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Il Disinformatico: open source

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2013/04/07

48 ore di sfide aperte NASA/ESA a Roma il 20-21 aprile. Siateci: potreste fare la differenza [UPD 2013/04/09]

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

C'è tanta gente che aspetta che le soluzioni piovano per magia dall'alto, grazie alle pensate di qualche comitato di saggi, e c'è gente che preferisce non aspettare, si rimbocca le maniche e fa. C'è chi lo chiama crowdsourcing e ci si sciacqua soltanto la bocca, e chi non perde tempo a chiamarlo e lo fa e basta.

L'innovazione dal basso, quella che nasce dalle idee dei cittadini, sembrerebbe un approccio sovversivo e malvisto dai governi, ma non è sempre così; non per tutti i governi, perlomeno. A Roma, al Dipartimento d'ingegneria della Sapienza, e in più di 70 altre città del mondo, il 20 e 21 aprile, questo approccio verrà incoraggiato nientemeno che dalla NASA e dall'Agenzia Spaziale Europea. Siete tutti invitati a collaborare: insegnanti, studenti, artisti, ingegneri, comunicatori, scienziati, smanettoni del software e dell'hardware.

Sto parlando dell'International Space Apps Challenge: due giorni di brainstorming e di incontri per fare lo sviluppo tecnologico, che si terranno in sette continenti e nello spazio, riunendo in varie città del mondo (e anche virtualmente) persone che vogliono realizzare soluzioni open source alle sfide globali, da affiancare a quelle di chi, silenziosamente, lavora nel mondo della ricerca convenzionale e a volte si trova ostacolato dalla burocrazia e dal pantano della proprietà intellettuale.

L'evento mi è stato segnalato dall'astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che dalla Russia mi ha spedito queste parole: “Chiunque si appassioni quando c'è un problema da risolvere e ami il lavoro di squadra è benvenuto a Space Apps Challenge, indipendentemente dalle proprie competenze. Spesso si pensa che lo sviluppo di tecnologia sia appannaggio degli addetti ai lavori. Space Apps Challenge invita invece tutti a riappropriarsi del mondo della tecnologia, offrendo un ambiente collaborativo e internazionale in cui sviluppare soluzioni concrete che diano un contributo positivo al programma spaziale nelle sue più svariate incarnazioni. Il tutto divertendosi!”.


Samantha ha anche registrato questo video d'invito al Challenge:


Le sfide proposte sono una cinquantina, su tantissimi temi: dalla stampa 3D all'identificazione distribuita delle meteore tramite app per telefonini; dalla costruzione di microsatelliti alla produzione di app e video per illustrare i vantaggi forniti dall'esplorazione spaziale; dalla divulgazione scientifica all'arte; dalla lotta all'inquinamento alla sostenibilità. Tutto secondo licenze d'uso open.

Milano ieri (fonte: Repubblica)
La NASA, l'ESA, la JAXA, l'ASI, l'EPA e altri enti governativi internazionali mettono a disposizione la propria immensa collezione di dati e immagini. L'International Space Apps Challenge è anche un'occasione per incontrare e creare legami con altre persone geek come noi, per non arrendersi all'idea che al mondo esistano, e nei media si vedano, soltanto i rintronati che credono alle panzane vendute da Voyager, alle “scie chimiche” e alle prediche dei catastrofisti e degli imbroglioni anti-vaccini, e pensano di salvare il mondo con uno striscione.

2012/12/24

TARDIS in realtà aumentata. Non dico altro


Greg Kumparak ha usato il software libero Blender per creare una realtà aumentata ispirata a Doctor Who. Non importa se non capite cosa dice Greg: se conoscete la serie, preparatevi a sorridere e a implorarlo di distribuire la sua creazione. Adesso è Natale anche per gli whoviani (e domani c'è una nuova puntata).

2012/06/30

Vuoi il futuro? Fattelo. Con Arduino

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Questo TED Talk di Massimo Banzi, coinventore della piattaforma di sviluppo Arduino (hardware e software interamente aperti), è una bella dimostrazione della potenza educativa dell'open source, grazie al quale le idee circolano liberamente, tutti hanno il permesso di copiare da tutti (citando la fonte) e non ci sono i freni e i balzelli del copyright, delle licenze e della burocrazia. L'open source ha già trasformato l'informatica (Google usa Linux; Android usa Linux) e ora si appresta a rivoluzionare la fabbricazione di oggetti fisici.

Questa è infatti la rivoluzione prossima ventura: come cambierà il mondo quando avremo in casa una stampante 3D in grado di fabbricare qualunque oggetto? E prima che lo chiediate: sì, ci sarà ancora la possibilità di fare soldi con l'open source. Gli avvocati usano una base di conoscenza aperta (le leggi) ma non mi pare che muoiano di stenti. Si può fare il pane anche in casa, ma molti preferiscono farselo fare dal panettiere.


Mi chiedo quanti dei nostri politici e governanti siano pronti a capire che il mondo è già cambiato e sta per cambiare radicalmente, e che le leggi attuali hanno urgente bisogno di essere ripensate per non restare ancorate a un'idea ottocentesca della tecnologia.

2011/06/24

Le cose che non colsi - 2011/06/23

Un po' di chicche: non tutte fresche ma ghiotte comunque


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Doctor Who. Se avete un bel telescopio all'aperto, vi serve una copertura per proteggerlo. Ma invece della solita cupola, c'è chi usa un TARDIS. Il Dottore ha fan agguerritissimi anche in Russia, che traducono i sottotitoli quasi in tempo reale (pubblicando anche gli originali inglesi) presso Notabenoid. Non vi basta? Allora vi propongo il tema di Doctor Who suonato dalle mega-bobine di Tesla. Già visto? OK, ma stavolta dentro la gabbia c'è Adam Savage di Mythbusters.

2001 Odissea nello Spazio. Foto di oggetti di scena, attori, modelli e altre chicche straordinarie per i cultori del film di Kubrick. E non perdetevi questi poster che sono finte pubblicità d'epoca per HAL 9000 e la navetta Orion.

L'NSA pubblica 50.000 documenti segreti. C'è parecchia storia dell'informatica militare. Buona caccia.

Shuttle attraccato alla ISS, foto scattate da terra, in 3D. Thierry Legault non smette mai di stupirci. Se questo è quello che può fare un privato, immaginatevi cosa possono fare i militari.

RSA, 40 milioni di token da cambiare. Alcune intrusioni informatiche costano più di altre e rendono inutili, se non pericolosi, i gingilli che generano password temporanee usati da tante aziende. Brr.

Francia, vietato dire Facebook e Twitter in TV e alla radio. A meno che si tratti della lettura di una notizia che li riguarda. Una nuova applicazione di una norma del 1992 che proibisce la promozione di aziende nei notiziari. Quindi niente più "seguiteci su Twitter" e simili per i programmi TV francesi. Geniale.

