trois-Rivières, che mira a conservare il patrimonio culturale della località dove risiede, e si sta laureando in legge alla McGill University a Montreal. Una scelta molto astuta: se avesse scelto qualunque altro ramo, ci sarebbe sempre stato qualcuno che l'avrebbe preso in giro per la sua incauta prodezza giovanile. Ma con una carriera nel ramo legale, sarà difficile che qualcuno osi sbeffeggiarlo di nuovo.

La storia di Ghyslain Raza risale agli albori di Internet, quando la consapevolezza dei pericoli e dei danni causati dal ciberbullismo e dalla crescente tendenza a pubblicare o registrare momenti potenzialmente imbarazzanti della propria vita o di quella altrui non era ancora molto alta. Oggi dovrebbe esserlo, anche grazie alle tribolazioni di persone come Raza, ma c'è sempre qualcuno che finisce per diventare involontariamente famoso nel modo peggiore.

Istintivamente sorridiamo, dunque, di fronte alle goffe acrobazie del ragazzino, ma ricordiamoci che storie di derisione come questa, se vissute in prima persona, sono molto meno divertenti. E che al suo posto, se non stiamo attenti, potremmo finirci noi.

Fonti aggiuntive: New York Times, The Globe and Mail, Geekosystem, Newsweek, BusinessInsider.

2010/08/06

Una visita Web e so esattamente dove sei

Falla nei router permette di localizzare gli utenti via Web


Lo smanettone ed esperto di sicurezza Samy Kamkar ha documentato una vulnerabilità nel modo in cui i router gestiscono le richieste di identificazione, che può essere sfruttata per localizzare con estrema precisione un visitatore di un sito Web. Per "estrema precisione" s'intende nove metri, in uno dei casi dimostrati da Kamkar alla conferenza Black Hat a Las Vegas pochi giorni fa. La sua presentazione era intitolata, in modo piuttosto inquietante, "Come ho incontrato la tua ragazza".

La vulnerabilità funziona così. Di solito ci si connette a Internet tramite un router (magari Wifi) e di norma solo i computer connessi direttamente al router possono interrogarlo per ottenerne l'identificativo univoco, il MAC address. Ma Kamkar ha trovato il modo di confezionare una pagina Web in modo da attivare un'interrogazione che sembra provenire dal computer localmente connesso e passarla alla geolocalizzazione di Google. Le auto di Google che hanno mappato le città per il servizio Street View hanno infatti associato alle coordinate GPS i MAC address dei router incontrati durante le loro esplorazioni.

In questo modo il ficcanaso di turno può ottenere l'ubicazione geografica precisa del router e quindi localizzare e identificare il visitatore. Questa localizzazione non si basa sull'indirizzo IP, come altre funzioni già disponibili in Rete. La dimostrazione online di Kamkar funziona con qualunque browser.

Kamkar è famoso (o famigerato) perché nel 2005 creò un worm che sfruttava le falle dei browser e gli permise di raccogliere oltre un milione di "amici" su Myspace in un solo giorno. La bravata gli costò una condanna in tribunale, con tre anni di libertà vigilata, tre mesi di servizio civile e un'ammenda.

Il rischio riguarda solo gli utenti di router Wifi che siano stati catalogati da Google, ma è un'altra dimostrazione di come l'anonimato su Internet sia sempre più un mito. Chi pensa di poter approfittare della Rete per fare lo stupido senza farsi beccare stia quindi attento.

Churchill mise a tacere gli avvistamenti UFO?

Churchill nascose i rapporti UFO per evitare "panico di massa". L'ha detto il nonno di un tizio


Secondo il Giornale, "Winston Churchill impose il silenzio alla Difesa inglese sugli avvistamenti degli Ufo... per non provocare 'panico di massa'. Lo rivelano documenti riservati del ministero della Difesa di Londra". Wow. L'agenzia ASCA titola "Churchill nascose notizia avvistamento UFO". Secondo Il Tempo, il primo ministro britannico "[o]rdinò di mantenere tutto segreto e per due motivi ben precisi: la notizia avrebbe scatenato «panico di massa» e «distrutto la fede nella Chiesa»". Il Corriere dice che "Churchill mise a tacere gli avvistamenti di UFO"Google News riporta decine di articoli dello stesso tono. Persino la solitamente sobria BBC titola "Archivi Nazionali dimostrano che Churchill ordinò segretezza sugli UFO".

