Ho una domanda da fare a quelli che sostengono la tesi che Bill Gates, cofondatore di Microsoft, vorrebbe impiantare dei microchip tracciabili in tutte le persone con la scusa della vaccinazione anti-pandemia e proclamano questa tesi a squarciagola sui social network. Se vi capita di incontrare una di queste persone, provate a fargliela.
Se avete paura che Bill Gates voglia tracciarvi impiantandovi un dispositivo, perché ne parlate usando i social network, che realmente vi tracciano, e usando un telefonino, che realmente vi traccia? Non dovreste smettere di usare social network e telefonini, in modo da non essere realmente tracciati? Così, tanto per capire.
La domanda è ispirata da questo tweet di MalwareTech:
Imagine what a plot twist it'd be if it turned out Bill Gates wasn't trying to inject people with tracking chips, and actually the tracking chip was in the social media app those people were using to warn people about Bill Gates.
“Immaginate che colpo di scena sarebbe se saltasse fuori che Bill Gates non sta cercando di iniettare chip di tracciamento nella gente, ma in realtà il chip di tracciamento sta nell’app social che questa gente usa per lanciare l’allarme a proposito di Bill Gates.”
L’amico e collega Medbunker ha posto oggi su Twitter una domanda alla quale ho provato a dare una risposta rapida. Ricopio qui lo scambio, che magari è utile a qualcuno, con qualche nota e qualche ripulitura.
Per evitare equivoci: non sono contrario per principio alle app di tracciamento per le emergenze sanitarie; sono contrario a quelle fatte male. Scrivo questi appunti non per contrarietà alle app, ma per far capire quanto è dannatamente difficile fare un’app di questo genere in modo efficace e corretto.
Medbunker: Riguardo la app di tracciamento sono incompetente e probabilmente ho i dubbi di tutti. Percepisco un grande problema etico (dati sensibili importanti lasciati a privato). Chi ha competenza chiarirebbe se rischio reale per privacy superiore a quello ordinario di internet? Grazie.
Io: Provo a fare una sintesi. Premetto che il problema principale NON è la privacy, ma la sicurezza, e tutto dipende da _come_ è fatta l'app.
Per privacy:
1. vengono raccolti i tuoi dati di salute, giorno per giorno. Roba che fa gola a tanti. Industrie, marketing, governi rivali.
2. Viene raccolta la catena dei tuoi contatti con le persone. Quindi si sa se vai in moschea, se vai dal ginecologo ( :-) ) [Medbunker è appunto ginecologo], se vai dall'avvocato, se vai con escort/amante, se incontri un politico di nascosto, se ti raduni per fondare un movimento di opposizione.
3. Un governo può sapere (SE l'app è fatta male) esattamente chi ha partecipato a una manifestazione di civile protesta. Un potere che fa gola. Tu andresti a manifestare contro il governo se dovessi depositare un tuo documento in Questura per partecipare?
[NOTA: NSA fa già questo genere di raccolta dati con il suo strumento CO-TRAVELER]
4. Google, Apple, Facebook non hanno altrettanto potere. Nemmeno con i loro strumenti di analisi di quello che postiamo e con la localizzazione. Anche perché li possiamo usare senza dare informazioni personali (postando solo gattini e buongiornissimi, per esempio).
Per sicurezza:
5. Qui si tratta di dare a un'app un potere immensamente maggiore di Google/Apple/FB: quello di obbligarci a stare a casa se "risultiamo" positivi a un algoritmo (che non sappiamo quanto sbagli).
6. L'app ti dice: stai a casa, sei entrato in contatto con un positivo. E perdi il lavoro. Questo Google/FB/Apple non te lo fanno.
7. Un troll, un rivale, un terrorista circola in metropolitana con un telefonino che emette il segnale (vero o fasullo) "sono positivo". Risultato: migliaia di persone si auto-isolano. È come una bomba, ma invisibile e silente. Rischio per chi la usa: zero. Questo fa gola.
[NOTA: Chi obietta che il positivo risulta tale solo dopo diagnosi da
parte di un medico e quindi non è possibile simulare la positività deve
considerare che un troll o terrorista potrebbe anche farsi infettare per
diventare realmente positivo. Chi pensa che nessuno sarebbe così pazzo dia un’occhiata al caso della setta coreana Shincheonji. O pensi al caso della persona che ragiona “sono positivo, ma se sto a casa perdo il lavoro e se lascio a casa il telefono i clienti non mi trovano”, dello studente che pensa “mi metto accanto a una positiva così l‘app mi obbliga a stare a casa da scuola, yay” oppure dello scemo che dice “sono positivo ma esco lo stesso e mi porto pure il telefono perché sono scemo fino in fondo”]
8. È brutto dirlo, ma c'è [presumo che ci sia] in ogni governo una stanza dove un funzionario sta facendo il conteggio di quanto si risparmierà in pensioni a causa della morìa degli anziani. E accanto a quella stanza ce n'è [presumo che ce ne sia] un'altra in cui si pensa come sfruttare la pandemia per indebolire il "nemico".
9. La campagna antivaccinista, quella anti-5G, quella sulle "scie chimiche" sono tutte alimentate (anche) dai dipartimenti di propaganda di vari paesi. Non è una novità; è semplicemente [la strategia vecchia] confezionata diversamente. Info su @STRATCOMCOE.
10. Logicamente, [è ragionevole presumere che] alcuni governi stiano considerando quale vantaggio strategico possono ottenere indebolendo i rivali tramite canali digitali come appunto i falsi positivi dell'app anti-Covid-19.
11. So che questi discorsi profumano facilmente di complottismo, ma è sufficiente ripassare un po' di storia (non solo informatica) recente per vedere che questo tipo di strategia esiste da decenni. Cambridge Analytica, RT.com, Voice of America... così fan tutti.
[NOTA: Lolita di Nabokov fu sponsorizzato dagli Stati Uniti come arma contro l’Unione Sovietica per fiaccare il morale e indebolire la propaganda governativa. L’URSS sponsorizzava direttamente o indirettamente i cantanti italiani che si esibivano nei Festival de L’Unità e i cantautori che cantavano cose tristi, deprimenti e sovversive perché criticavano il potere e l’ordine sociale. Così fan tutti]
12. Cina con i dati dell'OPM americano: en.wikipedia.org/wiki/Office_of…. E ovviamente tutte le cosine simpatiche rivelate/confermate da Snowden.
13. Svizzera con la crittografia farlocca (en.wikipedia.org/wiki/Crypto_AG), eccetera. Per questo parlo di rischio sicurezza più che di privacy: perché mi aspetto, logicamente, che qualcuno stia già studiando come sabotare quest'app per indebolire il paese rivale.
14. In fin dei conti, perché spendere in bombardieri e carri armati quando mi basta insinuare nella popolazione del paese bersaglio il dubbio che i vaccini facciano male? Si vaccineranno di meno, moriranno di più, e i costi sanitari saliranno, rendendo quel paese più debole.
15. Per questo gli esperti hanno chiesto in coro di poter verificare che l'app rispetti tutti i criteri di sicurezza oltre che di privacy. Per questo, e per evitare che l'app dia troppo potere al governo locale. Che oggi ti piace, ma domani come sarà? (v. IBM e nazismo).