Video del volo rasoterra. Il Corriere e altri giornali hanno pubblicato un video di un volo incredibilmente radente di un caccia. C'è chi pensa si tratti di un falso, ma Gizmodo ha pubblicato la ripresa corrispondente fatta a bordo del caccia, che sarebbe di un pilota argentino, e sembrano collimare. È per questo che si dice che esistono piloti temerari e piloti anziani, ma non esistono piloti temerari anziani.

Base segreta marziana in Google Mars. Non c'è limite alla stupidità della gente. Repubblica segnala la "scoperta", da parte di un internauta di nome David Martines, di una strana struttura dal perimetro rettilineo che "fa pensare a un edificio". Semmai fa pensare a una cretinata. Fa niente: il video raggranella migliaia di visite. Al can can intorno al nulla si accodano Gizmodo e il Daily Mirror. Francesco mi segnala che è probabilmente uno spike, un disturbo prodotto dai raggi cosmici sul sensore della sonda che ha ripreso le immagini (Discovery.com, Yahoo.com).

Usate Instapaper? L'FBI ha una copia di tutto quello che avete letto o archiviato. Una copia illegale. Lo segnala il blog ufficiale di Instapaper. E vorrebbero spingerci verso il cloud? Non mi sorprende: in questo modo sarà uno spasso sapere tutto dei propri sudditi. Pardon, cittadini.

Skype comprato da Microsoft, inizia il ritiro dall'open source. Skype per Asterisk non sarà più acquistabile dal 26 luglio. Decisione, però, presa mesi prima dell'acquisto, ufficialmente. Già non era andata bene con l'update che forzava l'installazione di un bloatware (software aggiuntivo indesiderato), EasyBits GO. È ora di guardarsi in giro e cercare qualcos'altro.

Stagista australiana 22enne trova massa mancante dell'universo. Così dice Repubblica a proposito di Amelia Fraser-McKelvie, che avrebbe battuto orde di esperti che cercavano da decenni di risolvere il mistero. Fa eco il Sydney Morning Herald. Conviene leggersi almeno l'abstract del paper scientifico originale, sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, invece della divulgazione un po' troppo entusiasta dei giornali.

I cellulari causano tumori? Non proprio. Un po' di articoli che chiariscono il recente allarme per una ricerca (o meglio, una review di altre ricerche) che sembrerebbe avvalorare questa tesi quando in realtà il rischio è pari a quello dei sottaceti: Punto Informatico, BoingBoing, Cancer Research UK, New York Times, BBC.

Utenti dei social network in calo? Facebook smentisce. Inside Facebook denuncia un calo di 6 milioni di utenti facebook in USA e di 100.000 nel Regno Unito. Ma il Regno di Zuckerberg nega e altre aziende gli danno ragione (BBC).

2010/11/10

L’open source spiegato con i draghi: Sintel

Sintel, cortometraggio di draghi scaricabile legalmente


Se cercate un modo originale per spiegare il concetto di open source a un profano, provate Sintel: un video di animazione digitale indipendente e coraggioso tanto nella trama quanto nella realizzazione. Tanto per cominciare, come il software open source, Sintel è legalmente scaricabile e copiabile, a differenza dei film commerciali, e già questo colpisce parecchio.

In secondo luogo, è una storia di draghi fatta tutta da appassionati: al progetto hanno collaborato migliaia di donatori, aiutati da un finanziamento dell'ente cinema olandese, e una quindicina di artisti del mondo del fumetto, animatori e sceneggiatori professionisti insieme a tanti appassionati e programmatori sparsi per il mondo. Poi c'è il fatto che è stato realizzato usando software libero (in particolare Blender, GIMP, Inkscape) che non costa nulla e non ha vincoli anticopia.

Il progetto Sintel è partito a maggio 2009 ed è stato presentato a fine settembre 2010 al festival del cinema olandese di Utrecht. Ci sono voluti sedici mesi di lavorazione da parte di un team internazionale per ottenere i suoi 15 minuti molto intensi, dove le emozioni certo non mancano. Lo potete vedere qui su Youtube oppure qui sotto.


Sintel è la dimostrazione di quello che oggi si può fare con il software libero e con tanta determinazione e passione, senza dipendere da esigenze commerciali e da budget fantastiliardari: è costato in tutto 400.000 euro. Pochissimo, per gli standard hollywoodiani.

Ma la vera differenza non è il costo: è la filosofia open source. Fare un film open source significa non solo tutto quello che ho descritto sopra. Significa anche che tutto il materiale digitale, dalla musica alla grafica ai modelli, verrà reso disponibile e sarà riusabile liberamente da chiunque secondo le regole della licenza Creative Commons per creare nuove storie. Un concetto inimmaginabile nel cinema tradizionale, dove un riutilizzo del genere è vietatissimo.

Sintel è in inglese, con sottotitoli in varie lingue scaricabili separatamente, ma si segue anche senza conoscere a menadito la lingua. È una storia epica, adatta a tutta la famiglia (tranne forse i più piccoli) e incentrata su un tema che va molto in questo periodo: una ragazzina diventa amica di un drago e senza accorgersene cresce insieme a lui. Mostratelo ai vostri figli, se ne avete, o ai vostri studenti, e poi dite loro che possono scaricare, condividere e modificare liberamente i personaggi, i modelli e tutto quello che hanno visto: avrete spiegato loro che cos'è l'open source.

Se vi piace l'idea, con lo stesso sistema sono stati realizzati dalla Blender Foundation anche altri due cortometraggi d'animazione liberi: Big Buck Bunny e Elephants Dream. Buona (libera) visione.

2010/06/24

Google dalla riga di comando

Google, servizi gestibili dalla riga di comando


Per tutti gli appassionati dell'informatica senza fronzoli, quelli che vogliono andare subito al sodo e sanno che la tastiera è ancor oggi mille volte più veloce del mouse per tante cose, Google ha presentato GoogleCL: in altre parole, Google a riga di comando.

Traduco per i non iniziati: normalmente, se volete scrivere un articolo su Blogger, aggiungere un appuntamento a Google Calendar o pubblicare una serie di foto su Picasa o un video su Youtube, dovete avviare il vostro browser, raggiungere il sito del servizio Google desiderato, aspettare che si carichi e poi cliccare sulle varie opzioni e nelle varie caselle per immettere i dati e caricare l'eventuale foto o video. Su un dispositivo che ha uno schermo piccolo, come un netbook o un telefonino, la cosa può essere piuttosto impegnativa.

Immaginate invece di poter aprire una finestra di terminale (un prompt dei comandi, per il mondo Windows) e digitare semplicemente

google blogger post --tags "[testo dei tag]" --title "[testo del titolo]" "[testo del post]"

ottenendo immediatamente la pubblicazione del post su Blogger, con i tag e il titolo ai loro rispettivi posti. Che è quello che ho fatto qui.  Notate che GoogleCL è abbastanza furbo da chiedermi in quale dei miei blog voglio che compaia il post.