La notizia suona decisamente clamorosa, ma una rapida ricerca dei fatti racconta una storia ben diversa. La fonte originale della vicenda (alla quale ogni ricercatore diligente dovrebbe attingere) è il nuovo lotto di documenti governativi attinenti agli avvistamenti di oggetti volanti non identificati, rilasciati dal Ministero della Difesa e pubblicati dai National Archives. I documenti sono scaricabili, per un breve periodo di tempo, da Ufos.nationalarchives.gov.uk. La sintesi indica che l'incartamento è il DEFE 24/2013, specificamente alle pagine 205-209 e 273-277.

Cos'è questa documentazione? Non si tratta di verbali delle riunioni di Churchill, ma di lettere datate 1999, nelle quali il Ministero della Difesa risponde alle richieste di un cittadino che dice che suo nonno gli raccontò di essere stato presente a un incontro, durante la guerra, fra Churchill e il generale americano Eisenhower (comandante supremo delle forze alleate in Europa, diventato poi presidente USA nel 1953), nel quale fu discusso un avvistamento di un UFO da parte dell'equipaggio di un bombardiere della RAF e fu deciso di tenerlo segreto per almeno cinquant'anni. Il Ministero della Difesa indagò senza trovare alcuna conferma della vicenda narrata.

Si tratta, insomma, di un racconto anonimo di terza mano, senza alcuna documentazione di supporto e senza alcuna conferma. Un po' poco per titolare che Churchill nascose i rapporti UFO per salvare la Chiesa. Certi titoli ad effetto, con il loro "al lupo, al lupo", gettano discredito sull'ufologia rigorosa e creano facili entusiasmi che poi si convertono in brucianti delusioni quando si va a scoprire come stanno davvero le cose. Peccato.

iPhone, jailbreak legale e facile. Troppo facile

Diventa legale sbloccare il proprio iPhone. Solo in USA, e lo sblocco sfrutta una vulnerabilità colossale


Fare un jailbreak, ossia rimuovere le protezioni e i blocchi presenti sull'iPhone in modo da prenderne pieno controllo e attivare le funzionalità disabilitate (per esempio per installare applicazioni diverse da quelle approvate e selezionate da Apple), non è mai stato così facile.

Innanzi tutto è diventato legale (perlomeno negli Stati Uniti) dopo un pronunciamento della Biblioteca del Congresso, che è l'autorità in materia. E poi lo sblocco non è più macchinoso come un tempo: basta visitare un sito apposito, Jailbreakme.com, e tutto avviene in automatico. Funziona anche con l'iPad.

Il problema è che il nuovo jailbreak è, appunto, straordinariamente facile (video). Così facile che c'è chi fa il burlone e fa il jailbreak direttamente sugli iPhone negli Apple Store sotto il naso degli addetti in negozio (video). Pericolosamente facile. Il concetto di fondo messo in luce da Jailbreakme.com è che basta visitare un sito per scaricare e installare automaticamente del software che altera il funzionamento di base dell'iPhone/iPad. Jailbreakme.com lo fa a fin di bene, ma non c'è nulla che impedisca a un sito ostile di usare la stessa tecnica per fare danni.

Una delle motivazioni di Apple nell'esercitare un controllo così severo sull'ecosistema dei suoi dispositivi è la sicurezza: ma questo episodio dimostra che questo controllo non ha affatto eliminato le vulnerabilità. Il jailbreak sfrutta una vulnerabilità di Safari per iOS (il sistema operativo di iPhone, iPad e iPod touch): Safari sbaglia nel gestire i documenti PDF, in particolare i loro font, e questo causa un errore di corruzione della memoria, che si aggiunge a un errore nel kernel (la parte centrale fondamentale del sistema operativo) che "consente agli aggressori di acquisire privilegi elevati e scavalcare le restrizioni della sandbox" (Vupen Security). In altre parole, consente loro di fare quello che vogliono del vostro telefonino o lettore o tavoletta.