16. Con questo ho auto-Godwinizzato il thread e quindi mi autozittisco :-)
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Numerose testate (Gazzettino, Il Mattino, Leggo) dicono che Bre Payton, morta a 26 anni, era una “conduttrice antivaccini” statunitense che “Non solo rifiutava di sottoporsi a vaccini, ma faceva anche propaganda attiva contro la loro somministrazione”. È falso.
Siamogeek ha provato a cercare le dichiarazioni antivacciniste attribuite a Bre Payton. Non ne ha trovate. Ha cercato i “diversi editoriali” nei quali, secondo queste testate, la Payton “spiegava che «i vaccini sono opera del diavolo» e che «bisogna combattere con tutti i mezzi le campagne di vaccinazione statali contro la pertosse [...]»”. Non ne ha trovati.
Forza, Gazzettino, Il Mattino, Leggo: fateci vedere questi “editoriali”. Oppure rettificate i vostri articoli. Grazie.
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Dopo un po’ è arrivato qualcuno che voleva fare polemica. Non era il primo della giornata. Ho a che fare tutti i giorni con gente che si atteggia e si comporta così. Scusatemi, quindi, se posso sembrare poco paziente.
Sig.@disinformatico potrebbe pubblicare qualche documento sugli antivaccinisti in Ucraina, Francia, Serbia, Grecia, Russia e Georgia poiché credo che la sua frase sia riferita a quei paesi. O si riferiva all'Italia? In questo caso quale sarebbe il nesso? pic.twitter.com/Nm5hhD6koO
Ho risposto così, pescando dai tweet del polemista:
Perché dovrei? Tu sai già tutto sui vaccini, pur essendo uno "psicologo esperto in valutazione psicologica": Non potrei mai insegnarti nulla. Ne sai persino più degli esperti. Esempio: pic.twitter.com/7cUZxULAw9
Non ho molta pazienza con gente così, proprio perché ne vedo tanta, e non ho tempo da dedicare a rispondere a chi non ha nessun interesse a dialogare ma vuole solo attaccar briga; preferisco dedicarlo a chi mi scrive con interesse sincero. Per cui ho risposto cosi:
Sì. Se per te essere informatici è un problema che impedisce di divulgare fatti scientifici, ho una bella notizia per te: non sei obbligato a dialogare con me e nemmeno a seguirmi. Ne ho una ancora migliore: nemmeno io. Bye.
Arriva, sempre da copione, il Terzo Polemista, colto dal bisogno irrefrenabile di dire la sua:
Il problema non è la laurea. Il problema è pensare di poter fare il divulgatore scientifico associando l'attributo "scientifici" al sostantivo "fatti".
A questo punto ho già messo in Silenzia tutti i suddetti e lo scambio sarebbe già finito, ma poi arriva La Laureata In Ingegneria. Sì, con tutte le maiuscole, perché le senti nell’aria prima ancora di leggere le parole.
Ovviamente ‘un c’hai capito un’emerita cippa.
Non esistono due soli fisici al mondo pienamente concordi sul significato intrinseco della Teoria della Relatività, figuriamoci sui suoi limiti epistemologici.
Bizzarro che tu pensi di buttarla in caciara come faresti al bar di fi*a.
È sbagliato a così tanti livelli che non si sa da dove iniziare. Il più banale (che forse le è più congeniale): non è neanche la formula esatta, è una approssimazione per v<<c.
😱
— Morgana🇮🇹#AvalonStaConSalvini (@morganalafatica) 22 August 2018
Questo non cambia il concetto che è un fatto scientifico. Ti ricordo che non hai risposto alla mia domanda.
Ed io ribadisco che non hai la più pallida idea su cosa stai disquisendo.
Lascia perdere, credimi.
Da laureata in Ingegneria e nonostante i diversi esami di Fisica sostenuti, ti assicuro che non mi azzarderei mai a sostenere un dibattito sulla Relatività.
Dammi retta, chetati.
Infatti non so sostenendo un dibattito sulle finezze della relatività. Sto dicendo che la relatività è un fatto scientifico, piaccia o no. I GPS ne devono tenere conto, altrimenti sbaglierebbero. Tutto qui.
Ma tu scherzi, vero?!?
I GPS considerano la teoria della Relatività?!? Nell’universo spazio-temporale di Jakku, al limite delle Distese Occidentali, forse!
Ti ripeto, non sai di cosa stai parlando.
Sempre con molta calma e pazienza fornisco prove autorevoli di quello che ho scritto:
"effects predicted by the Special and General theories of Relativity must be taken into account to achieve the desired 20-30 nanosecond accuracy." https://t.co/nVWiCP2CM4 Forse non sa di cosa sta parlando neanche lui?
Senti, Paole’, non ti perdere a cercare pubblicazioni scientifiche per dimostrare il nulla.
Neppure tu sai dove vuoi andare a parare, cammini alla cieca in un terreno a te (e per molti aspetti anche a me, sia chiaro!) sconosciuto.
Passa ad altro, ti perdoniamo.
Con chiunque mi contatti via Twitter uso quasi sempre la Regola dei Tre Tweet:
1. una risposta non si nega a nessuno;
2. ma se entro tre tweet non mi hai dato un’ottima ragione per continuare a dedicarti del tempo, la conversazione è finita;
3. e se mi sfotti o mi insulti, la conversazione finisce anche prima del terzo tweet.
Di conseguenza, a questo punto ho già messo in Silenzia Ilaria e tutti gli altri, per cui ho fatto i miei screenshot di documentazione, ho fatto un tweet pubblico di riassunto e poi ho chiuso la conversazione.
Ma poi è successo questo:
Mi permetto di intervenire, visto che io a Stoccolma ci sono stato, per il Nobel 2017 di fisica, facendo parte del team LIGO al MIT, che ha scoperto le onde gravitazionali. Tutto sommato è abbastanza semplice: Paolo ha ragione, Ilaria ha torto, e non sembra sapere di cosa parla.
Ogni tanto Internet regala queste piccole grandi gioie.
2018/08/23 10:55. Ilaria ha cancellato i propri tweet, per cui ho aggiunto a questo articolo gli screenshot.
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Venerdì 10 novembre il programma Patti Chiari della Radiotelevisione Svizzera si è occupato di vaccinazioni e antivaccinismo. Il sondaggio online legato alla trasmissione ha subìto le interferenze degli antivaccinisti italiani, ma comunque rivela che il 19% degli svizzeri partecipanti al sondaggio è contrario all’attuale calendario vaccinale.
Medici, pazienti e genitori raccontano la propria esperienza e chiariscono i fatti scientifici riguardanti questa materia così delicata. È molto interessante la spiegazione del calo della difterite prima dell’introduzione del relativo vaccino. Si parla delle responsabilità di alcuni personaggi come Red Ronnie, con le loro dichiarazioni allarmiste e completamente inventate, nella creazione della psicosi antivaccinista. A 18:40 circa c'è anche Roberto Burioni, specialista in immunologia, noto per la sua attività di risposta alle tesi antivacciniste. C’è anche una mia piccola apparizione a 7:40 circa, per spiegare la manipolazione e gli inganni di Wakefield, l’ex medico che ha inventato la correlazione (falsa) fra vaccino trivalente MPR e autismo.