In alternativa potreste comporre il post in un editor di testo, salvarlo come articolo.txt e poi caricarlo con

google blogger post articolo.txt

Potreste anche digitare

google picasa create --title "Foto di gatti" ~/foto/gatti/*.jpg

per caricare su Picasa in un sol colpo tutte le foto che avete nella cartella Gatti. Oppure aggiungere al volo un appuntamento alla vostra agenda digitando

google calendar add "Puntata del Disinformatico 11:00 12/7/2010"

per ricordarvi che il 7 dicembre alle 11 c'è il Disinformatico radiofonico (la data è nel formato statunitense mese-giorno-anno).

Altri esempi di comandi sono qui su Code.google.com. Roba da maniaci nostalgici? Può darsi, ma le potenzialità, per esempio per lo scripting e l'automazione dei servizi, sono notevoli. Se la cosa v'intriga, GoogleCL è gratuito e open source e funziona su Windows, Mac e Linux (funzionerà su Android e/o IOS?). Vi servono Python 2.5 o superiore e la libreria gdata 1.2.4 o superiore, se non li avete già installati; poi installate GoogleCL eseguendo i suoi script, come descritto per esempio nei requisiti di sistema, su Public Int (Windows XP) e Lifehacker. Se non sapete di cosa sto parlando, fatevi installare il tutto da qualcuno che ha familiarità con queste cose, e attenzione: la riga di comando è potente e non perdona.

La prima volta che usate ciascuno dei servizi gestibili dalla riga di comando, GoogleCL lancerà il vostro browser predefinito e gli farà aprire la pagina di autorizzazione (mostrata qui accanto). Da quel momento in poi, GoogleCL sarà autorizzato a gestire i vostri dati senza ulteriori cerimoniali.

Non dimenticate di leggere il manuale predisposto da Google, che contiene le altre opzioni di utilizzo della riga di comando. Come è prassi nei progetti open source, anche GoogleCL cerca volontari che contribuiscano alla sua crescita. Buon divertimento. 

Come postare su Blogger dalla riga di comando

Questo post compare nel Disinformatico grazie a GoogleCL, che permette di gestire i servizi di Google dalla riga di comando. Notevole.

2009/08/04

1˙000˙000˙000!

Un miliardo di download per Firefox


Venerdì scorso (31/7) il browser libero e open source Firefox ha superato il traguardo del miliardo di scaricamenti, accorpando tutte le versioni uscite dal 2004 a oggi, secondo il blog di Mozilla.

Cosa più importante, la sua quota di mercato è intorno al 31% stando a dati citati dalla BBC, al secondo posto dopo Internet Explorer di Microsoft. Vi ricordate di quando Internet Explorer aveva il dominio del mercato e l'idea che un programma libero, gratuito e basato sui principi dell'open source potesse tenergli testa sembrava fantascienza?

Provatelo: è gratis, è disponibile anche in italiano, e funziona su Windows, Mac e Linux.

2008/12/20

NeoOffice sistema lo zoom ipersensibile

Patch per NeoOffice corregge una bella magagna


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Vignetta di Moise, pubblicata qui per gentile concessione dell'autore.

NeoOffice è una bella alternativa a OpenOffice.org per chi usa il Mac (e gestisce meglio i font rispetto a OOo, anche se il problema sta diminuendo), ma ha una magagna che assilla gli utenti dalla mano non aggraziata come quella di Silvan: lo zoom del touchpad è troppo sensibile, per cui basta che sfioriate il touchpad con un dito della mano sinistra intanto che trascinate o spostate il cursore con la destra, e il documento rimpicciolisce a dimensioni lillipuziane o s'allarga a dismisura.

Quando la cosa succede, come a me, varie volte al giorno e fa perdere il segno di colpo, è piuttosto esasperante. OpenOffice.org non ha questo baco e gestisce molto meglio lo zoom (senza ricorrere al touchpad).

Ne avevo parlato con gli autori di NeoOffice via Internet durante la loro visita a Milano, e si vede che non sono l'unico maldestro fra i loro utenti, per cui è con gioia che annuncio la disponibilità della patch numero 5 per NeoOffice 2.5.5 che risolve il problema.

Dopo averla installata, occorre chiudere NeoOffice e dare il seguente comando in una finestra del Terminale:

defaults write org.neooffice.NeoOffice IgnoreTrackpadGestures -bool yes

Fatto questo, si riavvia NeoOffice e lo zoom a casaccio non si verifica più; resta disponibile lo scorrimento del documento tramite due dita unite sul touchpad.

2008/11/13

Netbook, che fare?

Come scegliere un netbook da battaglia?


I netbook, i mini-mini-laptop a basso costo, con Linux o Windows XP preinstallato, sono in questo momento il segmento di mercato in maggiore crescita, tanto da intaccare i ricavi di Microsoft (la licenza di XP per i netbook frutta a zio FesterBallmer meno di quella di Vista su un PC tradizionale), secondo Bloomberg.

Niente male, per un segmento che prima del debutto dell'OLPC e poi dell'EeePC di Asus praticamente non esisteva.

I netbook fanno gola per molte ragioni. A differenza dei laptop tradizionali, sono sufficientemente compatti da poter essere ficcati senza problemi in uno zaino, pesano pochissimo (in genere sotto il chilo) e hanno un'autonomia generosa; a differenza dei cellulari evoluti (smartphone), hanno una tastiera più che decente e uno schermo realmente usabile per sfogliare il Web senza penalizzazioni, e permettono di lavorare con applicazioni standard (Microsoft Office, OpenOffice.org, ssh per gli smanettoni, eccetera). E a differenza di entrambi, costano poco. Alcuni modelli costano grosso modo quanto un iPhone.

Queste caratteristiche ne fanno un buon candidato come primo computer per i figli (anche da tenere a casa, visto il bassissimo ingombro e la connettività Wifi che permette di piazzarlo ovunque e collegarlo a Internet). Aggiungeteci il fatto che spesso sono venduti con Linux preinstallato e che lo stesso modello con Windows XP preinstallato costa parecchio di più, e avete un eccellente incentivo a passare all'open source anche per l'utente non appassionato.

Gli smanettoni li adorano come secondo o terzo PC su cui fare esperimenti. Persino i nostalgici di Windows XP, quelli che non vogliono o non possono passare a Vista, possono trarre beneficio dai netbook, perché attualmente questi computer sono fra i pochi per i quali è ancora disponibile la licenza di Windows XP.