Giusto per chiarezza: basta scaricare un documento PDF con Mobile Safari, o aprirne uno ricevuto via e-mail, per infettare il proprio dispositivo Apple.

Websense propone dei browser alternativi che non aprono automaticamente i PDF, ma questo non protegge dai PDF infettanti ricevuti via mail o in un link di Twitter o Facebook che usano il motore di Safari per visualizzare i documenti PDF. Come Steve Jobs ama sottolineare, ci sono in giro per il mondo oltre 100 milioni di dispositivi che usano iOS e hanno questa vulnerabilità, per cui il bersaglio è ghiotto. Apple sta "indagando" e dovrebbe distribuire un aggiornamento di correzione.

Nel frattempo, agli utenti dell'iPhone e dell'iPad non resta che proporre un jailbreak che consenta di installare un'applicazione, PDF Loading Warner, che chiede il permesso prima di aprire un PDF, oppure di navigare e leggere la posta con molta prudenza, perché il loro costoso dispositivo è completamente indifeso.

Fonti: Sophos, Ars Technica, TUAW, F-Secure, The Register, BBC.

Microsoft, patch critica per baco .Lnk

Riparata la vulnerabilità critica di Windows che sfrutta i file .LNK; in arrivo altri rattoppi


Microsoft ha distribuito un aggiornamento di sicurezza straordinario che corregge il modo in cui Windows, nelle versioni da XP a 7, gestisce gli shortcut (file di collegamento, di solito contraddistinti dall'estensione .LNK). Era sufficiente visualizzare l'icona di questi file per aprire le porte alle infezioni virali.

L'aggiornamento è disponibile dal 2 agosto scorso e si installa automaticamente su tutti i computer Windows che hanno attivato gli aggiornamenti automatici. Microsoft ha segnalato che l'insolita distribuzione al di fuori dei consueti aggiornamenti mensili si è resa necessaria per via dell'aumento degli attacchi che stavano sfruttando questa vulnerabilità (la CVE-2010-2568), come descritto in dettaglio dal Microsoft Malware Protection Center. Un gruppo di questi attacchi, denominato Sality, "infetta altri file (rendendo difficile la rimozione dopo l'infezione), si copia ai supporti rimovibili, disabilita la sicurezza e poi scarica altro malware" ed è "una delle famiglie più prevalenti di quest'anno". Brasile e Stati Uniti sono i paesi maggiormente presi di mira. Un buon antivirus aggiornato dovrebbe rilevare e bloccare questo tipo di minaccia.

Il 10 agosto, il giorno del rituale patch Tuesday, Microsoft distribuirà un numero record di aggiornamenti e correzioni: ben 14 bollettini di sicurezza descrivono e risolvono 34 vulnerabilità in Windows (XP, Vista, 7 e altre versioni server), Internet Explorer, Office, SQL e Silverlight. Otto dei bollettini sono classificati come "critici" e sei sono "importanti". Il preavviso tecnico di Microsoft è disponibile qui. Agosto non sarà un mese di riposo per chi fa manutenzione di computer.

Facebook e la saggezza delle folle

Facebook affida le traduzioni del sito agli utenti senza verificarle. Indovinate come va a finire


Crowdsourcing. È la parola del momento: significa affidare un lavoro a una massa di utenti volontari invece di pagare qualcuno per farlo professionalmente. Piace soprattutto ai boss dei grandi nomi di Internet perché fa risparmiare. A volte funziona piuttosto bene (Wikipedia ne è un esempio), ma quando la voglia di sfruttare l'utente invece di retribuire un professionista prende il sopravvento sul buon senso succedono guai.