Per il numero 588 de Le Scienze, in edicola adesso (sommario qui), ho scritto un articolo della mia rubrica Povera scienza intitolato Il lato empatico del debunking e dedicato a una possibile soluzione alla presunta inutilità di presentare i fatti a chi è già convinto di una tesi preconcetta. Ho preso in considerazione due casi di rifiuto dei dati: cambiamenti climatici e vaccini.
I testi che cito nell’articolo, per chi volesse approfondire l’argomento e in particolare la questione dei cambiamenti climatici, sono questi:
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A settembre 2015 ho raccontato al XIII Convegno Nazionale del CICAP tenutosi a Cesena presso il Teatro Alessandro Bonci la storia incredibile dell’astrologa che influenzava il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e ho presentato altri casi nei quali la pseudoscienza ha preso il potere, con risultati disastrosi. Ci sono anche riferimenti ai candidati presidenziali recenti ed attuali.
Se volete, c’è il video (41 minuti); in alternativa vi propongo qui sotto il testo che avevo scritto come falsariga del mio intervento, con le note e le fonti di riferimento.
L’astrologa di Reagan
Nel 1986 il summit di Reykjavik fra il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e il premier sovietico Mikhail Gorbaciov decise i destini del mondo. In quell'incontro giocò un ruolo fondamentale una donna, Joan Quigley. Fu lei a scegliere l'orario della partenza di Reagan per Reykjavik. Il capo di gabinetto della Casa Bianca di allora, Donald Regan, racconta che quasi ogni decisione e ogni spostamento importante, compresa la firma dei trattati sulle armi nucleari, dipendeva dall'approvazione dalla Quigley, che aveva potere di veto sugli orari di tutte le conferenze stampa presidenziali e indicava quando era sicuro viaggiare e quando organizzare un summit [video; video]. Joan Quigley era l'astrologa di Ronald Reagan.
L'uomo più potente del mondo, l'uomo che aveva il dito sul pulsante di lancio dei missili nucleari capaci di distruggere l'umanità, si faceva consigliare da una donna che arrivò a dirgli di evitare l'antagonismo con Gorbaciov perché i due avevano in armonia un pianeta in Acquario [Huffington Post, 2014].
Quando la CIA venne a sapere che la moglie di Reagan, Nancy, discuteva le relazioni fra Stati Uniti e Unione Sovietica con la Quigley su linee telefoniche non protette ci fu il panico.
Reagan confidava da sempre nell'astrologia. All'inizio della propria carriera politica, prima di conoscere la Quigley, frequentò a lungo Carroll Righter, l'astrologo delle stelle di Hollywood [People Magazine, May 23, 1988 Vol. 29 No. 20]. Nel gennaio del 1967, all'inizio della propria carriera politica, impose un orario insolito, la mezzanotte e dieci, per il proprio insediamento come governatore della California. Lo fece per sfruttare le condizioni astrologiche favorevoli, come raccontano candidamente i giornali dell'epoca [New York Times, 1988].
Reagan non fu certo l'unico presidente degli Stati Uniti a rivolgersi all'astrologia: anche Theodore Roosevelt (presidente dal 1901 al 1909) era un appassionato della materia e Franklin Delano Roosevelt (eletto presidente quattro volte, dal 1933 al 1945) citava spesso gli oroscopi [New York Times, 1988].
La strega di Churchill
Durante la Seconda Guerra Mondiale, inoltre, il presidente degli Stati Uniti non era l'unico leader degli Alleati ad avere una passione per il paranormale e le pseudoscienze. Winston Churchill, primo ministro britannico dell'epoca (1940-45), era devoto seguace di Helen Duncan, l'ultima donna processata e incarcerata per stregoneria in Inghilterra [Mysterious Universe, 2014].
La Duncan era una medium scozzese molto popolare, che sembrava avere poteri paranormali straordinari. Uno dei suoi più clamorosi successi fu la visione remota dell'affondamento da parte di un U-Boot tedesco della grande nave da battaglia HMS Barham, nel quale erano periti 861 marinai il 25 novembre 1941.
La Duncan annunciò pubblicamente il disastro, tenuto segretissimo dalle autorità britanniche, pochi giorni dopo, durante una seduta spiritica, dicendo che glielo aveva comunicato il fantasma di uno dei marinai della nave affondata. La Marina Britannica fu talmente scossa dalla rivelazione che temette che la Duncan fosse una spia tedesca. Helen Duncan fu processata sulla base del Witchcraft Act (letteralmente Legge sulla Stregoneria), datata 1735.
Churchill in persona intervenne contestando l’uso di questa legge arcaica contro la medium che lui tanto stimava, ma la Duncan fu comunque condannata e trascorse nove mesi in carcere.
Si scoprì poi che quando la Duncan aveva fatto la sensazionale rivelazione dell'affondamento della HMS Barham, la Marina Britannica aveva già informato i familiari dei marinai morti ma aveva chiesto loro di mantenere riservata la notizia dell'affondamento, per non informare i tedeschi dell'entità del colpo inflitto alla Marina di Sua Maestà. C'erano insomma alcune migliaia di civili che sapevano della tragedia, ed è molto probabile che la Duncan abbia saputo da loro della notizia per poi spacciarla come rivelazione paranormale.
L'idea che i sensitivi potessero avere un ruolo importante in ambito bellico era insomma assolutamente naturale per almeno due dei tre grandi leader della Seconda Guerra Mondiale che decisero le sorti del mondo alla fine del conflitto. Ma anche il terzo, Stalin, non si sottrasse al fascino della pseudoscienza.
Pseudoscienza che uccide: lysenkoismo
All’inizio del secolo scorso l’agricoltura sovietica era in profondissima crisi a causa della rapidissima transizione forzata a un’economia di tipo industriale, che aveva portato a una prima carestia nel 1921 e poi a una seconda, di proporzioni spaventose, nel 1932-33, che era costata la vita a circa 8 milioni di persone, soprattutto in Ucraina e in Kazakistan.
Un agronomo russo affermò di aver trovato un modo per triplicare o quadruplicare i raccolti di grano: la vernalizzazione, ossia il trattamento delle piante con basse temperature e umidità elevate, che ne abbreviava il tempo di coltivazione. In realtà la tecnica era nota dalla metà dell’Ottocento e offriva soltanto miglioramenti marginali nella produttività. Ma il governo russo, disperato, si affidò alle promesse dell’agronomo, facendone un eroe dell’agricoltura sovietica. Il suo nome era Trofim Lysenko.
La sua teoria biologica pseudoscientifica, il lysenkoismo, sosteneva che la selezione naturale e la genetica erano panzane capitaliste e che le caratteristiche acquisite di un organismo potevano essere ereditate dai suoi discendenti.
Per esempio, secondo il lysenkoismo strappare le foglie a una pianta avrebbe indotto le figlie di quella pianta a nascere già senza foglie. Per far crescere il grano in Siberia bastava esporlo al freddo per “rieducarlo” e farlo diventare resistente al gelo.
Un concetto ideologicamente molto appetibile per il dittatore dell’epoca, Stalin, perché significava che erano possibili miglioramenti biologici rapidi e rivoluzionari come quelli necessari per risollevare l’agricoltura sovietica e soprattutto perché, secondo gli ideologi del Cremlino, comportava che un uomo esposto sufficientemente a lungo agli effetti del comunismo avrebbe generato automaticamente figli intrinsecamente comunisti, producendo nel giro di poche generazioni una società perfetta e armoniosamente priva di dissenso.