Ma quale netbook scegliere? Il mercato offre una vasta scelta di marche, modelli e specifiche tecniche. Per esempio, conviene un disco rigido piccolo ma a stato solido, in previsione di un trattamento un po' brusco, oppure un hard disk tradizionale, assai più capiente ma forse più vulnerabile? Quanto sono valide le tastiere ridotte all'osso di questi aggeggi? La loro potenza è sufficiente per un uso normale (scrittura di testi e preparazione e uso di presentazioni offline con OpenOffice.org/MS Word, consultazione di pagine Web, gestione della posta, chat video con la webcam incorporata, qualche video a tutto schermo ogni tanto) senza lentezze esasperanti? E le versioni di Linux preinstallate sono veramente usabili da un utente medio? Supportano i modem cellulari USB? Si avviano o escono dallo standby in pochi secondi?

Sto meditando l'acquisto di un netbook come micro-laptop da portare sempre con me, per scrivere testi con OpenOffice.org, fare presentazioni per conferenze e riunioni, reportage video e fotografici nei prossimi mesi (è una lunga storia, dettagli a gennaio), e vorrei sentire i vostri pareri e le vostre esperienze, soprattutto in fatto di robustezza, ergonomia della tastiera e durata della batteria. Non ne faccio troppo una questione di costi: l'importante è che funzioni, sia veloce (senza pretendere editing video HD realtime), usi preferibilmente Linux e abbia un'autonomia meno fallimentare di quella del MacBook Pro dal quale sto scrivendo.

Così fallimentare che di recente, dopo poco più di un'ora di batteria, mi sono dovuto chiudere nel gabinetto di un treno per finire un lavoro: immaginate cos'avrebbero detto i controllori se mi avessero trovato seduto sul water, con un laptop in grembo, collegato alla sperindio alla presa del rasoio (terrorista!). No, non c'erano prese elettriche in carrozza, pur essendo in prima classe, e la presa del rasoio è elettricamente limitata ma sufficiente a ingannare per qualche minuto i sensori del Mac e farlo andare avanti il tempo di mandare un paio di mail urgenti via modem cellulare.

Se riuscite a togliervi dalla mente questa visione del Disinformatico rintanato in un WC delle FFSS mentre litiga con il suo Mac, eccovi qualche spunto (in inglese): la Netbook newbie's guide to Linux di The Register: prima parte, seconda parte, e alcune recensioni di netbook: Asus EeePC 1002HA, EeePC S101, Eee PC 1000H, Eee PC 904HD, Eee PC 901, Eee PC 900, Eee PC 701; Apricot Picobook Pro. Se avete altri modelli e altre recensioni da segnalare, fatelo pure nei commenti.

2008/10/18

Ci vediamo al Linuxday di Cinisello il 26?

Dopo l'open source, l'open culture a Villa Ghirlanda


Sono stato imprudentemente invitato a partecipare al Linuxday a Cinisello Balsamo il 26 ottobre prossimo, domenica, alle 9.30 circa.

Visto che ormai il software open source si è conquistato rispettabilità e mercato nonostante l'opposizione dei grandi monopolisti del software, è forse il momento di festeggiare un attimo questo successo, frutto delle fatiche di tanti, e pensare alla prossima sfida: introdurre il concetto di open culture, ossia del nuovo modello di cultura, non più dispensato dall'alto, ma generato (spesso incoerentemente) dal basso, reso possibile da Internet.

La chiacchierata, intitolata "Dopo l'open source, siamo pronti per l'"open culture"? Cosa succede quando Sua Emittenza siamo noi", è un esame dei problemi, dei rischi e delle disperate esigenze d'innovazione sociale e legislativa dettate dallo sviluppo crescente di questo nuovo modello e un'impietosa analisi dell'arretratezza di leggi, imprese e istituzioni di fronte al fenomeno Internet e al modo odierno di acquisire, condividere e disseminare informazioni e conoscenza, fino a creare cultura.

Se vi interessa, il programma completo del Linuxday di Cinisello, organizzato con la partecipazione dell'associazione culturale Lifos e dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Cinisello Balsamo, si estende su due giorni (sabato e domenica) ed è disponibile qui. L'ingresso è libero e gratuito previa registrazione.

2008/10/12

OpenOffice.org 3.0, anche nativo per Mac. Con qualche baco

Arriva OpenOffice.org 3.0


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

E' già scaricabile dai siti mirror la versione 3.0 di OpenOffice.org, il pacchetto gratuito e libero alternativo a Microsoft Office che usa il formato OpenDocument, che è uno standard ISO, a garanzia della libertà di fruizione dei documenti.

OpenOffice.org è disponibile per Windows, Linux, Mac e Solaris, ed è quindi un valido strumento per predisporsi alla migrazione da un sistema operativo all'altro o per non rendersi dipendenti da uno specifico sistema operativo.

La novità più ghiotta per gli utenti Apple è che OpenOffice.org 3.0, oltre ad avere una lunga serie di migliorie e di aggiornamenti, è finalmente disponibile in versione nativa (per Mac Intel): ossia si scarica e s'installa esattamente come una qualsiasi applicazione Mac, senza dover ricorrere ad accrocchi come l'uso di X11.

OOo 3.0 per Mac è decisamente veloce, ma ha ancora delle magagne serie con la gestione dei font, che invece NeoOffice (altra variante o porting di OOo specializzata per Mac), pur essendo più lento, non ha: la prima che ho notato, e che lo rende per me quasi inutilizzabile, è la gestione dei font. Non sembra avere problemi con i font standard del Mac, ma un documento scritto per esempio in Myriad Apple s'incasina completamente.

Questa è una pagina di un libro che ho scritto di recente (Zerobubbole pocket) in formato OpenDocument, come la visualizza (correttamente) NeoOffice:



E questa è la stessa pagina come la visualizza OpenOffice 3.0 Aqua per Mac:



Come potete notare, specialmente se ingrandite le immagini cliccandovi sopra, i font sono completamente sballati e spaginano completamente il testo (il logo Creative Commons è stato spinto avanti alla pagina successiva). La cosa assurda è che OOo 3.0 indica che le parole hanno effettivamente il font Myriad Apple, ma ne visualizza uno del tutto differente: se poi seleziono il testo e riapplico il font, me lo visualizza correttamente.

Di certo non ho intenzione di mettermi a riselezionare il testo a blocchettini e riapplicare i font. Questo è quel che in gergo si chiama uno showstopper: un difetto talmente grande che appena compare, lo spettacolo finisce e non può più andare avanti. Per cui non ha senso che io prosegua la recensione.

Aggiungo solo che il fatto che OOo 3.0 non abbia implementato il multitouch per lo zoom, a differenza di NeoOffice, è invece per me un bonus, perché ho il vizio di tenere la mano sinistra vicina al touchpad mentre scrivo. Così ogni tanto, mentre faccio scorrere il testo di un documento, NeoOffice mi cambia lo zoom a capocchia, perché interpreta l'appoggio di due dita (un dito della mano sinistra, uno della destra) che si allontanano o si avvicinano come una richiesta di zoom. La funzione, fra l'altro, non mi risulta essere disattivabile. In OOo 3.0, non c'è: si trascina un cursore nell'angolo inferiore destro della finestra dell'applicazione.