Lo ha imparato pochi giorni fa Facebook, che ha pensato bene di guadagnare ancora di più affidando agli utenti il compito di tradurre in varie lingue la propria interfaccia tramite l'applicazione Facebook Translations. L'idea è piaciuta a Facebook così tanto da chiedere di brevettarla, e nel 2008 ha funzionato egregiamente, consentendo al social network di passare da un'interfaccia esclusivamente in inglese a ben 16 lingue nel giro di pochi mesi (oggi ne supporta oltre 60).

Ma qualcuno ha forse pensato di tagliare ancora di più i costi ed eliminare qualunque controllo delle traduzioni fornite. Se un numero sufficiente di utenti traduceva una frase dell'interfaccia in un certo modo, quella traduzione veniva adottata automaticamente da Facebook e veniva resa pubblica e visibile a tutti.

Un'occasione irresistibile per i burloni della Rete. A fine luglio, infatti, la versione spagnola e quella turca di Facebook hanno iniziato a presentare ai propri utenti delle traduzioni un po' particolari: per esempio, in spagnolo l'avviso di compleanno è diventato "f*ck you b*tches" (con la U e la I al posto degli asterischi) e "Vedi tutte le foto" è diventato "See all d*cks". Come traduzione di "ha commentato la foto", gli utenti spagnoli si sono visti un finissimo "ha fol*ado la foto", che per chi non mastica l'ispanico idioma apre nuovi orizzonti sulle forme di interazione fisica fra persone e immagini fotografiche.

Nella versione turca dell'interfaccia, invece, sono comparsi avvisi del tipo "Non è stato possibile inviare il tuo messaggio perché il tuo fallo è piccolo" al posto di "perché il destinatario è offline".

L'effetto si è diffuso anche al di fuori di Facebook, su tutti i siti che ospitano l'onnipresente pulsante "Mi piace" del social network e che quindi sono diventati diffusori di turpiloquio (per esempio, la versione turca di "Mi piace" è diventata un invito al congresso carnale di quattro lettere).

La faccenda ha spaventato parecchi utenti del social network, che hanno temuto che Facebook fosse stato "hackerato" e violato da potentissimi vandali. Invece no: era stata Facebook stessa a spalancare ai burloni le proprie porte. Il problema è stato corretto rapidamente, ma non prima di aver dimostrato la scarsa attenzione alla sicurezza dei gestori del social network, perché al posto delle parolacce avrebbero potuto esserci link a siti-trappola.

Queste sono le conseguenze dell'avidità di chi vuole risparmiare su tutto per fare ancora più fantastilioni. Speriamo che la lezione sia stata imparata.

Fonti: Allfacebook.com, Gawker,TechCrunch, The Register, Trend Micro.

2010/08/05

Buon compleanno, Neil Armstrong! [UPD 2010/08/08]

Il primo uomo sulla Luna compie 80 anni, nuova luce sul diverbio Stagno-Orlando


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Neil Armstrong, l'uomo che per primo mise piede sulla Luna (seguito venti minuti dopo da Buzz Aldrin), compie oggi ottant'anni. Congratulazioni per la fibra e la modestia dimostrate in questi quarantuno anni che ormai ci separano da quello storico sbarco, e una punta di rammarico per il fatto che non si scorge neanche all'orizzonte la prossima generazione di astronauti lunari.

Ho colto l'occasione della ricorrenza per completare un video che dovrebbe chiarire una volta per tutte come andarono le cose nella celeberrima gaffe che afflisse la diretta televisiva RAI di quell'allunaggio. Ho parlato recentemente con Tito Stagno, uno dei due protagonisti (l'altro, Ruggero Orlando, non è più tra noi), e di questo riferirò prossimamente; ma intanto vorrei proporvi questo video che ricostruisce le comunicazioni degli astronauti coperte dal diverbio fra Stagno e Orlando, utilizzando l'audio originale ricevuto direttamente dalla Luna presso la stazione di ascolto australiana di Honeysuckle Creek, concessomi gentilmente da Colin Mackellar.