Con il sostegno di Stalin, Lysenko fu messo a capo dell’agricoltura del paese. Era un uomo d’azione, e questo lo rendeva popolare, a differenza degli scienziati veri, che raccomandavano cautela, rigore, lunga sperimentazione in laboratorio, e quindi non potevano competere con il fascino di chi vede un problema e lo affronta. Peccato che lo affrontasse con risultati disastrosi.
Gente che muore di fame per strada
in Ucraina, 1932-33 (fonte).
Le sue teorie causarono un ulteriore declino dei raccolti in tutta l’Unione Sovietica, con conseguenti morti per carestia, ma la propaganda governativa nascose gli insuccessi ed esagerò i pochi risultati positivi. Nessuno osava contraddire Lysenko e inimicarsi Stalin.
Nel 1948 l’Accademia delle Scienze Agricole dell’Unione Sovietica decretò che il lysenkoismo era “l’unica teoria corretta” e che criticarla era un atto “fascista”, mentre la genetica fu dichiarata ufficialmente una “pseudoscienza borghese”. La dittatura del lysenkoismo portò all’arresto, al licenziamento o alla messa a morte di circa 3000 biologi che si opponevano a questa ciarlataneria. La ricerca genetica in Russia fu completamente soppressa fino al 1953, quando Stalin morì.
Se riuscite a immaginare un mondo in cui nelle facoltà di medicina s’insegnano esclusivamente l’omeopatia, i fiori di Bach e il creazionismo e chi osa proporre terapie farmacologiche, test in doppio cieco o l’evoluzione viene arrestato o fucilato, questo è quello che succedeva in Unione Sovietica in quegli anni, con il pieno sostegno del governo.
Il lysenkoismo fu anche esportato nei paesi comunisti dell’Europa Orientale e fu l’unica dottrina in Cina dal 1948 al 1956, causando anche lì carestie e milioni di morti sotto la dittatura di Mao Tse-Tung.
Lysenko trovò a lungo sostenitori anche in Inghilterra, in Francia e in Italia fra gli scienziati legati al Partito Comunista Italiano e fu lodato ripetutamente sulle pagine de L’Unità.
Pseudoscienza e nazismo
Le “Leggi di Norimberga” per la determinazione
della razza, 1935 (fonte).
Un altro esempio storico drammatico di pseudoscienza al potere è l’introduzione del concetto di “scienza ariana” da parte del governo di Hitler in Germania. Le origini dello scienziato contavano più della qualità della sua scienza, per cui la relatività fu liquidata come “scienza ebrea”: Einstein, infatti, era ebreo, e pertanto agli occhi del governo era sospetto.
Gli scienziati con familiari o antenati ebrei furono progressivamente cacciati dalle proprie attività, anche nelle università, portando a un declino catastrofico della qualità della scienza in Germania e colpendo persino campi apparentemente astratti come la matematica.
La “scienza ariana” ebbe anche un altro effetto ancor più disastroso: questa pseudoscienza fu usata per giustificare la persecuzione delle cosiddette “razze inferiori”, asserendo che polacchi, zingari e soprattutto ebrei erano geneticamente inferiori e quindi non avevano diritto di riprodursi o di vivere. L’idea della “scienza ariana” fu usata per costruire una motivazione razionale per i campi di concentramento e per lo sterminio di milioni di persone.
Va detto che l’antisemitismo patologico di Hitler e degli altri nazisti non era il risultato di questa pseudoscienza: semmai la pseudoscienza veniva usata come giustificazione per l’antisemitismo e per le atrocità di massa.
Pseudoscienza nelle superpotenze: ricerca paranormale
Dopo la Seconda Guerra Mondiale potere e pseudoscienza hanno continuato ad andare a braccetto. La ricerca scientifica sovietica sulla telepatia, o “comunicazione biologica” come la chiamavano i russi, era iniziata già negli anni Venti del secolo scorso e fu svolta presso l’Università di Leningrado, pensando di applicarla alle comunicazioni segrete con le navi.
Durante il governo di Stalin ci fu una pausa, ma successivamente ricominciò un forte interesse governativo per il paranormale e in particolare per la telecinesi e per la precognizione, rispettivamente allo scopo di “sabotare i sistemi elettrici dei missili balistici intercontinentali” e per “prevedere ed evitare incidenti nello spazio”.
La foga sovietica per il paranormale, specialmente negli anni Sessanta, indusse gli Stati Uniti a pensare che ci fosse un rischio strategico credibile in questo campo. Nel 1973, un rapporto commissionato dall’agenzia di ricerca avanzata per la difesa (DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency) mise nero su bianco il timore militare americano che l’intensa attività dei russi nel paranormale, gestita da fisici e ingegneri, potesse “condurre più facilmente alla sua spiegazione, al suo controllo e alla sua applicazione di quanto lo faccia la ricerca statunitense” [Scientific American, 2008].
Non va dimenticato che gli Stati Uniti avevano già sottovalutato una volta la ricerca sovietica e questo aveva portato all’umiliazione dello Sputnik, il primo satellite artificiale, che nel 1957 aveva sorvolato impunemente l’America, trasportato da un razzo che era una versione modificata di quelli che i sovietici minacciavano di usare per recapitare bombe atomiche sulle città degli Stati Uniti.
Nacque così la sperimentazione del paranormale nelle forze militari americane, raccontata sopra le righe nel film L’uomo che fissa le capre [ne scrivo qui] e più seriamente nel libro di Jon Ronson che ha ispirato il film, Capre di guerra.
Il personaggio del generale Hopgood che nel film è convinto di poter attraversare i muri con la forza del pensiero è reale: è basato su Albert Newton Stubblebine III, generale dell’esercito statunitense, comandante dell’INSCOM (US Army Intelligence and Security Command) dal 1981 al 1984, uomo chiave nell’invasione militare americana di Grenada nel 1983.
Questo generale avviò un programma di formazione di “super soldati” capaci appunto di attraversare i muri e di “diventare invisibili a comando”. Tutti i suoi comandanti di battaglione erano tenuti a imparare a piegare cucchiai col pensiero alla maniera del celebre sensitivo Uri Geller.
Stubblebine fu uomo chiave del Progetto Stargate: nulla a che fare con la popolare serie televisiva, ma un progetto militare di visione remota che si svolgeva a Fort Meade, nel Maryland. Fra l’altro, Stubblebine è uno degli esperti citati da Giulietto Chiesa nel suo film Zero sugli attentati dell’11 settembre 2001.
L’infatuazione americana con il paranormale in divisa militare andò avanti in segreto fino al 1995, quando fu resa in parte pubblica, documentando per esempio il coinvolgimento con la CIA di Harold Puthoff, un ricercatore ben noto a chi ha seguito la vicenda di Uri Geller. Da allora è stata ufficialmente interrotta. Oggi sappiamo che per decenni i russi, allarmati dall’impeto americano, aumentarono i propri sforzi nel paranormale, e lo stesso fecero gli americani, in una tragicommedia degli equivoci dalla quale dipendeva la decisione di scatenare o meno una guerra termonucleare.