E' una buona cosa che OpenOffice continui a progredire, ma io per il momento rimango a NeoOffice sul Mac. L'importante è utilizzare il più possibile, in un modo o nell'altro, formati aperti come OpenDocument.

2008/06/17

Il Download Day inizia alle 19 in Europa centrale

Download da Guinness da stasera


Il Download Day, il tentativo di Firefox di stabilire il record per il maggior numero di scaricamenti dello stesso programma nell'arco di 24 ore, è fissato per oggi. L'ora d'inizio del tentativo, che ha già superato il milione e mezzo di adesioni, varia a seconda del fuso orario, come spiegato qui: per l'Europa centrale si parte alle 19.

Chi volesse seguire l'andamento del tentativo, inventato per far conoscere al grande pubblico la nuova versione 3.0 di questo programma alternativo, open source e gratuito per la navigazione in Internet, disponibile per Mac, Windows e Linux, può collegarsi a Twitter qui.

19:45


Meltdown! Nessuno dei siti dell'iniziativa è raggiungibile. Mi sa che saranno in pochi a riuscire ad effettuare il download. Come metodo di distribuzione è un fallimento (ci voleva Bittorrent); come modo di farsi pubblicità è un successone.

21:00


Scaricamento riuscito tramite l'ftp. Però il blog di Mozilla dice che a causa del sovraccarico dei server, il conteggio comincerà quando il sito torna online. Boh!

Installando il file scaricato dall'FTP, però, Firefox si identifica come versione 3.0 RC non definitiva. Pazienza, me la tengo.

22:05


Il twitter di Mozilla dice che i server sono attivi e che il Download Day è iniziato ufficialmente alle 11:16 a.m. PDT / 6:16 p.m. GMT. Grrr. In più noto che la gestione dei font nei CSS in Firefox 3.0RC per Mac è differente: Firefox 2.0 mi interpreta correttamente il CSS del blog Undicisettembre.info mostrando il font Myriad Apple, mentre Firefox 3.0RC mi mostra una specie di Times. Ri-grrr.

Getfirefox.com, alias Mozilla.com, linka ancora alla 2.0. Spreadfirefox.com è di nuovo accessibile e da lì si può scaricare la 3.0: il link diretto alla versione italiana è questo. Il contatore indica oltre 1.780.000 download, di cui oltre 70.000 dall'Italia e 15.000 dalla Svizzera.

22:30


Scaricata e installata la 3.0 da Spreadfirefox.com. Adesso si identifica come 3.0 definitiva. La gestione strana dei font nei CSS persiste. Il rendering è drasticamente più veloce e lo zoom è molto comodo: peccato non sia gestibile tramite il touchpad multitouch del Mac.

23:15


Il contatore dei download era arrivato a oltre 2.900.000 e dopo un refresh è sceso a 1.250.000. Boh.

18/6, 6:15


Siamo a 3.130.000; il contatore dell'Italia è ancora sotto il valore delle 22:05 di ieri.

18/6, 8:30


4.468.000 e rotti; Italia ferma appena sopra quota 68.000; Svizzera a 21.000. In Europa, solo Francia, Spagna, Germania e Regno Unito sono sopra quota 100.000. Sorprende l'Iran a 122.000.

18/6, 9:45


L'Italia ha superato i 100.000 download; il totale mondiale è poco sotto i cinque milioni.

18/6, 13:00


Appena passati i 5,9 milioni; 157.000 download italiani. Francia e Regno Unito vicini ai 200.000; Spagna a oltre 203.000; Germania a 358.000. Chissà chi è il singolo utente del Ciad.

18/6, 22:00


Il tempo è ampiamente scaduto ma il contatore continua a salire ed è quasi a quota 9 milioni (di cui 260.000 circa italiani). Ora il tentativo di record deve essere "esaminato dagli incaricati del Guinness dei Primati" prima di avere i risultati definitivi. Comunque sia, l'iniziativa è riuscita a far conoscere l'esistenza di un'alternativa open source, e questo è comunque un bene.

2008/05/29

Autori di NeoOffice a Milano domani HELP!!

Domani ci sarà a Milano un incontro aperto al pubblico con Patrick Luby e Ed Peterlin, gli sviluppatori di NeoOffice: una variante libera e gratuita, supportata dalle donazioni, di OpenOffice.org per il mondo Mac. Uso NeoOffice da anni con molta soddisfazione per tutto il mio lavoro di scrittura, e devo dire che se il computer è abbastanza vivace da reggerne il peso non trascurabile, NeoOffice è assai più usabile e meglio integrato in OS X di quanto lo siano le alternative OpenOffice.org X11 o OpenOffice.org Aqua (beta).

Sono stato invitato anche in veste di interprete e ci sarò, insieme ad Antonio Dini, Lucio Bragagnolo e Fabrizio Venerandi, a partire dalle 18, ma l'evento inizia molto prima, alle 11, e si terrà a Milano presso @Work, in via Carducci, angolo Galleria Borella 3 (fermate MM Cadorna e Sant'Ambrogio). L'ingresso è libero e gratuito.

Il programma completo è disponibile qui (in inglese). E' possibile partecipare anche virtualmente tramite lo stream video in diretta gestito da FreeSMUG, che ha organizzato l'evento.

HELP!!!

Mi si è appena guastata l'auto con la quale contavo di andare a Milano da Lugano, e se uso i mezzi pubblici (treno) ho dei limiti di orario piuttosto pesanti. C'è per caso qualche anima pia ticinese automunita che ha voglia di fare il viaggio insieme? Se c'è, che mi mandi un e-mail al volo, grazie!

2008/05/08

OpenOffice 3.0 beta

Disponibile la beta di OpenOffice.org 3.0 per Mac, Linux, Windows, Solaris



L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Potete scaricare liberamente da qui la versione beta in inglese della suite OpenOffice.org 3.0, che debutterà intorno a settembre. La versione italiana è qui (grazie Vitriol per il link).

Le novità principali sono la disponibilità di una versione per Mac (formalmente solo Intel, ma leggete i commenti qui sotto) che gira nativamente, senza X11 o le pesanti acrobazie di NeoOffice, il supporto allo standard OpenDocument 1.2, l'importazione da Microsoft Office 2007 e il numero di colonne degli spreadsheet, portato a 1024 da 256.

Comode anche la visualizzazione multipagina (che vedete qui sopra) e lo zoom a cursore. Chi genera documenti multilingue apprezzerà la funzione che permette di applicare rapidamente un attributo di lingua a un paragrafo. Le nuove note, spostate a margine della visualizzazione, sono decisamente più utilizzabili.

L'elenco completo delle novità è qui (in inglese). Tenete presente che si tratta di una beta e come tale non va usata in ambiente di produzione. Io sto provando la versione Mac: è decisamente più veloce di NeoOffice, che però è già stabile e pienamente usabile in produzione, mentre OOo 3.0 beta ha ancora dei problemi. Peccato che manchi ufficialmente una versione PowerPC, da installare sui Mac meno recenti sui quali NeoOffice è un elefante, ma nei commenti trovate un link interessante in proposito.