Se lo ascoltate in stereofonia, sul canale destro trovate l'audio diretto dalla Luna, mentre sul sinistro potete sentire l'audio della RAI. Se seguite con molta attenzione, sentite che Stagno ha in cuffia sia l'audio diretto degli astronauti (che a lui arriva con qualche istante di anticipo rispetto alla diffusione in studio), sia la voce italiana di un'altra persona, presumibilmente uno dei traduttori che stavano nello studio dentro le cabine che si scorgono dietro a Stagno.

La voce etichettata CAPCOM nei sottotitoli è quella di Charlie Duke, che da Houston parlava direttamente con gli astronauti riferendo loro i dati di telemetria. Il suo "Sixty seconds" avvisa i due astronauti che il carburante è agli sgoccioli: manca un minuto prima che debbano decidere se posarsi o annullare il tentativo di allunaggio e risalire. Un momento drammatico che viene completamente coperto, nell'audio RAI originale, dalla discussione fra i due giornalisti. Lo stesso vale per il richiamo ancora più perentorio "Thirty seconds" di Duke e per la storica frase di Armstrong "Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed", finalmente ascoltabile come si deve.

C'è anche un'altra chicca: la papera di Charlie Duke, che sopraffatto dall'emozione risponde ad Armstrong dicendo "Roger, Twan...", poi si ferma e si corregge: "Tranquility". Questo errore viene solitamente tagliato nei documentari che romanzano l'avventura del primo sbarco sulla Luna. 

Le immagini RAI sono inoltre sincronizzate con la ripresa cinematografica dello sbarco, effettuata tramite una cinepresa montata sul modulo lunare e non disponibile durante la diretta televisiva.

Messe tutte insieme, queste risorse danno una visione nuova del momento cruciale della missione e permettono di dare una risposta definitiva a una domanda ricorrente di chiunque abbia visto quella diretta-fiume: aveva ragione Stagno oppure Orlando?

I fatti sono questi: il mitico "Ha toccato!" di Stagno fu pronunciato circa 55 secondi prima dell'annuncio "Contact light" con il quale Aldrin segnalava che almeno uno dei lunghi sensori posti sotto le zampe del veicolo aveva toccato la superficie lunare, sulla quale si sarebbe posato un paio di secondi dopo. Inoltre Stagno parlò durante una pausa delle comunicazioni dalla Luna, per cui non c'era nulla da fraintendere. Ruggero Orlando, invece, annunciò il contatto dieci secondi dopo le parole di Aldrin. Mi dispiace per Tito Stagno, ma Orlando aveva ragione.

Va detto che la qualità dell'audio in cuffia che aveva Stagno era pessima, come si può ben sentire: molte sillabe iniziali sono troncate perché gli astronauti usavano il VOX – sensore vocale – per aprire i propri microfoni automaticamente. Inoltre il gergo astronautico è veramente stretto in questi momenti concitati, tanto da richiedere un articolo apposito di spiegazione, nonostante i sottotitoli che ho predisposto nel video, basati sulla trascrizione fatta a mente fredda dagli archivisti dell'Apollo Lunar Surface Journal.

Buona visione.


Aggiornamento 2010/08/08


Ho corretto il video rispetto a quella pubblicata inizialmente per risolvere un difetto segnalato dai lettori nei commenti: le immagini erano in posizioni invertite rispetto all'audio. Ora le immagini RAI sono a sinistra insieme all'audio RAI, e l'audio diretto dalla Luna è a destra insieme alle immagini della discesa riprese dalla cinepresa di bordo del modulo lunare. Grazie del debug.

2010/08/04

Power Balance: perché dicono che il braccialetto magico non funziona? Spenna i polli magnificamente


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "lancioalo" e "suppah" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

L'Autorità garante della concorrenza in Italia ha "avviato un'istruttoria per una 'possibile pratica commerciale scorretta' nei confronti delle società che distribuiscono il prodotto che promette 'forza ed equilibrio'", ha annunciato l'ANSA.