Pseudoscienza al potere oggi: Svizzera
Pseudoscienza e potere non sono un connubio ormai tramontato. È sufficiente considerare l’appoggio dato da molti governi a pseudoscienze come l’omeopatia, anche nella moderna Svizzera, dove vivo. Dal 2012 parte dei miei contributi sanitari viene spesa per pagare rimedi omeopatici e altre pseudomedicine: lo impone non un governo totalitario, ma la volontà popolare, che in un referendum del 2009 ha indicato che i due terzi dei cittadini desidera che i rimedi alternativi siano rimborsati dal sistema sanitario.
Anzi, in questo caso il governo, viste le risultanze scientifiche negative, ha disposto che il rimborso sia erogato solo per un periodo di prova che scade nel 2017, data entro la quale dovranno essere presentate prove scientifiche di efficacia [Swissinfo.ch, 2011]. Quello che viene spesso presentato come “rapporto del governo svizzero” sull’omeopatia in realtà non è stato pubblicato o commissionato dal governo svizzero [Smw.ch].
Questa situazione può essere irritante per me come contribuente, ma non è un pericolo grave per la salute collettiva. Ben altra cosa sono, per esempio, le opposizioni ai vaccini alimentate dalla pseudoscienza o dalla scienza corrotta di Andrew Wakefield, il medico britannico che diede il via all’attuale psicosi antivaccinista con un articolo sul presunto legame fra vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia e autismo, pubblicato su Lancet nel 1998 e poi ritirato perché fraudolento.
A distanza di quasi vent’anni, i danni causati da Wakefield si fanno ancora sentire. Io stesso sono stato contagiato dal morbillo nel 2013 a causa del contatto con un bambino non vaccinato, e non è stata un’esperienza da prendere alla leggera.
Pseudoscienza al potere oggi: Kenya
Ma è nulla in confronto a quello che succede per esempio in Kenya, dove il programma di immunizzazione contro la poliomielite – una malattia devastante che chi ha qualche decennio sulle spalle ricorda fin troppo bene – viene ostacolato proprio in questi giorni dall’Associazione dei Medici Cattolici del Kenya, appoggiati dal cardinale John Njue [Tuko.co.ke].
L’obiezione dell’Associazione è che “i vaccini possono causare l’autismo; sono stati usati per diffondere l’HIV; contengono virus che causano il cancro”. E i medici dell’associazione insinuano il dubbio che dietro le vaccinazioni ci sia un tentativo di sterilizzazione di massa da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In Kenya questa panzana pseudoscientifica tocca non solo le vaccinazioni antipolio ma anche quelle antitetaniche e viene diffusa e alimentata anche da alcuni giornali europei, come Tempi.it [Tempi.it, 2014]. Il risultato è che in Kenya nel 2013 il tetano neonatale, con l’aiuto della pseudoscienza, ha causato la morte perfettamente evitabile di 550 bambini [Il Disinformatico, 2014].
Pseudoscienza al potere oggi: Sud Africa
La pseudoscienza uccide, e il Kenya non è il solo caso. In Sud Africa, nei primi anni Duemila la lotta all’AIDS è stata ostacolata dall’appoggio alle pseudomedicine da parte del ministro della salute Manto-mbazana Tshaba-lala-Msi-mang e del presidente Thabo Mbeki. Notate il riferimento a Lysenko, che continua a fare danni ancora oggi [Centre For Social Science Research].
Pseudoscienza al potere oggi: Spagna
Non è certo un problema soltanto africano. La politica e la pseudoscienza sono compagne di viaggio un po’ ovunque anche oggi, per esempio in Spagna, con politici che promuovono Power Balance, vogliono che Madrid diventi zona libera da transgenici, indossano placchette di titanio per il riequilibrio bioelettrico, difendono l’ipersensibilità elettromagnetica, le scie chimiche, l’omeopatia e altro ancora [El Confidencial, 2015].
Pseudoscienza al potere oggi: Stati Uniti
Prendiamo gli Stati Uniti, così moderni e tecnologici. Il mondo dipende dalle decisioni prese in questa nazione, che va nello spazio ma ha una spiccata propensione per le pseudoscienze.
Sappiamo tutti della diffusione del creazionismo nelle scuole americane, ma andiamo a un livello di potere un po’ superiore e guardiamo alcuni recenti pronunciamenti dei membri o ex membri del Committee on Science, Space, and Technology, che ha giurisdizione su energia, ambiente, ricerca nucleare e spaziale e ogni cosa che riguardi la politica e l’educazione scientifica [House.gov].
– Todd Akin afferma che la gravidanza in seguito a stupro è rarissima perché “Stando a quello che mi dicono i medici [una gravidanza indotta da stupro] è veramente rara. Se è uno stupro vero, il corpo femminile ha modi di cercare di bloccare tutta la cosa”.
– Dana Rohrabacher ha un’idea geniale per risolvere il riscaldamento globale: “Qualcuno ha pensato all’idea di… disboscare le foreste pluviali in modo che alcuni paesi possano eliminare quella produzione di gas serra?”
– Morris Brooks è ancora più surreale: “Abbiamo livelli di anidride carbonica più alti. Questo significa che le piante crescono meglio… Non so quali sono gli effetti negativi dell’anidride carbonica sugli esseri umani.”
Avrei molte altre perle di pseudoscienza o antiscienza partorite da questo comitato di supervisione della scienza statunitense, ma ve le risparmio. Con supervisori come questi, è un miracolo che negli Stati Uniti si faccia ancora scienza e che la NASA non sia ridotta alla clandestinità come in Interstellar.
Pseudoscienza al potere prossimamente?
Un altro esempio forte e attuale della pervasività e pericolosità della pseudoscienza al potere arriva dalla campagna presidenziale statunitense in corso. Vediamo chi potrebbe esserci prossimamente a tirare le redini del paese più potente e influente del mondo. Fra i candidati c’è davvero di tutto.
Ben Carson è un creazionista: per lui il Big Bang e l’evoluzione sono “favolette incredibili”, l’evoluzione è stata “ispirata da Satana” e “una delle prove più schiaccianti contro l’evoluzione è il genoma umano”. Ben Carson, si noti, è un neurochirurgo pediatrico [Buzzfeed; CNS News].
Rand Paul, anche lui medico, si dichiara orgogliosamente scettico nei confronti delle conclusioni scientifiche sul riscaldamento globale.
Carly Fiorina dice che negli aborti i feti vengono tenuti vivi e scalcianti per “estrarne e raccoglierne” il cervello [“Watch a fully formed fetus on the table, its heart beating, its legs kicking while someone says we have to keep it alive to harvest its brain” (dibattito TV fra candidati del 17/9/2015)].
Donald Trump sostiene ancora l’esistenza di un legame fra vaccini e autismo.
Gi attuali candidati democratici sembrano essere meno inclini alla pseudoscienza, ma non va dimenticato che secondo i sondaggi oltre il 50% dell’elettorato democratico crede che l’astrologia sia “molto o almeno un po’ scientifica” [Washington Post; NSF].
Criteri di contrasto
Cosa fare per contrastare questa marea di pseudoscienza nei posti di potere? Il quadro che ho delineato è deprimente e sembra essere senza speranza. I successi come il sostanziale rifiuto dell’omeopatia da parte del governo britannico o la condanna dei creatori del braccialetto Power Balance sono rari. Ma credo che studiare questi disastri possa proporre alcune lezioni importanti.
La prima è che chi si occupa di diffondere e difendere una visione razionale del mondo non deve cadere nella trappola di una propria versione del lysenkoismo: non dobbiamo illuderci che riusciremo mai a “rieducare” le persone e che un giorno nasceremo tutti già razionali.