OpenOffice.org 3.0 beta per Mac ha almeno un baco notevole: non importa correttamente i font da Mac OS X. Per esempio, io ho installato il font Myriad: mentre NeoOffice me lo vede al volo, OOo 3.0 beta lo sostituisce con un altro font, con risultati orripilanti.

Questo è un documento in font Myriad in OOo 3.0 beta:



E questo è lo stesso documento (visualizzato correttamente) in NeoOffice:



Se vi state chiedendo quanto tempo ho speso per ottenere l'effetto ombra intorno alle catture delle finestre di OpenOffice.org e NeoOffice, è zero: è una funzione automatica della cattura delle schermate di Mac OS X Leopard.

2008/04/17

Software libero a Opera (MI) domani e sabato

Fare tutto con il software libero? A Opera insegnano come


Ero stato gentilmente invitato a Liberamente, un incontro che si terrà domani e sabato (18-19 aprile) al Centro Polifunzionale di Opera, ma purtroppo ho dovuto declinare: checché ne dicano i cospirazionisti, la CIA non mi ha ancora fornito il Mantello dell'Ubiquità.

Sono sicuro che Liberamente se la caverà benissimo senza di me, visto il ghiotto menu dei temi che verranno trattati: uso del software libero nelle pubbliche amministrazioni, per la gestione dell'intera filiera di produzione di album musicali e per le applicazioni d'ufficio (con OpenOffice.org); Linux installation party; e fumetti, viaggi, giochi e tanto software libero, anche per Windows.

Non c'è che dire: qualcosa si muove. Tutti i dettagli sono sul sito di Liberamente.

2008/04/01

Un pesce d’aprile, ma per riflettere: OOoCrackz

OpenOffice.org finalmente alla pari con il software commerciale chiuso


Ricevo e pubblico questo comunicato dal PLIO, il Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org. E' un pesce d'aprile un po' amaro, ma non è la solita burla: è un'occasione per riflettere seriamente sullo stato delle cose in informatica.

Trieste, 1° aprile 2008 - L'Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org, annuncia la disponibilità di OOoCrackz, un'estensione che attiva la suite libera per l'ufficio in modalità "craccata", e risponde alle esigenze del 51% degli utenti italiani che utilizza copie illegali dei software. L'estensione può essere scaricata da questo indirizzo: http://www.plio.it/ooocrackz.oxt.

"Quando abbiamo visto i risultati di una recente ricerca IDC*, sponsorizzata dalla Business Software Alliance, ci siamo resi conto che la licenza di OpenOffice.org rappresenta un ostacolo all'adozione del prodotto per la metà degli utenti italiani, che usa soprattutto copie illegali dei software", afferma Davide Dozza, Presidente dell'Associazione PLIO. "L'installazione di OOoCrackz toglie all'utente tre delle quattro libertà fondamentali, e rende illegale l'accesso al codice, la modifica e la distribuzione del software, proprio come se OpenOffice.org fosse un programma proprietario".

OOoCrackz è stato sviluppato da Paolo Mantovani, dell'Associazione PLIO, che è uno tra gli esperti più noti in materia di macro ed estensioni per OpenOffice.org: "La prima versione dell'estensione permette solo l'attivazione in modalità illegale, ma abbiamo previsto l'evoluzione verso un prodotto completo che - per esempio - impedisce di rilasciare i documenti con licenza Creative Commons, per evitare che gli utenti corrano il rischio - senza averne coscienza - di rispettare la legge sul diritto d'autore".

Per rendere completa l'esperienza degli utenti che vogliono usare OpenOffice.org in modo illegale, come se si trattasse di un programma proprietario, OOoCrackz impedisce la registrazione e quindi blocca tutti gli aggiornamenti, in modo tale da portare il software - in breve tempo - a essere soggetto a problemi di sicurezza e a diventare obsoleto rispetto all'evoluzione delle tecnologie, proprio come nel caso delle copie illegali dei software utilizzate dal 51% degli italiani. L'estensione crea una voce nel menù "Aiuto", con tutte le informazioni necessarie per l'utente.

"L'assemblea annuale dell'Associazione PLIO aveva annunciato delle iniziative di marketing per aumentare la penetrazione di OpenOffice.org sul mercato italiano. Con questo annuncio, andiamo all'attacco del settore del software illegale, verso il quale fino a oggi non avevamo né una strategia né un'offerta adeguata, anche per pareggiare il conto sul calcolo delle quote di mercato, che ci ha sempre visto un po' penalizzati", afferma Italo Vignoli, Consigliere dell'Associazione PLIO.

* The Economic Benefits of Lowering PC Software Piracy, gennaio 2008 (il link alla sintesi dei risultati http://www.bsa.org/upload/idc-findings_summary.pdf, e il link alla metodologia http://www.bsa.org/upload/idc_methodology_final.pdf).

Download

OpenOffice.org 2.4 in italiano: http://it.openoffice.org/download/
Modelli in Italiano: http://wiki.services.openoffice.org/wiki/Modelli
OpenOffice.org nelle altre lingue: http://download.openoffice.org
Estensioni per OOo: http://extensions.services.openoffice.org


L’Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OOo, raggruppa la comunità italiana dei volontari che sviluppano, supportano e promuovono la principale suite libera e open source per la produttività negli uffici: OpenOffice.org. Il software usa il formato dei file Open Document Format (standard ISO/IEC 26300), legge e scrive i più diffusi tra i formati proprietari, ed è disponibile per i principali sistemi operativi in circa 100 lingue e dialetti, tanto da poter essere usato nella propria lingua madre da più del 90% della popolazione mondiale. OpenOffice.org viene fornito con la licenza GNU LGPL (Lesser General Public Licence) e può essere usato gratuitamente per ogni scopo, sia privato che commerciale.

PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org: http://www.plio.it. Vola e fai volare con i gabbiani di OpenOffice.org: usalo, copialo e regalalo, è legale!
Per informazioni: Italo Vignoli (348.5653829), ufficiostampa@plio.it

2008/02/06

Brevi di oggi

Podcast e TV per i rischi dei blog; cavi tranciati; caccia ai satelliti; Linux militare; complottisti sferzati; regole presidenziali


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il podcast del Disinformatico radiofonico di ieri è disponibile per qualche settimana sul sito della RTSI. Ho parlato del ruolo e delle regole dei blog nel Quotidiano (TSI) di ieri a proposito dell'omicidio insensato di Damiano Tamagni a Locarno.

A proposito della recente vicenda dei cavi primari di trasmissione dati misteriosamente tranciati, qui trovate un grafico molto chiaro e dettagliato (anteprima qui accanto) della distribuzione e dell'importanza di questi cavi in tutto il mondo.