Le due società, Power Balance Italy e Sport Town, "attribuiscono ai colorati braccialetti di silicone e di neoprene [...] effetti positivi sull'equilibrio, sulla forza, sulla flessibilità e sulla resistenza fisica di chi li indossa." Ora hanno quindici giorni di tempo per documentare scientificamente che quello che dicono è vero e dimostrare che i braccialetti non hanno controindicazioni.

Ma mi permetto di dissentire. Il braccialetto Power Balance funziona. Semplicemente, le due società hanno sbagliato classificazione merceologica: dovevano collocarlo fra gli strumenti per la rimozione del piumaggio dei volatili. Perché in questo senso non c'è alcun dubbio sulla sua efficacia. Basta vedere quanto se ne parla, quanto vende e con quale ostinazione viene indossato e difeso da quelli che l'hanno comprato. Sportivi compresi.

Siamo di fronte all'ennesima trovata geniale per fregare i gonzi che non hanno ancora capito cos'è l'effetto placebo: se credo che un gingillo o una frase propiziatoria mi faranno tenere meglio l'equilibrio o mi daranno più forza, avrò più fiducia in me stesso e quindi tenderò ad avere risultati leggermente migliori o a ignorare con più facilità i miei fallimenti. Ma se sono un brocco resterò un brocco; se sono un campione, resterò campione. Tutto qui. Del resto, nota giustamente Walter Santilli, ordinario di fisiatria all'Università 'La Sapienza' di Roma, "[s]e il braccialetto fosse in grado di alterare i risultati sportivi, si dovrebbe muovere l'antidoping".

Power Balance e affini non sono altro che la riproposizione in termini moderni dei talismani e degli amuleti. Cambia solo la terminologia: un tempo la fattucchiera diceva "Lo spirito contenuto in questo talismano risponderà al tuo prana ed entrerà in armonia con esso", oggi PowerBalance.com scrive che "L'ologramma nel Power Balance è progettato per rispondere al campo energetico naturale del corpo ed entrare in risonanza con esso".

Non c'è nessun principio scientifico che permetta al braccialetto di funzionare: ologrammi, campi energetici e risonanze sono solo paroloni per stupire gli ignoranti. Quelli che rifiutano la scienza ma che al tempo stesso si fanno abbagliare e sfilare soldi da chi usa disinvoltamente la sua terminologia.

Un altro bel risultato della cultura dell'antiscienza. Se in televisione si rifilano cialtronate come Voyager o Mistero e l'informazione scientifica viene relegata nell'angolino (anche nelle scuole), queste sono le conseguenze: una popolazione più facile da abbindolare. C'è chi abbindola vendendo braccialetti magici e c'è chi abbindola vendendo cosmetici-patacca, cure anticancro (leggete l'articolo di MedBunker in proposito) o promesse elettorali. I meccanismi sono sempre gli stessi: il modo migliore per difendersene è conoscerli.

Conoscerli, per esempio, significa rendersi conto del potere assolutamente reale della persuasione. Guardate questo video di molti anni fa, in cui James Randi mostra che il cristallo magico che dona forza (vi ricorda qualcosa?) è indistinguibile dal veleno per topi in quanto a efficacia.


Qualcuno si starà magari chiedendo come mai la "dimostrazione" del Power Balance solitamente proposta sembra funzionare. La dimostrazione è questa: il sagace dimostratore del braccialetto (che spesso appartiene a una catena di marketing multilivello ed è quindi venditore tutt'altro che disinteressato) chiede allo scettico di mettersi in piedi a gambe unite, con le braccia a novanta gradi rispetto al corpo (vi ricorda qualcosa?), e poi gli chiede di alzare una gamba. Il dimostratore preme sul braccio corrispondente e fa perdere l'equilibrio allo scettico. Poi fa indossare il braccialetto e ripete l'esperimento: miracolosamente lo scettico non perde l'equilibrio.