Certo, se creiamo un ambiente nel quale il razionalismo prospera, è chiaro che le credenze e gli approcci irrazionali troveranno un sostegno minore da parte dei governi, dei potenti in generale e dei loro elettori. Ma non spariranno mai, perché fanno parte della natura umana. Nasciamo irrazionali e nel profondo del nostro animo restiamo irrazionali. Siamo quello che siamo: fragili scimmie macrocefale che osano sognare di raggiungere le stelle.
È per questo che la razionalità si troverà sempre davanti una strada in salita e le nostre fatiche non saranno mai concluse.
La seconda lezione è che queste fatiche sono importanti. Il contrasto è necessario, perché questi deliri non passano da soli. La continua, paziente difesa dell’approccio razionale ai problemi, nelle piccole discussioni quotidiane come nelle grandi decisioni sociali e politiche, è tutto quello che ci separa dai nuovi lysenkoismi e dalle nuove persecuzioni.
Ma è una fatica asimmetrica. Lottiamo in condizione di svantaggio: numerico, psicologico, ideologico, economico. Per questo, a mio avviso, come investigatori delle pseudoscienze, quando scegliamo in quali campi investire il nostro tempo e le nostre risorse limitate, è indispensabile seguire alcuni criteri per ottenere il massimo risultato.
Il primo è concentrarsi sulle pseudoscienze che possono causare i danni peggiori, colpendo aspetti cruciali delle nostre vite. Se qualcuno crede al Mostro di Loch Ness, allo yeti, alla rabdomanzia o che non siamo andati sulla Luna, è pseudoscienza, è forse un’introduzione all’irrazionalità, ma è una credenza relativamente innocua; smontarla è indiscutibilmente utile e costruttivo, ma non vitale. Se invece qualcuno dice che non dobbiamo vaccinarci o che il cancro si cura iniettando il bicarbonato, il rischio per la salute è alto, evidente e immediato.
Il secondo è contrastare le pseudoscienze che minacciano maggiormente la scienza intesa come metodo generale. Il creazionismo, per esempio, cerca attivamente di cambiare il concetto di scienza, subordinandolo a specifiche credenze religiose; il lysenkoismo è riuscito a farlo imponendo un’ideologia politica sulla realtà. L’astrologia no.
Il terzo criterio, il più importante, è focalizzare l’attenzione sulle pseudoscienze che godono di un sostegno importante da parte di gruppi o organizzazioni potenti: governi, lobby, movimenti politici. Questo genere di pseudoscienza va stroncato, se possibile, prima che prenda piede e arrivi ad avere questo sostegno. È la parte più difficile, rischiosa ed emotivamente devastante di questo nostro lavoro, e io – piccolo detective antibufala – non posso che inchinarmi e dire grazie a chi rischia di persona e si accolla querele, processi, minacce e aggressioni perché osa ricordare che la realtà si rifiuta ostinatamente di piegarsi al volere degli imbecilli.
La storia ci insegna che quando un governo adotta una pseudoscienza, le conferisce un’attestazione di attendibilità e legittimità potentissima e difficilmente arrestabile. Quelle che normalmente sarebbero delle credenze eccentriche finiscono per diventare un dogma incontestabile.
Come si dice spesso, chi non conosce la storia è condannato a ripeterla, per cui diamoci da fare. Personalmente, per il bene dei miei figli e dei vostri, preferirei evitare certe terribili ripetizioni. Grazie.
Che cos’è Vaxxed? È un documentario diretto da Andrew Wakefield, l'ex medico britannico radiato dall’albo per aver fabbricato le prove dell’inesistente legame fra vaccino trivalente (morbillo - parotite - rosolia) e autismo, presentate in una sua comunicazione alla rivista medica Lancet nel 1998, successivamente ritirata dagli editori.
Per ammissione dello stesso Wakefield, le sue prove si basavano su un campione di soltanto dodici bambini. Come se non bastasse, si scoprì poi che i bambini erano stati preselezionati ad arte e le diagnosi di autismo effettuate prima della vaccinazione erano state postdatate a dopo la vaccinazione. Ma di tutto questo, in Vaxxed, non viene detto nulla. Vaxxed non dice che Wakefield è stato radiato dall’albo britannico per questa vicenda.
La tesi del documentario è dunque, per dirla come va detta, una bufala diretta da un bugiardo. Nonostante anni di ricerche, anche da parte degli antivaccinisti, non è mai stato trovato un nesso reale e oggettivo fra vaccinazioni e autismo. Se ne parla solo per colpa di Wakefield: prima di lui e dopo di lui non c’è stato nessun indizio, sospetto o dato statistico.
In compenso, la paura generata dalla bufala ha causato un calo delle vaccinazioni che ha portato a numerose morti per malattie perfettamente prevenibili, come appunto il morbillo.
Insomma, questa non è la solita bufala per la quale in concreto non cambia granché se uno ci crede o meno: questa è una panzana che uccide. Ripeto: dopo quasi vent'anni di ricerche, ci sono zero prove reali che i vaccini causino autismo.
“tale iniziativa non ha il patrocinio del Senato e la Sala convegni di piazza Capranica è a disposizione dei Senatori i quali si assumono la responsabilità personale esclusiva e diretta delle iniziative che intendono svolgervi.
Gli uffici non possono esercitare controlli di merito o di opportunità sui contenuti dei dibattiti o sulle opinioni degli oratori, salvo motivi di ordine pubblico o di violazione della legge penale.
Peraltro, anche su direttiva della Presidenza del Senato, gli uffici raccomandano che i convegni si svolgano con le garanzie del libero dibattito dove non debba prevalere una sola tesi ma tutte le opinioni possano essere ospitate. È una raccomandazione rimessa alla sensibilità degli organizzatori.
Diversa è la questione dei patrocini delle iniziative, che invece sono sottoposti a un'istruttoria rigorosa di merito, che implica anche criteri di opportunità, in quanto coinvolge l'Istituzione. Si sottolinea pertanto che l'iniziativa del senatore Pepe, compresa la proiezione di parti del film documentario VAXXED, non ha in alcun modo il patrocino del Senato.”
Il senatore Pepe dice di essere "a favore di una riflessione scevra dagli interessi economici":
Meglio non parlarne? La politica rifiuta la discussione cui conduce #vaxxed a favore di una riflessione scevra dagli interessi economici.
Ma a quanto pare non considera che Andrew Wakefield ha incassato circa 650.000 euro per costruire il suo castello di accuse contro il vaccino trivalente (The Times, dietro paywall, citato in ScienceBlogs). Non è un’accusa: è un dato pubblico, reso noto nel 2007. Questo sarebbe un uomo “scevro dagli interessi economici”?
E che dire del sito dedicato al documentario, Vaxxedthemovie.com, che vende DVD, borse, cappellini, T-shirt e paccottiglia varia? Anche loro “scevri da interessi economici”?Allora come mai non mettono a disposizione di tutti gratuitamente il loro documentario?
Qualcuno ha fiutato l’affare anche in Italia: la casa di distribuzione “Wanted Cinema” ha deciso di costruire “un "tour" che dal 17 ottobre toccherà dieci città italiane” per presentare Vaxxed (Repubblica). Chi se ne frega delle conseguenze: i soldi non puzzano.