Per coloro che pensano che sia facile ordire cospirazioni senza che nessuno se ne accorga: Satobs.org è il sito degli appassionati di caccia ai satelliti, capaci di rivelare la presenza e le coordinate dei satelliti spia di tutti i paesi. Ebbene sì, i satelliti sono visibili da terra, spesso a occhio nudo e persino di giorno (googlate "iridium flare" o guardate direttamente i filmati qui). C'è un bell'articolo in merito sul New York Times (registrazione gratuita), che risponde molto bene all'obiezione che avranno molti: non è pericoloso per la sicurezza nazionale rivelare a tutti le coordinate dei satelliti militari? La risposta è che se sono in grado di farlo degli hobbisti con un binocolo, un cronometro e un bel po' di matematica, sono certo in grado di farlo i cinesi (o l'avversario di turno).

La prossima volta che qualcuno vi dice "Linux non lo usa nessuno", citategli i militari USA, che lo stanno facendo (con qualche problema di integrazione).

Ogni tanto qualche voce si leva a dire le cose come stanno sul complottismo: Aldo Grasso scrive sul Corriere, rivolgendosi a Corrado Augias in merito allo spazio offerto su Raitre alle teorie sull'11/9 di Giulietto Chiesa, e le definisce senza mezzi termini "deliranti convinzioni". La frase è verso a fine dell'articolo.

Consigli d'immagine per presidenti aspiranti e in carica: qualunque cosa facciate, non fatevi mai fotografare mentre indossate gli occhialini 3D. Con Carla Bruni? OK, molto OK. Con un sigaro usato da Monica Lewinski? Passabile, con qualche imbarazzo. Con gli occhialini 3D? Bispluserrato. Non fatelo neanche se siete il presidente iraniano e avete la reputazione di essere l'uomo più serio del mondo. Neanche per guardare un documentario sullo spazio. Mai. Mai. Mai. Perché questo, come mostra il Guardian, è il risultato:


Totally uncool.

2007/05/15

Xubuntu, Linux per riesumare vecchi PC

Prova su strada, in diretta radio, di Linux Xubuntu


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "valerio582" e "matteoscand****".
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Il podcast della trasmissione è già disponibile.


10:15. Eccomi pronto per l'esperimento d'installazione live di Linux Xubuntu. Primi problemi: le procedure di sicurezza della radio non consentono di collegare il PC alla LAN locale per uscire su Internet. Alcune funzioni importanti, quindi, come la verifica dell'uso di Xubuntu per Internet, dovranno attendere il mio rientro al Maniero Digitale nel pomeriggio. Nel frattempo, ecco una foto della vittima sul tavolo operatorio, anestetizzata e pronta per l'intervento alle 11.


11:02. Accendo il laptop e gli dico (tramite il BIOS) di fare boot dal CD di Linux Xubuntu, scaricato legalmente da Internet come descritto qui. Fra l'altro, il CD è live: l'intero sistema operativo e tutte le applicazioni sono anche eseguibili da CD senza sporcare l'installazione esistente sul disco rigido.

Nella schermata grafica di avvio, scelgo l'italiano come lingua d'installazione e poi scelgo Avvia Xubuntu in modalità grafica sicura. Una voce di menu che, detto fra noi, andrebbe chiarita, perché non spiega affatto che offre un modo alternativo d'installare: il menu sembra indicare che l'unico modo d'installare sia scegliere Avvia o installa Xubuntu. Io so per esperienza come stanno le cose, ma sono i piccoli inciampi come questi che bloccano l'utente non avvezzo.

A proposito, una raccomandazione: se (come è capitato a me in altre occasioni) l'installazione si pianta o è paurosamente lenta, spesso il motivo è che si sta usando l'opzione di installazione standard anziché quella in modalità grafica sicura. Da qui la mia scelta prudenziale.


11:07. Dopo un'attesa di qualche minuto con il CD che gira come un forsennato e una spartana barra di progressione che avanza sullo schermo, mi trovo con un'interfaccia grafica dalla quale scelgo Installa con un doppio clic. Attendere prego. Cliccando su Avanti, mi chiede località e fuso orario (mi propone automaticamente Roma, Italia).

E qui c'è un altro inciampo: la cliccata sul pulsante Avanti non funziona e devo "cliccare" su Avanti premendo il tasto Invio dopo aver evidenziato il pulsante tramite la tastiera. Scelgo poi la nazionalità della tastiera (italiana) e il tipo di partizionamento del disco: scelgo quello guidato, che usa l'intero disco.

Xubuntu mi chiede se ci sono documenti e account da importare dall'installazione precedente, che però in questo caso non c'è (ho spianato il disco con Gparted per lavorare su una macchina pulita). Anche qui, il mouse non clicca e devo premere Invio per accettare di proseguire.

11.15. Nella schermata successiva, immetto i miei dati per creare un account utente e scelgo il nome da assegnare al computer (defiant-xubuntu, per motivi che ogni buon Trekker capirà). Qui ci vuole molta attenzione, perché la lettura del sistema operativo dal CD rallenta la reazione della tastiera. Clicco su Avanti, ma niente da fare: OK, ho capito, premo Invio.

Dopo una schermata di sunto nella quale clicco (si fa per dire) su Install, iniziano materialmente il partizionamento e la formattazione del disco rigido. Dopo pochi secondi mi dà un messaggio d'errore: sarebbe impossibile montare un volume. Noto che l'installazione, però, procede lo stesso. Speriamo in bene.

11:30. Il computer macina, macina. L'indicatore di progressione avanza. Speriamo non sia una presa in giro.


11:40. Alleluia! "L'installazione è stata completata".


Scelgo Riavvia ora. Linux Xubuntu espelle il CD e poi attende che io prema Invio per riavviarsi. E' il momento della verità. E la verità è una bella schermata nera. PC in coma! Defibrillatore!!!


Premendo il pulsante di spegnimento avviene il miracolo che salva la situazione: al riavvio si carica dal disco rigido Linux Xubuntu installato, con tante applicazioni già pronte per l'uso. Funziona! Qui sotto vedete (si fa per dire, vista la webcam d'emergenza usata) uno spreadsheet, la calcolatrice e il programma di aggiornamento e scaricamento applicazioni.


L'installazione in diretta ha avuto successo, insomma, sia pure con alti e bassi; sicuramente non è ancora del tutto alla portata dell'utente medio (forse non lo è neppure quella di Windows; è per questo che è così importante la preinstallazione). Ma la vera sfida, ovviamente, è mettere questo computer in rete e vedere come si comporta su Internet: per questo occorrerà attendere il mio rientro al Maniero Digitale. Dettagli a breve!

Xubuntu va in Rete


Arrivato al Maniero, collego il laptop Linux alla mia rete domestica: specificamente a un comune modem router ADSL dotato di porte Ethernet. Scelgo Applications - System - Network: mi chiede la password prima di consentirmi di configurare. La password di root (amministratore), in Xubuntu, è la stessa dell'utente comune: una soluzione non certo robustissima ma adatta a un uso monoutente di Linux, nel quale l'amministratore e l'utente sono la stessa persona e quindi la password serve soltanto come misura di protezione contro software ostili, non contro gli utenti ostili.