Lascio a voi decidere se è più plausibile che un ologramma (come quelli che avete sulle carte di credito o sulle eurobanconote) possa "rispondere al campo energetico naturale del corpo ed entrare in risonanza con esso" o che la seconda volta il vostro corpo sappia cosa aspettarsi e quindi reagisca con la forza necessaria a mantenere l'equilibrio. E magari il "dimostratore" bari un po', consciamente o inconsciamente, per far funzionare l'esperimento.

Se avete ancora dei dubbi, fate una cosa molto semplice: invertite l'ordine delle prove. Prima con il braccialetto, poi senza. Oppure togliete dal braccialetto l'ologramma che gli conferisce i suoi presunti poteri e non ditelo alla cavia (e soprattutto al "dimostratore"). È quello che è stato fatto in Australia, come potete vedere qui:


L'aspetto più ironico di tutta la faccenda è che chi rifiuta la scienza (che non va messa sul piedistallo, ma è e rimane la migliore rappresentazione che abbiamo della realtà) dice di farlo perché non vuole farsi fregare dalle multinazionali e dai governi, e poi si fa fregare dai venditori di braccialetti, cristalli, amuleti e Biowashball (a proposito, che fine hanno fatto tutti quelli che giuravano sulla sua efficacia?). Venditori che sono organizzati in multinazionali, proprio come il presunto "nemico".

Per tutti coloro che ci vogliono credere a tutti i costi, ho una domanda molto semplice: se davvero questo oggetto ha poteri così intensi da modificare il vostro corpo in aspetti fondamentali come forza ed equilibrio, come potete essere sicuri che non abbia effetti collaterali? Magari vi stia sfrucugliando le cellule cerebrali o portando all'impotenza.

Evviva i diversamente furbi, vero motore dell'economia mondiale: sempre pronti a mettere mano al portafogli in cambio di prodotti inutili.

2010/08/03

Domani arriva lo “tsunami solare”, moriremo tutti?

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "gasparotto" e "danielegas*". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2010/08/04.

Yahoo Notizie titola "lo tsunami solare colpisce il pianeta Terra" e dice che è stato "[s]egnalato nella notte tra il 3 e il 4 agosto uno tsunami solare...Gli astrofisici che stanno monitorando il sole spiegano che si tratta della prima eruzione di simili proporzioni diretta al nostro pianeta e sottolineano che un'esplosione come questa potrebbe distruggere i satelliti che incontra sulla sua strada. Le conseguenze sarebbero gravissime: le comunicazioni subirebbero danni significativi. Secondo le previsioni della Nasa, rilanciate dal Telegraph, l'Inghilterra potrebbe trovarsi senza elettricità e subire lunghi periodi di black-out. Anche le comunicazioni sarebbero pressoché impossibili."

Siamo alle solite: siccome il catastrofismo vende, si catastrofizza qualunque cosa. L'importante è vendere, al diavolo le conseguenze sui lettori che ci credono e s'impressionano pensando che sia in arrivo la fine del mondo. Le parole "tsunami solare" evocano l'immagine delle devastanti inondazioni che causarono circa 300.000 morti nei paesi che s'affacciano sull'Oceano Indiano a dicembre del 2004, ma un'eruzione solare non scaglia verso la Terra nulla che si possa definire solido nell'accezione comune di quest'aggettivo. Solo particelle sparse.

Notate da dove Yahoo prende le previsioni della NASA: dal Telegraph (probabilmente da questo articolo). Andare direttamente alla fonte pareva troppa grazia? In Italia non ci sono astrofisici da consultare per sapere come stanno davvero le cose invece di copiare i giornali altrui?