Che ironia: questi signori che si atteggiano a santi, casti e puri, difensori senza macchia della libertà e della verità, sono in realtà imbroglioni e mercanti del nulla, affamati di soldi. I complottisti lo dicono sempre: “segui i soldi e saprai chi è responsabile”. Bene, cari antivaccinisti: fate quello che avete sempre predicato e accettatene le conseguenze.
Da parte mia, non intendo stare con le mani in mano ad assistere a questa squallida speculazione sulle paure dei genitori. Chiaramente i creatori di Vaxxed e i loro promotori vogliono fare soldi vendendo cappellini e magliette e proiettando il documentario. Be’, se proprio ci tenete a sapere cosa dice Vaxxed, tenete presente che è disponibile gratis su The Pirate Bay (link alternativo). Io ne ho già una copia e la posso condividere per studio e critica, come previsto dalla legge svizzera sul diritto d’autore (19.1 a, b, c): se qualcunovuole farne un debunking rigoroso, mi contatti. Tocchiamo questi ciarlatani nell’unico punto realmente sensibile: il portafogli.
2016/10/03 10:30. Il 29 settembre il Codacons ha annunciato di aver presentato “un esposto ai Questori del Senato per violazione dell’art. 21 della Costituzione, secondo cui “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Non solo. Il Codacons si propone per consentire la proiezione di “Vaxxed: From Cover-Up to Catastrophe”, e a tal fine sta cercando una sala vicino al Senato dove trasmettere il film.” Purtroppo il Codacons non solo si trova a difendere un atto di terrorismo medico e una speculazione economica, ma sbaglia le basi: infatti la proiezione al Senato non è stata bloccata dal presidente Grasso, ma è stata ritirata dagli organizzatori.
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2016/06/02 16:50.
La magistratura è stata spesso criticata per le sue ingerenze in una questione schiettamente scientifica come il presunto (e smentitissimo) legame fra vaccini e autismo, rivelatosi poi una truffa. Molti genitori, comprensibilmente preoccupati, hanno considerato alcune sentenze come prove inoppugnabili di questo legame, dimenticando che i criteri giuridici di assegnazione di una pena o di un risarcimento sono molto diversi da quelli dei risultati scientifici. In particolare è stato dato peso alla sentenza del Tribunale di Rimini del 2012, poi ribaltata in appello.
Ora arriva la notizia che la Procura di Trani ha concluso che “non sussiste alcuna relazione tra vaccinazione e insorgenza della malattia” nell'ambito di un’indagine partita in seguito alla denuncia di una coppia di genitori, secondo i quali l'autismo che ha colpito i loro due figli sarebbe stato causato dalla vaccinazione trivalente contro morbillo, parotite e rosolia.
Non voglio assolutamente mettere in secondo piano la sofferenza della famiglia o mettere in dubbio la sua buona fede: capisco benissimo che di fronte a una situazione drammatica, circondati da un bombardamento mediatico disinformante, dei genitori possano volere una spiegazione e cercare un colpevole.
Ma questa ricerca di una giustificazione e di un colpevole sta causando danni seri. Il rifiuto delle vaccinazioni, istigato da dicerie che non hanno alcuna prova oggettiva, sta facendo riemergere malattie quasi dimenticate e sta causando sofferenze e morti. Sì, morti: se non ci si vaccina, di morbillo si può morire: ci sono stati 114.900 morti nel mondo nel 2014, secondo i dati dell'OMS. Prima delle vaccinazioni di massa erano due milioni e seicentomila l’anno.
Che cosa è successo alla Procura di Trani? Molto semplicemente, la Procura ha incaricato degli esperti (un neurologo, un medico legale, un pediatra, un cardiologo e il direttore del dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità) e li ha ascoltati. Quello che in teoria dovrebbe succedere sempre. Questi esperti hanno portato una montagna di prove: in positivo, ricordando che il legame vaccini-autismo è una truffa architettata da un ex medico britannico, Andrew Wakefield: e in negativo, presentando gli studi scientifici che hanno cercato in mille modi qualche traccia di correlazione e non l’hanno trovata.
L’autismo, insomma, ha altre cause: quali siano non si sa ancora, ma è ora di piantarla di sprecare tempo e soldi cercandole dove sappiamo benissimo che non ci sono. Ed è ora che chi dissemina la balla del legame vaccini-autismo si renda conto che sta aiutando un truffatore, Wakefield, che s’è intascato mezzo milione di euro fregandosene delle vite dei bambini che metteva a rischio ed è ancora in giro a far danni. Io non sono un medico, ma conosco le truffe. Ed è ora di dire chiaro e tondo che chi fa antivaccinismo spalleggia un truffatore.
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Per quanto riguarda le critiche degli esperti della Procura di Trani alle linee guida dell’OMS sulle vaccinazioni e la loro proposta di “eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli” per “avere qualche elemento in più per capire se sono nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi gravi per la salute”, va sottolineato che le linee guida sono calibrate sulle condizioni sanitarie di tutti i paesi del mondo. Ci dimentichiamo spesso che gran parte dell’umanità non ha acqua potabile, ha disperato bisogno dei vaccini per evitare decine di migliaia di morti l’anno e non può permettersi il nostro lusso di chiedere esami su esami nella remota ipotesi che ci sia un eccessivo stress immunitario. Questi sono atteggiamenti da primo mondo.
In questo senso sono chiare le parole di Alberto Villani, vicepresidente della Società italiana di Pediatria: “Le linee guida dell’Oms sui vaccini sono elaborate per tutto il mondo, e vanno poi adattate ai singoli paesi... tengono conto della situazione di tutti, poi sta al singolo stato adattarsi”. Sullo “stress immunitario” la sua risposta è altrettanto chiara: “Un banale raffreddore determina in un organismo una risposta anticorpale equivalente ad eseguire più di mille vaccinazioni”. Quindi l’idea che la vaccinazione trivalente causi uno stress eccessivo è una bufala. E il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, ha rincarato la dose: “Non c'è alcun test del sangue da fare prima delle vaccinazioni per indicare il rischio di eventuali effetti collaterali... sarebbe inaccettabile, sia dal punto di vista etico che scientifico, sottoporre bambini piccolissimi a test invasivi, inutili e costosi”.
Infine va chiarito, giusto per scrupolo, che questi ipotetici “esami ematochimici” non avrebbero assolutamente lo scopo di rivelare eventuali sintomi di autismo.
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Certo, Red Ronnie ha detto una serie di falsità scientifiche sui vaccini che inevitabilmente aumenteranno il numero dei dubbiosi e ridurranno la diffusione dei vaccini, già pericolosamente in calo. Ma non è la prima volta che Red Ronnie viene colto a dire cazzate monumentali su argomenti nei quali non ha nessuna competenza (Red Ronnie astrofisico: “Un triangolo così perfetto [sul Sole] è un messaggio”; Red Ronnie virologo: “Ogni virus o batterio ha sua frequenza. Individuata presenza si mette in controfase frequenza e lo si elimina”; e altre perle raccolte da Il Post, comprese dichiarazioni pro-“scie chimiche” e pro Stamina).
Quindi la questione di fondo non è se Red Ronnie abbia rigurgitato una collezione di cretinate: è come mai una persona che oggettivamente non ha alcuna competenza in materia di vaccini, e ha già dato prova di avere in generale una visione della realtà un po’ fumosa, viene chiamata dalla Rai a esprimersi sui vaccini.