Sono su una rete senza DHCP, per cui configuro a mano: scelgo Wired Connection, Properties, Configuration: Static IP address. Immetto un indirizzo IP, la subnet mask viene impostata automaticamente, e immetto l'indirizzo del gateway (il router ADSL); nella scheda DNS, immetto gli indirizzi IP dei DNS server del mio provider.

Lancio Firefox (che è preinstallato, come tante altre applicazioni): funge!


Approfitto della connessione per scaricare subito gli aggiornamenti: Applications - System - Gestore aggiornamenti. Xubuntu scarica un po' di file e poi offre la possibilità di installarli. Una volta installati, non c'è obbligo di riavvio immediato.

A questo punto c'è la parte di Linux che mi piace di più: il gestore applicazioni (Applications - System - Add/Remove), che è un vastissimo elenco delle applicazioni gratuite e legalmente scaricabili. Basta selezionare quelle che interessano e lasciare che Xubuntu non solo le scarichi, ma le installi e le inserisca automaticamente nel menu Applications. Scarico al volo OpenOffice.org 2.2 e il plug-in Flash (altrimenti Firefox non mostra i video di Youtube e simili).

Ibernazione e sleep funzionano egregiamente. Le chiavette USB vengono montate, riconosciute e gestite correttamente. I documenti PDF sono leggibili senza dover installare nulla.

Ma non è tutto rose e fiori: l'aggiornamento automatico di data e ora (Applications > System > Ora e data) non funziona, perché manca il supporto NTP per la sincronizzazione, e la proposta di installarlo fallisce. Infilo un CD audio, mi parte automaticamente Gxine, inizia a leggere il CD, e mi scompare la schermata grafica. Idem con gli MP3. Sono costretto a fare shutdown da terminale. La cosa si risolve usando XMMS, ma solo per gli MP3 (i CD audio fanno piantare l'interfaccia grafica).

E qui finisce la prova: ci sarebbero ancora da collaudare condivisioni di file, stampanti e altre periferiche, ma c'è un problemino. Il laptop è andato in protezione termica (ha sempre avuto dei problemi di surriscaldamento) e non c'è verso di riavviarlo. Ne riparliamo un'altra volta.

Nel frattempo, il bilancio dell'esperimento è che Linux ha ancora qualche magagna che può mandare in crisi l'utente principiante (ma lo stesso si può dire anche della concorrenza) e la preinstallazione su hardware pienamente supportato è importantissima per mettere l'utente in condizioni di lavorare senza disperarsi a far funzionare ogni singola periferica a furia di litigate con la riga di comando. La quantità di applicazioni disponibili (molte familiari, perché esistenti anche in versioni Windows) soddisfa egregiamente le esigenze degli utenti comuni. La navigazione in Rete, per via della sostanziale assenza di virus per Linux, è molto meno insicura che con Windows.

Ma non c'è niente da fare: finché i produttori di hardware non prenderanno sul serio Linux e realizzeranno driver Linux per i loro prodotti, il timore di trovarsi tagliati fuori rispetto a Windows attanaglierà sempre gli utenti (molto più che con Mac OS X, che pure ha i suoi limiti di supporto alle periferiche) e terrà Linux nella cerchia degli smanettoni. All'intero di questa cerchia, però, le occasioni di capire realmente come funziona l'informatica, come gestire e proteggere una rete e come tirar fuori il massimo dall'hardware sono impareggiabili.

Resto insomma del mio parere di qualche tempo fa: Linux è per chi ha pochi soldi ma molto tempo e voglia di imparare e smanettare; Mac OS X è per chi ha un po' di soldi ma poco tempo e deve lavorare tanto e in modo affidabile; Windows... non lo so.

E con questo posso dare ufficialmente il via all'inevitabile guerra fra parrocchie :-)

2007/05/14

Radio: prova in diretta di Linux

Disinformatico radiofonico: domattina installazione live di Linux. Come va, va!


Domattina la puntata del Disinformatico radiofonico (ore 11, Rete Tre della RTSI, in streaming e podcast) è tutta dedicata a Linux, anche alla luce della notizia che Microsoft accusa Linux di violare 235 suoi brevetti.

Parleremo di queste e altre questioni riguardanti Linux e il software libero mentre facciamo un esperimento in diretta: prendiamo un vecchio laptop generico e proviamo ad installarci Linux. Funzionerà? Riconoscerà tutti i componenti interni ed esterni? Quanto tempo ci vorrà? Avere Linux preinstallato e preconfigurato, come promette Dell, farebbe molta differenza? Lo scopriremo in diretta insieme, senza rete: come va, va. Spero di poter documentare l'installazione con un po' di foto in tempo (quasi) reale.

In attesa dell'esperimento, vi racconto i preliminari: il laptop (lo vedete nella foto qui accanto) è un Acer Travelmate 230, classe 2003: Celeron 1,7 GHz, 256 MB RAM, 20 GB di hard disk, venduto con Windows XP Pro. Niente wireless, ma soltanto una porta Ethernet, due porte USB, una parallela, un modem interno e due alloggiamenti PCMCIA.

Viste le caratteristiche tecniche non certo vivaci del laptop, ho scelto di sperimentare Xubuntu, una distribuzione light di Linux Ubuntu. Mi sono procurato il CD di installazione di Xubuntu 7.04 scaricandone l'immagine ISO (565 MB) tramite Bittorrent dall'apposito link Bittorrent sul sito di Ubuntu in una mezz'oretta scarsa di download (ah, le gioie della banda larga). Fatto questo, l'ho masterizzato sul mio Mac Mini.

Per gli utenti Mac che non hanno mai masterizzato un'immagine ISO, spiego brevemente la procedura: in Disk Utility (Utility Disco), dal menu Archivio ho scelto Apri immagine disco, e ho selezionato il file ISO appena scaricato; poi ho selezionato l'immagine ISO nell'elenco di Utility Disco e ho cliccato su Masterizza.

Fatto questo, ho spianato il laptop usando il CD bootable di Gparted (so per esperienza che installare sopra un partizionamento fatto da Windows spesso causa problemi), l'ho spento e l'ho messo nella borsa per portarlo in studio insieme a un po' di carabattole di supporto per la diretta.

Vedremo che succede domattina!

Addendum


Qualche dettaglio sulla procedura di Gparted: si avvia il computer da CD, si sceglie la prima opzione del menu grafico, si sceglie la keymap della lingua desiderata (21 e poi 14 per quella italiana). Si usa Delete sulla o sulle partizioni e poi si clicca Apply per applicare le modifiche. Si conferma cliccando ancora su Apply nella richiesta di conferma. Exit, poi Eject & Reboot.
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