Ma c'è di peggio: Yahoo non ha neppure copiato decentemente. Infatti il Telegraph non dice affatto che "un'esplosione come questa potrebbe distruggere i satelliti", ma dice (citando il rappresentante di un istituto di astrofisica statunitense) che questa è "la prima eruzione importante diretta verso la Terra da parecchio tempo"; poi – separatamente – dice che "Gli scienziati hanno avvisato che un'eruzione solare veramente grande potrebbe distruggere i satelliti e le reti di energia e di telecomunicazione in tutto il mondo se avvenisse oggi." Sottolineo il "se avvenisse oggi". In altre parole, quella annunciata non è un'esplosione capace di friggere i satelliti. Quella di oggi è "importante" ("major" in originale), ma è un ruttino rispetto alla "eruzione solare veramente grande" che potrebbe causare danni. Il Telegraph è chiaro in proposito. Basta leggerlo. Tant'è vero che poi dice che "non è chiaro, tuttavia, quanti danni verranno causati da quest'eruzione più recente agli strumenti di comunicazione del mondo".

Andando a consultare un sito specialistico come Spaceweather.com viene fuori un quadro decisamente meno menagramo: chi sta alle latitudini alte potrebbe godersi un'aurora polare speciale stasera. Tutto qui, come nota anche l'ANSA.

Su Nasa.gov trovate una spettacolare sequenza di immagini che mostrano l'eruzione.

Le previsioni del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) citate da Spaceweather parlano di un 10% di probabilità di tempeste geomagnetiche "importanti" e di un 45% di probabilità di qualche attività geomagnetica in occasione dell'arrivo sulla Terra degli effetti dell'eruzione solare, il 3 e 4 agosto. Le previsioni aggiornate del NOAA non annunciano blackout radio o tempeste di radiazione solare o altro. Gli avvisi destinati agli operatori di satelliti non segnalano nulla di preoccupante, e i dati forniti dalle apposite sonde spaziali non indicano nulla di straordinario.

D'accordo, direte voi, ma Yahoo dice anche che "Una devastante tempesta solare è prevista per il 2013. Secondo la Nasa, le nostre reti informatiche e quelle elettriche potrebbe essere distrutte dal picco di attività solare previsto per i prossimi anni". Quindi la fine del mondo è semplicemente rinviata? No, ma occupiamoci di una catastrofe annunciata alla volta. Due sono indigeste.


Aggiornamento 2010/08/04


È la mattina del 4 agosto e siamo ancora qui. Nessuna segnalazione di devastazione satellitare o altri sconvolgimenti geomagnetici planetari. AstronomyNow spiega come stanno andando le cose: quando la massa di plasma raggiungerà la Terra, nelle prime ore del 4 agosto (ora degli Stati Uniti), "se le condizioni del campo magnetico terrestre saranno giuste, le particelle solari scorreranno lungo le linee del campo per interagire con gli atomi di azoto e ossigeno nell'alta atmosfera, producendo spettacolari cortine di luce verde e rossa note come aurore polari. Gli osservatori alle latitudini settentrionali guardino verso nord questa sera e nelle prime ore di domani [orari riferiti agli USA] per cercare di scorgere questi bellissimi fenomeni visivi naturali".

Niente catastrofe neanche stavolta, nonostante gli annunci menagramo: "Talvolta le tempeste geomagnetiche possono distruggere i satelliti per telecomunicazioni orbitanti intorno alla Terra e le reti elettriche a terra, ma per fortuna è improbabile che questa tempesta comporti tali minacce. Sulla scala di classificazione dei brillamenti solari, questo brillamento è valutato come C3, che è il genere più debole; a titolo di confronto, un brillamento di classe M causa blackout radio brevi e localizzati e un brillamento letale di classe X può causare distruzioni globali".

2010/08/02

Panoramiche lunari

Un altro assaggio di Moonscape


Grazie all'aiuto dei lettori, e in questo caso specificamente di Fozzillo, il progetto Moonscape, documentario lunare libero e gratuito, va avanti. Questo è un assaggio delle panoramiche che conterrà, realizzate partendo dalle immagini scattate sulla Luna dalla missione Apollo 11.


È come essere lì e guardarsi intorno per 360 gradi: Luna tutt'intorno. Ma allora dov'erano nascosti i tecnici del set? Se volete conoscere i dettagli della realizzazione di questa demo, e dell'immagine da 20.000 x 5000 pixel dalla quale è stata generata, potete leggerli su Moonscape Project.
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