Ho provato a chiederlo a Nicola Porro, conduttore della trasmissione: nessuna risposta.
.@NicolaPorro Con quale criterio invita @redronnie a parlar di vaccini? Inviterebbe salumiere a parlare di Picasso? Un chirurgo di ikebana?
Il Corriere scrive che Porro ha risposto dicendo di aver “messo a confronto due alfieri con posizioni opposte” (l’altro “alfiere” è “Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente dell’Istituto Coscioni”). Ed è qui l’errore fondamentale e frequente del giornalismo di oggi: invece di far parlare gli esperti e arrivare a una risposta, si fanno parlare e battibeccare persone incompetenti ma capaci di attirare pubblico per notorietà o telegenia (di Red Ronnie ho già detto; la Coscioni, per quanto sia coinvolta in un grave caso personale di salute, non è un medico o un’immunologa ma è laureata in economia aziendale). E questo viene considerato giornalisticamente corretto, perché per molti questo significa “far sentire le due campane” dandosi una parvenza di obiettività.
No, no, no, no e ancora no. Qui non stiamo parlando di calcio o di moda, dove le opinioni di tutti hanno grosso modo lo stesso valore e la stessa frivolissima importanza. Qui stiamo parlando di vaccini, ossia di un fenomeno concreto, tangibile, misurabile e scientifico: le opinioni non c’entrano nulla e contano soltanto i fatti. I fatti su una questione di vita o di morte.
Non è questione di far sentir campane. Qui non c’è nessuna campana da suonare: si fanno sentire i fatti, punto e basta. Non si mettono insieme l’incompetente e l’esperto (in questo caso, Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia, relegato nell’angolino da Virus e sfogatosi in un bel post su Facebook), perché altrimenti si innalza l’incompetente al livello dell’esperto e si tradisce il pubblico. Non si fanno sentire due campane, se una è fessa.
C’è un’altra cosa: Red Ronnie non è l’unico ad aver detto cose bizzarre. Nel video della puntata di Virus, a 20:30 dall’inizio, Franco Antonello della fondazione I Bambini delle Fate, genitore di un ragazzo autistico, dice testualmente: “...nei bugiardini, in un bugiardino in particolar modo dei vaccini, c’è scritto proprio chiaramente ‘può causare autismo’”. Antonello ha già fatto affermazioni simili in passato, ma stavolta ha detto che c’è proprio scritto esplicitamente “può causare autismo”. Gli ho chiesto di indicarmi il nome del vaccino in questione. Se è il Tripedia, è una bufala dovuta a una lettura distorta del bugiardino, come spiegano bene MedBunker e Vaccinfo.
Tutta la faccenda mi ricorda un episodio analogo che ho vissuto personalmente e che indica quanto sia persistente e diffusa l’abitudine di far parlare gli incompetenti. Durante una trasmissione di una rete nazionale italiana per la quale facevo da consulente tecnico, mi fu comunicata in anticipo la lista degli ospiti in studio. Un nome mi saltò subito all’occhio e chiesi cosa c’entrasse il celebre europarlamentare e senatore con l’argomento tecnico di cui la trasmissione si sarebbe occupata. “Niente”, mi fu risposto al telefono dalla produzione, “ma è un bell’uomo e attira le donne”. Così si scelgono gli ospiti per “fare informazione”. O meglio, per riempire il vuoto pneumatico tra uno spot pubblicitario e l’altro. Meglio esserne consapevoli, così magari si spende il proprio tempo informandosi seriamente.
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Da quando è uscita una ricerca che sembra indicare che contrastare le false credenze e i complottismi è inutile perché tanto nessuno cambia mai idea, me l’hanno chiesto in tanti: fare debunking è davvero fatica sprecata?
La risposta è no, non è fatica sprecata, e se qualcuno avesse bisogno di un promemoria in questo senso oggi posso fare un nome ben preciso di uno che ha cambiato idea. E non uno qualunque: Robert De Niro.
Il Tribeca Film Festival, appuntamento di spicco del mondo cinematografico di cui De Niro è cofondatore, aveva messo in programma Vaxxed: un “documentario” sui vaccini realizzato da Andrew Wakefield. Sì, quel Wakefield: il medico britannico radiato dall’ordine perché aveva fabbricato i risultati che sembravano legare i vaccini all'autismo allo scopo di lucrare su un vaccino alternativo. Per questo si è intascato circa mezzo milione di euro. È da lui, dalla sua avidità incosciente, che è nato l’attuale antivaccinismo, con tutti i danni e i morti che sta provocando.
Vaxxed insinua che ci sia stato un complotto per boicottare la scoperta di questo presunto legame vaccini-autismo: è una balla spudorata che non ha uno straccio di prova a supporto. Moltissimi altri studi scientifici l’hanno cercato e non l’hanno trovato. In compenso sono state trovate le prove della frode perpetrata da Wakefield. Un personaggio che, fra l’altro, di recente è andato in giro a partecipare a una crociera per complottisti d’ogni sorta (denominata Conspira Sea).
Vaxxed è insomma complottismo puro, e della peggior specie, perché se volete credere che le Torri Gemelle sono state demolite dai raggi laser della CIA o che non siamo andati sulla Luna o Hitler è ancora vivo sono affari vostri e non cambiate la vita a nessuno, ma se credete che le vaccinazioni contro morbillo o difterite siano inutili e non le fate, allora rischiate di ammazzare qualcuno.
Robert De Niro ha un figlio autistico e inizialmente ha dichiarato che è “importante che tutte le questioni riguardanti le cause dell’autismo vengano discusse ed esaminate apertamente... questa è una questione molto personale per me e per la mia famiglia e voglio che ci sia una discussione e per questo proietteremo Vaxxed. Non sto promuovendo personalmente il film e non sono un antivaccinista; sto soltanto fornendo l’occasione di una conversazione sul tema”.
Solo che introdurre nella discussione un documentario che disinforma non aiuta affatto a fare chiarezza. Fa solo confusione e intralcia la ricerca nelle vere cause dell’autismo. E la presenza del documentario al festival, con il supporto di un nome celeberrimo come quello di De Niro, inevitabilmente gli conferirebbe prestigio e autorevolezza.
Molti giornalisti e critici hanno chiesto a De Niro di informarsi meglio su Vaxxed e di dare ascolto a chi aveva smontato con i fatti, anche in tribunale, le tesi infondate di Wakefield, e De Niro l’ha fatto: il giorno dopo la dichiarazione che avete letto qui sopra ha cambiato idea radicalmente.
“...dopo averlo riesaminato nei giorni scorsi insieme al team del Tribeca Film Festival e altri appartenenti alla comunità scientifica non riteniamo che contribuisca o promuova la discussione nella quale speravo. Il Festival non cerca di schivare le controversie. Ma abbiamo delle preoccupazioni a proposito di alcune cose in questo film che secondo noi ci impediscono di presentarlo nel programma del Festival. Abbiamo deciso di rimoverlo dal nostro programma.”
In altre parole, Robert De Niro non toglie Vaxxed dal programma per fare censura: lo toglie perché racconta balle.
Siete ancora convinti che non cambia idea mai nessuno e che fare debunking non serva a niente?